Bersagliere (cacciatorpediniere 1907)

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Bersagliere
La foto ufficiale del Bersagliere
Descrizione generale
Tipocacciatorpediniere (1907-1921)
torpediniera (1921-1923)
ClasseSoldato
In servizio con Regia Marina
IdentificazioneBG
CostruttoriAnsaldo, Genova
Impostazioneluglio 1905
Varo2 ottobre 1906
Entrata in servizio5 giugno 1907
Radiazione5 luglio 1923
Destino finaledemolito
Caratteristiche generali
Dislocamentonormale 395 t
a pieno carico 415 t
Lunghezzatra le perpendicolari 64,4 m
fuori tutto 65 m m
Larghezza6,1 m
Pescaggio2,1 m
Propulsione3 caldaie Thornycroft
2 motrici alternative
potenza 5.000 HP
2 eliche
Velocità28,5 nodi (52,78 km/h)
Autonomia1500 miglia a 12 nodi
Equipaggio56 tra ufficiali, sottufficiali e marinai
Armamento
Armamento
  • 4 pezzi da 76/40 mm
  • 3 tubi lanciasiluri da 450 mm
  • attrezzature per la posa di 10 mine
dati riferiti presi da Warships 1900-1950, Navypedia, Fiammecremisi e Sito ufficiale della Marina Militare
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Il Bersagliere è stato un cacciatorpediniere della Regia Marina.

Nome[modifica | modifica wikitesto]

La nave in parola fu la prima unità della Marina italiana a portare il nome Bersagliere. Tale nome venne successivamente assegnato ad un cacciatorpediniere Classe Soldati costruito a Palermo nel 1939, che nel corso della seconda guerra mondiale venne affondato per bombardamento aereo nel porto di Palermo nel 1943. Attualmente nella Marina Militare a portare il nome Bersagliere è un pattugliatore di squadra della Classe Soldati.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nell'estate 1907 la nave fu impegnata nell'addestramento dell'equipaggio[1].

Il 30 dicembre 1908 il cacciatorpediniere, insieme alla corazzata Vittorio Emanuele ed al gemello Artigliere, venne inviato a Messina, distrutta da un devastante terremoto, per partecipare alle operazioni di soccorso[2].

L'apparato motore dell'unità era originariamente alimentato a carbone (95 tonnellate), ma venne modificato in modo da essere alimentato a nafta (65 tonnellate)[3][4].

Con base a Taranto, la nave partecipò alla guerra italo-turca, dapprima nelle operazioni per gli sbarchi in Libia[1] e poi in Mar Rosso, dove fu inviato con altre navi a rafforzare la squadra italiana là dislocata. Operò poi in Mar Egeo, in Mar Rosso e nel Dodecaneso[1].

All'inizio della prima guerra mondiale il Bersagliere faceva parte della III Squadriglia Cacciatorpediniere, basata a Brindisi, che formava assieme ai gemelli Artigliere, Corazziere, Lanciere e Garibaldino[5]. Comandava la nave il capitano di fregata Lubelli[5].

Nel 1915-1916 l'unità, aggregata alla Divisione «Cagni», fu impiegata nella difesa costiera dell'Adriatico e nelle scorte ai convogli per l'Albania[1].

Il 24 maggio 1915 il cacciatorpediniere, insieme al gemello Corazziere, incrociò nelle acque di Grado a protezione dell'incursione compiuta dal cacciatorpediniere Zeffiro contro Porto Buso: compito di Bersagliere e Corazziere era attaccare eventuali navi nemiche e bombardare le posizioni austro-ungariche[5].

Il 29 maggio dello stesso anno la nave bombardò, insieme ad Artigliere, Lanciere e Garibaldino, l'impianto chimico «Adria-Werke» di Monfalcone, produttore di gas asfissianti[5].

Il 7 giugno 1915 il Bersagliere reiterò l'azione di bombardamento contro la fabbrica Adria-Werke[5].

Il 3 luglio il cacciatorpediniere e la propria squadriglia vennero assegnati al III Gruppo della IV Divisione Navale[5].

Alle 2.30 del 6 luglio il Bersagliere e la propria squadriglia salparono da Venezia con rotta per Porto Buso, poi virarono in direzione di Punta Salvore per una missione di ricognizione offensiva che si concluse senza risultati[5]. Le navi diressero poi per Venezia in modo da trovarsi alle 4.30 una trentina di miglia ad est di Chioggia, dove avrebbero trovato la squadriglia cacciatorpediniere «Impavido» e l'incrociatore corazzato Amalfi, insieme ai quali avrebbero ripreso l'esplorazione del golfo di Venezia alla ricerca di navi nemiche[5]. Mentre dirigeva verso il punto dell'incontro, tuttavia, l'Amalfi venne silurato dal sommergibile austroungarico U 26 ed affondò in dieci minuti[5].

Il 23 febbraio 1916, al comando del capitano di fregata Del Buono, l'unità scortò a Durazzo – insieme a Corazziere e Garibaldino – 12 piroscafi e due rimorchiatori[5]. A partire dal giorno seguente l'unità, insieme ai cacciatorpediniere Ardito ed Irrequieto ed agli incrociatori ausiliari Città di Siracusa e Città di Catania, iniziò a bombardare le truppe austroungariche in avanzata, che stavano per occupare Durazzo[5].

Nel 1917 il Bersagliere operò in Mar Tirreno e nel 1918 nel Dodecaneso[1].

L'8 gennaio 1918 il cacciatorpediniere rilevò a Savona il gemello Lanciere nella scorta ai grossi piroscafi passeggeri San Guglielmo e San Giovanni, partiti da Genova alle sette di quel giorno e diretti a New York[6]. A circa 800 metri da Loano, tuttavia, il sommergibile tedesco U 63 attaccò il piccolo convoglio, che si teneva nei pressi della costa, e silurò il San Guglielmo, che s'inabissò in posizione 44°07' N e 8°18' E[7].

Nel primo dopoguerra il Bersagliere fu usato per il pattugliamento e come nave scuola[1].

Declassato a torpediniera nel luglio 1921, fu posto in riserva, radiato nel 1923[1][3] e demolito.

Note[modifica | modifica wikitesto]

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