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Vetrina

La chiesa di Santo Stefano è un luogo di culto cattolico di Verona, prevalentemente realizzata in stile romanico, situata nel quartiere di Veronetta, lungo l'Adige e non lontano dalla chiesa di San Giorgio in Braida, da porta San Giorgio e da ponte Pietra. Le sue origini sono antichissime e, nonostante alcuni rimaneggiamenti avvenuti nel corso dei secoli, parte della struttura rimane quella edificata intorno al V secolo, rendendola un esempio quasi unico di architettura paleocristiana in territorio veronese. I ritrovamenti in loco di altari riconducibili al culto di Iside ha dimostrato come sia stata fondata in un luogo considerato sacro fin dall'antichità.

Il primo edificio paleocristiano qui sorto dovrebbe essere posteriore, seppur di poco, al 415 ovvero al ritrovamento delle reliquie di Stefano protomartire, e doveva essere ad un'unica navata con un ampio transetto e un'abside. L'entrata era anticipata da un atrio, probabilmente un nartece. Di questa primitiva costruzione è rimasta solamente l'impostazione generale e il fianco meridionale in muratura a sacco. Durante il regno di Teodorico il Grande l'edificio venne parzialmente distrutto ma poi prontamente ricostruito. Il fatto che nella chiesa sia conservata una sedia episcopale in pietra e che vi siano le spoglie di alcuni vescovi veronesi, ha fatto supporre che nell'Alto Medioevo Santo Stefano fosse la sede vescovile della diocesi. Si suppone che tra il VI secolo e la fine dell'VIII l'aula venne trasformata da una a tre navate e vennero realizzati dei matronei a cui si accedeva attraverso due scale poste sulla facciata. Nell'XI secolo venne aggiunta la cripta. A differenza di moltissimi edifici veronesi, Santo Stefano venne solo parzialmente danneggiata in occasione del terremoto del 1117. La successiva ricostruzione comportò modifiche all'abside, alle finestre e alla facciata, che venne spostata fino a comprendere il nartece allungando così di fatto la chiesa. Queste trasformazioni portarono la chiesa ad assumere l'aspetto romanico che tutt'oggi la contraddistingue. Tra il 1618 e il 1621 il parroco, monsignor Varalli, fece costruire sul muro meridionale la barocca cappella Varalli (o cappella degli Innocenti). Nei secoli successivi vi furono diverse iniziative volte al restauro e alla conservazione della chiesa e al contestuale ripristino dell'aspetto originario per quanto possibile.

La chiesa di Santo Stefano si presenta dunque come una somma di elementi architettonici di secoli e stili diversi. Il muro meridionale e l'impostazione generale risalgono al primo edificio paleocristiano, la cripta e la facciata rappresentano un chiaro esempio di architettura romanica veronese, mentre la cappella Varalli è di stampo squisitamente barocco. Menzione a parte si deve fare per l'imponente tiburio che si innalza all'incrocio tra transetto e piedicroce, unico di questo genere a Verona ma tipico del romanico lombardo. Un'altra caratteristica praticamente unica nel suo genere è la presenza, nella zona absidale, di due ambulacri (o deambulatori) sovrapposti, forse utilizzati dai pellegrini per avvicinarsi alle reliquie. All'interno della chiesa sono conservare numerose opere d'arte. Sulle pareti si trovano numerosi affreschi che vanno da quelli basso medioevali di autori ignoti a quelli di Giacomo da Riva e Martino da Verona a quelli, di epoca manierista, di Domenico Brusasorzi. Altri pittori veronesi contribuirono alla dotazione artistica della chiesa con le loro pale d'altare, tra essi vi furono Paolo Farinati, Marcantonio Bassetti, Pasquale Ottino, Alessandro Turchi e Giovanni Francesco Caroto.

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Voci di qualità

Jaco Van Dormael (Ixelles, 9 febbraio 1957) è un regista, sceneggiatore e drammaturgo belga.

Durante la sua carriera, Van Dormael ha sviluppato un nuovo stile narrativo e visivo che ha reso i suoi film riconoscibili dal pubblico di tutto il mondo per la loro forte componente sperimentalista, le sequenze brillanti e oniriche, il sonoro estremamente suggestivo. I suoi film sono noti per la rappresentazione rispettosa e solidale di persone con disabilità mentali e fisiche.

Van Dormael trascorse la sua infanzia viaggiando in Europa prima di studiare cinema all'INSAS di Bruxelles, dove scrisse e diresse il suo primo cortometraggio, Maedeli la brèche (1981), vincitore del premio onorario per il miglior cortometraggio straniero agli Student Academy Awards. Il suo debutto nel cinema con Toto le héros - Un eroe di fine millennio (1991) fu un immediato successo di critica e pubblico e vinse la Caméra d'or al Festival di Cannes.

Cinque anni dopo, Van Dormael fu nuovamente premiato a Cannes con L'ottavo giorno (1996), quando i suoi attori principali, Daniel Auteuil e Pascal Duquenne, ricevettero il premio per la miglior interpretazione maschile. Il terzo film del regista, Mr. Nobody (2009), riscosse un ulteriore successo di critica e numerosi riconoscimenti, vincendo sei premi Magritte, tra cui miglior film e miglior regia.

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Lo sapevi che...

Smoky (1931 o 1932 - aprile 1934), occasionalmente scritto Smokey, è stato un cane che divenne la mascotte del Villaggio Olimpico estivo del 1932 e, successivamente, dell'evento generale. Pur non essendo oggi riconosciuto dal CIO, è stato, seppur non in modo ufficiale, la prima mascotte olimpica dei Giochi, oltre che ad essere attualmente l'unica ad essere stata un animale vero. Le successive edizioni non ebbero mascotte, dovendo aspettare i X Giochi olimpici invernali di Grenoble nel 1968 per ritrovarne una ufficialmente riconosciuta, lo sciatore stilizzato Schuss, allora non considerato ufficiale ma successivamente riconosciuto come tale.

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Ricorrenze del 19 giugno

Nicole Kidman

Nati...

...e morti

In questo giorno accadde...

Ricorre oggi: è la Giornata mondiale dei profughi, indetta dalle Nazioni Unite. La Chiesa cattolica celebra la memoria dei santi Metodio di Olimpo, Giovanni da Matera e Lucano di Sabiona.

 

Nelle altre lingue

Di seguito sono elencate le 10 versioni maggiori di Wikipedia (per numero di voci, non necessariamente per qualità o dimensioni totali) e una selezione casuale di altre edizioni con un numero minore di voci:

Le 10 maggiori (al 19 giugno 2024): English (inglese) (6 837 593) · Binisaya (cebuano) (6 117 229) · Deutsch (tedesco) (2 919 460) · Français (francese) (2 618 574) · Svenska (svedese) (2 588 603) · Nederlands (olandese) (2 160 633) · Русский (russo) (1 985 078) · Español (spagnolo) (1 960 819) · Italiano (1 868 881) · مصرى (Maṣrī, arabo d'Egitto) (1 623 899)

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Dagli altri progetti

Questa settimana la voce da tradurre è:

(versione in italiano: Magdalena Zeger)

Il pane che a voi sopravanza è il pane dell'affamato; la tunica appesa nel vostro armadio è la tunica di colui che è nudo; le scarpe che voi non portate sono le scarpe di chi è scalzo; il denaro che tenete nascosto è il denaro del povero; le opere di carità che voi non compite sono altrettante ingiustizie che voi commettete.
San Basilio

Il tiglio di Sant'Anna, un tiglio selvatico (Tilia cordata) di circa 300 anni che si trova su una collina a sud-est di Heilbronn, Baden-Württemberg, Germania. È un monumento naturale registrato.


Giacinta
Luigi Capuana, Milano, 1889.

Hildesheim

È una città della Bassa Sassonia, in Germania. È il capoluogo e il centro maggiore del circondario (Landkreis) omonimo. Hildesheim si fregia del titolo di "Grande città indipendente" (Große selbständige Stadt) e si trova circa 30 km a sud-est di Hannover, sulle rive del fiume Innerste, che è un piccolo affluente del Leine.