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Programma 101
computer
Esemplare di Programma 101 esposto al Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano
TipoCalcolatore da tavolo
Paese d'origineBandiera dell'Italia Italia
Presentazioneottobre 1965[1][2]
Inizio vendita1966
Fine vendita1971
Esemplari prodotti44 000
Esemplari venduti44 000
Prezzo di lancio3 200 $
RAM di serienessuna[AP 1]
RAM massimanessuna
Tastiera incorporatasì (numerica)
Drive incorporatilettore/registratore di schede magnetiche 240x70 mm
Periferiche di seriestampante (integrata)
Consumo0,35 kW
Peso35,5 kg
Dimensioni (A x L x P)27,5 x 46,5 x 61 cm

L'Olivetti Programma 101 (sigla P101, colloquialmente Perottina) è un calcolatore da tavolo[3][4][5][6], ritenuto da una minoranza della storiografia, soprattutto in Europa, un primo esempio di personal computer. [7][8].

Sviluppata dalla ditta italiana Olivetti negli anni tra il 1962 e il 1964 e prodotta tra il 1965 e il 1971, venne presentata per la prima volta alla grande esposizione dei prodotti per ufficio BEMA di New York nell'ottobre 1965, fu progettata dall'ingegnere Pier Giorgio Perotto (in omaggio al quale assunse il soprannome di Perottina) insieme a Giovanni De Sandre e Gastone Garziera.[9] Il designer Mario Bellini gli conferì un disegno avveniristico per l'epoca.[AP 2]

La Programma 101 all'epoca del lancio era considerata da alcuni osservatori la prima macchina da tavolo programmabile prodotta su larga scala.[1][2]. Storicamente è confrontata con le prime macchine programmabili da tavolo, Mathatron (1963)[10][11] e Mathatron II (1965)[12] dell'azienda americana Mathatronics, il cui funzionamento effettivo rispetto alla P101 non è pienamente noto[13] e non disponeva di base di una memoria di archiviazione[14][15][16][17] e con il Wang LOCI-2, macchina coeva con simili caratteristiche.[18]

La macchina era dotata di condizioni logiche (salti condizionati e incondizionati), istruzioni di output, registri e possibilità di salvare dati e programmi su un supporto magnetico esterno. Operava su registri numerici, l'output invece era alfanumerico. Per la sua capacità di calcolo esclusivamente numerica viene spesso associata, a posteriori, alle successive calcolatrici programmabili, a cui somiglia maggiormente rispetto alla maggioranza dei prodotti informatici successivi a lei.[17]

Le unità vendute della P101 furono circa 44 000.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il gruppo della P101 (eccetto Giuliano Gaiti). Seduti: Perotto (a sx) e De Sandre. Dietro: Garziera (a sx) e Giancarlo Toppi

L'idea all'origine della progettazione della Programma 101, secondo il racconto di Perotto[19], muoveva dalla considerazione che all'epoca della sua uscita (presentazione nel 1965 come prototipo[1][2][20]) si era completamente estranei al concetto di informatica distribuita, che comportava capacità di elaborazione e di immagazzinamento dati su un unico computer a disposizione dell'operatore[20].
Quello di Perotto non fu, in ogni caso, il primo tentativo del genere: tre esempi tipici sono l'IBM 610 (1957), il LINC (Laboratory Instrument Computer) (1962), una macchina concepita come minicomputer per tecnici di laboratorio[21], che però vendette appena ventuno unità, e il contemporaneo PDP-8, in catalogo dalla primavera 1965, che venderà quaranta o cinquantamila esemplari nei dieci anni successivi.

Sicuramente però i minicomputer erano ancora piuttosto cari e c'era quindi ampio spazio per una macchina di basso costo che automatizzasse i tipici calcoli scientifici: la Programma 101 era perfetta per questo segmento di mercato. Olivetti forniva programmi di algebra. geometria, statistica, ingegneria e finanza. Nella letteratura scientifica sono inoltre documentati programmi di biochimica[22] [23] e radiochimica.[24].

L'azienda Olivetti, che dopo la morte di Adriano Olivetti aveva puntato più sui sistemi di calcolo meccanici che su quelli elettronici[25], aveva presentato quindi la Programma 101 in tono minore[25]; tuttavia, quando la mostra newyorkese aprì i battenti, la nuova macchina richiamò l'attenzione dei visitatori[25], i quali finirono per trascurare tutti gli altri prodotti esposti dall'Olivetti nello stand[25]. In aggiunta a ciò, la contemporanea Logos 27-A, calcolatrice elettromeccanica, anch'essa presente a New York e in cui Olivetti aveva investito i maggiori sforzi, cominciò a presentare problemi di produzione[26] e un'accoglienza di mercato inferiore alle aspettative, mentre la Programma 101 riscuoteva successo anche a Mosca (URSS) e successivamente, nel 1966, alla fiera campionaria di Milano[26]; questo spinse Roberto Olivetti, erede della dinastia ai vertici dell'azienda, a farsi propugnatore di un tentativo di orientare la strategia aziendale in direzione dell'elettronica[26], obiettivo solo parzialmente perseguito e mai pienamente consolidato[27]. Per il lancio fu deciso il mercato statunitense, nonostante le perplessità circa i problemi eventuali di manutenzione dovuti alla mancanza di tecnici elettronici dell'Olivetti negli Stati Uniti[26].

Essendo l'Olivetti completamente digiuna della fabbricazione in serie di apparecchiature elettroniche, il direttore di produzione dell'epoca pretese specifiche dettagliate di assemblaggio, senza tuttavia impegnarsi a collaudare alcun manufatto completato dalla sua linea di montaggio[28]; Perotto, con due suoi collaboratori, in ragione di ciò si recò in fabbrica quando furono pronti gli imballaggi con i primi esemplari assemblati e li aprì a uno a uno per collaudarli personalmente ed eventualmente correggere errori[28]; fu così possibile far partire per il Nordamerica un lotto di macchine senza problemi di funzionamento[28]. La produzione ebbe un notevole impulso quando la General Electric, che da qualche anno era in joint-venture con la divisione elettronica Olivetti, in una nuova società chiamata OGE (della quale gli statunitensi detenevano il 75% del capitale sociale), manifestò la sua intenzione di uscire dal mercato dell'"office", essendo interessata solo ai grandi elaboratori; questo spinse molti progettisti e ingegneri, che erano rimasti con tutta la loro struttura "office" nella nuova società, a rientrare nella Olivetti, e che, dopo l'impennata degli ordini della Programma 101, si stava avviando a essere il ramo vincente dell'azienda[28].

Le vendite ebbero talmente successo che alla fine del 1966 la Underwood, ditta statunitense controllata dalla Olivetti, chiese di poter fabbricare le macchine sul suolo degli Stati Uniti al fine di poter rifornire anche gli uffici delle amministrazioni federali di quel Paese[AP 3], che con il Buy American Act (1933) infatti impone al governo statunitense di preferire prodotti di produzione nazionale. Nel frattempo, già dal marzo 1965, era stato depositato presso il competente ufficio statunitense il brevetto sulle soluzioni tecniche adottate dalla macchina[29][30]; la manovra si rivelò essere opportuna perché la società concorrente Hewlett-Packard produsse, sull'idea costituiva della P101, un analogo dispositivo di largo consumo, l'HP 9100A[30]; successivamente, quando le fu contestata la violazione di brevetto, la compagnia statunitense addivenne a un accomodamento extragiudiziale, riconoscendo a Olivetti un compenso a titolo di royalty di 900 000 dollari[30][31].

Furono venduti circa 44 000 esemplari, il 90 per cento dei quali sul mercato nordamericano[32] Alcune[33] Programma 101 furono vendute alla NASA e utilizzate per pianificare lo sbarco dell'Apollo 11 sulla Luna[33].
La Programma 101 fece parte del sistema di calcolo balistico dell'aeronautica statunitense per i bombardamenti con i B-52 durante la guerra del Vietnam.[34]
Olivetti promosse anche l'utilizzo della Programma 101 nelle scuole italiane[35], dove risultò usato almeno fino a metà 1975.[senza fonte]

Non ebbe invece particolare successo nell'ambito amministrativo, dove la limitata memoria della P101 costituisce un grosso limite. Il calcolo amministrativo, contrariamente al calcolo tecnico, prevede infatti molti calcoli semplici su grandi quantità di dati piuttosto che lunghi calcoli su pochi valori. Alcuni enti, proprio per questa ragione, modificarono la Programma 101 in modo da poter eseguire istruzioni e inserire dati con nastro perforato, un esempio importante risulta la Radcliffe Infirmary che, per poco più di 1000 sterline, adattò la macchina all'uso con nastro perforato per effettuare calcoli sulle radiazioni.[36]

Proprio per il pubblico scientifico Olivetti rilasciò, poco dopo, la P102, che poteva comunicare con l'esterno tramite una porta seriale proprietaria per ricevere dati e istruzioni e inviare dati, comunicandoli in formato ISO a 8 bit.[37]

Il mercato americano rispose rapidamente al prodotto dell'azienda eporediese, con HP che rilasciò l'HP 9100A nel 1967, sì più costosa ma più semplice da programmare, usando la notazione polacca inversa, e con un numero elevato di funzioni salvate in ROM, funzioni che sulla Programma 101 dovevano essere caricate di volta in volta con la cartolina magnetica. [38]

Altri prodotti, come il Wang 700 e 600 e la Commodore AL-1000, non dotata di salto condizionato, entrarono presto nel mercato e Olivetti rispose solo nel 1971, forse rallentata dall'uso della memoria magnetostrittiva, con l'Olivetti P602, che introduceva una ROM con varie funzioni preinstallate, nativamente collegabile con l'esterno e con supporto per l'indirezione.

Il 14 ottobre 2015 (a cinquant'anni esatti dalla prima presentazione al BEMA di New York) due dei progettisti ancora in vita sono stati ricevuti a Palazzo Chigi dal presidente del consiglio Matteo Renzi.[39][40][41][42][43]

Lo stato della ricerca storica sul personal computer[modifica | modifica wikitesto]

Un esemplare del Programma 101 esposto al Museo della storia del Computer di Mountain View

Generalmente il titolo di "primo personal computer" non viene riconosciuto alla macchina fuori dai confini italiani, se non per poche eccezioni in Europa: Swaine e Freiberger nella loro storia del personal computer menzionano Olivetti solo di sfuggita parlando di Federico Faggin.[44] Lo storico inglese dell'informatica Campbell-Kelly invece accenna all'azienda italiana discutendo il fenomeno dei cosiddetti "Compatibili IBM".[45][AP 4] Campbell-Kelly fa anche notare che la questione della primogenitura nell'ambito dei personal computer è ancora aperta perché nessuno ha ancora scritto resoconti storici sufficientemente completi[46].

Ad ogni buon conto Olivetti non presentò mai la macchina come "personal computer", a differenza di HP che utilizzò il termine per il suo HP 9100A.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Descrizione sintetica[modifica | modifica wikitesto]

Un esemplare esposto al Museo degli strumenti per il calcolo di Pisa

La Programma 101 dispone di una Unità aritmetica e logica, che opera su alcuni registri di memoria.

Vi sono inoltre una periferica di output (una piccola stampante alfanumerica) e un sistema di salvataggio per dati e programmi su cartolina magnetica. La presenza di questo sistema di salvataggio permette di richiamare programmi precedentemente creati senza doverli riscrivere ogni volta che si accendeva la macchina.[3][47]

Questo sistema di salvataggio può però essere considerato una memoria di massa nonostante la capacità molto limitata (soprattutto per quanto riguarda i dati) in quanto un programma e i dati potevano operare su più cartoline senza la necessità di azzerare completamente la memoria, la gestione di queste cartoline era manuale, a differenza delle schede perforate e dei nastri perforati dei computer dell'epoca che invece la loro lettura era automatizzata.

Nonostante qualche limite, il sistema a cartolinemagnetiche piacque e i produttori americani di calcolatrici tascabili lo usarono sui loro modelli di punta fino agli inizi degli anni ottanta. Due esempi significativi sono la HP-67 (1976) e la TI-59 (1977).

Proprio per la possibilità di inserire un programma manualmente, senza necessità di salvarlo per forza, portò il consenso informatico dell'epoca a definirlo un calcolatore atipico rispetto ai "convenzionali" computer a programma memorizzato, dei quali veniva comunque ritenuto parte. [48]

Design[modifica | modifica wikitesto]

Layout della tastiera

Il progetto dello châssis fu affidato inizialmente a Marco Zanuso e in seguito a Mario Bellini, all'epoca giovane architetto, in quanto Perotto si era accorto che la soluzione iniziale progettata da Zanuso prevedeva un ingombro inaccettabile e incompatibile con le esigenze di uno strumento da scrivania[49]. Bellini ideò una struttura in alluminio profilato, al fine di evitare interferenze con altre apparecchiature elettriche,[32], e il peso finale di tutto l'apparato fu di circa 35 chilogrammi. Alcuni esemplari di P101 sono tuttora esposti in musei come esempi di design innovativo (ad esempio, il MoMA di New York)[32].

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

  • Dimensione: 275 mm (A) x 465 mm (L) x 610 mm (P)
  • Peso: 35,5 kg
  • Consumo: 0,35 kW
  • Dispositivo di output: stampante a 30 colonne su carta di 9 cm
  • Precisione: 22 cifre e fino a 15 decimali
  • Operazioni: somma, sottrazione, moltiplicazione, divisione, radice quadrata e valore assoluto
  • Memoria complessiva: 240 byte nella ALU (stimata)[AP 5]
  • Tastiera: a 36 tasti.
  • Archivio: lettore di schede magnetiche

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Esemplare di Programma 101 esposta al Museo Nazionale dell'Elaborazione di Londra

In lingua italiana la P101 è stata definita ed è definita dalle fonti più importanti come "calcolatore da tavolo"[50]. All'epoca il termine "calcolatore" indicava una macchina in grado di effettuare calcoli secondo un programma, mentre per i grandi calcolatori in grado di effettuare elaborazioni automatiche in grande quantità si usava il termine "elaboratore".[51]

Il termine "calcolatore da tavolo" venne usato anche per le macchine della medesima categoria della Programma 101, quali l'HP 9100A, l'HP-46[52], la TI-59 [53] e l'HP 9825[54] e risulta usato come traduzione prevalente dell'inglese "programmable calculator" in quel periodo.[55]

Il lingua inglese la P101 venne originariamente denominata "desk-top computer", dalla stampa e dalla documentazione tecnica. Dai primi anni '70 iniziò ad avere un certo uso, inizialmente minoritario ma ad oggi abbastanza diffuso, il termine "programmable calculator", popolarizzato da HP per la sua HP 9100A, che indica un calcolatore[56] in grado di effettuare solo ed esclusivamente operazioni numeriche[57], a differenza dei moderni elaboratori che sono in grado di elaborare, seppur rappresentandoli come numeri al proprio interno, una moltitudine di tipo di dati.[58]

Poiché la Programma 101 elabora solo numeri, in termini moderni verrebbe definita come "programmable calculator", la stessa cosa vale ovviamente per altre macchine tradizionalmente considerate computer, come il Mark I (1943) o l'ENIAC (1946), cosa fatta ad esempio nel 1971, quando Gordon Bell la definiva "calcolatrice da tavolo" ("Desk Calculator"), pur non negandone la natura di computer a programma memorizzato[59], definizione condivisa poi da uno storico specializzato come l'ex curatore dello Smithsonian P. Ceruzzi[60] e dai curatori del Computer History Museum di Mountain View, il più grande museo di informatica al mondo.[5] Si deve anche notare, però, che in lingua inglese il termine "calculator" ha un significato più ambiguo di quello italiano, tant'è che la macchina di Babbage viene definita alle volte "programmable calculator", mentre in lingua italiana vi è una maggiore distinzione tra il termine calcolatore e calcolatrice, ed era dunque possibile essere classificati contemporaneamente come "calculator" e come "computer", come d'altronde fa il Bell.[59]

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Generalità[modifica | modifica wikitesto]

La Programma 101 opera solo su tipi di dati numerici. Le applicazioni pratiche della P101 spaziavano dalla contabilità alle simulazioni scientifiche e finanziarie.
La macchina utilizza una notazione superficialmente simile alla notazione polacca inversa (RPN), ma in realtà la funziona diversamente. Non è infatti dotata di stack, e tentare di usarla come calcolatrice RPN porta a gravi errori.[61]

Il linguaggio di programmazione è di tipo assembly. Le istruzioni predefinite sono:

  • le quattro operazioni matematiche fondamentali (somma, sottrazione, moltiplicazione e divisione);[62]
  • la radice quadrata;[62]
  • il valore assoluto;[62]
  • operazioni con i registri: azzeramento, spostamento di dati tra di essi, lettura dall'utente;[62]
  • definizioni di etichette di riga, salti condizionati e incondizionati;
  • stampa del valore di un registro.

Pier Giorgio Perotto si riferiva a tale linguaggio come "BASIC ante-litteram": è bene notare, però, che il linguaggio della Programma 101 non era in alcun modo di alto livello - concetto già esistente, come ad esempio il FORTRAN - ma un assembly con un set di istruzioni sviluppato per un uso immediato da parte dell'utente.

Set di istruzioni[modifica | modifica wikitesto]
Comando Simbolo Spiegazione
Addizione + A = A + il registro scelto
Sottrazione - A = A - il registro scelto
Moltiplicazione x A = A * il registro scelto
Divisione : A = A:registro scelto
Radice quadrata A = sqrt(registro scelto)
Valore assoluto A ↕ A = abs(a)
Spostamento da M registro scelto = M
Spostamento in A A = registro scelto
Scambi con A A = registro scelto
registro scelto = A
Decimali di A in M / ↕ M = parte decimale di A
Azzeramento * registro scelto = 0
Stampa Stampa il registro selezionato
Interlinea / Stampa una linea vuota
Stop S Ferma la macchina per permettere l'inserimento di un dato nel registro M
Scambio di R e D RS Istruzione speciale che permette di salvare il contenuto di D, che viene inserito in R, usata quando si inserisce una cartolina magnetica

Organizzazione della unità centrale[modifica | modifica wikitesto]

I registri di memoria dell'unità centrale sono realizzati a linea di ritardo magnetostrittiva, una tecnologia relativamente obsoleta, sostituita dalla memoria a nuclei di ferrite nei grandi calcolatori, ma sufficientemente piccola e semplice da essere usata per il progetto. Ne deriva una struttura logica di tipo ciclico[63] L'elettronica era realizzata in componentistica discreta: transistor in package TO-18 e diodi montati su basette in bachelite.

L'unità centrale dispone di dieci registri, tre dei quali di calcolo (A, M, R), due di memoria dati (B, C), altri tre di memoria dati e/o memoria di programma, detti "di deposito", (D, E, F, ripartibili a seconda dell'esigenza) e due (chiamati 1 e 2) riservati alla memorizzazione del programma.[64] Uno dei tre registri di calcolo, quello identificato dalla lettera "M" immagazzina i dati ricevuti dalla tastiera e scambia informazioni con gli altri registri. Ogni registro della P101 può contenere 24 istruzioni composte ognuna da un carattere e un simbolo oppure un numero fino a 22 cifre o due numeri fino a 11 cifre (con segno e virgola).

Nonostante l'unicità fisica della memoria la sezione dati opera in modo separato dalla sezione istruzioni: non è possibile salvare istruzioni nei registri dati ed è possibile salvare dati nei registri istruzioni solo a date condizioni[65], cosa che avvicina la Programma 101 ad un'architettura Harvard, seppur modificata, scelta che la accomuna a vari calcolatori da tavolo, come quelli Wang e la Mathatron, mentre la pone agli antipodi rispetto ai calcolatori da tavolo HP che, sino alla loro estinzione in favore delle calcolatrici programmabili portatili, mantennero una classica architettura di von Neumann, che permette il codice automodificante.[66]

Periferiche di output[modifica | modifica wikitesto]

Cartolina magnetica del Programma 101

La stampa dell'output avviene su un nastro di carta comune. I programmi vengono memorizzati su schede delle dimensioni di 7 centimetri di larghezza per 24 di lunghezza[67], che ospitano due piste magnetiche. Tali piste sono leggibili una alla volta, inserendo la scheda nell'apposito lettore prima in un senso e poi nell'altro.

Il lettore è a controllo esclusivamente manuale. Non è possibile quindi creare un programma che legga o scriva automaticamente una scheda, ma per farlo bisogna impartire il relativo comando manualmente. D'altronde una gestione automatica delle schede avrebbe aumentato di molto la complessità della macchina.

Le schede sono pensate principalmente per memorizzare programmi: ogni singola pista magnetica può memorizzare infatti fino a 120 passi di programma. Se si sceglie di memorizzare anche dati numerici si scende però fino 48 passi di programma, se sono usati tutti i registri di deposito, e anche in quest'ultimo caso i numeri memorizzabili sono al massimo sei, usando i registri divisi con massimo undici cifre[67][68], a meno di usare promiscuamente i registri D, E e F, anche divisi, tecnica che permette, a determinate condizioni, di memorizzare cifre negli spazi non utilizzati dei registri per istruzioni.[69]

Modello di calcolo[modifica | modifica wikitesto]

Il codice di un programma poteva usare fino a 120 istruzioni (memorizzandolo su una delle due piste della cartolina magnetica). Sono possibili programmi composti da più di 120 istruzioni utilizzando o entrambe le piste di una cartolina magnetica, o addirittura più cartoline magnetiche, avendo cura di salvare preventivamente i dati temporanei del programma in esecuzione nei registri di memoria[AP 6][67] (programmazione "ad overlay")[70][71].

Sono possibili subroutine[72], richiamabili sia manualmente (usando i tasti V,W, Y e Z)[73] che da programma, oltre che salti modificati, che permettono di tornare ad un dato punto del programma dopo l'esecuzione di una parte comune.

Per quanto architetturalmente possibile scrivere lunghi programmi con la P101, l'esigua memoria della macchina limita fortemente l'applicabilità pratica del farlo, dato che richiederebbe un numero elevato di cartoline magnetiche. [74]

Sistemi derivati[modifica | modifica wikitesto]

Una Programma 102

I primi derivati diretti della Programma 101 furono la Programma 102 e la Programma 203: la prima, praticamente identica alla P101, aggiungeva la capacità di scambiare dati e eseguire istruzioni con dispositivi esterni attraverso una connessione seriale proprietaria; la Programma 203 integrava invece le capacità di calcolo con quelle di una macchina da scrivere elettronica, utilizzabile come fatturatrice, portando la grandezza dei registri di memoria a 30 cifre o passi di programma.

Versione ridotta della P101 è la Logos 328 (1968), calcolatrice elettronica non programmabile.

Evoluzioni della P101 sono l'Olivetti P602 e P652, con funzioni matematiche migliorate, l'inserimento di alcuni programmi in ROM e registri più capienti.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Approfondimenti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il calcolatore è priva di memoria indirizzabile, quindi non ha senso parlare di memoria RAM. Esistono solamente dei registri di memoria nella ALU, la cui capacità totale si può stimare in 240 byte.
  2. ^ Il calcolatore fa parte della collezione del Museum of Modern Art di New York: se ne vedono le foto sul sito ufficiale del museo.
  3. ^ Perotto (1995), pag. 34
  4. ^ Scrivendo il necrologio di Perotto nel 2002 ( Pier Giorgio Perotto, su The Independent.), Campbell-Kelly pareva avallarne la tesi. In realtà lo storico non prende una posizione netta, lasciando intendere che la definizione di "primo personal computer" fosse figlia di un eccessivo entusiasmo degli italiani.
    (EN)

    «[..] Perotto, has long been heralded in Italy as "father of the PC"

    [..] Although falling short of a true computer, the Olivetti machine's low cost and desk-top convenience made it a must- have for people who worked with numbers everywhere.

    In 1991, he was honoured by the Leonardo da Vinci Museum of Science and Technology, Milan, as the creator of the Programma 101 – arguably the world's first personal computer (though perhaps only in Italy would this be argued very strongly).»

    (IT)

    «"[..] Perotto, è stato da tempo proclamato in Italia "padre del PC"

    [..] Sebbene non fosse all'altezza di un vero computer, il basso costo e la praticità della macchina Olivetti ne fecero un must per le persone che lavoravano con numeri dappertutto.

    Nel 1991 venne premiato dal Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano come ideatore del Programma 101 - probabilmente il primo personal computer al mondo (anche se forse solo in Italia questo sarebbe sostenuto con gran forza).»

  5. ^ Olivetti non fornì mai cifre in bit o byte (che del resto nel 1964 erano più comunemente a 6 (sextet) che a 8 bit (octet). La stima si basa sulla supposizione che ognuno dei 10 registri possa teoricamente contenere 24 comandi, ciascuno, secondo il brevetto della macchina, composto da un byte di 8 bit.
  6. ^ I registri M, R, A, B e C non vengono sovrascritti dalle operazioni di lettura della scheda.

Citazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) 'Desk-top' computer is typewriter size, in The Business Week, 23 ottobre 1965.
  2. ^ a b c (EN) Desk-Top Size Computer Is Being Sold by Olivetti For First Time in US, in The Wall Street Journal, 15 ottobre 1965 (archiviato dall'originale).
  3. ^ a b Calcolatore programmabile da tavolo Olivetti Programma 101, su Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci.
  4. ^ Olivetti Programma 101 - Polimuseo, su Politecnico di Milano.
  5. ^ a b Timeline of computer history - 1965, su Computer History Museum.
  6. ^ Quando la Olivetti inventò il pc e conquistò New York, su lastampa.it, 5 aprile 2019. URL consultato il 5 giugno 2021.
  7. ^ Quando la Olivetti inventò il pc e conquistò New York, su lastampa.it, 5 aprile 2019. URL consultato il 5 giugno 2021.
  8. ^ Olivetti P101, il primo pc da tavola torna in funzione con Arduino, su Wired, 3 marzo 2017. URL consultato il 5 giugno 2021.
  9. ^ Perotto (1995), p. 41.
  10. ^ (EN) Products and services (PDF), in Computers and Automation, vol. 13, n. 6, 1963, p. 36. Ospitato su bitsavers.org.
  11. ^ (EN) The Mathatron (PDF), in Computers and Automation, vol. 14, n. 4, 1964, p. 43. Ospitato su bitsavers.org.
  12. ^ (EN) Pubblicità della Mathatronics 8-48 (PDF), in Datamation, vol. 11, n. 10, 1965, p. 18. Ospitato su bitsavers.org.
  13. ^ Programma P101, su www.claudiovianini.com. URL consultato il 5 giugno 2021.
  14. ^ Old Calculator Web Museum - News Archive - Mathatronics Auxiliary PProgram Storage Unit Announcement, su www.oldcalculatormuseum.com. URL consultato il 5 giugno 2021.
  15. ^ Mathatron, su www.vintagecalculators.com. URL consultato il 5 giugno 2021.
  16. ^ Mathatron, su calcmuseum.classiccmp.org. URL consultato il 5 giugno 2021.
  17. ^ a b Programma 101 - Old Calculator Museum
  18. ^ Wang LOCI-2 Calculator
  19. ^ Perotto (1995), p. 39-40.
  20. ^ a b Perotto (1995), pag. 28.
  21. ^ Ceruzzi (2003), p. 130.
  22. ^ (EN) Sidney S. Walkenstein, Clyde M. Gosnell, Edward G. Henderson e JoAnn Park, Adaptation of the programma 101 desk-top computer to automated determination of absolute radioactivity, in Analytical Biochemistry, vol. 23, n. 2, Elsevier, 1968, pp. 345-350, DOI:10.1016/0003-2697(68)90367-9.
  23. ^ (EN) Jørgen Hardt, A Computer Program for Calculating Blood Acid-Base Parameters on an Olivetti "Programma 101" Desk Computer, in Clinical Chemistry, vol. 18, n. 7, 1972, pp. 658-661, DOI:10.1093/clinchem/18.7.658.
  24. ^ (EN) J.G. Manns e E. P. Mackenzie, Use of the Programma 101 desk-top computer in radioimmunoassay and liquid scintillation calculations, in Canadian Journal of Physiology and Pharmacology, vol. 47, n. 5, 1969, DOI:10.1139/y69-086.
  25. ^ a b c d Perotto (1995), pag. 30.
  26. ^ a b c d Perotto (1995), pag. 31.
  27. ^ Perotto (1995), pag. 36.
  28. ^ a b c d Perotto (1995), pag. 33.
  29. ^ (EN) Patent No 3,495,222 - Program Controlled Electronic Computer, su patft.uspto.gov, US Patent and Trade Marks Office, 10 febbraio 1970. URL consultato il 29 ottobre 2013.
  30. ^ a b c Perotto (1995), pag. 35.
  31. ^ Graziano Izzo, Adriano Olivetti e Piergiorgio Perotto. La continuità in 7 passi (PDF), in Adriano Olivetti, Napoli, SICSI - Scuola Interuniversitaria Campana di Specializzazione all'Insegnamento, 14 marzo 2008. URL consultato il 29 ottobre 2013.
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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

La Programma 101 nelle parole del suo inventore[modifica | modifica wikitesto]

La Programma 101 vista da altri[modifica | modifica wikitesto]

Manuali d'uso e opuscoli[modifica | modifica wikitesto]

Testi di carattere generale[modifica | modifica wikitesto]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alessandro Bernard e Paolo Ceretto, Quando Olivetti inventò il PC, History, 26 giugno 2011. Documentario televisivo.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Categoria:Calcolatori della Olivetti