Paese di origine

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"Swiss made" su un cronografo TAG Heuer.
Paese di origine di un prodotto disegnato negli USA, ma fabbricato in Cina.

Paese di origine (in lingua inglese "Country of origin", "COO"), è la nazione dove un prodotto viene fabbricato, prodotto. Ogni paese ha regole diverse per la etichettatura del prodotto.

Definizione[modifica | modifica wikitesto]

"Paese di origine" ha definizioni diverse:[1]

(a) "il posto di provenienza, inteso come ultimo passaggio di frontiera prima del paese di commercializzazione del prodotto;
(b) il paese di consegna, ovvero dove il prodotto è diretto per la commercializzazione
(c) il paese originale di estrazione."

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Forme distintive di anfore che danno informazione del paese di origine del bene.

In antichità il "branding" era da etichettature come marchi con fabbricante e paese di origine e già all'epoca considerati dai consumatori come indice di qualità. David Wengrow ha trovato riferimenti archeologici di questo già in epoche risalenti al 4.000 a.C. I fabbricanti apponevano un sigillo di pietra, nel tempo divenne un'etichetta con una immagine impressa, spesso associata all'identità del fabbricante con richiamato caratteristiche del prodotto e la sua qualità. Ad esempio in Egitto sono state ritrovate in una tomba reale di Abido prodotti risalenti al 3000 a.C., con riportata la scritta "fine olio di Tjehenu," regione specifica corrispondente alla attuale Libia.[2]

In Cina, apparvero denominazioni di origine nella dinastia Han (220 a.C.- 200). Eckhardt e Bengtsson hannao studiato il fenomeno dicendo che in assenza di capitalismo, il branding era dato dal sistema sociale e contesto culturale.[3]

Diana Twede ha dimostrato che le amfore del mediterraneo avevano forma e marchiatura di origine tra il 1.500 e 500 a.C. La marchiatura sistematica iniziò attorno al IV secolo a.C. La forma delle anfore aveva connotazione di origine e aveva quindi funzione di marchio di qualità.[4]

Gli antichi romani avevano posti specifici di origine per le loro mercanzie come ostriche da Londinium e cannella dall'Arabia, stimolando il commercio nel mondo allora conosciuto.[5] A Pompei e Ercolano le stampigliature dei prodotti era cosa comune come esempi riportati su beni prodotti in loco: "Lassius" a "L. Eumachius;" produttori.[6]

Umbricius Scauras, produttore di zuppa di pesce (noto anche come garum) a Pompei nel 35 d.C., marchiava le amfore che venivano commercializzate in tutto il mediterraneo.[7]

1. G(ari) F(los) SCO[m]/ SCAURI/ EX OFFI[ci]/NA SCAU/RI "Fiore di garum, fatto di ..., prodotto da Scaurus, nel laboratorio di Scaurus"
2. LIQU[minis]/ FLOS "Fiore di Liquamen"
3. G[ari] F[los] SCOM[bri]/ SCAURI "Fiore di garum, fatto di..., un prodotto di Scaurus"
4. LIQUAMEN/ OPTIMUM/ EX OFFICI[n]/A SCAURI "Il miglior liquamen, dal laboratorio di Scaurus"

[8]

Dal XIX secolo iniziarono le etichettature di prodotti con fabbricante e origine, come nelle bottiglie di prodotti farmaceutici.

Durante il medioevo in Europa, numerose città mercato iniziarono a essere in competizione. Iniziarono a investire per la qualità dei prodotti, creando regolamenti. London's Blackwell Hall divenne un centro per abiti, Bristol noto per il Bristol red, Stroud per gli abiti di lana, Worsted per un tipo di yarn; Banbury e Essex per i formaggi.[9][10]

Marco Polo, scrisse di seta importata dalla Cina e spezie dall'India.[11]

Dal XIX secolo iniziarono le etichettature di origine del prodotto.[12]

Effetto sui consumatori[modifica | modifica wikitesto]

Gli effetti sui consumatori della etichettatura del paese di origine.[13] Il Country-of-origin effect noto anche come "made-in image" e "nationality bias."[14][15] Indagine demoscopiche della Nielsen riportano di effetti[16] dati dall'immagine del paese di origine con influenze sul consumatore.[14] L'effetto è più forte sul consumatore non abbastanza informato sul prodotto da acquistare, in particolare sui beni durevoli.[17] e di lusso[18][19][20][21][22][23].

Caratteristiche necessarie alla etichettatura[modifica | modifica wikitesto]

Il paese di origine viene designato con "Made in X", "Product of X", "Manufactured in X" ecc. variabile da paese a paese. Esempi:

Marketing[modifica | modifica wikitesto]

Le aziende usano diverse strategie di marketing[26]:

  • Uso della frase "Made in..."
  • Uso di etichette di qualità e origine
  • Paese di origine presente nel nome della società
  • Parole tipiche del paese di origine nel nome della società
  • Uso della lingua del paese di origine
  • Uso di stereotipi del paese di origine
  • Uso di bandiere o simboli del paese di origine
  • Uso di paesaggi o costruzioni tipici del paese di origine

Commercio internazionale[modifica | modifica wikitesto]

Quando dei prodotti vengono spediti da un paese ad un altro, i prodotti devono avere il marchio di origine, per questioni documentali di export/import.

Di principio, la trasformazione sostanziale di un prodotto è definita come cambio in un sistema armonizzato. Esempio: una bene venduto dal paese A al paese B, e che viene trasformato in B, poi venduto nel paese C è considerato made in B.[27]

Film e televisione[modifica | modifica wikitesto]

La International Federation of Film Archives definisce il paese di origine come "country of the principal offices of the production company or individual by whom the moving image work was made".[28] Non esiste un riferimento o definizione. Alcune fonti includono, materiale correlato (esempi: scritti, liste di riprese fotografiche, registrazioni, materiale pubblicitario, inventari, sinottici etc.), il contenitore (se il pezzo non è parte intera dell'opera), o altre fonti (standard e dispositivi speciali).[29] La legge, definizioni e "paese di origine" e termini correlati sono definiti in modi diversi nei diversi paesi. L'Unione europea, Canada, e USA hanno differenti motivi per includere tassazione, regolamenti pubblicitari, distribuzione; anche nella stessa UE esistinono legilslazioni diverse tra i vari Stati. Il risultato è che una singola opera può avere diversi "paesi di origine", e diversi obblighi di legge ad essi correlati.[30] Secondo la legislazione statunitense e la Convenzione di Berna, "paese di origine" è definito in modo esclusivo per assicurare la proprietà intellettuale degli autori.[31]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Field, A.J., Clark, G. and Sundstrom, W.A.,Research in Economic History, Emerald Group Publishing, 2008, p. 101
  2. ^ Wengrow, D., "Prehistories of Commodity Branding," Current Anthropology,Vol. 49, No. 1, 2008, pp. 7-34
  3. ^ Eckhardt, G. and Bengtsson, A., "Pulling the White Rabbit Out of the Hat: Consuming Brands in Imperial China," Advances in Consumer Research, [European Conference Proceedings] Vol. 8, 2008; Eckhardt, G. and Bengtsson, A., "A Brief History of Branding in China," Journal of Macromarketing, Vol. 30, No. 3, 2010
  4. ^ Twede, D., "Commercial amphoras: The earliest consumer packages?" Journal of Macromarketing, Vol. 22, No. 1, 2002, pp 98–108
  5. ^ Paquet-Byrne, L., The Urge to Splurge: A Social History of Shopping, ECW Press, Toronto, Canada, 2003, pp. 23–25
  6. ^ Beard, M., The Fires of Vesuvius: Pompeii Lost and Found, Harvard University Press, 2008; See Chapter 5, "Earning a Living: Baker, Banker and Garum Maker,"
  7. ^ Clarke, J. R. in Dobbins, J. J. and Foss, P. W., The World of Pompeii, Oxford, Routledge, 2008, p. 330; Curtis, R.I., "A Personalized Floor Mosaic from Pompeii," American Journal of Archaeology, Vol. 88, No. 4, 1984, DOI: 10.2307/504744, pp. 557-566, Stable URL: https://www.jstor.org/stable/504744
  8. ^ Curtis, R.I., "A Personalized Floor Mosaic from Pompeii," American Journal of Archaeology, Vol. 88, No. 4 (Oct., 1984), DOI: 10.2307/504744, pp. 557-566, Stable URL: https://www.jstor.org/stable/504744
  9. ^ Casson, M. and Lee, J., "The Origin and Development of Markets: A Business History Perspective," Business History Review, Vol 85, Spring, 2011, p. 28
  10. ^ Casson, M. and Lee, J., "The Origin and Development of Markets: A Business History Perspective," Business History Review, Vol 85, Spring, 2011, doi:10.1017/S0007680511000018, p. 27
  11. ^ Braudel, F. and Reynold, S., The Wheels of Commerce: Civilization and Capitalism, 15th to 18th Century, Berkely, CA, University of California Press, 1992
  12. ^ Maheswaran, D. and Chi, C.Y., "Nation Equity: Country of Origin Effects and Globalisation," in The SAGE Handbook of International Marketing, Masaaki Kotabe, Kristiaan Helsen (eds), Sage, 2009, pp 93-93
  13. ^ Dinnie Keith, COUNTRY-OF-ORIGIN 1965-2004: A LITERATURE REVIEW (PDF), Journal of Customer Behavior, 2003. URL consultato il 5 ottobre 2013.
  14. ^ a b Yi Cai, COUNTRY-OF-ORIGIN EFFECTS ON CONSUMERS' WILLINGNESS TO BUY FOREIGN PRODUCTS: AN EXPERIMENT IN CONSUMER DECISION MAKING, 2002 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2013).
  15. ^ Nagashima e A., Comparison of Japanese and US attitudes toward foreign products, Journal of Marketing, Vol. 31, No. 1, 1970, pp. 68-74.
  16. ^ Nielsen International, "Nearly 75% of Global Respondents List Country of Origin as a Key Purchase Driver," [Media Release, dated 26 April, 2016], Online: http://www.nielsen.com/us/en/press-room/2016/nielsen-75-percent-of-global-consumers-list-brand-origin-as-key-purchase-driver.html Archiviato il 30 settembre 2017 in Internet Archive.
  17. ^ Subhash C. Jain, Handbook of Research in International Marketing, Second Edition (Elgar Original Reference), Edward Elgar Publishing, 2012, p. 467, ISBN 1-84980-302-1.
  18. ^ Aiello, G., Donvito, R., Godey, B., Pederzoli, D., Wiedmann, K.-P., Hennings, N., Siebels, A., Chan, P., Tsuchiya, J., Rabino, S., Ivanovna, S. I., Weitz, B., Oh, H., & Singh, R. 2008. An International Perspective on Luxury Brand and Country-of-Origin Effect. Brand Management, 16(5/6): 323-337.
  19. ^ Sigitas Urbonavičius and Justina Gineikienė, IMPORTANCE OF THE PRODUCT COUNTRY-OF-ORIGIN FACTOR ON PURCHASING PROCESS IN THE CONTEXT OF GLOBALISATION (PDF), EkONOMIka, 2009, p. 41 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2013).
  20. ^ Nils Peters, The country-of-origin affect on perception of services: Entry mode decisions as a determinant of usability, Grin Verlag Gmbh, 2013, p. 116.
  21. ^ Shimp, T. A. & Sharma, S. 1987. Consumer Ethnocentrism: Construction and Validation of the CETSCALE. Journal of Marketing Research, 24(3): 280-289.
  22. ^ Oberecker, E. M., Riefler, P., & Diamantopoulos, A. 2008. The Consumer Affinity Construct: Conceptualization, Qualitative Investigation, and Research Agenda. Journal of International Marketing, 16(3): 23-56.
  23. ^ Klein, J. G., Ettenson, R., & Morris, M. D. 1998. The Animosity Model of Foreign Product Purchase: An Empirical Test in the People's Republic of China. Journal of Marketing, 62(1): 89-100.
  24. ^ http://www.bis.gov.uk/files/file8134.pdf Archiviato il 21 ottobre 2012 in Internet Archive. Guidance Notes for Traders, retrieved 9 Oct. 2012
  25. ^ http://www.fsis.usda.gov/regulations_&_policies/United_Arab_Emirates_Requirements/index.asp Archiviato il 25 settembre 2012 in Internet Archive. US "Export Requirements for United Arab Emirates", retrieved 9 Oct. 2012
  26. ^ Aichner, T. 2014. Country-of-origin marketing: A list of typical strategies with examples. Journal of Brand Management, 21(1): 81-93.
  27. ^ Copia archiviata (PDF), su images.to.camcom.it. URL consultato il 16 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  28. ^ The FIAF Cataloguing Rules For Film Archives (PDF), su fiafnet.org. URL consultato il 3 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  29. ^ Sources of information, su itsmarc.com. URL consultato il 14 gennaio 2007 (archiviato dall'url originale il 5 settembre 2007).
  30. ^ Coordination of certain of the Member States' provisions on television broadcasting, su europarl.europa.eu, European Parliamentary. URL consultato il 14 gennaio 2007.

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