Fenacemide

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Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Fenacemide
Nome IUPAC
N-carbamoyl-2-phenyl-acetamide
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC9H10N2O2
Massa molecolare (u)178.188 g/mol
Numero CAS63-98-9
Numero EINECS200-570-2
Codice ATCN03AX07
PubChem4753 CID 4753
DrugBankDB01121
SMILES
C1=CC=C(C=C1)CC(=O)NC(=O)N
Dati farmacocinetici
Emivita22-25 ore
Indicazioni di sicurezza

La fenacemide è un farmaco anticonvulsivante[1] derivato dall'urea[2] ed appartenente ad una categoria molto eterogenea di sostanze denominate ossazolidindioni.[3] Sebbene il farmaco abbia una catena lineare caratterizzata da diversi gruppi di acetilurea, allo stato cristallino la molecole adotta una conformazione pseudociclica che la rende molto simile a quella della difenilidantoina e di altri composti eterociclici di tipo anticonvulsivante.[4][5]

Farmacocinetica[modifica | modifica wikitesto]

Dopo somministrazione orale la fenacemide viene rapidamente assorbita dal tratto gastro-enterico.Viene metabolizzata nel fegato a p-idrossi fenacemide e ad altri metaboliti inattivi i quali, con il p-idrossi derivato, vengono escreti nelle urine.
L'effetto di una singola dose di fenacemide dura 5 ore.

Tossicologia[modifica | modifica wikitesto]

Nel topo la dose letale per via orale è di 5,4 mmol/kg. Nel ratto, è di 10 mmol/kg. Nell'uomo la dose letale minima è di 5 g.

Usi clinici[modifica | modifica wikitesto]

La fenacemide viene utilizzata nel trattamento delle gravi forme di epilessia,[6][7] quali ad esempio convulsioni psicomotorie refrattarie ad altri tipi di farmaci antiepilettici,[8] anche in ambito pediatrico,[9] in quanto è gravata da un alto potenziale tossico.[10]

Effetti collaterali[modifica | modifica wikitesto]

Gli effetti collaterali sono molto gravi e includono: cambiamenti della personalità spesso accompagnati da psicosi acute e tendenze suicide, anemia aplastica, agranulocitosi, leucopenia, nefrite con albuminuria.
Si possono inoltre verificare eventi fatali,[11] generalmente secondari a danni epatici (epatite e ittero colestatico che possono progredire sino a necrosi epatica) ed a danni renali.[10][12]
Altri effetti indesiderati possono essere anoressia, perdita di peso, sonnolenza, insonnia, cefalea, parestesie, dolori muscolari, rash cutanei, febbre, palpitazioni.

Dosi terapeutiche[modifica | modifica wikitesto]

La fenacemide si somministra per via orale. Nell'adulto il dosaggio iniziale è di 500 mg tre volte al giorno.
Dopo circa una settimana di trattamento, se il farmaco risulta ben tollerato, si può aumentare gradualmente la dose fino al raggiungimento del controllo dei sintomi. In genere il dosaggio medio richiesto è di circa 2-3 g/die. Nei bambini la dose consigliata corrisponde alla metà di quella necessaria per un adulto.

Avvertenze[modifica | modifica wikitesto]

La fenacemide è un farmaco molto tossico e per tale motivo dovrebbe essere usata esclusivamente quando altri tipi di antiepilettici abbiano fallito nel controllo delle convulsioni.
In ogni caso il medico deve valutare attentamente il rapporto rischio-beneficio e tenere costantemente sotto controllo il paziente al fine di individuare per tempo l'insorgenza di eventuali effetti tossici, soprattutto a livello epatico, ematico, renale e psichico.
In caso di comparsa di tali effetti tossici è imperativo sospendere immediatamente il trattamento.
L'interruzione della somministrazione del farmaco deve però avvenire con gradualità allo scopo di evitare che il paziente possa manifestare un aumento nella frequenza delle convulsioni.

Sovradosaggio[modifica | modifica wikitesto]

Il sovradosaggio da fenacemide si caratterizza per la comparsa di eccitamento e psicosi, seguiti da sonnolenza, atassia e coma.
Il trattamento d'urgenza include la lavanda gastrica, l'induzione del vomito ed adeguate misure di supporto.
Prima di procedere con ulteriori trattamenti si dovrebbero valutare attentamente le condizioni psichiche, ematiche, epatiche e renali del paziente.

Interazioni[modifica | modifica wikitesto]

Gli effetti tossici della fenacemide sono potenziati dalla somministrazione contemporanea di altri farmaci anticonvulsivanti come ad esempio la mefenitoina, il trimetadione ed il parametadione.
Per somministrazione concomitante di fenacemide e etotoina sono stati rilevati sintomi di paranoia estrema.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ LITTLE SC, McBRYDE RR, The use of phenylacetylurea (phenurone) in convulsive disorders, in Am. J. Med. Sci., vol. 219, n. 5, maggio 1950, pp. 494–99, PMID 15410710.
  2. ^ Nakamura K, Murai K, Nakatsuji K, et al., Neuropharmacological and toxicological studies on a new anti-epileptic, N-alpha-ethyl-phenylacetyl-N'-acetyl urea in experimental animals, in Arzneimittelforschung, vol. 18, n. 5, maggio 1968, pp. 524–9, PMID 5755877.
  3. ^ SPIELMAN MA, EVERETT GM, Some N-alkyl-2,4-oxazolidinediones and their anticonvulsant properties, in J. Am. Chem. Soc., vol. 70, n. 3, marzo 1948, p. 1021, PMID 18909171.
  4. ^ Camerman A, Camerman N, Ethylphenacemide and phenacemide: conformational similarities to diphenylhydantoin and stereochemical basis of anticonvulsant activity, in Proc. Natl. Acad. Sci. U.S.A., vol. 74, n. 3, marzo 1977, pp. 1264–6, PMC 430664, PMID 265568.
  5. ^ Camerman A, Camerman N, Stereochemical similarities in chemically different antiepileptic drugs, in Adv Neurol, vol. 27, 1980, pp. 223–31, PMID 6103657.
  6. ^ TYLER MW, KING EQ, Phenacemide in treatment of epilepsy, in J Am Med Assoc, vol. 147, n. 1, settembre 1951, pp. 17–21, PMID 14861009.
  7. ^ GIBBS FA, GARVIN JS, Further experiences with "phenurone" (phenylacetyl-acetylurea) in treatment of epilepsy, in Arch Neurol Psychiatry, vol. 64, n. 1, luglio 1950, pp. 152–5, PMID 15426464.
  8. ^ Coker SB, The use of phenacemide for intractable partial complex epilepsy in children, in Pediatr. Neurol., vol. 2, n. 4, 1986, pp. 230–2, PMID 3508693.
  9. ^ Coker SB, Holmes EW, Egel RT, Phenacemide therapy of complex partial epilepsy in children: determination of plasma drug concentrations, in Neurology, vol. 37, n. 12, dicembre 1987, pp. 1861–6, PMID 3683877.
  10. ^ a b LEVY RW, SIMONS DJ, ARONSON S, Fatal hepatorenal syndrome associated with phenurone therapy, in N. Engl. J. Med., vol. 242, n. 24, giugno 1950, pp. 933–6, DOI:10.1056/NEJM195006152422404, PMID 15423683.
  11. ^ CRADDOCK WL, Use of phenacemide in epilepsy, with analysis of fatal reactions and case report, in J Am Med Assoc, vol. 159, n. 15, dicembre 1955, pp. 1437–41, PMID 13271091.
  12. ^ WEAVER LC, SWINYARD EA, GOODMAN LS, Effects of liver injury and nephrectomy on the anticonvulsant activity of phenacemide, in Proc. Soc. Exp. Biol. Med., vol. 80, n. 4, 1952, pp. 744–6, PMID 12983400.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Basterfield, Greig, Can. J. Res. 8, 454, 1933

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]