Chris Cornell

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Chris Cornell
Chris Cornell nel 2009
NazionalitàBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenereGrunge[1]
Rock alternativo[1][2]
Periodo di attività musicale1984 – 2017
Strumentovoce, chitarra, pianoforte, batteria
GruppiSoundgarden, Temple of the Dog, Audioslave
Album pubblicati5
Studio5
Sito ufficiale

Chris Cornell, nato Christopher John Boyle (Seattle, 20 luglio 1964Detroit, 18 maggio 2017), è stato un cantante e musicista statunitense. Noto come frontman delle band Soundgarden, Temple of the Dog e Audioslave, si è cimentato anche come artista solista.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia, adolescenza e prime esperienze musicali[modifica | modifica wikitesto]

Chris Cornell cresce a Seattle. Sua madre, Karen Cornell, è una impiegata di famiglia ebraica, attiva anche come sensitiva e Intuitive Counselor.[3] Suo padre, Edward F. Boyle, è un farmacista di origine irlandese.[4] Ha due fratelli maggiori, Peter e Patrick, e tre sorelle minori, Katy, Maggie e Susy.[5] Da bambino frequenta la Christ the King, scuola elementare cattolica, dove si esibisce per la prima volta di fronte ad un pubblico, cantando la canzone pacifista One tin soldier.[6] Durante l'adolescenza frequenta la Shorewood High Scholl, dalla quale la madre ritira lui e la sorella poco prima che vengano espulsi per essere troppo 'curiosi':[7]

«Con una religione come questa, non è previsto che la gente faccia domande. Se sei giovane, con una naturale curiosità e un po' di cervello, cominci a notare tutte le incongruenze di cui le religioni organizzate sono piene. Mia sorella ed io chiedevamo spiegazioni su molte cose, e non potendo darcele, la cosa creava problemi.»

Dopo il divorzio dei genitori prende il cognome della madre.[8] Fin dalla pre-adolescenza, Cornell è esposto al consumo di alcol, a partire dal quale sperimenta l'uso di droghe. Vive inoltre fasi di profonda depressione ed isolamento, soffre di attacchi di panico ed agorafobia.[9][10]

«Sono cresciuto in un quartiere nord della città, Né urbano né suburbano, lower-middle-class bianca. All'epoca eravamo nella fase finale del baby boom, quindi era pieno di ragazzini, e perciò pieno di droghe. Decisamente il quartiere-tipo di Seattle. Ci mettevamo tutti nei guai, chi con il furto di auto, chi con lo spaccio. Tutti vendevamo o consumavano droghe già a dodici anni. Fumo o pillole o qualsiasi cosa ci potessimo procurare.»

I The Shemps a Seattle nel 1983

In questi stessi anni comincia ad ascoltare musica, influenzato da artisti quali Little Richard e i Beatles, specie gli album Rubber Soul, Abbey Road e Sergent Pepper.[10][11][12][13] Dopo alcune lezioni di piano, Cornell riceve in regalo dalla madre un rullante, e sperimenta da batterista il suo primo approccio alla musica suonata, interessandosi ai Police[8] Un altro ascolto fondamentale, dai 17 ai 19 anni, è Elvis Costello, così come inevitabile è l'incontro con Led Zeppelin, Black Sabbath e Rolling Stones, band inglesi che all'epoca dominavano le radio americane.[11] Prima di diventare un musicista professionista, Cornell lavora come lavapiatti, pescivendolo e aiuto-cuoco.[14][15] Nei primi anni Ottanta forma i The Shemps, con Matt Dentino e Hiro Yamamoto, cover band che si esibisce a Seattle e dintorni.[9][16]

Così Cornell descrive il percorso musicale che lo ha portato da aspirante buon batterista a cantante e songwriter:

«Quando ero un ragazzino cantavo le armonie sui dischi dei Beatles. A 17 anni ho iniziato a suonare la batteria ed ero molto preso, suonavo e cantavo. Credevo che, se fossi stato bravo, qualche grande band mi avrebbe preso a suonare. Ma non succedeva. Fino ai 21 anni sono stato in un sacco di gruppi diversi, poi ho capito che se volevo suonare la musica che mi piaceva dovevo scriverla. È così che sono iniziati i Soundgarden. Poi ci siamo detti, cerchiamo sia un batterista che un cantante e vediamo chi arriva prima. È arrivato prima il batterista, ed è così che sono finito a fare il cantante.»

Cornell, dotato di una calda voce baritonale in grado di cantare note alte grazie a quasi quattro ottave di estensione,[17][18][19] come interprete dirà di sé:[20]

«Il mio approccio al canto è sempre stato più vicino a quello di Bowie che, ad esempio, degli AC/DC. Non mi sono mai preoccupato, come cantante, di trovare una identità e rimanere fedele a quella. Da bambino ho ascoltato tutto il catalogo dei Beatles e credo mi abbia influenzato perché c'erano quattro cantanti e non sapevo mai chi cantava cosa. Ero un ragazzino e non me ne importava. La musica rock era cantare nello stile e con il sentimento che la canzone richiede. Superunknown è un ottimo esempio di questo. Ho lavorato a cercare l'approccio giusto per ogni brano, che è la parte più difficile per me, trovare la voce giusta, la più naturale per la canzone.»

Esordi e successo con i Soundgarden (1984-1997)[modifica | modifica wikitesto]

I Soundgarden a Seattle nel 1987

Nel 1984 nascono i Soundgarden con Chris Cornell alla voce e alla batteria, Hiro Yamamoto al basso e Kim Thayil alla chitarra. Per permettere a Cornell di concentrarsi sul canto, nel 1985 viene reclutato il batterista Scott Sundquist, poi sostituito in pianta stabile da Matt Cameron, ex Skin Yard. Nel 1985 Chris Cornell conosce Susan Silver, che diverrà la manager dei Soundgarden e degli Alice in Chains, nonché la sua prima moglie.[21][22]

Nel 1987 i Soundgarden pubblicano il loro primo EP, Screaming Life (SubPop), e compaiono nella compilation Deep Six (C/Z) con altre band seminali della scena di Seattle. Seguono Ultramega Ok (SST, 1988) e Louder than love (A&M, 1989).

Nel 1990 muore di overdose Andrew Wood, coinquilino di Cornell e cantante dei Mother Love Bone. La tragedia segna, secondo Cornell, la fine dell'innocenza della scena musicale di Seattle.[23]

In ricordo dell'amico scomparso Cornell scrive alcune canzoni e le propone a Stone Gossard e Jeff Ament, compagni di Wood. A loro si uniscono il chitarrista Mike McCready e Matt Cameron, dando vita al progetto Temple of the dog, band che pubblica l'album omonimo, tra i più amati della scena cosiddetta grunge:[24]

«Dopo la morte di Andy Wood partimmo per il tour europeo con i Soundgarden. Era orribile, perché non potevo parlarne, non essendoci nessuno che lo amava intorno a me. Ho scritto queste due canzoni, ‘Reach Down’ e ‘Say Hello 2 Heaven’, un modo per affrontare la cosa. Quando siamo tornati le ho registrate e mi sembravano diverse da ciò che i Soundgarden facevano di solito, e stavano bene insieme. Era musica che sarebbe piaciuta ad Andy. Stone e Jeff ne furono entusiasti.»

Sull'eroina nell'ambiente musicale di Seattle dirà:[25]

«I problemi di droga sono ovunque, concentrarsi su chi fa parte del music business è assurdo, è qualcosa di cui la gente vuole parlare perché si tratta di gente famosa. È gossip. La cosa peggiore è che ci sono persone senza soldi, di cui nessuno si preoccupa, che hanno enormi problemi con la droga. Magari chi si commuove tanto lo fa per passare il tempo, mentre ignora persone vicine alle prese con l'eroina.»

Nel brano Hunger Strike canta anche Eddie Vedder, futuro cantante dei Pearl Jam, a cui sarà legato da profonda amicizia. Così Mc Cready ricorda quel momento:[26]

«Eddie veniva da San Diego e si sentiva molto intimidito a Seattle. Chris lo accolse molto bene, lo portava fuori a bere birra e gli raccontava storie. Era tipo: 'Hey, benvenuto a Seattle. Amo Jeff e Stone. Ti do la mia benedizione'. Da lì, Eddie fu più rilassato. È una delle cose più belle che ho visto fare a Chris.»

Nel 1991, anno di esplosione del grunge con Nevermind dei Nirvana e Ten dei Pearl Jam, i Soundgarden ottengono un ottimo successo con Badmotorfinger. Così Cornell ricorda l'accoglienza riservata al testo di Outshined, uno dei singoli:[24]

«Ricordo che mi sentivo scoraggiato, e allo stesso tempo sembravo un tipo da spiaggia. E mi è venuto in mente questo verso, ‘I’m looking California/And feeling Minnesota’ e lì per lì ho pensato fosse il più stupido del mondo. Ma dopo aver registrato il disco e una volta in tour, tutti urlavano in coro questo stesso verso, il che è stato uno shock. Come potevano tutti conoscere questa che era la cosa più personale che avevo scritto? Era solo un verso minuscolo. Ma forse, proprio perché era così personale, ha colto nel segno.»

Nel 1992 Chris Cornell appare nel film Singles - L'amore è un gioco di Cameron Crowe, sia con la band,[27] che con i protagonisti Cliff Poncier (Matt Dillon) e Janet (Bridget Fonda).[28] Della scena musicale di Seattle Chris Cornell dirà:[9]

«Nessuno prima veniva a Seattle per mettere sotto contratto una band o scrivere un articolo su di te o mandare le tue canzoni alla radio, quindo tutto era molto genuino. Mi sento privilegiato per essere stato in quel posto in quel momento. Ho messo molta energia in tutto quello che abbiamo fatto, abbiamo davvero sfondato delle porte.»

Nel 1993 Chris Cornell, durante uno dei suoi periodi di isolamento, taglia l'iconica chioma corvina:[29]

«Susan era molto occupata con una delle sue band e io ero chiuso in casa da un mese, non uscivo, non rispondevo al telefono, stavo diventando un po' psycho. Se non fossi stato da solo così a lungo, non sarei arrivato a quel punto. Un giorno mi sono domandato come sarei stato con la testa rasata e l'idea mi suonava bene. Così ho messo i miei capelli in una busta e li ho spediti a mia moglie. La cosa buffa era che ho fatto questa cosa stupida, molto personale, per nessuna particolare ragione, e all'improvviso era su MTV News e Newsweek, ed io ero stato per tutto il tempo a casa. Era strano, perché non sapevo né come la cosa fosse venuta fuori, né perché suscitasse tanto interesse»

Nel 1994 i Soundgarden ottengono la definitiva consacrazione pop con Superunknown (1994), trainato dai singoli Black Hole Sun e Spoonman. I testi sono influenzati dalla poesia di Sylvia Plath, di cui Cornell è avido lettore.[30]

«Fell On Black Days era una sorta di paura che mi portavo da anni. Ci ho messo molto a scriverla, è stata dura. Abbiamo provato tre differenti versioni e nessuna funzionava. È qualcosa che prova ognuno di noi. Sei felice con la tua vita, tutto va bene, quando tutto ad un tratto sei infelice a livelli estremi, al punto di essere terrorizzato. Non c'è un accadimento particolare che ti scatena questo stato d'animo, semplicemente un bel giorno realizzi che tutto nella tua vita è fottuto.»

Segue il disco Down on the upside (1996).

Nello stesso anno Cornell partecipa a We're Outta Here!, l'ultimo concerto dei Ramones, introducendo la band e Ben Shepherd sul palco prima che suonassero Chinese Rocks.[31]

Nell'aprile 1997 la A&M Records dirama un comunicato ufficiale nel quale annuncia lo scioglimento dei Soundgarden.[32]

Carriera solista, Audioslave e reunion con i Soundgarden (1999-2017)[modifica | modifica wikitesto]

Chris Cornell in concerto con gli Audioslave al Montreux Jazz Festival 2005

Dopo lo scioglimento dei Soundgarden, Chris Cornell si sperimenta nella carriera solista con Euphoria Morning (1999). L'album vede la collaborazione di Alain Johannes e Natasha Schneider degli Eleven, e contiene il brano Wave Goodbye, tributo a Jeff Buckley, scomparso qualche anno prima.[33][34] La canzone When I'm Down sarà invece spesso eseguita dal vivo da Cornell e dedicata a Natasha Schneider, scomparsa nel 2008.[35] Nonostante il successo del singolo Can't Change Me, nominato come Best Male Rock Vocal Performance ai Grammy Awards nel 2000,[36] l'album non supera le 400.000 mila copie negli USA.[37] Del disco, Cornell disse:[9]

«È qualcosa che volevo fare e andare avanti. Sto lavorando ad un nuovo disco solista ed è davvero un altro mondo. Credo non fosse tempo per me di avere un gran successo con un disco solista. Ero in un brutto momento, sia a livello personale che professionale.»

Nel 2000 nasce la prima ed unica figlia di Chris Cornell e Susan Silver, Lilian Jean, detta Lily.[38] La coppia divorzierà nel 2004 e, nello stesso anno, Cornell sposa Vicky Karayannis, una publicist di origini greche con base a Parigi, da cui ha la figlia Toni (n.2004) e il figlio Christopher Nicholas (n.2005).[39]

Nel 2001 si unisce ai membri dei Rage Against the Machine, rimasti senza il cantante Zack de la Rocha, con i quali forma gli Audioslave. Dopo tre album, Audioslave (2002), Out of Exile (2005) e Revelations (2006), Cornell lascia e la band si scioglie.[40]

Esce il secondo album solista, Carry On (2007), contenente You Know My Name, canzone dei titoli di testa del film Casino Royale,[41] . All'album partecipa Gary Lucas dei Captain Beefheart, che suona la chitarra acustica. Durante la registrazione del disco, Cornell ha un incidente in motocicletta.[42] A supporto del disco Cornell parte in tour, dapprima come opening act di Aerosmith e Linkin Park, poi in autonomia,[43][44] accompagnato dai chitarristi Yogi Lonich e Peter Thorn, dal bassista Corey McCormick e il batterista Jason Sutter, band che definisce capace di suonare tutto il suo repertorio, dai Soundgarden agli Audioslave al materiale solista.[45]

Per il suo terzo album, Scream (2009), Cornell si avvale della collaborazione di Timbaland. Nonostante la sostanziale bocciatura della critica musicale,[46][47][48] l'album conquista la posizione n.10 della classifica Billboard 200.[49][50]

Nel 2010 partecipa agli album di Slash e di Carlos Santana[51] e annuncia la reunion dei Soundgarden dal suo sito ufficiale: «La pausa di 12 anni è finita ed è ora di ricominciare la scuola. I Cavalieri della tavola del suono sono tornati!»[52]

Nel frattempo prosegue con successo il tour acustico Songbook, con il quale tocca USA, Australia, Nuova Zelanda e Sudamerica.[53] Dopo la pubblicazione dell'omonimo album (2011),[54] contenente tracce live registrate in tour, Cornell si esibisce in Europa e nuovamente negli USA. Oltre ai brani di Soundgarden, Temple of the dog e Audioslave, il disco contiene due cover acustiche di Thank you dei Led Zeppelin e Imagine di John Lennon.

Con i Soundgarden incide il sesto album, King Animal (2012), e successivamente Higher Truth (2015), suo quarto album solista.

Nel 2013 Chris Cornell presenta le concittadine Heart per la loro cerimonia di induzione nella Rock'n'Roll Hall of Fame. Così lo ricorda Ann Wilson:[55][56]

«Chris era un uomo di animo gentile, una personalità complessa, profonda, tormentata. Vederlo sul palco per la cerimonia, così coinvolto, è stato emozionante, perché ci conoscevamo come amici, ma non avevamo mai parlato della nostra band, e non credevo avesse di noi una idea così alta. È stato un momento bellissimo.»

Per i titoli di coda di The Promise (2016), film sul genocidio armeno diretto da Terry George, incide l'omonimo brano, i cui proventi vengono dati in beneficenza.[57]

Morte, tributi e uscite postume[modifica | modifica wikitesto]

La tomba di Cornell situata all'Hollywood Forever Cemetery di Los Angeles

Nella notte del 17 maggio 2017, dopo un concerto dei Soundgarden a Detroit, Chris Cornell viene trovato morto nella sua stanza d'albergo[58]. Stando all'autopsia, il cantante si è tolto la vita tramite impiccagione[59][60]. Dopo la cerimonia funebre privata tenutasi il 23 maggio, con la cremazione e la sepoltura nel Garden of Legends dell'Hollywood Forever Cemetery, vicino al cenotafio di Johnny Ramone[61][62][63][64], il 26 maggio si è svolta una commemorazione pubblica a cui hanno partecipato numerosi familiari, colleghi e amici di Cornell, fra cui l'ex moglie e manager Susan Silver, i compagni di band nei Soundgarden, Jerry Cantrell, Courtney Love, Tom Morello, Chester Bennington, gli attori Brad Pitt e Christian Bale e molti altri[65].

Alla morte di Cornell, l'ondata di sgomento che ha travolto la scena musicale è stata enorme, specie fra coloro che lo hanno conosciuto[66][67][68]:

«Sono un egoista, ammetto di essere triste al pensiero di non vederti mai più, non suonare più insieme, o crogiolarmi in un tuo gesto di approvazione, o essere parte della tua vita. È stato un dono passare del tempo con te, era il tuo tempo e lo hai condiviso con noi, grazie. Eri troppo, il tuo talento era strabiliante. Le canzoni, le parole, la voce, come potevi avere tutte e tre. E, non così ovvio, il tuo perfido senso dell'umorismo e la tua giocosità.»

«L'ultima persona da cui mi aspettavo una cosa del genere. Chris mi ha influenzato a livello artistico e personale. Ha dato l'esempio su cosa fare e cosa non fare, e io l'ho seguito. Ha avuto un ruolo importante nel prendere una precisa direzione. Non hai bisogno di questa merda, non hai bisogno di queste cazzate: hai bisogno della musica. Era profondo ed emozionale, sento un'affinità con autori come lui»

Nel febbraio 2018 è uscito un singolo postumo di Cornell, You Never Knew My Mind[69], contenuto nell'album Johnny Cash: Forever Words, omaggio di artisti vari a Johnny Cash[70].

Nel 2019 a Cornell viene assegnato un Grammy award postumo come Best Rock Performance per il brano When Bad Does Good[71]. Nello stesso anno, a Los Angeles, si è tenuto un concerto-tributo a Cornell intitolato I Am the Highway, con numerosi artisti che si cimentano in brani di Cornell; partecipano, fra gli altri, Josh Homme con Rusty Cage, i Melvins con Spoonman, Dave Grohl, Robert Trujillo & Audioslave con Show Me How to Live[72]. Durante la serata, introdotta dai Soundgarden, Stone Gossard (Green River, Mother Love Bone, Temple of the dog e Pearl Jam) ha tenuto un discorso per ricordare l'importanza di Cornell per la scena musicale di Seattle[73].

Nel 2020 è stata annunciata la lavorazione di un docufilm sulla vita di Cornell ideato, scritto e prodotto da Brad Pitt[74].

Discografia solista[modifica | modifica wikitesto]

Album studio[modifica | modifica wikitesto]

Singoli[modifica | modifica wikitesto]

  • 1999 – Flutter Girl
  • 1999 – Can't Change Me
  • 2000 – Preaching the End of the World
  • 2006 – You Know My Name
  • 2007 – No Such Thing
  • 2007 – Arms Around Your Love
  • 2007 – She'll Never Be Your Man
  • 2008 – Long Gone
  • 2008 – Watch Out
  • 2008 – Ground Zero
  • 2008 – Scream
  • 2009 – Part of Me
  • 2015 – Nearly Forgot My Broken Heart
  • 2017 – The Promise
  • 2018 – When Bad Does Good

Collaborazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • 1991 – Screaming Trees - Uncle Anesthesia (cori nei brani Uncle Anesthesia, Before We Arise, Alice Said)
  • 1992 – Alice in Chains - Sap EP (voce nel brano Right Turn)
  • 1993 – Artisti Vari - Stone Free (A Tribute To Jimi Hendrix) (voce nel brano Hey Baby (Land Of The New Rising Sun) dei M.A.C.C.)
  • 1994 – Alice Cooper - The Last Temptation (voce nei brani Stolen Prayer e Unholy War)
  • 1997 – Artisti Vari - A Very Special Christmas 3 (voce nel brano Ave Maria)
  • 2010 – Slash - Slash (voce nel brano Promise)
  • 2010 – Carlos Santana - Guitar Heaven: The Greatest Guitar Classics of All Time (voce nel brano Whole Lotta Love)
  • 2011 – Andrew Wood - Melodies & Dreams (voce nel brano Island Of Summer)
  • 2015 – Mad Season, Seattle Symphony - Sonic Evolution (voce nei brani Long Gone Day, River Of Deceit, I Don't Know Anything, Wake Up e Call Me A Dog e Reach down con i Temple of the Dog)
  • 2015 – Zac Brown Band - Jekyll + Hyde (voce nel brano Heavy Is The Head)
  • 2016 – Beat Bugs - Best Of Seasons 1+2 (Music From The Netflix Original Series) (voce nel brano Drive My Car)
  • 2017 – Gabriel Yared - The Promise (Original Motion Picture Soundtrack) (colonna sonora dell'omonimo film; voce nel brano The Promise)
  • 2017 – Artisti Vari - Singles (Original Motion Picture Soundtrack) (colonna sonora dell'omonimo film; voce nei brani Seasons, Ferry Boat #3, Score Piece #4 e, con lo pseudonimo di Poncier (protagonista del film), nei brani Nowhere But You, Spoon Man, Flutter Girl, Missing)
  • 2018 – Artisti Vari - Johnny Cash Forever Words (voce nel brano You Never Knew My Mind)

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

MTV Video Music Award
Satellite Awards
World Soundtrack Awards

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Chris Cornell, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 27 aprile 2022.
  2. ^ (EN) Emilia Costa, Chris Cornell Rocks Grand Opening of Hard Rock Cafe Las Vegas!, su Spin, 22 ottobre 2009. URL consultato il 27 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 3 luglio 2015).
  3. ^ (EN) Roberta Cruger, Medium with a Message, su Seattle Weekly, 9 ottobre 2006. URL consultato il 26 aprile 2022.
  4. ^ King County Marriage Records, 1855-2018 - Edward F Boyle - Karen R Cornell, su Washington State Archives, Digital Archives. URL consultato il 23 aprile 2022.
  5. ^ (EN) Brett Buchanan, Chris Cornell With His Sisters Will Melt Your Heart, And Their Voices Will Blow You Away, su AlternativeNation.net, 16 giugno 2017. URL consultato il 23 aprile 2022.
  6. ^ (EN) Chris Cornell Interview, su ultimate-guitar.com. URL consultato il 23 aprile 2022.
  7. ^ Unofficial SG Homepage: Articles: Request, October 1994, su web.stargate.net. URL consultato il 23 aprile 2022.
  8. ^ a b (EN) Twitter, Chris Cornell, who helped reignite hard rock in the 1990s with Soundgarden, dies at 52, su Los Angeles Times, 18 maggio 2017. URL consultato il 23 aprile 2022.
  9. ^ a b c d (EN) Chris Cornell's 2006 Interview on Audioslave, Addiction, and Reinventing Rock, su SPIN, 17 maggio 2017. URL consultato il 23 aprile 2022.
  10. ^ a b (EN) Alec Foege, Alec Foege, Chris Cornell: The Rolling Stone Interview, su Rolling Stone, 29 dicembre 1994. URL consultato il 23 aprile 2022.
  11. ^ a b (EN) Dave Simpson meets Chris Cornell, su the Guardian, 13 marzo 2009. URL consultato il 23 aprile 2022.
  12. ^ (EN) Grunge Pioneer Chris Cornell Tries Neo Soul, in NPR.org. URL consultato il 23 aprile 2022.
  13. ^ (EN) Jordan Runtagh May 18, 2017 01:25 Pm, Chris Cornell: His Rise to the Top of the Seattle Scene, su PEOPLE.com. URL consultato il 23 aprile 2022.
  14. ^ Rolling Stone Australia — The Life & Times of Chris Cornell, su web.archive.org, 23 settembre 2015. URL consultato il 23 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  15. ^ (EN) GENE STOUT, As a Paris restaurateur and family man, life is now good for Audioslave rocker, su seattlepi.com, 21 aprile 2006. URL consultato il 23 aprile 2022.
  16. ^ Kyle Internet Archive, Accidental revolution : the story of grunge, New York : St. Martin's Griffin, 2007, ISBN 978-0-312-35819-8. URL consultato il 23 aprile 2022.
  17. ^ (EN) What Makes Chris Cornell (Audioslave, Soundgarden, Temple Of The Dog) Great?, su Beth Roars. URL consultato il 10 maggio 2022.
  18. ^ (EN) Stan Schroeder, 7 times Chris Cornell made us weep with his amazing voice, su Mashable, 18 maggio 2017. URL consultato il 10 maggio 2022.
  19. ^ (EN) Chris Cornell's 12 greatest vocal performances, su Kerrang!. URL consultato il 10 maggio 2022.
  20. ^ (EN) Get Yourself Control: The Oral History of Soundgarden's 'Superunknown', su SPIN, 5 giugno 2014. URL consultato l'8 maggio 2022.
  21. ^ Mark Yarm, Everybody loves our town, 2011.
  22. ^ Susan Silver, su web.archive.org, 25 novembre 2004. URL consultato il 24 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 25 novembre 2004).
  23. ^ (EN) Clint Brownlee, How Chris Cornell Shaped Seattle Music, su Seattle Weekly, 22 maggio 2017. URL consultato il 24 aprile 2022.
  24. ^ a b (EN) Tim Peacock, Chris Cornell Quotes: The Iconic Singer In His Own Words, su uDiscover Music, 14 novembre 2019. URL consultato il 27 aprile 2022.
  25. ^ (EN) Alec Foege, Alec Foege, Chris Cornell: The Rolling Stone Interview, su Rolling Stone, 29 dicembre 1994. URL consultato il 18 maggio 2022.
  26. ^ (EN) Greg Prato, Grunge Is Dead: The Oral History of Seattle Rock Music, ECW Press, 15 dicembre 2010, ISBN 978-1-55490-347-4. URL consultato il 24 aprile 2022.
  27. ^ [HD] Soundgarden - Birth Ritual (1992 LiVE Singles Bluray). URL consultato il 23 aprile 2022.
  28. ^ Chris Cornell's cameo in "Singles". URL consultato il 23 aprile 2022.
  29. ^ (EN) Chris Cornell, Searching for Solitude, su Pitchfork. URL consultato il 10 maggio 2022.
  30. ^ (EN) Chad ChildersChad Childers, 28 Years Ago: Soundgarden Release 'Superunknown', su Loudwire. URL consultato il 26 aprile 2022.
  31. ^ Daniele Martini, Lutto nella musica: addio a Chris Cornell, frontman dei Soundgarden e cantante degli Audioslave, su musicanotizie.com, 20 maggio 2017. URL consultato il 1º agosto 2017.
  32. ^ (EN) Good Times, Bad Times: The End of Soundgarden, su SPIN, 19 maggio 2017. URL consultato il 24 aprile 2022.
  33. ^ (EN) The Rusty Cage: Chris Cornell Talks Euphoria Morning in 1999 Interview, su SPIN, 18 maggio 2017. URL consultato il 23 aprile 2022.
  34. ^ (EN) The details behind Chris Cornell, Jeff Buckley and the mysterious red phone, su mlive, 13 dicembre 2011. URL consultato il 23 aprile 2022.
  35. ^ Chris Cornell Talking about Natasha Shneider & When I`m Down 2015 ★. URL consultato il 23 aprile 2022.
  36. ^ Rock On The Net: 42nd Annual Grammy Awards - 2000, su rockonthenet.com. URL consultato il 23 aprile 2022.
  37. ^ What Will Happen To Soundgarden After The Sudden Death Of Chris Cornell?, su web.archive.org, 18 maggio 2017. URL consultato il 23 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2017).
  38. ^ (EN) Archive-Kara-Manning, Chris Cornell Feels "Euphoria" With Newborn Daughter, su MTV News. URL consultato il 24 aprile 2022.
  39. ^ (EN) MTV News Staff, For The Record: Quick News On Audioslave, Whitney And Bobby, Daddy Yankee, Simple Plan, Avenged Sevenfold & More, su MTV News. URL consultato il 24 aprile 2022.
  40. ^ (EN) Chris Cornell Talks Audioslave Split, Nixes Soundgarden Reunion, in MTV News. URL consultato il 1º agosto 2017.
  41. ^ (EN) US rock star to record Bond theme, su news.bbc.co.uk. URL consultato il 1º agosto 2017.
  42. ^ FMQB: Radio Industry News, Music Industry Updates, Arbitron Ratings, Music News and more!, su web.archive.org, 30 settembre 2007. URL consultato il 23 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2007).
  43. ^ (EN) Aerosmith at Marlay Park (Baile Átha Cliath) on 26 Jun 2007, su Last.fm. URL consultato il 24 aprile 2022.
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  45. ^ A conversation with Chris Cornell by Clare O'Brien, su web.archive.org, 22 giugno 2007. URL consultato il 24 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2007).
  46. ^ (EN) Watch 'Scream Queens' Kill Off Ariana Grande in the First Episode, su SPIN, 23 settembre 2015. URL consultato il 24 aprile 2022.
  47. ^ Chris Cornell: Scream : Music Reviews : Rolling Stone, su web.archive.org, 3 aprile 2009. URL consultato il 24 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2009).
  48. ^ Seattle Slideshows - April Fool: 22 Things About Seattle That We Wish Were a Joke, su web.archive.org, 5 aprile 2009. URL consultato il 24 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2009).
  49. ^ (EN) Keith Caulfield, Keith Caulfield, Kelly Clarkson Tops Billboard 200, su Billboard, 18 marzo 2009. URL consultato il 24 aprile 2022.
  50. ^ Blabbermouth, CHRIS CORNELL's 'Scream' Cracks BILLBOARD's Top 10, su BLABBERMOUTH.NET, 18 marzo 2009. URL consultato il 24 aprile 2022.
  51. ^ Edoardo Tozzi, Sony Music, Santana feat. Chris Cornell "Whole Lotta Love", su earone.it, 5 ottobre 2010.
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