Castello di Bicchignano

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Castello di Bicchignano
Ruderi del castello
Ubicazione
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
CittàVigolzone
Indirizzostrada Comunale del Bagnolo ‒ Bicchignano ‒ Vigolzone (PC)
Coordinate44°52′28.47″N 9°37′36.31″E / 44.874575°N 9.626754°E44.874575; 9.626754
Mappa di localizzazione: Nord Italia
Castello di Bicchignano
Informazioni generali
StileMedievale
Inizio costruzioneXI secolo
Materialepietra e laterizio
Condizione attualerudere
Informazioni militari
Funzione strategicaDifesa
[1]
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II castello di Bicchignano o di Veano, conosciuto anche come Castellone, Castellaccio o Castellazzo[1], è una fortificazione situata a Bicchignano, frazione del comune italiano di Vigolzone, in provincia di Piacenza. Sito in una posizione dominante sulle prime propaggini collinari della val Nure[1], occupava una posizione strategica all'interno del sistema difensivo della famiglia Anguissola che si estendeva tra la media val Trebbia e le vallate limitrofe fino ad avvicinarsi alla città di Piacenza[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il castello venne citato per la prima volta nel corso dell'XI secolo, periodo durante il quale esso fu donato al monastero di San Savino di Piacenza; successivamente entrò a far parte dei possedimenti della famiglia Anguissola, divenendo uno dei capisaldi del suo sistema difensivo[1]. Nel 1324 divenne di proprietà di Gandolfo Zanardi. Nel 1404 divenne un possesso di Bernabò Landi, che avviò una serie di lavori di espansione e rafforzamento della fortificazione[1].

Nel corso del mese di gennaio del 1513 la fortificazione, divenuta nel frattempo di proprietà della camera apostolica, venne ceduta al conte Ettore Scotti; passata ai suoi figli, nel 1527 fu acquistata da Claudio Landi. Il castello fu, poi, comprato dalla famiglia Zanardi Landi, la quale nel 1577 ne ottenne l'investitura feudale[1].

Nel XVIII secolo il castello, ormai abbandonato, andò definitivamente in rovina[1].

Durante la seconda guerra mondiale, nell'ambito della lotta partigiana, fu teatro di scontri tra i partigiani e le truppe tedesche. Questi scontri causarono ulteriori danni alla struttura[1].

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

Della costruzione, realizzata in pietre di fiume dotate di un rivestimento in laterizio, rimangono solo alcuni resti, dai quali traspaiono tuttavia elementi a testimonianza dell'originaria importanza strategica e grandezza della fortificazione[1]. Il più imponente è il rudere di un torrione dotato di un'alta base scarpata e lunghi beccatelli su cui poggiava il cammino di ronda, tutti elementi caratteristici della tipologia architettonica sforzesca[1].

Il complesso presentava originariamente una struttura a pianta quadrangolare dotata di torri ad angoli alterni le quali erano orientate rispettivamente a occidente e a oriente[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l Artocchini, p. 256.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Valeria Poli, Il Castelleone di Bicchignano (PDF), su associazionepiacenzamusei.it, dicembre 2011. URL consultato il 13 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).