Benito Urgu

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Benito Urgu
Benito Urgu
NazionalitàBandiera dell'Italia Italia
GenereMusica demenziale
Beat
Folk
Periodo di attività musicale1962 – 2024
GruppiI Barrittas
Sito ufficiale

Benito Urgu (Oristano, 12 gennaio 1939[1][2][3]) è un cantautore, comico, cabarettista, imitatore e attore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Benito nasce da madre e padre bosani, e fin da ragazzo si distingue per lo spirito goliardico e il particolare acuto senso dell'umorismo.

Non ancora ventenne inizia a esibirsi come cantante con il gruppo Gatto Nero ENAL che, dopo qualche tempo, cambia nome assumendo quello de I nuraghi. Con loro inizia ad esibirsi nelle sale da ballo e nelle piazze della provincia proponendo, accanto ai migliori brani delle classifiche dell'epoca, alcuni brani di propria produzione quali Su twist 'e Giuannica (Il twist di Giovannina) e Cambale Twist. Quest'ultima canzone raggiungerà gli apici d'ascolto a livello nazionale quando la stessa Rai, negli anni ‘60, la trasmetterà sul primo canale. Benito Urgu e il gruppo de I Barrittas, in costume tradizionale sardo, si dimenano e cantano suscitando divertimento e grande euforia in coloro che li guardano. Queste canzoni dal sapore demenziale saranno i suoi primi cavalli di battaglia.

Lasciato il gruppo, inizia a lavorare come presentatore presso un circo sardo: il circo "Armando", dove apprende i tempi comici e perfeziona le proprie capacità di front man, tanto che, riferendosi a questi anni, avrà a dire: «Sono stati la mia università»[senza fonte].

Anni '60: I Barrittas[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: I Barrittas.

Terminato il servizio militare al 28º Reggimento "Pavia" di Pesaro, nel 1962, con Francesco Salis (chitarra), Antonio Albano (chitarra), Giuseppe Miscali (basso), Nello Cocco (batteria) e Guido Cocco (tastiere) forma i Visconti. Giuseppe Miscali, per motivi di studio, esce dal gruppo ed è sostituito da Antonio Salis, fratello di Francesco. Si iscrive al premio Arpa d'argento della città di Ozieri e vince.

Il gruppo partecipa con il nuovo nome de I Barrittas (prendendo spunto dal soprannome di Benito che è Berrita, derivato dall'omonimo copricapo sardo) e presenta al concorso, insieme a Su Twist 'e Giuannica di qualche anno prima, il nuovo testo Whisky, birra e Johnny Cola (quest'ultima cantata per la prima volta a Masullas)[4]. Quest'ultimo, quadretto ironico sulla gioventù oristanese dell'epoca, sarà anche la sua prima incisione (nel 1964) per la casa discografica Ariel di Gaetano Pulvirenti, dove lavora come direttore artistico Piero Ciampi. Nel 1965 Francesco Salis lascia il gruppo e rientra Giuseppe Miscali.

Insieme a I Barrittas, cui nel frattempo si uniscono anche Antonello e Mariolino Paliano, in sostituzione dei Fratelli Cocco, l'eclettico oristanese inizia a raccogliere i primi discreti successi.

Inseriti nel genere beat, propongono cover in italiano di musica internazionale come Mi appartieni ancora (Go Now dei Moody Blues), Rhonda, aiuto (Help me Rhonda dei Beach Boys) e una versione di Sunshine of Your Love dei Cream (in italiano Ritorno da te), brani country-western come Arizona o Gennargentu o dal sapore più sentimentale come Filo di seta. Con questo repertorio si esibiscono, oltre che in tutta la Sardegna, nei più importanti locali di molte città italiane.

Nel 1966, col loro quarto album si inseriscono con successo nel fenomeno delle messe beat, nato dal desiderio giovanile di poter pregare cantando e suonando con stili e strumenti moderni. Il lavoro si chiama, appunto, La messa dei giovani (i brani composti dal maestro Marcello Giombini) e viene eseguita in prima assoluta nella cappella Borromini a Roma alla presenza di un foltissimo pubblico, dei mass media, compresa una troupe televisiva della Rai. Tuttora è considerato un cult dagli amanti del beat italiano, gode di un certo valore collezionistico ed è stato recentemente ristampato in formato digitale.[senza fonte]

Dopo quest'affermazione si esibiscono prevalentemente in città del nord Italia, pubblicando alcune altre cover come Al ristorante (Sea of Joy dei Blind Faith), dopodiché si sciolgono nei primi anni settanta.

Dalle loro ceneri nascono i Salis & Salis, che si inseriscono nel progressive-folk italiano.

Anni '70[modifica | modifica wikitesto]

Il successo che gli conferì la notorietà assoluta è il singolo 45 giri Sexy Fonni del 1977, parodia del celeberrimo Je t'aime... moi non plus di Serge Gainsbourg e Jane Birkin. Il componimento recitato e non cantato tratta di un incontro romantico tra un sardo e un'appassionata turista francese, contornato da fraintendimenti linguistici e i gridolini della ragazza. Fanno seguito i Mon cheri Fonni del 1978 e Filodiffusione del 1979.

Sexy Fonni fu tra i maggiori successi del 1977, raggiungendo l'ottavo posto della classifica di vendite della settimana del 5 novembre[5], il nono posto nella settimana del 9 dicembre[6], attestandosi al quarantesimo posto della classifica nazionale annuale[7]. Rimane famoso lo scontro in una trasmissione radiofonica tra Urgu ed Adele Faccio, all'epoca leader del Partito Radicale e del movimento femminista italiano. La Rai non esitò ad inserirlo in una rubrica umoristica del TG2 Omnibus, dove una stampa di un soldato del Regno di Sardegna muove le labbra duettando con delle caste foto di nudo femminile a colori falsati.

Negli ultimi anni del decennio, insieme a una nuova formazione musicale da lui creata, I Porsei, e con la collaborazione di Antonello Martinez, dà vita ad uno spettacolo comico-musicale, il primo varietà itinerante nell'isola. Sempre con Antonello Martinez, fino al 1984 porta in scena lo spettacolo Marianna e il marocchino.

Anni '80[modifica | modifica wikitesto]

Nei primi anni ottanta scrive musiche e testi per Su Mummuttone, insieme ai Salis & Salis, Antonio Lotta [Janas], Antonio Sardu, e Marina Faggioli. Si tratta di un musical in lingua sarda, prima opera nel suo genere.

Tra il 1982 e il 1985 lo accompagna nelle piazze il gruppo Il Monello, con grande successo confermato dal pubblico. Il gruppo era composto da: Antonio Novello e Marcello Demontis alle chitarre, Piergiorgio Sarais alla batteria, Tore Sarai al basso, Antonello Langiu e Luciano Oppo alle tastiere, Alverio Cau alla voce e Dino Salis al mixer.

Inizia quindi a collaborare stabilmente prima con Filippo Martinez (che abbandonò la stretta collaborazione nel 1990, limitandosi a sole piccole collaborazioni saltuarie), nonché con Alverio Cau e poco più tardi anche con Alessandro Fois che da quel momento e sino ad oltre gli anni 2000 fu l'unico autore di tutte le musiche originali delle canzoni e degli spettacoli di Benito Urgu. Con il loro aiuto, tra il 1984 e il 1992 mette in scena una serie di spettacoli di grande successo: Visitors, Polvere di stelle, La Prefica, Un giorno in pretura (che vede l'esordio in veste teatral-comica di Pier Francesco Loche), Chi l'ha visto, Ciccitta è facendo salciccia, Tuttourgu, Latte e cozze, Bugie, Tonteddu. Ogni spettacolo viene inciso su musicassetta e immesso sul mercato, ottenendo un'ottima accoglienza da parte del pubblico, tanto che Visitors è la cassetta più venduta di tutti i tempi[senza fonte], relativamente alla Sardegna.

In questi lavori vengono messe in risalto le sue doti di caratterista e sono portati in scena espressioni, modi di dire, strutture grammaticali e modalità di pronuncia al confine fra sardo e italiano regionale, ripescati dal linguaggio comune e assemblati in maniera esilarante.

Nel 1988 Gambale twist è menzionato nel romanzo L'oro di Fraus di Giulio Angioni. Urgu interpreta inoltre lo spot della Mobil Clam, con la regia di Filippo Martinez, vincendo il premio nazionale della pubblicità.

Anni '90[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1990 Urgu viene chiamato da Piero Chiambretti a collaborare al fortunato programma televisivo Prove tecniche di trasmissione, in onda su Rai 3 per il quale scrive insieme ad Alessandro Fois la sigla finale, purtroppo andata in onda solo nelle ultime puntate del programma. Altre varie canzoni di Fois e Urgu sono state proposte durante tale programma.

Nel 1992 mette in scena insieme ad Alessandro Fois, Alverio Cau e un folto cast lo spettacolo Boghes de Domo, attualmente unico musical sardo in Limba sarda (nato dalla rielaborazione ed estensione della precedente commedia musicale Su Mumutone), con composizioni musicali di Alessandro Fois, Francesco e Antonio Salis e Antonio Lotta e testi di Benito Urgu e Alverio Cau. Di tale opera usci poco dopo anche un'edizione discografica omonima su CD ed attualmente reperibile anche nei principali streaming service. L'opera, successivamente, fu trasmessa in versione ridotta anche da Rai 3 e andò in replica vari anni dopo (2001) in forma di tournée nei principali teatri della Sardegna per la produzione degli stessi Benito Urgu e Alessandro Fois (quest'ultimo anche in veste di co-protagonista al fianco di Benito).

L'anno seguente partecipa a Piacere Raiuno, condotto da Toto Cutugno, e alla trasmissione di Rai Tre La Piscina con Alba Parietti. Nel medesimo anno viene scelto dalla regista Anna di Francisca per recitare nella serie TV, prodotta dalla Rai e girata a Cagliari, Casanostra, su musiche di Alessandro Fois. La fiction partecipa ed è selezionata in vari festival e premi (Umbria Fiction, Prix Europa 92, Premio Italia 93, etc). È poi Autore e Interprete, della commedia musicale Boghes de domo, prodotta e trasmessa dalla Rai sulla terza rete.

Nel 1992 viene ancora chiamato a recitare in Felice, una sit-com ambientata in un condominio romano, ancora una volta con colonna sonora di Alessandro Fois.

Nel 1997 lavora al fianco di Piero Chiambretti a L'inviato speciale, in onda su Rai uno e a Carosello, con Ambra Angiolini, su Rai 2.

Partecipa anche in Rai al programma "Carosello" condotto da Alba Parietti, in veste di macchietta comica con l'ausilio di Alessandro Fois come figurante.

Al termine degli anni '90 mette in scena lo spettacolo "La luna nera" ancora con Alessandro Fois come partner scenico principale e come autore delle musiche originali.

Anni 2000[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2001 è con Giorgio Panariello a Torno Sabato, fortunata trasmissione del sabato sera di Rai Uno. Si parlò di un vecchio debito: Urgu era infatti una vecchia conoscenza di Panariello, perché quando Panariello era sconosciuto al grande pubblico e lavorava presso i villaggi turistici era solito emulare i personaggi creati dal cabarettista sardo che venivano talvolta toscanizzati, e utilizzava le sue stesse battute. Una delle battute di Urgu, coniata diversi decenni fa, l'occasione fa l'uomo ragno, è stata di recente usata da Panariello con Vanessa Incontrada nello spot pubblicitario della Wind. Lo stesso Panariello lo ha confermato durante una trasmissione, raccontando che quando faceva il militare a Iglesias e andava a vedere gli spettacoli di Benito Urgu rimaneva molto affascinato dal personaggio; quando riuscì a conoscerlo di persona lo stesso Urgu gli consigliò di prendere spunto dai personaggi reali della sua regione, la Toscana, così come lui faceva con i personaggi sardi. I due comici sono così rimasti molto amici e spesso Urgu partecipa con le sue tipiche incursioni agli spettacoli che Panariello porta in giro per l'Italia.

Nel 2004 e 2005 è al fianco, ancora una volta, di Piero Chiambretti in Markette - Tutto fa brodo in TV e Markette doppio brodo, in onda su LA7. E con il varietà Mattagà, in scena durante il periodo estivo.

Nel 2006 lavora con Nino Frassica, prima nel varietà Suonare Stella in onda su Rai 2, e poi a Colorado Cafè, in onda su Italia 1. A marzo è in scena la prima del nuovo spettacolo teatrale Gnogno.

Nel 2008, ancora con Frassica, partecipa al programma di Carlo Conti I migliori anni in onda su Rai Uno in cui interpreta la parte dell'"ospite internazionale". Il tormentone che lo vede coinvolto è quello in cui Frassica gli chiede: "sei sardo sardo?" e Urgu risponde: "Sardissimo!". Quando Frassica gli chiede poi "Dimostramelo!", Urgu si mette a cantare Gambale twist.

Nel 2009 è confermato per il secondo anno consecutivo nei I migliori anni, stavolta facendo incursioni non annunciate.

Anni 2010[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2010 ritorna per la terza volta a I migliori anni, interpretando un concorrente del reality show Disfactor, parodia di X Factor; con lui ci sono Francesco Scali nella parte dell’altro concorrente Gianfranco Padda, Nino Frassica nel ruolo del giudice ed il comico-ballerino Luigi Igiul come membro della giuria al fianco di Frassica. Nelle gag è spesso coinvolto anche Carlo Conti, anche in questo caso nel ruolo di giurato.

Nel 2012 torna sul piccolo schermo, portando i suoi personaggi comici all'interno della trasmissione dell'emittente sarda Videolina.

Negli ultimi tempi[Cioè, quando?] Benito Urgu ha lavorato anche a Radio Rai Sardegna col regista Filippo Martinez e con lo scrittore Giulio Angioni. Sempre nel 2012, sul grande schermo, è nel film di Alessandro Capone E io non pago - L'Italia dei furbetti e l'anno successivo ne L'arbitro, per la regia di Paolo Zucca.

Nel 2016 partecipa al primo film di Pino & gli anticorpi, Bianco di Babbudoiu.

Nel 2019, il consiglio comunale di Marrubiu in provincia di Oristano dove lui vive da oltre vent'anni gli assegna il Marrubino d'oro. Lui in cambio compone una samba per il prossimo carnevale 2020.

Anni 2020[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2019 e nel 2020 torna nel piccolo schermo con Jacopo Cullin, nella trasmissione Officine Lapola, su Videolina. Nel 2021 compare nel film Mollo tutto e apro un chiringuito di Pietro Belfiore. Decide di ritirarsi dalle scene nel 2024 con un ultimo spettacolo, il 5 aprile al Teatro Auditorium di Cagliari, in cui ripercorre 60 anni di carriera.[8]

Discografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

Discografia con I Barrittas[modifica | modifica wikitesto]

Album in studio

Album dal vivo

Raccolte

Singoli

Partecipazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • 1966 - AA.VV. La messa dei giovani

Discografia solista[modifica | modifica wikitesto]

Album[modifica | modifica wikitesto]

Raccolte[modifica | modifica wikitesto]

Singoli[modifica | modifica wikitesto]

Partecipazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • 1998 - Gianni Drudi Il ritorno del Grillo Parlante, duetto nel brano Macaregna che carogna
  • 1998 - Gli avanzi di balera Birre, gazzose e gin fizz, nel brano Cambale Twist
  • 2009 - Artisti vari Grassias a Deus, nei brani Grassias a Deus e Pontemannu
  • 2022 - Clara Serina From “Lady Oscar” to the movie “Buon lavoro”, nel brano Baila condominio

Videografia[modifica | modifica wikitesto]

  • 1994 - Ichnos, la grande giornata della musica (Tam Tam Edizioni)
  • 2005 - Mattagà - Laivi 2005 (2 DVD)
  • 2006 - Io ce lai (DVD Singolo)

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Programmi televisivi[modifica | modifica wikitesto]

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

Libri[modifica | modifica wikitesto]

  • Facce Toste, Filippo Martinez (prefazione), Carlo Pettinau (postfazione), Grafiche Ghiani, 2012.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Arpa d'argento
    • 1964
  • Marrubino d'oro
    • 2019
  • Premio nazionale della Pubblicità
    • 1990 – 1º Posto per lo spot della Mobil Clam, regia di Filippo Martinez

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Luigi Coppola, Ad Alghero lo show di Benito Urgu, su alguer.it, 20 settembre 2005. URL consultato il 13 novembre 2019.
  2. ^ Tanti auguri Benito Urgu! 80 candeline per il comico sardo più amato dell’Isola, su Vistanet, 12 gennaio 2019. URL consultato il 13 novembre 2019.
  3. ^ Benito Urgu, in MYmovies.it, Mo-Net Srl. URL consultato il 13 novembre 2019.
  4. ^ Masullas: un fatto memorabile mi unisce fortemente a questo piccolo paesino della Sardegna. URL consultato il 19 aprile 2024.
  5. ^ Settimana 5 Novembre 1977 (n°45), su hitparadeitalia.it, Hit Parade Italia.
  6. ^ Settimana 9 Dicembre 1977, su hitparadeitalia.it, Hit Parade Italia.
  7. ^ Tutti i successi del 1977, su hitparadeitalia.it, Hit Parade Italia.
  8. ^ Benito Urgu annuncia l'addio alle scene, ultimo show a Cagliari, su ansa.it, 28 febbraio 2024.
  9. ^ Benito Urgu - Mattagà, su eventisonori.org, Eventi Sonori (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2008).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gino Castaldo (a cura di), Barritas, i, in Dizionario della canzone italiana, Curcio, 1990, pp. 117-118.
  • Claudio Pescetelli, Barrittas, in Una generazione piena di complessi, Arezzo, Zona, 2006, pp. 16-17, ISBN 8889702524.
  • Cesare Rizzi (a cura di), Enciclopedia del rock italiano, Milano, Arcana Edizioni, 1993, ISBN 8879660225.
  • Gavino Sanna, Se si taglia i capelli ci daremo del tu, 1998.
  • Mario Seddone, Benito Urgu. Un poeta, un po'... no, Nuoro, Studiostampa, 1998.
  • Tiziano Tarli, Barritas, in Beat italiano. Dai capelloni a Bandiera gialla, Roma, Castelvecchi, 2005, ISBN 8876151761.
  • Gianluca Testani (a cura di), Enciclopedia del rock italiano, Roma, Arcana Edizioni, 2006, ISBN 8879664220.
  • Ursus (Salvo D'Urso), I Barritas, in Manifesto beat, Torino, Juke Box all'Idrogeno, 1990.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN90107395 · ISNI (EN0000 0004 1968 7228 · SBN CAGV022804