Renault 35CV
| Renault 35CV | |
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| Descrizione generale | |
| Costruttore | .svg){kind=small} Renault
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| Tipo principale | Berlina |
| Altre versioni | Cabriolet Spider Tonneau |
| Produzione | dal 1906 al 1914 |
| Sostituita da | Renault 40CV |
| Altre caratteristiche | |
| Dimensioni e massa | |
| Lunghezza | 4550 mm |
| Larghezza | 1800 mm |
| Passo | 3350 mm |
| Altro | |
| Stile | Louis Renault |
| Auto simili | Peugeot Type 80 e 103 |
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La 35CV è una famiglia di autovetture di classe molto alta prodotte tra il 1906 ed il 1914 dalla casa francese Renault.
Profilo[modifica | modifica wikitesto]
La famiglia di ammiraglie Renault di lusso nota come 35CV era composta dai modelli Type AI, Type CF, Type DQ e Type ET. Disponibili in più configurazioni di carrozzeria, riscossero un discreto successo e addirittura una replica di questa famiglia di vetture apparve anche nella celebre pellicola Titanic di James Cameron[1].
La meccanica, comune ai quattro modelli, prevedeva un 4 cilindri in linea da 7.430 cm³ in grado di erogare una potenza massima di 35 CV.
Tra il 1907 ed il 1911 furono prodotte anche la Type AI sport e la Type CT, declinazioni sportive di tali ammiraglie. Queste versioni sportive nascevano sullo stesso telaio delle versioni meno sportive, ma con passo leggermente più corto e corpo vettura molto più corto, grazie alla drastica riduzione degli sbalzi anteriore e posteriore.
Queste vetture erano inoltre delle spider, a sottolineare la sportività di questi modelli. Nel 1911 le Type AI Sport e CT furono tolte di produzione, mentre il resto della famiglia 35 CV fu prodotta fino al 1914.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ (EN) Reno man rebuilt ‘Titanic’ auto, other famous cars, su reviewjournal.com, 2 marzo 2014. URL consultato il 6 dicembre 2016.
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Da Histomobile, pagina dedicata alle Type AI, CF, DQ e ET, su histomobile.com. URL consultato il 6 dicembre 2016.
- (DE) Renault Oldtimer - reich an Ideen und Modellen, su oldtimer-klassiker.de. URL consultato il 6 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2016).
