TAG Heuer

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TAG Heuer SA
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StatoBandiera della Svizzera Svizzera
Forma societariaSussidiaria
Fondazione1860
Fondata daÉdouard Heuer
Sede principaleLa Chaux-de-Fonds
GruppoLVMH Moët Hennessy Louis Vuitton S.A.
Persone chiaveJulien Tornare, A.D.
SettoreOrologeria
ProdottiOrologi
Slogan«Swiss Avant-Garde since 1860»
Sito webwww.tagheuer.com/

TAG Heuer è una società svizzera del settore dell'orologeria, particolarmente conosciuta per i suoi orologi e cronografi di lusso. È una divisione della holding LVMH.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Heuer prima dell'acquisizione da parte di TAG (1860-1980)[modifica | modifica wikitesto]

Vecchio logo Heuer

Heuer nasce nel 1860 a Saint-Imier, in Svizzera, da Edouard Heuer, e ben presto l'azienda si specializza nella realizzazione di cronometri ad alta precisione. Il brevetto del primo cronografo risale al 1882[1]. Agli inizi del Novecento la casa diventa famosa anche per produrre strumenti per vetture. La versatilità del marchio nella realizzazione di cronografi precisi è dimostrata quando, nel 1916, viene presentato il Mikrograph, il primo cronografo in grado di misurare con precisione il centesimo di secondo, utile per conoscere con precisione i tempi delle competizioni sportive. L'innovazione del Mikrograph consente ad Heuer di ottenere il posto di cronometrista per le Olimpiadi di Anversa, Parigi e Amsterdam, tra il 1920 ed il1928[2]. Nel 1933 venne presentato l'orologio da cruscotto Autavia, per veicoli e aeromobili.

Questa precisione cronometrica ha fatto sì che il marchio Heuer divenne particolarmente popolare tra numerosi sportivi e vip, come Steve McQueen, Mario Andretti, Ayrton Senna, Jo Siffert, Clay Regazzoni e molti altri.

Nel 1962 viene lanciato l'Autavia, cronografo così ribattezzato per poter essere utile sia nel settore automobilistico sia in quello dell'aviazione. Fu uno dei primi grandi successi di casa Heuer. Il nome era mutuato da un vecchio cronografo da cruscotto per velivoli e autoveicoli.

All'incirca a metà anni Sessanta il marchio Heuer assorbe Leonidas, altra azienda orologiera specializzata in rilevazioni cronometriche e segnatempo per l'uso militare. Nel 1968 viene presentato il primo Heuer Skipper, concepito appositamente per le regate.

Heuer Autavia, 1962
Heuer Carrera, 1963

Nel 1969 Heuer, all'interno del consorzio Chronomatic (formato anche da Breitling, Hamilton, Buren e Dubois-Depraz), realizzò uno dei primi movimenti cronografici automatico: il Calibro 11, caratterizzato dal fatto che si trattava di un movimento modulare, ovvero un meccanismo solotempo a cui era stato aggiunto un modulo cronografico: ciò faceva sì che il movimento non fosse un tutt'uno (così come era invece per i coevi Seiko e Zenith El Primero). Inoltre la corona di carica era posizionata a sinistra della cassa, a ore 9, dalla parte opposta dei pulsanti crono, che invece si trovavano nelle consuete posizioni. Lo stesso movimento venne poi modificato e realizzato in altre versioni[3]. Lo stesso anno Heuer lanciò un orologio destinato a diventare esteticamente inconfondibile: il Monaco, un cronografo caratterizzato dalla cassa quadrata, disegnato da Ervin Piquerez e portato alla notorietà anche grazie a Steve McQueen che lo indossò durante le riprese del film LeMans. Sul finire degli anni Sessanta e i primi Settanta Heuer aveva a catalogo diversi orologi che avevano nomi di circuiti di F1 (Monaco, Monza, Silverstone...).

Heuer stopwatch, metà anni '70
TAG Heuer Aquaracer tribute to ref. 844

A partire dal 1971 inoltre Heuer divenne sponsor Ferrari, legame che ha mantenuto fino al 1979. In questo stesso anno, in piena rivoluzione del quarzo, Heuer realizza la ref. 844, un orologio subacqueo con movimento al quarzo che si afferma grazie al suo prezzo contenuto rispetto alla concorrenza e alla sua precisione data dal calibro a batteria[4].

TAG Heuer torna a cronometrare dei giochi olimpici nel 1980, a Mosca, e quelli invernali a Lake Placid.

Ferrari T2 di Carlos Reutemann del 1977, sponsorizzata Heuer.

La crisi, la cessione a TAG e il nuovo legame con lo sport (1980-1990)[modifica | modifica wikitesto]

A seguito di una situazione di crisi economica, dovuta dalla rivoluzione del quarzo, Heuer diventa inizialmente di proprietà di Piaget nel 1982[5], che tuttavia la rivende poco dopo a TAG.

TAG Heuer 6000

TAG Heuer è nata dall'acquisizione di Heuer (che a sua volta si era fusa con Leonidas, altra azienda orologiera specializzata in rilevazioni cronometriche, a metà anni Sessanta) da parte di Techniques d'Avant Garde (TAG), società di proprietà dell'imprenditore franco-saudita Mansour Ojjeh. Una delle prime collezioni proposte dal nuovo marchio TAG Heuer è la Serie 4000, seguita, a inizio anni '90, dalla 6000, che offre un'impermeabilità di 200 metri abbinata a un movimento al quarzo, com'era in voga nel periodo.

Il marchio TAG Heuer deve parte della notorietà alla partecipazione nel mondo delle corse automobilistiche, principalmente la Formula 1, in cui è stato il fornitore ufficiale dei sistemi di cronometraggio in numerose stagioni, oltre ad avere fornito supporto economico dapprima a Williams, poi a McLaren e quindi, dal 2016, a Red Bull, di cui è sponsor tutt'oggi.

Dal 1983 al 1987 TAG è stato finanziatore e collaboratore per la realizzazione dei motori Porsche utilizzati dalla McLaren. Questi motori consentirono a McLaren di vincere, in quel periodo, tre campionati mondiali piloti e due costruttori.

TAG Heuer Formula 1 prima serie, con cassa in fibra di vetro, cinturino in silicone e movimento al quarzo. Metà anni Ottanta

Proprio in virtù del legame con questo sport è nata, a fine anni Ottanta, la collezione Formula 1, inizialmente contraddistinta da solotempo al quarzo con bracciale in gomma, mentre recentemente è stata incarnata da cronografi sportivi, sempre a batteria.

L'ingresso in LVMH (1990-2020)[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1999 TAG Heuer entra a far parte del polo del lusso LVMH. Dopo un iniziale sovraposizionamento del marchio rispetto a Zenith, la stessa TAG Heuer ha, in periodi recenti, assunto il ruolo di Maison orologiera entry level del polo del lusso di cui fa parte[6]. A cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio viene presentata la nuova collezione Kirium, in sostituzione delle serie 4000 e 6000 ormai in commercio da oltre quindici anni. Dal 2014 al 2018 Jean-Claude Biver è stato Amministratore Delegato dell'azienda.

Il nuovo legame di TAG Heuer con le corse viene rinsaldato grazie alla partnership con Red Bull, nuova scuderia a cui TAG Heuer fa da sponsor dopo la cessazione, nel 2015, della partnership trentennale con McLaren.[7]

Cronografo TAG Heuer Formula 1 realizzato in collaborazione con il team RedBull Racing.
TAG Heuer Carrera Calibre 5, anni 2010

Dal 2017 al 2019 è partner e cronometrista delle corse ciclistiche organizzate da RCS, tra cui il Giro d'Italia.

Recentemente TAG Heuer ha presentato il suo smartwatch, chiamato Connected. Inoltre è stato presentato anche il primo orologio TAG Heuer che si ricarica con l'energia solare: si tratta del Solargraph[8], che monta un movimento al quarzo dove la pila funziona come accumulatore di energia.

Dopo un lungo periodo di assenza sulle scene, nel 2023 torna il Carrera Skipper[9] per gli appassionati della barca a vela.

Nel 2024 è stato nominato il nuovo amministratore delegato Julien Tornare, ex CEO di Zenith.

Testimonial e amici del brand[modifica | modifica wikitesto]

Tra i vari testimonial si ricordano Patrick Dempsey il quale è anche ambasciatore ufficiale, Steve McQueen[10], Leonardo DiCaprio[11], Ayrton Senna[12], Gerhard Berger, Carl Lewis, Cara Delevigne, Kimi Räikkönen, Cristiano Ronaldo, Lewis Hamilton e Martin Garrix.[13]

Profilo[modifica | modifica wikitesto]

TAG Heuer è specializzata nei cronografi. I nomi di alcune delle linee sono: Monaco, Carrera, Monza, Link, Aquaracer, Kirium, Autavia.

I movimenti montati sugli orologi TAG Heuer sono a carica automatica, al quarzo e a movimento elettro-meccanico; quest'ultimo è brevettato dalla stessa TAG Heuer ed è presente, per esempio, sul modello Link Calibre S[14] o Aquaracer Calibre S[15].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Storia della Tag Heuer - Segnatempo, su segnatempo.it, 28 luglio 2016. URL consultato il 17 gennaio 2023.
  2. ^ Renzo Rufini, L'evoluzione della sintesi, in Orologi, n. 56, Technimedia, Ottobre 1992.
  3. ^ bidfun-db Archive: Watch Movements: Breitling 11 Chronomatic (Buren 1281), su www.ranfft.de. URL consultato il 26 gennaio 2023.
  4. ^ (EN) Heuer Monnin 844: A Brief History and Collector's Guide, su VEBLENIST. URL consultato il 18 giugno 2023.
  5. ^ TAG-Heuer, su Guida Orologi. URL consultato il 17 gennaio 2023.
  6. ^ (EN) Jean-Claude Biver: Positioning Tag Heuer for the future, su www.imd.org. URL consultato il 3 giugno 2023.
  7. ^ (EN) McLaren's Ron Dennis admits he fell out with TAG Heuer chief, su www.autosport.com, 4 dicembre 2015. URL consultato il 17 luglio 2023.
  8. ^ TAG Heuer e il nuovo Aquaracer Professional 200 Solargraph, su Style. URL consultato il 3 giugno 2023.
  9. ^ Caterina Di Iorgi, Tag Heuer Skipper 2023: torna l'iconico orologio amato dai velisti, su Quotidiano Motori, 18 luglio 2023. URL consultato il 19 luglio 2023.
  10. ^ Va all’asta l’Heuer Monaco di Steve McQueen del film «Le 24 ore di Le Mans», su La Gazzetta dello Sport, 3 novembre 2020. URL consultato il 3 giugno 2023.
  11. ^ (EN) Danny Milton May 14, 2021, Watching Movies: Leonardo DiCaprio Wears Two TAG Heuers For ‘The Wolf Of Wall Street’, su Hodinkee. URL consultato il 3 giugno 2023.
  12. ^ Pamela Petrini, Ayrton Senna, l’orologio leggendario del campionissimo: modello e cifre Ayrton Senna, l’orologio leggendario del campionissimo: modello e cifre, su PontileNews, 18 gennaio 2023. URL consultato il 3 giugno 2023.
  13. ^ MARTIN GARRIX - TAG Heuer, su TAG HEUER. URL consultato il 4 dicembre 2015.
  14. ^ TAG Heuer Link Calibre S Archiviato il 1º marzo 2010 in Internet Archive.
  15. ^ Copia archiviata, su tagheuer.com. URL consultato il 19 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 15 agosto 2010).

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