Castello di Mancapane (Collecchio)

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Castello di Mancapane
Ubicazione
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
CittàCollecchio
Coordinate44°44′55.1″N 10°12′59.9″E / 44.748639°N 10.216639°E44.748639; 10.216639
Mappa di localizzazione: Nord Italia
Castello di Mancapane (Collecchio)
Informazioni generali
Tipocastello medievale
Inizio costruzioneentro il XIV secolo
Materialepietra
Primo proprietariofamiglia Rossi
Condizione attualescomparso
Visitabileno
Informazioni militari
Funzione strategicapresidio del territorio
[1]
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Il castello di Mancapane, noto anche come castello di Manchapan, era un maniero medievale, che sorgeva non lontano dalla pieve di San Prospero a Collecchio, in provincia di Parma.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il castello fu edificato probabilmente sul Poggio di Collecchio entro il XIII secolo, forse per volere dei Rossi; la sua fondazione potrebbe risalire già all'XI secolo e potrebbe precedere anche la costruzione del cosiddetto "castello di Collecchio", palazzo comitale fortificato che sorgeva sul luogo dell'odierna villa Paveri Fontana e apparteneva ai vescovi di Parma, feudatari della zona fin dal X secolo.[1]

Tuttavia, la prima testimonianza certa della sua esistenza risale soltanto al 1303, quando i Rossi, cacciati da Parma, vi si rifugiarono e vi pianificarono l'attacco alla città. Due anni dopo Giberto III da Correggio, Signore di Parma, comprendendo le loro intenzioni, li precedette attaccando il maniero, che durante gli aspri scontri fu distrutto insieme a buona parte dell'adiacente borgo di Collecchio.[1]

In parte ricostruito, pochi anni dopo il castello, secondo la tradizione, avrebbe ospitato per una notte Dante Alighieri durante il suo spostamento dalla Lunigiana a Verona; nonostante i tentativi di servirlo al meglio, i proprietari non sarebbero stati in grado di fornirgli il pane durante il pasto e di conseguenza il giorno successivo il poeta avrebbe rinominato l'edificio "castello di Mancapane" o "Manchapan".[2]

Nel 1443 Annibale I Bentivoglio, in fuga dopo la rocambolesca liberazione dal castello di Varano, fu rifornito di un cavallo da parte dei castellani collecchiesi.[3]

Nel 1680 l'edificio risultava ancora abitato, come testimoniato da un rogito notarile, mentre nel 1832 ne rimanevano ancora in piedi i resti appartenenti alla famiglia Nicelli.[4]

Durante la seconda guerra mondiale i ruderi divennero la sede del comando locale delle truppe tedesche; per questo motivo furono quasi completamente distrutti dagli alleati.[5]

Gli ultimi resti furono demoliti nel 1963 e sul luogo dell'antico castello fu edificato un nuovo quartiere residenziale.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Marcheselli, p. 10.
  2. ^ GuidaPiù, p. 7.
  3. ^ Marcheselli, p. 107.
  4. ^ Castello Collecchio, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 23 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2017).
  5. ^ a b Collecchio: il Castello perduto, su google.com. URL consultato il 23 gennaio 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Infoturismo, in GuidaPiù, Collecchio, Reggio Emilia, Gruppo GuidaPiù srl, 2007.
  • Tiziano Marcheselli, Collecchio di una volta, Parma, Gazzetta di Parma Editore, 2008.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]