Studi di genere: differenze tra le versioni

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== Il genere in psicologia e neurologia ==
== Il genere in psicologia e neurologia ==
La letteratura scientifica in ambito psicologico non definisce il genere in termini certi e assoluti. Sebbene si sia scritto molto sull'argomento, esplorando le differenze fra maschile e femminile, pochi esplorano in pratica le cause che oggettivamente producono tali differenze.
La letteratura scientifica in ambito psicologico non definisce il genere in termini certi e assoluti. Sebbene si sia scritto molto sull'argomento, esplorando le differenze fra maschile e femminile, pochi esplorano in pratica le cause che oggettivamente producono tali differenze <sup>&#x5B;''[[wikipedia:Uso_delle_fonti|senza&nbsp;fonte]]''&#x5D;</sup>. Il dibattito sulla importanza relativa che ricopre il contrasto natura e ambiente sociale sembra destinato a rimanere senza soluzioni a breve; la considerazione di come i fattori genetici o culturali/ambientali possano influenzare lo sviluppo acquista ancora maggiore importanza alla luce delle moderne istanze di rivalutazione del ruolo della donna.


In generale la ricerca del settore evidenzia come la personalità e le differenze di comportamento siano da attribuire a psicologia comportamentale, apprendimento e condizionamenti o a modelli e imitazione, piuttosto che a fattori puramente biologici, sebbene ancora oggi una parte non trascurabile delle ricerche si concentri sul tentativo di individuare differenze nelle dimensioni e nella struttura del cervello che <nowiki>''potrebbero''</nowiki> condizionarne le caratteristiche. Secondo diverse ricerche i cervelli di uomini e donne sarebbero strutturalmente molto più simili di quanto si è creduto in passato e le categorie neurologiche di "maschile" e "femminile" sarebbero tutt'altro che universali e immutabili.<sup>&#x5B;''[[wikipedia:Uso_delle_fonti|senza&nbsp;fonte]]''&#x5D;</sup><ref>{{cita web|http://www.repubblica.it/scienze/2014/11/25/news/uomini_e_donne_diversi_ma_tanto_uguali_lo_dice_la_scienza-101379801/|Uomini e donne, cervelli diversi ma tanto uguali. Lo dice la scienza|23 giugno 2015}}</ref> In base a queste ricerche, la maggior parte delle differenze attribuite al sistema nervoso maschile e a quello femminile (anche nell'ambito di passate ricerche scientifiche, che ne risultano così viziate) non sarebbero innate, ma emergerebbero invece da diversi fattori, non ultimi gli ambienti culturali e sociali entro cui gli individui crescono e si formano.
Il dibattito sulla importanza relativa che ricopre il contrasto natura e ambiente sociale sembra destinato a rimanere senza soluzioni a breve; la considerazione di come i fattori genetici o culturali/ambientali possano influenzare lo sviluppo acquista ancora maggiore importanza alla luce delle moderne istanze di rivalutazione del ruolo della donna.

In generale la ricerca del settore evidenzia come la personalità e le differenze di comportamento siano da attribuire a psicologia comportamentale, apprendimento e condizionamenti o a modelli e imitazione, piuttosto che a fattori puramente biologici, sebbene ancora oggi una parte non trascurabile delle ricerche si concentri sul tentativo di individuare differenze nelle dimensioni e nella struttura del cervello che <nowiki>''potrebbero''</nowiki> condizionarne le caratteristiche. Secondo diverse ricerche i cervelli di uomini e donne sarebbero strutturalmente molto più simili di quanto si è creduto in passato e le categorie neurologiche di "maschile" e "femminile" sarebbero tutt'altro che universali e immutabili.<ref>{{cita web|http://www.repubblica.it/scienze/2014/11/25/news/uomini_e_donne_diversi_ma_tanto_uguali_lo_dice_la_scienza-101379801/|Uomini e donne, cervelli diversi ma tanto uguali. Lo dice la scienza|23 giugno 2015}}</ref> In base a queste ricerche, la maggior parte delle differenze attribuite al sistema nervoso maschile e a quello femminile (anche nell'ambito di passate ricerche scientifiche, che ne risultano così viziate) non sarebbero innate, ma emergerebbero invece da diversi fattori, non ultimi gli ambienti culturali e sociali entro cui gli individui crescono e si formano.


{{P|Il paragrafo non tiene conto delle importanti differenze a livello neuroendocrino tra maschi XY e femmine XX|medicina|luglio 2021}}
{{P|Il paragrafo non tiene conto delle importanti differenze a livello neuroendocrino tra maschi XY e femmine XX|medicina|luglio 2021}}
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In Italia l'[[Università degli Studi di Napoli Federico II|Università Federico II]] di Napoli pubblica dal 2006 la rivista [[La camera blu]], interamente dedicata agli studi di genere.
In Italia l'[[Università degli Studi di Napoli Federico II|Università Federico II]] di Napoli pubblica dal 2006 la rivista [[La camera blu]], interamente dedicata agli studi di genere.


== Teoria del complotto ==
== Teoria del gender ==
{{vedi anche|Teoria del gender}}
{{vedi anche|Teoria del gender}}


Durante la seconda metà degli anni '90, alcuni intellettuali cattolici, tra i quali [[Dale O'Leary]], fornirono una rilettura degli studi di genere, affermando che fosse in atto una «promozione organizzata» di tali istanze, volta a smantellare la differenza tra uomo e donna con un «progressivo distacco dalla realtà».<ref>{{cita news |url=https://www.avvenire.it/famiglia-e-vita/pagine/staminali_intervista_leary |titolo=Teoria del gender, l'esperta O'Leary «Ideologia promossa a livello globale» |autore=Andrea Galli |pubblicazione=Avvenire |data=15 aprile 2013 |accesso=15 febbraio 2021}}</ref> Queste riletture degli studi di genere in una chiave complottista e distorta, al fine di delegittimare sia le istanze [[Femminismo|femministe]], sia quelle portate avanti da parte della comunità [[LGBT]], hanno dato vita alla [[Teoria del gender|teoria del complotto sull'ideologia di genere]],<ref name=wired>{{cita news |url=https://www.wired.it/attualita/politica/2015/03/13/teoria-del-gender/ |titolo=Cosa (non) è la teoria del gender |data=13 marzo 2015 |sito=Wired.it |accesso=15 febbraio 2021}}</ref><ref name=fedeli>{{Cita news|autore=|url=https://www.wired.it/attualita/politica/2016/12/13/bufala-educazione-gender-valeria-fedeli/|titolo=La bufala dell'educazione gender e il nuovo ministro Valeria Fedeli - Wired|pubblicazione=Wired|data=13 dicembre 2016|accesso=15 febbraio 2021}}</ref> che è stata ampiamente supportata dalla [[Chiesa cattolica]], soprattutto in Italia e Francia, nel decennio seguente alla pubblicazione nel 2003 del ''Lexicon. Termini ambigui e discussi su famiglia, vita e questioni etiche'' da parte del [[Pontificio consiglio per la famiglia]].<ref name=Garbagnoli>{{cita pubblicazione |titolo=«L'ideologia del genere»: l'irresistibile ascesa di un'invenzione retorica vaticana contro la denaturalizzazione dell'ordine sessuale |autore=Sara Garbagnoli |doi=10.15167/2279-5057/ag.2014.3.6.224 |rivista=AG About Gender |volume=3 |numero=6 |anno=2014 |url=http://www.anterospadova.it/wp-content/uploads/2015/02/224-1169-1-PB.pdf |accesso=15 febbraio 2021}}</ref>
Durante la seconda metà degli anni '90, alcuni intellettuali cattolici, tra i quali [[Dale O'Leary]], fornirono una rilettura degli studi di genere, affermando che fosse in atto una «promozione organizzata» di tali istanze, volta a smantellare la differenza tra uomo e donna con un «progressivo distacco dalla realtà».<ref>{{cita news |url=https://www.avvenire.it/famiglia-e-vita/pagine/staminali_intervista_leary |titolo=Teoria del gender, l'esperta O'Leary «Ideologia promossa a livello globale» |autore=Andrea Galli |pubblicazione=Avvenire |data=15 aprile 2013 |accesso=15 febbraio 2021}}</ref> Queste riletture degli studi di genere in una chiave complottista e distorta, al fine di delegittimare sia le istanze [[Femminismo|femministe]], sia quelle portate avanti da parte della comunità [[LGBT]], hanno dato vita alla [[teoria del gender]],<ref name=wired>{{cita news |url=https://www.wired.it/attualita/politica/2015/03/13/teoria-del-gender/ |titolo=Cosa (non) è la teoria del gender |data=13 marzo 2015 |sito=Wired.it |accesso=15 febbraio 2021}}</ref><ref name=fedeli>{{Cita news|autore=|url=https://www.wired.it/attualita/politica/2016/12/13/bufala-educazione-gender-valeria-fedeli/|titolo=La bufala dell'educazione gender e il nuovo ministro Valeria Fedeli - Wired|pubblicazione=Wired|data=13 dicembre 2016|accesso=15 febbraio 2021}}</ref> che è stata ampiamente supportata dalla [[Chiesa cattolica]], soprattutto in Italia e Francia, nel decennio seguente alla pubblicazione nel 2003 del ''Lexicon. Termini ambigui e discussi su famiglia, vita e questioni etiche'' da parte del [[Pontificio consiglio per la famiglia]].<ref name=Garbagnoli>{{cita pubblicazione |titolo=«L'ideologia del genere»: l'irresistibile ascesa di un'invenzione retorica vaticana contro la denaturalizzazione dell'ordine sessuale |autore=Sara Garbagnoli |doi=10.15167/2279-5057/ag.2014.3.6.224 |rivista=AG About Gender |volume=3 |numero=6 |anno=2014 |url=http://www.anterospadova.it/wp-content/uploads/2015/02/224-1169-1-PB.pdf |accesso=15 febbraio 2021}}</ref>


== Note ==
== Note ==

Versione delle 16:03, 2 ago 2021

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Gli studi di genere (o gender studies, come vengono chiamati nel mondo anglosassone), in sessuologia e sociologia, rappresentano nell’educazione sessuale un approccio multidisciplinare e interdisciplinare allo studio dei significati socio-culturali della sessualità e dell'identità sessuale.

Storia

Nati in Nord America a cavallo tra gli anni settanta e ottanta nell'ambito degli studi culturali, si diffondono in Europa Occidentale negli anni ottanta. Si sviluppano a partire da un certo filone del pensiero femminista e trovano spunti fondamentali nel post-strutturalismo e decostruzionismo francese (soprattutto Michel Foucault e Jacques Derrida), negli studi che uniscono psicologia e linguaggio (Jacques Lacan e, in una prospettiva postlacaniana, Julia Kristeva). Di importanza specifica per gli studi di genere sono anche gli studi gay e lesbici e il postmodernismo.

Questi studi non costituiscono un campo di sapere a sé stante, ma rappresentano innanzitutto una modalità di interpretazione. Sono il risultato di un incrocio di metodologie differenti che abbracciano diversi aspetti della vita umana, della produzione delle identità e del rapporto tra individuo e società, tra individuo e cultura. Per questo motivo una lettura "gender sensitive", attenta agli aspetti di genere, è applicabile a pressoché qualunque branca delle scienze umane, sociali, psicologiche e letterarie, dalla sociologia alle scienze etno-antropologiche, alla letteratura, alla filosofia, alla teologia, alla politica, alla demografia ecc.

Soprattutto ai loro inizi, ma in parte anche oggigiorno, gli studi di genere sono caratterizzati da una impronta politica ed emancipativa. Sono infatti strettamente connessi alla condizione femminile e a quella di soggetti minoritari. Non si limitano quindi a proporre teorie e applicarle all'analisi della cultura, ma mirano anche a realizzare cambiamenti in ambito della mentalità e della società. Sono strettamente legati ai movimenti di emancipazione femminile, omosessuale e delle minoranze etniche e linguistiche e spesso si occupano di problematiche connesse a oppressione razziale ed etnica, sviluppo delle società postcoloniali e globalizzazione.

Sesso e genere (sex e gender)

Tradizionalmente gli individui vengono divisi in uomini e donne sulla base delle loro differenze biologiche. Nel sentire comune, infatti, il sesso e il genere costituiscono un tutt'uno. Gli studi di genere propongono invece una suddivisione, sul piano teorico-concettuale, tra questi due aspetti dell'identità:

Sesso e genere non costituiscono due dimensioni contrapposte ma interdipendenti: sui caratteri biologici si innesca il processo di produzione delle identità di genere. Traducono le due dimensioni dell'essere uomo e donna. Il genere è invece un prodotto della cultura umana e il frutto di un persistente rinforzo sociale e culturale delle identità: viene creato quotidianamente attraverso una serie di interazioni che tendono a definire le differenze tra uomini e donne [senza fonte]. A livello sociale è necessario testimoniare continuamente la propria appartenenza di genere attraverso il comportamento, il linguaggio, il ruolo sociale. Si parla a questo proposito di ruoli di genere. In sostanza, il genere sarebbe un carattere appreso e non innato: maschi e femmine si nasce, mentre uomini (mascolini) e donne (femminili) si diventa.[1]

Il rapporto tra sesso e genere varia a seconda delle aree geografiche, dei periodi storici, delle culture di appartenenza. I concetti di maschilità e femminilità sono quindi concetti dinamici che devono essere storicizzati e contestualizzati. Ogni società definisce quali valori attribuire alle varie identità di genere, in cosa consiste essere uomo o donna. Maschilità e femminilità sono quindi concetti relativi.

La prima formulazione del concetto di genere nell'accezione utilizzata da questo tipo di studi venne formulata dall'antropologa Gayle Rubin nel suo The Traffic in Women (Lo scambio delle donne) del 1975. La studiosa parla di un sex-gender system in cui il dato biologico viene trasformato in un sistema binario asimmetrico in cui il maschile occupa una posizione privilegiata rispetto al femminile, al quale è legato da strette connessioni da cui entrambi derivano una reciproca definizione [senza fonte].

Alcune teoriche e teorici che si sono occupati di studi di genere

Il genere in psicologia e neurologia

La letteratura scientifica in ambito psicologico non definisce il genere in termini certi e assoluti. Sebbene si sia scritto molto sull'argomento, esplorando le differenze fra maschile e femminile, pochi esplorano in pratica le cause che oggettivamente producono tali differenze [senza fonte]. Il dibattito sulla importanza relativa che ricopre il contrasto natura e ambiente sociale sembra destinato a rimanere senza soluzioni a breve; la considerazione di come i fattori genetici o culturali/ambientali possano influenzare lo sviluppo acquista ancora maggiore importanza alla luce delle moderne istanze di rivalutazione del ruolo della donna.

In generale la ricerca del settore evidenzia come la personalità e le differenze di comportamento siano da attribuire a psicologia comportamentale, apprendimento e condizionamenti o a modelli e imitazione, piuttosto che a fattori puramente biologici, sebbene ancora oggi una parte non trascurabile delle ricerche si concentri sul tentativo di individuare differenze nelle dimensioni e nella struttura del cervello che ''potrebbero'' condizionarne le caratteristiche. Secondo diverse ricerche i cervelli di uomini e donne sarebbero strutturalmente molto più simili di quanto si è creduto in passato e le categorie neurologiche di "maschile" e "femminile" sarebbero tutt'altro che universali e immutabili.[senza fonte][2] In base a queste ricerche, la maggior parte delle differenze attribuite al sistema nervoso maschile e a quello femminile (anche nell'ambito di passate ricerche scientifiche, che ne risultano così viziate) non sarebbero innate, ma emergerebbero invece da diversi fattori, non ultimi gli ambienti culturali e sociali entro cui gli individui crescono e si formano.

Insegnamento universitario

Uno studio del 2013 ha identificato 57 insegnamenti collegati agli studi di genere all'interno di corsi di laurea universitari italiani, pari a circa lo 0,001 % dell'offerta formativa complessiva. Per confronto, negli Stati Uniti d'America esistono 1097 corsi universitari afferenti all'area dei Women Studies.[3] In Italia, gli studi di genere non compongono uno specifico settore scientifico-disciplinare (SSD) ma, quando affrontati, lo sono prevalente negli insegnamenti di sociologia, lingua e letteratura straniera (soprattutto inglese) e storia.[3]

In Italia l'Università Federico II di Napoli pubblica dal 2006 la rivista La camera blu, interamente dedicata agli studi di genere.

Teoria del gender

Lo stesso argomento in dettaglio: Teoria del gender.

Durante la seconda metà degli anni '90, alcuni intellettuali cattolici, tra i quali Dale O'Leary, fornirono una rilettura degli studi di genere, affermando che fosse in atto una «promozione organizzata» di tali istanze, volta a smantellare la differenza tra uomo e donna con un «progressivo distacco dalla realtà».[4] Queste riletture degli studi di genere in una chiave complottista e distorta, al fine di delegittimare sia le istanze femministe, sia quelle portate avanti da parte della comunità LGBT, hanno dato vita alla teoria del gender,[5][6] che è stata ampiamente supportata dalla Chiesa cattolica, soprattutto in Italia e Francia, nel decennio seguente alla pubblicazione nel 2003 del Lexicon. Termini ambigui e discussi su famiglia, vita e questioni etiche da parte del Pontificio consiglio per la famiglia.[7]

Note

  1. ^ Parafrasi della famosa frase di Simone de Beauvoir: "Donne non si nasce, si diventa" (ne Il secondo sesso) Le deuxième sexe, tomo I, Parigi, Gallimard, 1949, pp. 285-286.
  2. ^ Uomini e donne, cervelli diversi ma tanto uguali. Lo dice la scienza, su repubblica.it. URL consultato il 23 giugno 2015.
  3. ^ a b Francesco Antonelli, Giada Sarra e Roberta Sorrentino, Il sesso mancante nell'università italiana, in InGenere, 18 luglio 2013. URL consultato il 15 febbraio 2021.
  4. ^ Andrea Galli, Teoria del gender, l'esperta O'Leary «Ideologia promossa a livello globale», in Avvenire, 15 aprile 2013. URL consultato il 15 febbraio 2021.
  5. ^ Cosa (non) è la teoria del gender, su Wired.it, 13 marzo 2015. URL consultato il 15 febbraio 2021.
  6. ^ La bufala dell'educazione gender e il nuovo ministro Valeria Fedeli - Wired, in Wired, 13 dicembre 2016. URL consultato il 15 febbraio 2021.
  7. ^ Sara Garbagnoli, «L'ideologia del genere»: l'irresistibile ascesa di un'invenzione retorica vaticana contro la denaturalizzazione dell'ordine sessuale (PDF), in AG About Gender, vol. 3, n. 6, 2014, DOI:10.15167/2279-5057/ag.2014.3.6.224. URL consultato il 15 febbraio 2021.

Bibliografia

  • I. Illich, Gender (London: 1982), ISBN 0-394-52732-1; trad. it. Genere. Per una critica storica dell'uguaglianza, Vicenza: Neri Pozza, 2013
  • Genderqueer: Voices from Beyond the Sexual Binary, a cura di J. Nestle, R. Wilchins e C. Howell, Los Angeles: Alyson Publications, 2002
  • Genere. La costruzione sociale del femminile e del maschile, a cura di S. Piccone Stella e C. Saraceno, Bologna: Il Mulino, 1996
  • Generi di traverso, a cura di A. Bellagamba, P. Di Cori e M. Pustianaz, Vercelli: Edizioni Mercurio, 2000
  • F. Corbisiero, P. Maturi, E. Ruspini (a cura di), Genere e linguaggio. I segni dell'uguaglianza e della diversità, Milano: Franco Angeli, 2016
  • F. Corbisiero (a cura di), Comunità Omosessuali. Le scienze sociali sulla popolazione LGBT, Milano: FrancoAngeli, 2013
  • T. Reeser, Masculinities in Theory. Wiley-Blackwell, 2010
  • E. Abbatecola, L. Stagi, R. Todella, J. Baldaro Verde, V. Pastore, Identità senza confini. Soggettività di genere e identità sessuale tra natura e cultura, Milano: FrancoAngeli, 2008
  • E. Ruspini, Le identità di genere, Roma: Carocci, 2003
  • E. Showalter, Introduction: The rise of gender, in Speaking of gender, New York-Londra: Routledge, 1989, pp. 1–13
  • Dale O'Leary, Maschi o femmine? La guerra del genere, Soveria Mannelliː Rubettino 2006
  • N. Vassallo (a cura di), Donna m'apparve, Torino: Codice Edizioni, 2009
  • F. Corbisiero (a cura di), Certe cose si fanno. Genere, identità, sessualità nella popolazione LGBT, Napoli: Gescoedizioni, 2013
  • Arcidiacono, C. & Carbone, A. (2013). Genere tra epistemologia e trasformazione sociale, in S. Smiraglia (eds.), Elementi di Psicologia Sociale. Orientamenti, ambiti e applicazioni, Roma: Carocci

Voci correlate

Collegamenti esterni

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