Realismo (arte)

Il caso senza speranza, 1871
Walters Art Museum, Baltimora

Il quarto stato, 1901
GAM, Milano
Il realismo o verismo, nel campo delle arti figurative, è una corrente artistica sviluppatasi negli anni quaranta del XIX secolo e che, in Francia, vede in Gustave Courbet il suo principale esponente; sono inoltre importanti le figure di Honoré Daumier e Jean-François Millet, oltre che di Rosa Bonheur.
Origine del movimento culturale[modifica | modifica wikitesto]
Queste esperienze seicentesche, legate alla società borghese, rinascono intorno alla metà dell'800 in Francia. Il realismo, un movimento pittorico e letterario, trova le sue radici nel positivismo, un pensiero filosofico che studia la realtà in modo scientifico. Il realismo tentava di cogliere la realtà sociale; si voleva rappresentare una realtà nuda e cruda con meno allegorie e più attenzione verso i dati di fatto.
Esso si fa più acceso negli anni successivi alla rivoluzione del 1848, che aveva risvegliato aneliti democratici in tutta Europa, e arriva ai suoi massimi nel periodo del Secondo Impero, caratterizzato da un forte sviluppo economico e tecnologico della borghesia e dalla conseguente mentalità imprenditoriale. È in questo periodo che inizia anche a definirsi l'impressionismo. La parola "realismo" generalmente indica la traduzione fedele delle qualità del mondo reale nella rappresentazione artistica. Il realismo, inteso come tendenza programmatica, invece, trova la sua esplicita affermazione nel 1855, anno in cui il pittore Courbet definisce i suoi ideali artistici in un opuscolo scritto in occasione dell'Esposizione universale di Parigi: «Ho voluto essere capace di rappresentare i costumi, le idee, l'aspetto della mia epoca secondo il mio modo di vedere, fare dell'arte viva, questo è il mio scopo».
Tra 1830 e 1870, è inoltre attiva la scuola di Barbizon, una corrente paesaggista, legata alla località di Barbizon.
La poetica realista traduceva in pittura il dilatarsi dell'interesse degli storici verso i problemi della società moderna. Infatti lo storico e filosofo Hippolyte Taine invitava a «vedere gli uomini nelle loro officine, negli uffici, nei campi, con il loro cielo, la loro terra, le case, gli abiti, le culture, i cibi», mentre lo scrittore Sainte-Beuve affermava: «La triade bello, vero e buono è certo un bel motto, ma inganna; se dovessi scegliermi un motto, sceglierei il vero».
Diffusione in Europa[modifica | modifica wikitesto]
Il movimento si diffuse velocemente in Europa. In Italia i temi realisti vennero ripresi da Gioacchino Toma, Antonio Rotta, Cesare Saccaggi, Antonio Mancini e da Giuseppe Pellizza da Volpedo.
In Germania si distinsero come pittori realisti Adolph von Menzel e Wilhem Leibl; in Belgio, Constantin Meunier ed Evert Larock, morto di tubercolosi a 36 anni.
In Messico le tematiche realiste vennero riprese dagli esponenti del muralismo; nell'Unione Sovietica si sviluppò a partire dagli anni trenta il realismo socialista, di chiara connotazione politica e finalizzato alla propaganda del regime stalinista.
Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]
-
Gustave Caillebotte
I piallatori di parquet
1875 -
Gustave Courbet
Funerale a Ornans (1849-50) -
Gustave Courbet
Gli spaccapietre
1849 -
Honoré Daumier
Il vagone di terza classe
1862 -
Honoré Daumier
Gli avvocati -
Antonio Mancini
Il prevetariello
1870
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Michele Tavola, Storia dell'arte, Alpha Test, 2007. ISBN 9788848301978
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul realismo
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) realism, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | LCCN (EN) sh85111768 · J9U (EN, HE) 987007565879705171 |
---|