Diocesi di Görlitz

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Diocesi di Görlitz
Dioecesis Gorlicensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Berlino
 
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoWolfgang Ipolt
Presbiteri46, di cui 39 secolari e 7 regolari
647 battezzati per presbitero
Religiosi7 uomini, 34 donne
Diaconi9 permanenti
 
Abitanti707.340
Battezzati29.790 (4,2% del totale)
StatoGermania
Superficie9.284 km²
Parrocchie16 (3 vicariati)
 
Erezione28 giugno 1972
Ritoromano
CattedraleSan Giacomo
Santi patroniEdvige di Andechs
IndirizzoCarl-von-Ossietzky-Strasse 41/43, D-02826 Görlitz, Bundesrepublik Deutschland
Sito webwww.bistum-goerlitz.de
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Germania

La diocesi di Görlitz (in latino Dioecesis Gorlicensis) è una sede della Chiesa cattolica in Germania suffraganea dell'arcidiocesi di Berlino. Nel 2021 contava 29.790 battezzati su 707.340 abitanti. È retta dal vescovo Wolfgang Ipolt.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi comprende porzioni del Brandeburgo e della Sassonia al confine con la Polonia.

Sede vescovile è la città di Görlitz in Sassonia, dove si trova la cattedrale di San Giacomo.

Il territorio si estende su 9.284 km² ed è suddiviso in 16 parrocchie raggruppate in 3 decanati: Cottbus-Neuzelle, Lübben-Senftenberg e Görlitz-Wittichenau.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel medioevo la Lusazia (di cui Görlitz faceva parte) dipendeva ecclesiasticamente dalla diocesi di Meißen. Dopo la riforma protestante la Lusazia divenne sede di una propria prefettura apostolica (legata alla carica di decano della collegiata di Bautzen) che cedette l'area intorno a Görlitz alla diocesi di Breslavia (oggi arcidiocesi) in base alla bolla De salute animarum del 1821 che ridefinì i confini diocesani tedeschi.

L'amministrazione apostolica di Görlitz fu eretta il 28 giugno 1972 con il decreto Quo aptius spiritualibus della Congregazione per i vescovi e comprendeva la porzione dell'arcidiocesi di Breslavia rimasta in territorio tedesco dopo la variazione dei confini seguita alla seconda guerra mondiale.

Facendo seguito alla convenzione del 4 maggio 1994 tra la Santa Sede e i länder del Brandeburgo e della Sassonia[1], il 27 giugno 1994 l'amministrazione apostolica è stata elevata a diocesi con la bolla Solet usque di papa Giovanni Paolo II e resa suffraganea dell'arcidiocesi di Berlino. Contestualmente sono stati ridefiniti i confini con le vicine sedi di Berlino e di Magdeburgo.

In base alla convenzione del 4 maggio, il diritto di elezione dei vescovi spetta al capitolo della cattedrale su un elenco di tre nomi proposto dalla Santa Sede, in conformità all'articolo 6 del concordato con la Prussia del 1929.[2]

Con il breve apostolico Semper studuit del 21 settembre 1994,[3] sant'Edvige di Andechs è stata proclamata patrona della diocesi.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi nel 2021 su una popolazione di 707.340 persone contava 29.790 battezzati, corrispondenti al 4,2% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1980 70.000 1.000.000 7,0 88 81 7 795 5 8 219 59
1990 60.000 930.000 6,5 77 73 4 779 7 4 173 57
1999 49.200 920.000 5,3 68 62 6 723 5 6 130 57
2000 49.200 920.000 5,3 66 60 6 745 5 6 115 57
2001 48.500 920.000 5,3 63 58 5 769 6 8 106 55
2002 48.500 910.000 5,3 66 61 5 734 6 6 104 55
2003 48.000 905.000 5,3 58 54 4 827 6 5 97 55
2004 35.000 890.000 3,9 57 55 2 614 6 3 91 52
2006 32.203 792.824 4,1 59 57 2 545 4 3 81 46
2013 28.503 829.200 3,4 50 47 3 570 5 5 53 20
2016 28.795 696.305 4,1 48 46 2 599 8 2 44 19
2019 29.671 704.340 4,2 47 42 5 631 6 6 40 17
2021 29.790 707.340 4,2 46 39 7 647 9 7 34 16

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ AAS 87 (1995), pp. 138-145.
  2. ^ Convenzione, art. 3.
  3. ^ AAS 87 (1995), pp. 232-233.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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