Castello di Castione de' Baratti

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Castello di Castione de' Baratti
Ubicazione
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
CittàCastione de' Baratti, frazione di Traversetolo
Coordinate44°36′24.5″N 10°21′27.1″E / 44.606806°N 10.357528°E44.606806; 10.357528
Mappa di localizzazione: Nord Italia
Castello di Castione de' Baratti
Informazioni generali
Tipocastello medievale
Inizio costruzioneXIII secolo
Materialepietra
Primo proprietariofamiglia Baratti
Condizione attualescomparso
Informazioni militari
Funzione strategicapresidio della val Termina di Castione
[1]
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Il castello di Castione de' Baratti era un maniero medievale, che sorgeva nella località di Trinzola a Castione de' Baratti, frazione di Traversetolo, in provincia di Parma.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La fortificazione difensiva originaria fu edificata nel XIII secolo per volere del ramo Baratti dei conti di Canossa,[2] sul versante sinistro della vallata del torrente Termina di Castione, più stabile rispetto a quello opposto ove sorgeva il borgo medievale di Castillonio.[3]

Nel 1296 il Comune di Parma impose alla famiglia di demolire il maniero, ma i Baratti non adempirono alla richiesta e mantennero il possesso del castello,[1] a valle del quale si sviluppò soprattutto a partire dagli inizi del XV secolo il nuovo centro abitato di Castiono Baratorum.[3]

Nel 1417 Uguccione dei Contrari, dal 1409 signore di Guardasone e Montelugolo,[4] sospettando che Azzo Baratti stesse complottando col marchese di Ravarano Oberto Pallavicino, lo fece arrestare e si impossessò del maniero di Castione.[5]

Nel 1421, dopo la cessione di Parma in cambio di Reggio Emilia da parte del marchese di Ferrara Niccolò III d'Este a Filippo Maria Visconti, il feudo di Guardasone, comprendente da allora anche Traversetolo e Castione de' Baratti, fu incamerato dal Duca di Milano,[6] che nel 1431 lo assegnò al condottiero Niccolò de' Terzi, il Guerriero, per ricompensarlo degli aiuti ricevuti.[7] Nel 1449 il Guerriero, mal sopportando Francesco Sforza quale signore di Parma, tramò allo scopo di cacciarlo dalla città; non appena ne venne a conoscenza, il condottiero Alessandro Sforza, fratello di Francesco, attaccò il maniero di Guardasone prendendone possesso.[8]

Nel 1466 il duca Galeazzo Maria Sforza assegnò il feudo a Giovanni e Vitaliano II Borromeo,[9] dai quali discesero i conti Borromeo Arese.[10]

Nella seconda metà del XVII secolo il castello di Castione fu completamente demolito per volere dei duchi di Parma Farnese.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Castione, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 31 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2017).
  2. ^ Affò, 1792, p. 229.
  3. ^ a b SS. Silvestro e Donnino in Castione Baratti, su parrocchiaditraversetolo.it. URL consultato il 31 maggio 2017.
  4. ^ Pezzana, 1842, pp. 130-131.
  5. ^ Pezzana, 1842, p. 173.
  6. ^ Pezzana, 1842, pp. 193-194.
  7. ^ Pezzana, 1842, pp. 305-306.
  8. ^ Pezzana, 1847, pp. 7-10.
  9. ^ Pezzana, 1847, p. 342.
  10. ^ Cenni e curiosità storiche, su comune.traversetolo.pr.it. URL consultato il 31 maggio 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ireneo Affò, Storia della città di Parma, Tomo primo, Parma, Stamperia Carmignani, 1793.
  • Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo secondo, Parma, Ducale Tipografia, 1842.
  • Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo terzo, Parma, Ducale Tipografia, 1847.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]