Diocesi di Hildesheim

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Disambiguazione – Se stai cercando il principato vescovile omonimo, vedi Principato vescovile di Hildesheim.
Diocesi di Hildesheim
Dioecesis Hildesiensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Amburgo
 
Stemma della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoHeiner Wilmer, S.C.I.
AusiliariHeinz-Günter Bongartz[1]
Vescovi emeritiNorbert Trelle
Presbiteri302, di cui 258 secolari e 44 regolari
1.995 battezzati per presbitero
Religiosi52 uomini, 103 donne
Diaconi95 permanenti
 
Abitanti5.374.215
Battezzati602.600 (11,2% del totale)
StatoGermania
Superficie29.021 km²
Parrocchie119 (26 vicariati)
 
Erezione815
Ritoromano
CattedraleAssunzione di Maria Vergine
IndirizzoDomhof 18/21, Postfach 100263, D-31102 Hildesheim, Bundesrepublik Deutschland
Sito webwww.bistum-hildesheim.de
Dati dall'Annuario pontificio 2017 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Germania
La basilica minore di San Ciriaco a Duderstadt.
La basilica minore di San Gottardo a Hildesheim.
La basilica minore di San Clemente a Hannover.
La curia diocesana vista dalla cattedrale, un tempo residenza dei principi-vescovi di Hildesheim.

La diocesi di Hildesheim (in latino Dioecesis Hildesiensis) è una sede della Chiesa cattolica in Germania suffraganea dell'arcidiocesi di Amburgo. Nel 2021 contava 602.600 battezzati su 5.374.215 abitanti. È retta dal vescovo Heiner Wilmer, S.C.I.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi è situata nella parte orientale della Bassa Sassonia fra Hannoversch Münden a sud ed il Mare del Nord, verso nord, e fra il fiume Weser ad ovest e le montagne dello Harz ad est. Comprende anche la parte settentrionale dello stato di Brema.

Sede vescovile è la città di Hildesheim, dove si trova la cattedrale dell'Assunzione di Maria Vergine. Nel territorio diocesano sorgono tre basiliche minori: San Ciriaco a Duderstadt, San Gottardo a Hildesheim e San Clemente a Hannover.

La sua estensione territoriale (29.021 km²) è pari a quella delle più grandi diocesi del paese, ma la popolazione è in maggioranza protestante.

Il territorio è suddiviso in 119 parrocchie, raggruppate in 18 decanati.

Istituti religiosi[modifica | modifica wikitesto]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi, suffraganea dell'arcidiocesi di Magonza, fu eretta da Ludovico il Pio nell'anno 815. Primo vescovo fu Gunthar, originario di Reims, già vescovo missionario nella regione.[2] Il vescovo Alfredo (851-874) ricostruì la cattedrale ed organizzò il capitolo dei canonici, opera proseguita dai successori Wigbert (880-903) e Valdberto (909-919).[3]

Il territorio diocesano si formò gradualmente. All'inizio comprendeva l'Astfalagau, si estendeva a sud-ovest sul Flemithigau, a est sull'Ambergau, e a nord comprendeva importanti porzioni del Gretingau e del Flutwiddegau.[4]

I vescovi di Hildesheim ebbero un ruolo importante durante l'epoca degli imperatori ottoniani nel X secolo. Il vescovo Diethard (928-954) ottenne da Enrico I di Sassonia la protezione e l'immunità imperiale.[5] Bernoardo (993-1022) fu uno degli uomini più in vista del suo tempo, precettore e principale consigliere di Ottone III; fortificò la città episcopale, fondò monasteri e diverse chiese rurali; convocò periodicamente dei sinodi diocesani; suddivise la diocesi in arcidiaconati.[6] Quest'opera fu continuata dal successore Gottardo (1022-1038), che alla sua morte fu oggetto di culto e venerazione; fu proclamato santo un secolo dopo da papa Innocenzo II.[7]

Dal 1235 la diocesi acquisì potere temporale, attraverso il principato vescovile di Hildesheim. Corrado di Riesenberg (1221-1246) è considerato il primo principe-vescovo di Hildesheim, benché già Bernoardo avesse ottenuto da Enrico II nel 1013 diritti comitali sull'Astfalagau.[8] Da questo momento le preoccupazioni politiche prevalsero su quelle essenzialmente religiose, cosa che favorì un progressivo degrado della vita religiosa della diocesi.[9] Alcuni esempi:

  • Nel 1260 il capitolo dei canonici elesse vescovo il figlio del conte di Brunswick, Ottone, che aveva solo 13 anni; rimase vescovo eletto fino al 1274, quando ricevette la consacrazione episcopale e in seguito si preoccupò più di ingrandire i propri possedimenti, che della cura pastorale della diocesi.[10]
  • Nel 1331 il capitolo elesse un vescovo, Enrico di Brunswick, che entrò in conflitto, anche armato, con il rivale, Eric di Hombourg, imposto dal papa; alla fine vinse Enrico, ma la Santa Sede lo riconobbe ufficialmente come legittimo vescovo solo nel 1354.[11]
  • Gerardo di Berg, che governò la diocesi per trent'anni dal 1365 al 1398, è noto per aver sconfitto in battaglia il duca di Brunswick e i suoi alleati; in ricordo di questa vittoria, edificò una cappella all'interno della cattedrale.[12]
  • Nel 1452 fu eletto vescovo Bernardo di Brunswick-Luneburg, giovane di 20 anni, che non ricevette mai la consacrazione sacerdotale ed episcopale; dette le dimissioni nel 1458 per succedere al padre come duca di Brunswick e qualche anno dopo sposò la sorella del suo successore sulla cattedra di Hildesheim, Ernesto di Schauenburg.[13]

Tentativi di riformare la vita monastica e religiosa, attuati tra la fine del XIV e la prima metà del XV secolo, non andarono buon fine. In quest'epoca la diocesi contava 9 monasteri di canonici regolari, 5 abbazie benedettine e 2 cistercensi; e 16 monasteri di benedettine, 5 di monache cistercensi.[14]

Durante l'episcopato di Giovanni di Sassonia-Lauenburg (1504-1527) fece la sua apparizione in diocesi il luteranesimo; la nuova religione guadagnò terreno sotto il vescovo Valentino di Teutleben (1538-1551); molte porzioni della diocesi passarono ai riformati, compresa la città episcopale.[15] Nel 1557 fu eletto vescovo Burcardo di Oberg, strenuo difensore della fede tradizionale cattolica, che fece di tutto per salvare il salvabile; al termine del suo episcopato, nel 1573, solo una dozzina di villaggi rimase cattolico. A lui succedettero, o come vescovi o come amministratori apostolici, una serie di prelati originari della Baviera, di fede cattolica e educati dai gesuiti, che misero in campo una serie di iniziative che permisero la restaurazione cattolica in molte parti della diocesi di Hildesheim e al contempo l'applicazione dei principi riformatori del concilio di Trento: furono indetti sinodi, si fecero visite pastorali alla diocesi, furono recuperati edifici religiosi, tra cui la cattedrale, che erano stati confiscati dai luterani, venne aperto il seminario nel 1655. Malgrado gli sforzi compiuti, gli atti della visita pastorale del 1657 mostrano che in diocesi erano rimaste solo una ventina di parrocchie cattoliche.[16]

In due occasioni, con Edmondo di Brabeck (1697-1702) e con Federico Guglielmo di Vestfalia (1775-1789), i vescovi di Hildesheim furono nominati anche vicari apostolici delle Missioni del Nord.[17] Malgrado la soppressione della Compagnia, i gesuiti continuarono a rimanere in diocesi in abiti civili o come preti diocesani: questo permise loro di continuare a dirigere il seminario diocesano.[18]

Nel 1789 divenne vescovo di Hildesheim Franz Egon von Fürstenberg; come il suo predecessore fu nominato anche vescovo di Paderborn[19] e vicario apostolico delle Missioni del Nord. È stato l'ultimo principe-vescovo di Hildesheim;[20] il principato ecclesiastico fu secolarizzato con il Reichsdeputationshauptschluss del 1803 e il suo territorio annesso al regno di Prussia.

Il 26 marzo 1824 i confini diocesani subirono radicali cambiamenti, per la prima volta dall'815. Con la bolla Impensa romanorum pontificum di papa Leone XII, furono riorganizzate le circoscrizioni ecclesiastiche del regno di Hannover, che comprendeva le sedi di Hildesheim e di Osnabrück,i cui confini furono fatti coincidere con quelli dello Stato: la nuova diocesi di Hildesheim, resa immediatamente soggetta alla Santa Sede, si estendeva nella parte orientale del regno, separata da quella di Osnabrück dal fiume Weser, e vide notevolmente ingrandito il proprio territorio che arrivava ora fino al mare del Nord e al fiume Elba.[21] Con decreto della Congregazione Concistoriale del 2 luglio 1834, fu assegnata alla diocesi di Hildesheim anche la competenza sui cattolici del ducato di Braunschweig-Lüneburg.[22]

Grande impulso alla rinascita della diocesi di Hildesheim fu dato dal vescovo Eduard Jakob Wedekin (1850-1870): aprì nuovi posti di missione nella parte settentrionale della sua diocesi; favorì la pratica degli esercizi spirituali per i suoi preti, la fondazione di associazioni cattoliche e la predicazione di missioni parrocchiali; chiamò nella propria diocesi diverse congregazioni religiose, tra cui i lazzaristi, a cui affidò la direzione del seminario.

Lo sviluppo economico che coinvolse le città di Hannover, Amburgo e Brema favorì l'emigrazione interna e di conseguenza l'aumento del numero dei cattolici presenti in diocesi. Nel 1890 si contavano circa 100.000 cattolici, raddoppiati vent'anni dopo. Il numero delle parrocchie passò da 91 nel 1890 a 138 nel 1915.[23]

Il 13 agosto 1930 con la bolla Pastoralis officii nostri di papa Pio XI la diocesi entrò a far parte della provincia ecclesiastica di Paderborn.

Al termine della seconda guerra mondiale la popolazione cattolica della diocesi triplicò per l'arrivo di numerosi profughi fuggiti dalle parti orientali della Germania, soprattutto dalla Slesia e dai Sudeti.[23]

In base alla convenzione stipulata tra la Santa Sede e la Bassa Sassonia il 26 febbraio 1965[24], che riprende gli articoli del concordato con la Prussia del 1929[25], il diritto di elezione dei vescovi di Hildesheim fu concesso al capitolo dei canonici della cattedrale, su una lista di tre nomi proposta dalla Santa Sede.

Il 14 settembre 1966, in conformità con le decisioni della convenzione dell'anno precedente, furono rivisti i confini tra le diocesi di Hildesheim e di Osnabrück.[26]

Il 7 aprile 1994 ingrandì il proprio territorio con alcune parrocchie già appartenute all'amministrazione apostolica di Schwerin.[27] Il 24 ottobre successivo ha ceduto una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione dell'arcidiocesi di Amburgo, di cui Hildesheim è diventata suffraganea.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Il vescovo Ottone di Brunswick-Lüneburg (1260-1279)

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi nel 2021 su una popolazione di 5.374.215 persone contava 602.600 battezzati, corrispondenti all'11,2% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 669.532 4.875.462 13,7 463 432 31 1.446 51 994 324
1970 738.919 5.510.238 13,4 619 494 125 1.193 150 864 427
1980 765.531 6.000.000 12,8 577 465 112 1.326 18 128 625 365
1990 725.000 6.000.000 12,1 562 456 106 1.290 55 125 532 361
1999 682.181 5.700.000 12,0 455 388 67 1.499 75 83 470 279
2000 685.672 5.700.000 12,0 444 383 61 1.544 79 77 449 279
2001 669.251 5.700.000 11,7 438 377 61 1.527 81 72 339 279
2002 681.747 5.700.000 12,0 427 367 60 1.596 83 70 418 279
2003 633.093 5.700.000 11,1 425 363 62 1.489 80 71 415 349
2004 659.500 5.700.000 11,6 426 360 66 1.548 81 75 409 348
2006 652.461 5.700.000 11,4 407 348 59 1.603 91 69 366 313
2013 616.210 5.349.318 11,5 352 290 62 1.750 100 228 210 170
2016 611.052 5.261.658 11,6 327 272 55 1.868 101 64 231 119
2019 601.330 5.362.988 11,2 300 256 44 2.004 102 53 231 119
2021 602.600 5.374.215 11,2 302 258 44 1.995 95 52 103 119

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vescovo titolare di Bonusta.
  2. ^ Goetting, Das Bistum Hildesheim 3, pp. 46-50.
  3. ^ Aubert, vol. XXIV, coll. 1462 e 1483.
  4. ^ Aubert, vol. XXIV, col. 1483.
  5. ^ Goetting, Das Bistum Hildesheim 3, pp. 140 e seguenti.
  6. ^ Goetting, Das Bistum Hildesheim 3, pp. 166 e seguenti.
  7. ^ Aubert, vol. XXIV, coll. 1483-1485.
  8. ^ Aubert, vol. XXIV, col. 1499.
  9. ^ Aubert, vol. XXIV, col. 1487.
  10. ^ G. Allemand, v. 7. Brunswick-Lüneburg (Otton de), «Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques», vol. X, Paris, 1938, col. 980.
  11. ^ G. Allemand, v. 2. Brunswick (Henri III de), «Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques», vol. X, Paris, 1938, coll. 978.
  12. ^ Aubert, vol. XXIV, col. 1488.
  13. ^ Aubert, vol. XXIV, col. 1489.
  14. ^ Dati riportati in: Aubert, vol. XXIV, col. 1488.
  15. ^ Aubert, vol. XXIV, col. 1460.
  16. ^ Aubert, vol. XXIV, coll. 1489-1492.
  17. ^ Eubel, Hierarchia catholica, vol. V, p. 221, nota 3; vol. VI, p. 236, nota 2.
  18. ^ Aubert, vol. XXIV, col. 1481.
  19. ^ Dal 1782 al 1825 la diocesi fu unita in persona episcopi con la diocesi di Paderborn.
  20. ^ Aubert, vol. XXIV, col. 1492.
  21. ^ Cf. mappa della nuova diocesi in: Aubert, vol. XXIV, coll. 1495-1496.
  22. ^ Citato nella Convenzione tra Santa Sede e la Bassa Sassonia del 26 febbraio 1965, articolo 2, comma 1.
  23. ^ a b Dati riportati in: Aubert, vol. XXIV, col. 1497.
  24. ^ AAS 57 (1965), pp. 834-856, Articolo 3 §1.
  25. ^ AAS 21 (1929), pp. 521-543, Articolo 6 §1.
  26. ^ (LA) Decreto Quum sollemnibus, AAS 58 (1966), pp. 917-918.
  27. ^ (LA) Decreto Quo aptius, AAS 86 (1994), pp. 611-612.
  28. ^ Confermato il 26 maggio 1354.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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