Filiberto Sbardella

Filiberto Sbardella (Palestrina, 30 ottobre 1909 – Roma, 28 dicembre 1983) è stato un pittore, scenografo, architetto, mosaicista e partigiano italiano[1].
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Allievo di Gustavo Simoni, e del maestro dell'encausto Tito Venturini Papari, diplomato all'Accademia di Brera, e laureatosi poi in Architettura, viene citato in diverse riviste e testi per la sua attività di partigiano durante la Resistenza e per la professione di architetto.[2] Recensito dai più autorevoli critici per la sua particolare arte pittorica e musiva, ad oggi si possono ammirare suoi mosaici sulla facciata della Chiesa di S.S. Pietro e Paolo di Graffignana[3], e nel Tempio della Vittoria - o Tempio dei Caduti[4] - di San Pellegrino Terme[5] (restaurati nel 2017); ha realizzato inoltre affreschi e mosaici nel vecchio Teatro Reposi di Savona, affreschi nel Palazzo Visconti di Mondrone di Milano, e nella Villa Trivulzio a Bellagio. Ha collaborato, a Milano in qualità di pittore e decoratore, con la Società Italiana di costruzioni CHINI, di Giovanni Chini.[6] Nel 1932 dal matrimonio con Franca Mocchi (figlia di S.E. il Marchese Mario Mocchi, referendario e cav. di gr. cr. dell'Ordine Equestre del S. Sepolcro) nasce il suo unico figlio, Giovanni (noto ceramista). Poliedrico artista del '900,[7] F. Sbardella espone - dapprima negli anni 30 con la pittura murale di propaganda, e di influenza futurista ("Il secondo Futurismo fu sostanzialmente diviso in due fasi. La prima andava dal 1918, due anni dopo la morte di Umberto Boccioni, al 1928 e fu caratterizzata da un forte legame con la cultura post-cubista e costruttivista; la seconda invece, dal 1929 al 1939, fu molto più legata alle idee del surrealismo. Di questa corrente - che si concluse attraverso il cosiddetto "terzo Futurismo", portando anche all'epilogo del Futurismo stesso - fecero parte molti pittori fra cui Fillia (Luigi Colombo), Enrico Prampolini, Filiberto Sbardella, Nicolay Diulgheroff, Wladimiro Tulli ma anche Mario Sironi, Ardengo Soffici, Ottone Rosai, Carlo Vittorio Testi e la moglie Fides Stagni. La seconda stagione del futurismo ebbe un effettivo legame con il regime fascista, abbracciandone gli stilemi della comunicazione governativa. I futuristi di sinistra, generalmente meno noti nel panorama culturale italiano dell'epoca costituirono quella parte del Futurismo collocata politicamente su posizioni vicine all'anarchismo e al bolscevismo anche quando il movimento con i suoi fondatori e personaggi ritenuti principali fu fagocitato dal fascismo. Anche se la gerarchia fascista riservò ai futuristi coevi una sottovalutazione talvolta sprezzante, l'osservazione dei principi autoritaristici e la poetica interventista del Futurismo furono quasi sempre presenti negli artisti del gruppo, fino a che alcuni di questi non abbracciarono altri movimenti e presero le distanze dall'ideologia fascista. Altri ancora, come il giovane pittore maceratese Wladimiro Tulli, mantennero costantemente un approccio giocoso e libertario") assieme ad artisti come Sironi e Prampolini, poi dopo il conflitto mondiale con la pittura realista in diverse mostre personali e collettive, a Roma, Pesaro, San Remo e Milano, con Gian Paolo Lazzaro e altri artisti.[8]
Frequenta e collabora con grandi artisti e personaggi della sua epoca, come Corrado Cagli, Guttuso, Jacopo Comin, Sironi, Fontana, Scuderi, Freda, Gallian, Guido Ballo, e tanti altri.[9] Con Aligi Sassu, Giacomo Manzù, Nino Strada, Candido Grassi, Giuseppe Occhetti, Gino Pancheri, nel 1930 riesce ad allestire a Milano una importante mostra, recensita anche da Carlo Carrà.[10] Nel 1933 espone alla Certosa di Garegnano (collaborando tra gli altri con il Duca Marcello Visconti di Mondrone al restauro della Cerosa milanese) partecipa alla IV Mostra del Sindacato regionale delle Belle Arti di Lombardia a Milano[11] con l'opera La Convalescente. Nel 1934 partecipa alla II Mostra interprovinciale d'arte marchigiana a Pesaro[12]. Nel 1936 partecipa ai Littoriali (XIV) di Venezia, con Sirio Angeli, Ermanno Bazzocchi, Giuseppe Codacci Pisanelli, Luigi Comencini, e tanti altri.[13]
Ha partecipato alla VI Triennale di Milano, e poi su invito di Gio Ponti e Giuseppe Pagano alla VII Triennale di Milano (vincendo il I° Premio e la medaglia d'oro[14]). Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1936[15], e nel 1954.[16] Ha collaborato con architetti e artisti come Gio Ponti[17], Bruno Begnotti[18], Maurizio Lanza, Luigi Scirocchi[19], Dal Verme, Fornasetti, Ugo Ojetti, Pagano. Assieme ad artisti come Aligi Sassu, Salvatore Fiume, Bruno Cassinari, Umberto Lilloni, Pietro Marussig, Piero Fornasetti[20], nel 1942 produce una serie di disegni (tra cui alcuni ritratti, e l'opera "barche") per una mostra alla Galleria Geri sulle opere della Scuola degli arazzi di Ersino Lario.[21] La sua pittura, che negli anni trenta subisce gli influssi del Futurismo, nel dopoguerra vira verso il realismo e Neorealismo. Negli anni '40 con l'architetto Carlo Pagani per anni è il direttore artistico della Società anonima industria rivestimenti artistici, a Milano, Roma, e Nervi,[22] poi collaborerà con gli architetti A. Pasquali, B. Begnotti, M. Lanza.
Durante la Seconda guerra mondiale Sbardella è un attivista politico della Resistenza romana (tra i fondatori di Bandiera Rossa e dell'Armata Rossa romana)[23] assieme a Antonino Poce[24], Celestino Avico, Giordano Amidani, Carla Capponi[25] ed Ezio Malatesta[26], Gabriele Pappalardo, Otello Terzani, Raffaele De Luca[27], Felice Chilanti[28], Carlo Lizzani, Vincenzo Guarniera, assieme ai suoi fratelli Francesco, Maria, Bruna e Mario Sbardella, e Orfeo Mucci. Negli anni successivi, nonostante la sua attività di pittore e architetto, mantiene viva la sua passione politica, nell'ANPI, nella CGIL, e nel PCI[29] (anni dopo emergerà la sua presenza nelle liste degli Enucleandi[30] e nell'Inchiesta Aldo Moro[31]).
Nel 1951 partecipa alla Quadriennale di Roma con il mosaico "La tempesta", su cartone originale. Nel 1953 ha partecipato alla prima Mostra sindacale del Sindacato provinciale romano aderente alla Federazione Nazionale Artisti di Roma, assieme ad artisti come Eliano Fantuzzi, Renato Guttuso, Carlo Levi, Vito Apuleio, Giuseppe Canizzaro, Nino Chillemi, Gino Franchina; Nino Gasparri; Maria Giarrizzo; Adelina Giuliani; Lorenzo Guerrini; Leo Guida; Pietro Cascella, Sestilio Picari; Vincenzo Piras; Linda Puccini; Domenico Purificato; Attilio Ragni; Antonietta Raphael; Anna Salvatore; Antonio Sanfilippo; Carmelo Savelli; Mario Samonà; Carlo Soricelli; Gino Zocchi; Joseph Strachota, Mario Mafai. Scenografo (con Antonio Valente) nel film di Riccardo Freda “Teodora imperatrice di Bisanzio”[32] (del 1954, con Gianna Maria Canale). Dal 1957 è inserito nel Fondo documentario artisti contemporanei dell'Archivio Biblioteca Quadriennale di Roma.[33][34]
Purtroppo ben poco resta delle sue opere pittoriche (il suo atelier fu saccheggiato e distrutto dalle SS durante il II Conflitto mondiale). La sua opera La risaia (1969), è esposta al Museo Sandro Pertini di Savona[35]. Altre opere (come la Convalescente, 1935) sono situate presso la galleria d'arte Moderna di Milano, e del Castello Sforzesco di Milano.[36] Nel 1929 espone alla Galleria Barbaroux, nel 1939 e 1941 espone alla Galleria Gian Ferrari (MI); nel 1953 espone in una personale alla Galleria Il Pincio, nel 1955 alla Galleria La Cassapanca (RM); nel 1957 presso la Galleria Schettini (MI).[37] Condurrà, con un proprio studio, in maniera prolifica e infaticabile, la professione di Architetto fino al 1983 (anno della morte) con la seconda moglie, Carla De Benedetti, collaborando con architetti come Bruno Begnotti, Ponti, Lanza, per opere private e pubbliche, a Roma, Milano, Chianciano, Ariccia, Colleferro, Livorno, Sòfia, Pesaro. Nel 1978 e 1979 verrà invitato diverse volte in udienza[38] privata dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini (suo intimo amico, con cui aveva condiviso decenni prima la lotta partigiana) presso il Palazzo del Quirinale.[39]
Alcuni suoi scritti (corrispondenza con Gallian, Ponti, e Anti) sono custoditi presso gli archivi dell'Università degli studi di Padova, e dell'Università di Pavia.[40]
Le sue opere pittoriche sono ancora oggi oggetto di vendita all'asta (Anglicana Aste nel 2016, Arcadia Aste nel 2021 e 2022).[41][42]
Dal 2019, con la creazione di un sito web e di un archivio a suo nome, e con la pubblicazione di una prima biografia e catalogo generale, gli viene dedicata una omonima mostra itinerante dal titolo "Filiberto Sbardella, la terra è di chi la coltiva" e una serie di eventi culturali in diverse città come Guidonia Montecelio, Palestrina, Cervia, San Pellegrino Terme, Viterbo, Latina.[43]
Nel 2022 il Prof. Luca Acquarelli (Université de Lille) dedica la copertina del testo "Il fascismo e l'immagine dell'impero" (Donzelli Ed.) ad una delle opere di maggior rilievo iconografico di Filiberto Sbardella.
Archivio Filiberto Sbardella[modifica | modifica wikitesto]
Dal 2019, a seguito di ricerche approfondite sul personaggio, il Dr Pasquale B. Cicirelli e l'Arch. Claudio Gatti iniziano a raccogliere materiale documentario e librario riguardante l'attività del maestro Sbardella con l'obiettivo di tutelare e valorizzare la sua opera. Il corposo Fondo Archivistico - costituito in una sede fisica e digitale da corrispondenza, fotografie, manifesti, documentazione riguardante le mostre e l'attività politica, cataloghi, biblioteca, rassegna stampa - è aperto a studiosi e ricercatori ed è in continuo aggiornamento.[1]
Filiberto Sbardella nei Musei e Archivi Storici[modifica | modifica wikitesto]
- Museo del Novecento, Milano
- Museo Sandro Pertini e Renata Cuneo, Savona
- Archivio Storico Triennale di Milano
- Archivio Storico Quadriennale di Roma
- Archivio Storico Biennale di Venezia
- Archivio Storico Università di Pavia
- Archivio di Stato di Roma
- Archivio Storico Accademia di Brera
- Archivio del Museo Storico della Liberazione di Roma
- Museo delle Grigne, Esino Lario
- Archivio Storico della Diocesi di Tivoli e Palestrina e della diocesi di Bergamo
- Archivio MAXXI L'Aquila
- Archivio Biblioteca Guido Ballo di Milano
- Archivio del Comune di Rimini
Scritti[modifica | modifica wikitesto]
- Con Petrassi, Ricciardi, Piovene, Guttuso, Bertoletti, nel 1946 dirige il periodico Movimento Nuovo[44]
- Negli anni '40 dirige la rivista Bandiera Rossa
- Dirige Voce partigiana (1945-1947)[45][46]
- Con Alessandro Pasquali, Marcello Gallian e Jacopo Comin scrive su giornali e riviste come Meridiano di Roma
- I Nostri Martiri, MCd'I, 1945.
Filmografia[modifica | modifica wikitesto]
- Teodora imperatrice di Bisanzio (1954; regia Riccardo Freda, scenografia di A. Valente e F. Sbardella)
Riconoscimenti e Premi[modifica | modifica wikitesto]
- Medaglia d'oro VII Triennale di Milano
- I Premio VII Triennale di Milano
- Premio L'acquarello, Firenze 1923
- Partigiano Combattente, 10.02.1947 Roma, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Commissione Laziale per il riconoscimento della qualifica di Partigiano e di Patriota (Archivio storico ANPI).[47]
Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]
-
Chiesa SS Pietro e Paolo Apostoli - Graffignana LO.jpg Mosaici - facciata della Chiesa SS Pietro e Paolo - Graffignana - Filiberto Sbardella
Opere[modifica | modifica wikitesto]
Tra le opere pittoriche più rappresentative:

- Lavoratori delle miniere
- Il muratore
- 14 luglio
- Lavori strada
- La brigata Gramsci
- Spigolatrici
- I bitumatori
- La battaglia dell'Amba Aradam
- Minniti

- Alluvione del Polesine
- Mondina
- Paesaggio abruzzese
Tra le opere musive pubbliche:
- Mosaici presso il Tempio di San Pellegrino Terme
- Mosaici sulla facciata della chiesa di Graffignana
Tra le opere architettoniche:
- Impianti polisportivi Comunali, Chianciano Terme
- Sede della Regione Marche, Pesaro
- Progetto PEEP "Colli d'oro" per il quartiere Labaro, Roma
- Sede della scuola sindacale CGIL, Ariccia
Mostre[modifica | modifica wikitesto]
Tra il 1923 e il 1957 Filiberto Sbardella ha presenziato in numerose personali a:
- Roma
- Milano
- Pesaro
- San Remo
- Venezia
- Firenze
- Parigi
Presenziando in collettive istituzionali come:
- IV e VII mostra del Sindacato Milanese delle Belle Arti;
- II mostra Interprovinciale Marchigiana di Pesaro;
- VII e VII Triennale di Milano;
- XX e XXVII Biennale di Venezia.[48]
Mostre postume[modifica | modifica wikitesto]
Nel 2019 è stato istituito il Progetto Espositivo Itinerante Filiberto Sbardella, la terra è di chi la coltiva. Ideato e curato dal sociologo Pasquale Biagio Cicirelli e dall'architetto Claudio Gatti, con esso vengono proposte mostre, eventi, conferenze, ricerche e studi di vario genere. È stato già presentato:
- presso il Museo della Terra Pontina e Casa del Combattente, 22 febbraio-15 dicembre 2020, Latina.[49]
- in forma virtuale presso il circolo ARCI "Il Cosmonauta" per il XVI Festival Resist, 25 Aprile 2020, Viterbo.
- agli eventi "I Borghi al Centro" e "Giornate Europee del Patrimonio 2020", Museo della Terra Pontina, 2020, Latina.[50]
- alla collettiva "I MILLE DI SGARBI"[51] con una scultura luminosa esposta ai Magazzini del Sale, luglio 2020, Cervia.[2]
- in forma Open air in collaborazione con ANPI e con il Patrocinio del Comune, in occasione della Festa Nazionale di Liberazione, il 25.04.2021 nella piazza G. Matteotti di Guidonia Montecelio.[52]
- inserita nella Programmazione dell'Estate Prenestina 2021 con il Patrocinio della Città di Palestrina e in collaborazione con le associazioni territoriali Anpi, Pro Loco, e Praeneste Eventi, in mostra dal 13 al 18 luglio 2021 presso la Sala espositiva Comunale G. Borghesani di Palestrina (Rm).[53]
- con la mostra "Exhibit: il 900 di Filiberto Sbardella" - patrocinata dal Comune di Palestrina e dalla sua sez. ANPI - presso la Biblioteca dell'IIS E. Luzzatti dal 19 febbraio all'11 maggio 2022[54] e con Cerimonia conclusiva presso la Biblioteca Comunale Fantoniana di Palestrina.[55]
- presso il Museo Civico Archeologico Rodolfo Lanciani di Montecelio,[56] dal 04.02.2023 al 26.03.2023 la mostra "La terra è di chi la coltiva - il 900 di Filiberto Sbardella in un Progetto Espositivo itinerante: Architettura per il sociale".
- con la mostra online "Il 25 aprile di Filiberto Sbardella, la stampa clandestina della Resistenza", patrocinata dall'ANPI in occasione della Festa Nazionale di Liberazione, il 25.04.2023.[57]
- presso il Museo Civico Archeologico Rodolfo Lanciani di Montecelio, il 13 maggio 2023 in occasione della Notte Europea dei Musei, con l'istallazione artistica luminosa interattiva "NESSUN DORMA".[58]
- presso il Tempio dei Caduti di San Pellegrino Terme, dal 29 settembre al 15 ottobre 2023, patrocinata dal Comune e in collaborazione con la Parrocchia di San Pellegrino V. e M. e la Fondazione A. Bernareggi.[59][60]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ La Scuola di arazzeria di Esino Lario 1936 - 1962, su quadernistoriaesinese.it. URL consultato il 3 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2018).
- ^ Il miraggio della concordia. Documenti sull'architettura e la decorazione del Bo e del Liviano: Padova 1933-1943 - M. Nezzo - Libro - Canova - | IBS, su ibs.it. URL consultato il 2 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2018).
- ^ Lombardia Beni Culturali, Chiesa dei SS. Pietro e Paolo, su webcache.googleusercontent.com. URL consultato il 30 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2014).
- ^ wiki.eanswers.net, https://web.archive.org/web/20190217142208/https://wiki.eanswers.net/it/San_Pellegrino_Terme . URL consultato il 13 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2019).
- ^ Angelini L.-Ditta De Min sec. XX, Davide e Golia [collegamento interrotto], in BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web. URL consultato il 30 dicembre 2017.
- ^ books.google.it, https://web.archive.org/web/20190217142254/https://books.google.it/books?id=klXZkgjCso4C&pg=PA1187&dq=sbardella+chini+via+sondrio+3&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiLxvievMHgAhXPxqQKHaE-D9kQ6AEICTAA#v=onepage&q=sbardella%20chini%20via%20sondrio%203&f=false . URL consultato il 17 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2019).
- ^ Giorgio Di Genova, [1].3: Generazione maestri storici, in Storia dell'arte italiana del '900, 1995. URL consultato il 29 gennaio 2019.
- ^ Self-portrait, 1929 | Pittore
- ^ Team Youcanprint, FILIBERTO SBARDELLA la terra è di chi la coltiva, su youcanprint.it. URL consultato il 23 luglio 2019.
- ^ Aligi Sassu – Galleria d'arte La Fonderia [collegamento interrotto], su galleriafonderia.com. URL consultato il 30 giugno 2018.
- ^ IV MOSTRA, su webcache.googleusercontent.com. URL consultato il 3 gennaio 2018.
- ^ La fototeca di Emporium, su artivisive.sns.it. URL consultato il 6 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2018).
- ^ Littoriali della cultura e dell'arte dell'Anno XIV. A cura del GUF di Napoli - Libro Usato - A. Trani - | IBS, su ibs.it. URL consultato l'8 luglio 2020.
- ^ Home | FILIBERTO SBARDELLA
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- ^ ASAC Dati: Ricerca avanzata mediateca, su asac.labiennale.org. URL consultato l'8 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2018).
- ^ Lo STILE nella casa e nell'arredamento. n. 11, novembre 1941. Numero dedicato alle STOFFE. - PONTO Gio / GIO PONTI - Milano Aldo Garzanti ed., su Copernicum. URL consultato il 14 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2018).
- ^ Catalogo Articoli [collegamento interrotto], su webcache.googleusercontent.com. URL consultato il 3 gennaio 2018.
- ^ (EN) ANALISI OPERE, su luigiscirocchi.it. URL consultato il 31 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2016).
- ^ Page 19 - gli arazzi Esino Lario, su quadernistoriaesinese.it. URL consultato il 6 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2018).
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- ^ findartdoc.com, https://web.archive.org/web/20210518204936/https://www.findartdoc.com/books/lostile-n9-septembre1941-ma-fr/ . URL consultato il 29 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2021).
- ^ David Broder, Bandiera Rossa: l’antifascismo classista a Roma, 1943–44, 24 marzo 2016. URL consultato il 2 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2018).
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- ^ Enzo Piscitelli, Storia della Resistenza romana: Premessa di Nino Valeri, Laterza, 1965. URL consultato il 30 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2017).
- ^ Pierangelo Maurizio, Via Rasella, cinquant'anni di menzogne, Maurizio, 1996, ISBN 9788887001037. URL consultato il 30 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2017).
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- ^ LA LISTA DEGLI ENUCLEANDI – Misteri d'Italia, su misteriditalia.it. URL consultato il 10 agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2021).
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- ^ Riccardo Freda: un maestro del cinema popolare - Cineteca di Bologna, su cinetecadibologna.it. URL consultato il 31 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2017).
- ^ La Quadriennale di Roma - Arbiq, su quadriennalediroma.org. URL consultato il 3 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2018).
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- ^ https://www.ibs.it/libri/autori/Pasquale%20Biagio%20Cicirelli.
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- ^ Marcello Ciocchetti, Percorsi paralleli: Moravia e Piovene tra giornali e riviste del dopoguerra, Metauro, 2010, ISBN 9788861560598. URL consultato il 14 dicembre 2018.
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- ^ Pasquale Biagio Cicirelli, Filiberto Sbardella – la terra è di chi la coltiva –, su Latina Città Aperta, 19 luglio 2019. URL consultato il 29 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2019).
- ^ Italia Nostra Latina: In una mostra monografica la straordinaria figura di Filiberto Sbardella, su Notizie in Controluce, 19 febbraio 2020. URL consultato il 25 aprile 2020.
- ^ Giornate Europee del Patrimonio 2020 (presso il Museo della Terra Pontina, Centro d’Interpretazione dell’Ecomuseo dell’Agro Pontino), su Ecomuseo dell'Agro Pontino, 25 settembre 2020. URL consultato il 5 ottobre 2020.
- ^ Pasquale Biagio Cicirelli, Filiberto Sbardella “Illumina” I Mille di Sgarbi, su Latina Città Aperta, 10 luglio 2020. URL consultato il 27 giugno 2021.
- ^ GUIDONIA - 25 Aprile, la mostra del maestro partigiano Filiberto Sbardella, su Tiburno.tv, 14 aprile 2021. URL consultato il 19 aprile 2021.
- ^ redazione, PALESTRINA - In mostra dal 13 luglio il maestro del '900 Filiberto Sbardella, su Il Giornale Nuovo.it, 23 giugno 2021. URL consultato il 27 giugno 2021.
- ^ Exhibit: il 900 di Filiberto Sbardella, su LOBODILATTICE, 16 marzo 2022. URL consultato il 25 aprile 2022.
- ^ Il '900 di Filiberto Sbardella: la straordinaria vita di un prenestino, su Monti Prenestini, 23 maggio 2022. URL consultato il 23 maggio 2022.
- ^ AL MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO “RODOLFO LANCIANI” LA MOSTRA DEDICATA AL MAESTRO FILIBERTO SBARDELLA, su LOBODILATTICE, 5 ottobre 2022. URL consultato il 9 ottobre 2022.
- ^ ANPI Provinciale di Roma, su it-it.facebook.com. URL consultato il 19 aprile 2023.
- ^ Accedi a Facebook, su Facebook. URL consultato il 13 maggio 2023.
- ^ Home, su FILIBERTO SBARDELLA. URL consultato il 23 settembre 2023.
- ^ Home, su LOBODILATTICE. URL consultato il 23 settembre 2023.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Roberto Gremmo, I comunisti di Bandiera rossa: l'opposizione rivoluzionaria del Movimento comunista d'Italia : 1944-1947, ELF, 1996. URL consultato il 30 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2017).
- Carla Capponi, Con cuore di donna : il Ventennio, la Resistenza a Roma, via Rasella : i ricordi di una protagonista, Milano, Il Saggiatore, 2009, ISBN 9788856501247. URL consultato il 30 dicembre 2017.
- Luca Bandirali, Mario Nascimbene, compositore per il cinema, Argo, 2005.
- VII Triennale di Milano - Guida 1940.
- VI Triennale di Milano - Guida 1936.
- La Biennale di Venezia, volume 20 - Guida 1936.
- Alfonso Perrotta, L'umano divenire, PubMe, 2016.
- Filiberto Sbardella, Bruno Begnotti, Architettura come cronaca: complesso residenziale a Roma, L'industria delle Costruzioni, fascicolo 150, volume 18, anno 1984, Fonte: SBN-RM, periodico.
- Giò Ponti, Lo Stile nella casa e nell'arredamento, n. 11, Milano, Garzanti Editore, 1941.
- Giorgio Di Genova, Storia dell'arte italiana del '900, generazione maestri storici, vol. I,parte III, Bora Edizioni, 1995.
- Catalogo della mostra, I MILLE DI SGARBI lo stato dell'arte contemporanea in Italia, III Edizione, Cervia Magazzini del Sale, 3-12 luglio 2020.
- P. B. Cicirelli, C. Gatti, Filiberto Sbardella, la terra è di chi la coltiva[1], Ed.Youcanprint, LE, 2020 (catalogo della mostra).
- P. B. Cicirelli, C. Gatti, Il Novecento di Filiberto Sbardella, Ed. StreetLib, 2022[2] (catalogo della mostra).
- L. Acquarelli, Il fascismo e l'immagine dell'impero, Donzelli Ed., 2022.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Resistenza Italiana
- Resistenza romana
- Gruppi di Azione Patriottica
- Felice Chilanti
- Carla Capponi
- Teodora (film 1954)
- Carlo Lizzani
- VI Triennale di Milano
- Biennale di Venezia
- Giò Ponti
- Realismo (arte)
- Accademia di belle arti di Brera
- scuola degli arazzi di Esino Lario
- VII Triennale di Milano
- Renato Guttuso
- Savona
- Sandro Pertini
- neorealismo
- Movimento Nuovo
- Mario Sbardella
- Vittorio Sgarbi
- Bandiera Rossa
- Museo della Terra Pontina
- Museo del 900
- Museo Sandro Pertini
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Filiberto Sbardella
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Filiberto Sbardella, su IMDb, IMDb.com.
- Sito web www.filibertosbardella.com[3]
Controllo di autorità | VIAF (EN) 167687114 · ISNI (EN) 0000 0001 1506 3002 · WorldCat Identities (EN) viaf-167687114 |
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