Elezioni primarie del Partito Repubblicano del 2016 (Stati Uniti d'America): differenze tra le versioni

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Versione delle 22:54, 1 feb 2016

Template:Infobox elezioni Le elezioni primarie del Partito Repubblicano statunitense del 2016 si terranno tra i mesi di febbraio e giugno dello stesso anno, in vista delle elezioni generali di novembre.

Così come l'elezione presidenziale, anche le primarie prevedono un'elezione semidiretta: in ogni Stato vengono eletti dei cosiddetti delegati, in base al proprio dichiarato sostegno ai vari candidati, che si aggiungono ad una minoranza di delegati slegati dal voto popolare. Nel mese di luglio 2016 i delegati eleggeranno formalmente il candidato del partito alla Presidenza.

Candidati

Nel periodo precedente lo svolgimento delle elezioni diversi analisti definirono la corsa alle primarie repubblicane del 2016 come una delle più aperte, con un gruppo nutrito di candidati senza un chiaro favorito[1]. Nella prima fase della campagna elettorale, prima che i candidati si riducessero a dodici durante i mesi precedenti l'inizio delle elezioni, si contavano infatti diciassette candidati principali, numero superiore al record di partecipazione registrato dalle primarie repubblicane del 1948, in cui corsero in quindici. L'insieme dei candidati superava anche il massimo numero di concorrenti alle primarie del Partito Democratico, sedici, registrati nel 1972 e nel 1976[1][2].

Il primo ad annunciare formalmente la candidatura fu Ted Cruz, nato in Canada, ma per la maggior parte dei costituzionalisti comunque eleggibile alla carica di Presidente, per la quale è richiesto aver acquisito la cittadinanza statunitense per nascita, in quanto, figlio di madre statunitense che aveva vissuto negli Stati Uniti per più di dieci anni, aveva diritto alla cittadinanza statunitense al momento della nascita secondo il Nationality Act del 1940[3][4].

Tra i candidati più conservatori e più vicini al movimento Tea Party figurano Ted Cruz e Ben Carson; la corrente della cosiddetta destra cristiana è rappresentata Mike Huckabee e Rick Santorum, mentre tra i più moderati, a cui è stato fatto riferimento anche come membri dell'"establishment" del partito, figurano Jeb Bush e Chris Christie[5][6]. Altri moderati che secondo gli analisti hanno generato gradimento anche in parte dell'elettorato democratico, attirandosi per tale motivo sia critiche che apprezzamenti, sono Scott Walker, John Kasich, Marco Rubio e Rand Paul[5][6]. Due dei candidati, Rick Perry e Santorum, avevano già partecipato alle primarie del 2012, mentre altri si sono contraddistinti per la loro provenienza dal di fuori del mondo politico tradizionale, attirandosi quindi critiche sulla relativa inesperienza, tra cui il dottore in medicina Ben Carson, la dirigente d'azienda Carly Fiorina e l'imprenditore Donald Trump[5][6][7].

L'insieme dei partecipanti è stato definito come uno con le maggiori diversità etniche di sempre, includendo due candidati di origine latina (Cruz e Rubio), un indoamericano (Bobby Jindal) e un afroamericano (Carson); Rubio e Jindal sono anche figli di genitori entrambi immigrati, mentre Carly Fiorina è l'unica donna[8][9]. Per quanto riguarda le religioni, sei sono cattolici (Bush, Christie, Jindal, Pataki, Rubio e Santorum), tre sono battisti della Convenzione battista del Sud (Cruz, Graham e Huckabee), due presbiteriani (Paul e Trump), due evangelici aconfessionali (Perry e Walker), uno anglicano (Kasich), uno metodista (Gilmore), uno avventista del settimo giorno (Carson) e una frequenta, anche se non con regolarità, la Chiesa episcopale (Fiorina)[10].

Per quanto riguarda gli endorsement, considerando il supporto di membri del Congresso e governatori, prima dell'inizio delle consultazioni elettorali il candidato ad aver raccolto maggior consenso è Jeb Bush, seguito da Marco Rubio, Chris Christie e Mike Huckabee[11].

Candidati principali

Di seguito i candidati inclusi in almeno cinque tra i maggiori sondaggi indipendenti condotti a livello nazionale e invitati ad almeno un dibattito trasmesso in diretta televisiva nazionale.

Nome Dati di nascita con età all'inizio della convention Cariche precedenti Stato di provenienza Data annuncio candidatura Logo campagna Note
Bush
Bush, Jeb Jeb Bush
Template:Dts
(63 anni)
Midland, Texas
Governatore della Florida
(1999-2007)
Segretario del Commercio della Florida (1987-1988)

Florida
15 giugno 2015 Jeb Bush presidential campaign, 2016 [12][13]
Carson
Carson, Ben Ben Carson
Template:Dts
(64 anni)
Detroit, Michigan
Direttore del reparto di neurochirurgia pediatrica al Johns Hopkins Hospital
(1984-2013)

Maryland
4 maggio 2015 [14][15][16]
Christie
Christie, Chris Chris Christie
Template:Dts
(53 anni)
Newark, New Jersey
Governatore del New Jersey
(dal 2010)
District attorney del New Jersey (2002-2008)
Freeholder di Morris County (1995-1998)

New Jersey
30 giugno 2015 [17][18]
Cruz
Cruz, Ted Ted Cruz
Template:Dts
(45 anni)
Calgary, Alberta (Canada)
Senatore
(dal 2013)
Solicitor general del Texas (2003-2008)

Texas
23 marzo 2015 [19][20][21]

Fiorina, Carly Carly Fiorina
Template:Dts
(61 anni)
Austin, Texas
CEO di Hewlett-Packard
(1999-2005)

Virginia
4 maggio 2015 [22][23]
Gilmore
Gilmore, Jim Jim Gilmore
Template:Dts
(66 anni)
Richmond, Virginia
Governatore della Virginia
(1998-2002)
Attorney general della Virginia (1994-1997)

Virginia
30 luglio 2015 [24][25]
Huckabee
Huckabee, Mike Mike Huckabee
Template:Dts
(60 anni)
Hope, Arkansas
Governatore dell'Arkansas
(1996-2007)
Vice Governatore dell'Arkansas (1993-1996)

Arkansas
5 maggio 2015 [26][27]
Kasich
Kasich, John John Kasich
Template:Dts
(64 anni)
McKees Rocks, Pennsylvania
Governatore dell'Ohio
(dal 2011)
Membro della Camera dei Rappresentanti (1983-2001)
Senatore della Stato dell'Ohio (1979-1982)

Ohio
21 luglio 2015 [28][29]

Paul, Rand Rand Paul
Template:Dts
(53 anni)
Pittsburgh, Pennsylvania
Senatore
(dal 2011)

Kentucky
7 aprile 2015 [30][31][32]

Rubio, Marco Marco Rubio
Template:Dts
(45 anni)
Miami, Florida
Senatore
(dal 2011)
Speaker della Camera dei Rappresentanti della Florida (2007-2009)
Membro della Camera dei Rappresentanti della Florida (2000-2009)

Florida
13 aprile 2015 [33][34][35]
Santorum
Santorum, Rick Rick Santorum
Template:Dts
(58 anni)
Winchester, Virginia
Senatore
(1995-2007)
Membro della Camera dei Rappresentanti (1991-1995)

Pennsylvania
27 maggio 2015 [36][37]

Trump, Donald Donald Trump
Template:Dts
(70 anni)
Queens, New York
CEO di Trump Organization
(dal 1971)


New York
16 giugno 2015 [38][39]

Candidati ritiratisi prima dell'inizio delle primarie

Nome Dati di nascita con età all'inizio della convention Cariche precedenti Stato di provenienza Data candidatura Data ritiro Logo campagna Note
Graham
Graham, Lindsey Lindsey Graham
Template:Dts
(61 anni)
Central, Carolina del Sud
Senatore
(dal 2003)
Membro della Camera dei rappresentanti (1995-2003)
Membro della Camera dei rappresentanti del South Carolina (1993-1995)

Carolina del Sud
1 giugno 2015 21 dicembre 2015 [40][41]
Jindal
Jindal, Bobby Bobby Jindal
Template:Dts
(45 anni)
Baton Rouge, Louisiana
Governatore della Louisiana
(dal 2008)
Membro della Camera dei Rappresentanti (2005-2008)
Asst. Secretary presso il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (2001-2003)
Presidente del complesso universitario della Louisiana (1999-2001)
Secretary del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani della Louisiana (1996-1999)

Louisiana
24 giugno 2015 17 novembre 2015 [42][43][44]
Pataki
Pataki, George George Pataki
Template:Dts
(71 anni)
Peekskill, New York
Governatore di New York
(1995-2006)
Senatore dello Stato di New York (1993-1994)
Membro del New York State Assembly (1985-1992)
Sindaco di Peekskill, New York (1981-1984)

New York
28 maggio 2015 29 dicembre 2015 [45][46]

Perry, Rick Rick Perry
Template:Dts
(66 anni)
Haskell, Texas
Governatore del Texas
(2000-2015)
Vice Governatore del Texas (1999-2000)
Commissario all'Agricoltura del Texas (1991-1999)
Membro della Camera dei Rappresentanti del Texas (1985-1991)

Texas
4 giugno 2015 11 settembre 2015 [47][48][49]

Walker, Scott Scott Walker
Template:Dts
(48 anni)
Colorado Springs, Colorado
Governatore del Wisconsin
(dal 2011)
Milwaukee County Executive (2002-2010)
Membro del Wisconsin State Assembly (1993-2002)

Wisconsin
13 luglio 2015 21 settembre 2015 [50][51][52]

Altri candidati

Tra gli altri soggetti che hanno annunciato la propria candidatura figurano:

Tra il 2012 e il 2015 avevano annunciato l'intenzione di candidarsi, ritirandola prima dell'inizio delle primarie, anche Mark Everson, già commissario dell'Internal Revenue Service[55][56][57], gli attivisti Josue Larose[58][59] e Jimmy McMillan[60], e l'imprenditore e produttore di documentari Dennis Michael Lynch[61].

Campagna elettorale e dibattiti

Principali prese di posizione all'inizio della corsa

Clima

Anche se il tema climatico non è una priorità, per Jeb Bush gli Stati Uniti dovrebbero lavorare con altri paesi per ridurre le emissioni di carbonio.[62] Credono nel problema del riscaldamento globale, almeno in parte causato dall'uomo, ma comunque non una priorità per il governo, anche Chris Christie, Carly Fiorina, Lindsey Graham, Bobby Jindal e John Kasich.[63][64][65][66][67][68]

Per Ben Carson il tema del cambiamento climatico è ingigantito ed è convinto dipenda più da una propria ciclicità che dall'intervento umano.[69] Marco Rubio e Rick Santorum negano sia causato dall'uomo,[70][71] mentre per Rick Perry non ci sono prove concrete a sostegno della teoria, tantomeno che l'uomo ne sia responsabile;[72] per Trump è una "bufala".[73] Ted Cruz si è più volte opposto a forme di finanziamento per l'uso di energie rinnovabili, sostenendo che tale settore sia autonomamente competitivo.[74]

Diritti della persona

Bush, Graham, Huckabee e Jindal sono a favore di un'estensione dei diritti sul porto di armi da fuoco.[62][65][66][75] La maggior parte degli altri candidati sono contrari a restrizioni, pur dicendosi favorevoli a regolamentazioni per prevenirne l'acquisto da parte di pregiudicati o persone con problemi mentali.[63][64][69] George Pataki e Donald Trump sono favorevoli a restrizioni per alcuni tipi di armi.[68][73]

Tutti i candidati sono contrari ad una legalizzazione per uso ricreativo della marijuana a livello nazionale, ma alcuni, tra cui Ted Cruz, Rand Paul e Marco Rubio sono favorevoli ad una depenalizzazione.[76] Tutti i candidati hanno ribadito il credo personale secondo cui il matrimonio dovrebbe consistere solo nell'unione tra un uomo e una donna, tuttavia, in merito alla decisione della Corte Suprema del giugno 2015 che ha legalizzato il matrimonio omosessuale a livello nazionale, solo alcuni dei candidati, tra cui Mike Huckabee e Rick Santorum, hanno proposto una modifica costituzionale per annullare i suoi effetti.[71][75] Per gli altri candidati, tra cui John Kasich, «è tempo di andare avanti»,[67] o al massimo dovrebbe rimanere in capo ai singoli stati non menzionati nella sentenza la libertà di ignorarla.[72][74]

La maggior parte dei candidati è concorde nel proibire l'aborto dopo le venti settimane di gravidanza, pur con delle eccezioni per preservare la vita della madre o in casi particolari quali gravidanze derivate da stupri.[62][63][64][65][66][67][69][72] Huckabee e Santorum, condividendo al massimo l'eccezione per preservare la vita della madre, ritengono invece il nascituro vada preservato dal momento del concepimento;[71][75] Marco Rubio e Scott Walker sono contrari anche a tale tipo di eccezione.[77][78]

George Pataki ha evocato un nuovo Patriot Act per combattere il terrorismo, difendendo, come altri candidati, tra cui Chris Christie, la vasta attività di videosorveglianza dell'NSA.[68][79] Al contrario, Rand Paul è apertamente contrario a atti come il Patriot Act e auspica una completa sospensione dell'attività di sorveglianza sui cittadini americani.[79][80]

Educazione

Tra i temi principali affrontati durante la campagna elettorale figura Common Core, l'iniziativa promossa dalla National Governors Association e dal Council of Chief State School Officers per approvare degli standard nazionali rispetto alle competenze da acquisire nello studio della lingua inglese e della matematica durante il percorso formativo nelle scuole primarie e secondarie, ciò al fine di innalzare il livello medio della qualità dell'istruzione a livello nazionale e rendere gli studenti più preparati ad affrontare esperienze lavorative o l'univerisità.

Jeb Bush e John Kasich sostengono apertamente Common Core[62][67], gli altri candidati sono invece contrari all'imposizione di standard nazionali e a favore di un maggiore controllo statale e locale sulle scuole pubbliche[63][65][66][68][71][74][75]. Carly Fiorina è a favore dell'introduzione di standard nazionali ma bilanciati da un maggiore controllo in capo ai distretti locali[64], mentre Rand Paul e Rick Perry vorrebbero un completo scioglimento del Dipartimento dell'Istruzione[72][80]. Diversi dei candidati, tra cui Ben Carson e Scott Walker, si sono detti a favore di iniziative che incentivino le iscrizioni a scuole alternative a quelle pubbliche[69][81].

Immigrazione

Bush e Kasich vorrebbero creare un nuovo status legale per gli immigrati irregolari, senza che ciò preveda necessariamente un percorso verso l'ottenimento della cittadinanza[62][67]. Lindsey Graham, Bobby Jindal e Marco Rubio si sono invece detti a favore di un percorso che porti in futuro anche alla cittadinanza a determinate condizioni[65][66][70]. Rand Paul è anche a favore di un'estensione dei metodi legali di ingresso nel Paese[80].

Gli altri candidati si sono detti contrari ad offrire metodi per acquisire la cittadinanza agli immigrati irregolari già presenti negli Stati Uniti[63][72], mentre Ted Cruz e Rick Santorum vorrebbero restringere quelli già esistenti per gli immigrati regolari[71][74]. Mike Huckabee ha proposto un'auto-denuncia e auto-deportazione per gli irregolari[75]; Ben Carson ha proposto un modello secondo cui gli irregolari potrebbero iscriversi ad un apposito registro come guest worker (lavoratore ospite) se lasciano il Paese e chiedano di ritornare indicando il posto di lavoro da conservare[69]. Mike Huckabee e Carly Fiorina sostengono il DREAM Act, proposta che mira a garantire uno status legale ai bambini introdotti nel Paese illegalmente[64][75].

Donald Trump ha accostato spesso l'immigrazione alla criminalità, sostenendo anche che il governo messicano abbia in qualche modo favorito negli anni il trasferimento di criminali negli Stati Uniti; di conseguenza ha adottato un atteggiamento di intolleranza per l'ingresso di immigrati irregolari, proponendo anche la costruzione di un muro, ma si è detto disposto ad estendere alcuni metodi di ingresso regolare, in particolare per gli studenti che conseguono un diploma di laurea nel Paese[73][82].

Politica estera

Bush, che ha avuto occasione di ammettere che l'invasione dell'Iraq nel 2003 si è rivelata un errore, distanziandosi quindi, come altri candidati, dalla scelta del fratello George, ha espresso la necessità di mandare più addestratori in supporto alle truppe irachene nella lotta allo Stato Islamico ed espletare "robuste" esercitazioni militari nell'est europeo in risposta alle politiche di Putin[62]. Anche gli altri candidati hanno sostenuto un maggior coinvolgimento militare nella lotta all'ISIS; Christie, Graham, Kasich, Paul, Perry e Santorum in particolare si sono detti favorevoli all'invio di truppe[63][65][67][71][72][80], mentre Cruz e Fiorina proverebbero prima a dare un maggior supporto ai curdi[64][74]. Rubio ha proposto una presenza "permanente" in Iraq per stabilizzare la regione[70]. Tutti si sono detti contrari all'accordo raggiunto con l'Iran sulle armi nucleari[62][63][64][65][67][69][70][72][74].

Sanità

Tutti i candidati sono critici nei confronti della riforma di Obama nota come Obamacare, che ha esteso l'accesso al sistema sanitario ad alcuni soggetti, sostenendo la necessità di profonde modifiche o una sua completa cancellazione[64][65][66][67][68][70][72][74][75]. Chris Christie ha proposto una riforma che innalza gradualmente l'età per accedere al programma Medicare, riducendo i benefici e aumentando i costi per i cittadini con un reddito dagli 80 000 dollari in su, e semplificando il sistema di finanziamento di Medicaid[63]. Ben Carson ha invece proposto un modello di semplificazione dell'intero sistema di supporto sanitario pubblico che doterebbe tutti i cittadini di un account finanziario, incrementabile con propri mezzi e trasferibile a membri della propria famiglia[69][83]. Ted Cruz adotterebbe un sistema del genere, mantendo tuttavia prioritario il possedimento di un'assicurazione sanitaria, riformandone la legislazione in modo che si mantenga anche in caso si perdi il lavoro e unificandone il mercato a livello nazionale per aumentare la concorrenza e abbassarne i costi; Cruz ha anche proposto, se necessario, un referendum per la cancellazione di Obamacare[84].

Tassazione

Tutti i candidati auspicano una forte riduzione della spesa pubblica, raggiungendo il pareggio di bilancio, utilizzando i ricavati per far crescere l'economia attraverso una riduzione delle tasse.

Chris Christie ha proposto di semplificare il sistema di tassazione sul reddito riducendolo a tre scaglioni con l'aliquota più alta fissata al 28% e ha auspicato un taglio dell'imposta sul reddito delle società dal 35 al 25%[63]. Anche Rubio propone una riduzione della tassa sul reddito societario al 25%, proponendo una semplificazione per i privati, con un'aliquota al 15% per chi guadagna meno di 75.000 dollari e una al 35% per chi supera tale soglia[70]. Ted Cruz vorrebbe un'imposta sul reddito societario al 15%[74]; Pataki vorrebbe incentivare l'industria manufatturiera abbassando la tassazione al 12%[85]. Huckabee auspica una forte semplificazione sostituendo le tasse sui redditi con una singola tassa nazionale sulle vendite (una fair tax)[75]. Carson, Graham, Paul e Santorum sono invece sostenitori del sistema proporzionale flat tax[65][69][80]; Santorum in particolare ha proposto un'aliquota unica, anche per le società, al 20%, abolendo anche l'imposta sul valore aggiunto[86], Carson un'aliquota tra il 10 e il 15%[87].

Dibattiti e indicazioni dei sondaggi prima delle votazioni

Donald Trump è rimasto in testa ai sondaggi durante i mesi precedenti l'inizio delle elezioni primarie

Al primo dibattito pubblico del 6 agosto 2015, tenuto alla Quicken Loans Arena di Cleveland e organizzato da Fox News e Facebook, hanno partecipato tutti i diciassette principali candidati, venendo diviso in due parti: nella prima hanno partecipato i sette più indietro nei sondaggi (Rick Perry, Bobby Jindal, Rick Santorum, Lindsey Graham, Carly Fiorina, Jim Gilmore e George Pataki); nella seconda, moderata da Bret Baier, Megyn Kelly e Chris Wallace, i restanti dieci: Donald Trump, dato in testa nei sondaggi con oltre il 20% di preferenze, Jeb Bush e Scott Walker, secondo e terzo nei sondaggi con circa il 12 e il 10% di preferenze, Mike Huckabee, Ben Carson, Ted Cruz, Marco Rubio, Rand Paul, Chris Christie e John Kasich[88]. Nella prima parte del dibattito è stata particolarmente apprezzata Carly Fiorina, mentre la seconda ha generato analisi discordi sui migliori performanti; hanno generalmente ricevuto apprezzamento Cruz, Rubio, Christie e Huckabee, mentre Donald Trump, il quale ha mantenuto lo stile irriverente e le posizioni controverse con cui ha avviato la sua campagna, fattore che ha contribuito tuttavia alla sua ascesa di popolarità nei primi sondaggi, polemizzando anche con i moderatori, è stato ampiamente criticato[89][90][91][92]. Il dibattito principale ha fatto registrare ascolti record, venendo seguito da circa 24 milioni di spettatori e facendo segnare l'audience più alta di sempre per un evento non sportivo sulla televisione via cavo statunitense[93].

Il secondo dibattito è stato organizzato dalla CNN alla Ronald Reagan Presidential Library di Simi Valley il 16 settembre 2015, moderato da Jake Tapper insieme a Dana Bash e Hugh Hewitt. Diviso in due parti come il primo, al principale hanno partecipato i dieci presenti al primo dibattito più Carly Fiorina, cresciuta nei sondaggi nelle settimane precedenti. La stessa Fiorina fu indicata dai critici tra i migliori performanti insieme a Jeb Bush, Chris Christie e Marco Rubio[94][95][96]. Si confermarono molto alti gli ascolti, con un'audience media di 22,9 milioni di spettatori, risultando così il programma più visto di sempre sulla CNN[97].

Il terzo dibattito, alla cui vigilia aveva guadagnato consensi Ben Carson, è stato organizzato dalla CNBC presso l'University of Colorado, a Boulder, il 28 ottobre 2015, diviso in due parti. Alla parte principale hanno partecipato gli stessi candidati della volta precedente meno il ritiratosi Scott Walker. Marco Rubio e Ted Cruz sono stati apprezzati dai critici, mentre hanno ricevuto responsi negativi i moderatori[98][99]. I giornalisti di CNBC sono stati infatti accusati da più parti di aver proposto domande poco significative o che mirassero a mettere in difficoltà i candidati più che a dar loro modo di spiegare i propri piani politici. Nei giorni seguenti, come ritorsione, il Partito Repubblicano decise di cancellare il dibattito che avrebbe dovuto organizzare NBC News a Houston il seguente 26 febbraio, poi sostituito da un altro affidato alla CNN; la redazione di CNBC è infatti parte dello stesso gruppo editoriale di NBC News, ossia NBCUniversal News Group, della compagnia NBCUniversal[100].

Il quarto dibattito è stato organizzato il 10 novembre 2015 da Fox Business Network in collaborazione con il Wall Street Journal a Milwaukee, la cui parte principale è stata moderata da Neil Cavuto, Maria Bartiromo e Gerard Baker. Diviso in due parti ha presentato regole d'accesso più stringenti. Nella parte dedicata ai candidati con almeno il 2,5% di preferenze nei sondaggi più recenti hanno preso parte Donald Trump, ancora in testa nei sondaggi con un margine ridotto su Ben Carson, Marco Rubio e Ted Cruz, ovvero gli altri due ad avere più del 10% di preferenze nei sondaggi, Carly Fiorina, Jeb Bush, John Kasich e Rand Paul; alla parte dedicata ai candidati con almeno l'1% hanno partecipato Chris Christie, Mike Huckabee, Bobby Jindal e Rick Santorum[101]. Il quinto, incentrato sull'ISIS e la minaccia terroristica, si è tenuto dalla CNN a Las Vegas il 15 dicembre, al quale hanno partecipato Kasich, Fiorina, Rubio, Carson, Trump, Cruz, Bush, Christie e Paul alla parte principale; Pataki, Huckabee, Santorum e Graham a quella secondaria[102]. Il sesto, organizzato da Fox Business a North Charleston il 14 gennaio 2016, ha visto partecipare alla parte più importante Trump, Cruz, Rubio, Carson, Christie, Bush e Kasich[103].

Il settimo, l'ultimo prima dell'avvio delle votazioni, è stato organizzato da Fox News a Des Moines, il 28 gennaio. Sono stati invitati all'evento principale Donald Trump, il cui consenso nei sondaggi è cresciuto fino al 40%, circa il doppio del più diretto inseguitore Ted Cruz, oltre a Marco Rubio, Ben Carson, Jeb Bush, Chris Christie e John Kasich; Trump, tuttavia, ha scelto di boicottare il dibattito declinando l'invito, dopo che l'emittente via cavo aveva confermato gli stessi moderatori di quello del precedente agosto, dopo il quale l'imprenditore aveva lamentato di essere stato trattato ingiustamente, in particolare da Megyn Kelly, per la quale aveva chiesto una sostituzione[104]. L'ottavo sarà organizzato da ABC News nel New Hampshire il 6 febbraio; il nono da CBS News in South Carolina il 13 febbraio; il decimo, che originariamente doveva essere curato da NBC News, il 25 febbraio a Houston dalla CNN[105]. Due dibattiti finali saranno organizzati nuovamente da CNN e Fox News nel mese di marzo.

La situazione all'inizio delle votazioni

Ted Cruz è emerso tra i principali sfidanti di Trump alla vigilia delle votazioni

All'inizio del 2015 secondo gli osservatori il frontrunner della competizione si prospettava essere Jeb Bush [106][107], il quale, dopo l'annuncio ufficiale della sua candidatura, aveva conquistato anche il maggior numero di endorsement tra parlamentari e governatori, pur senza ottenere molto più consensi degli altri candidati e venendo pertanto giudicato un candidato «debole»[108]. L'alto numero di contendenti, inizialmente in diciassette tra i soli principali, contribuì a rendere difficili le previsioni, con la competizione vista come una delle più incerte di sempre[1]. Nel mese di giugno 2015 scese in campo anche Donald Trump, le cui posizioni populiste e controverse, tra cui le proposte di costruire un muro per fermare l'immigrazione dal Messico e sospendere l'ingresso nel paese di musulmani come misura antiterrorismo, inaspettatamente gli consentirono di guadagnare rapidamente notevole popolarità nei sondaggi[109][110]. Anche se dalla maggior parte dei commentatori non era visto come un candidato serio e la sua popolorità era considerata momentanea, Trump, pur continuando a raccogliere critiche a livello internazionale (nel Regno Unito si è discusso in Parlamento se inserirlo nella lista delle persone a cui è vietato l'ingresso nel Paese[111]) continuò a restare nettamente in testa ai sondaggi per tutto il resto dell'anno, guadagnando ulteriormente consensi e affermandosi di conseguenza come favorito della corsa[112][113]. Tra gli altri candidati, mentre alcuni iniziarono a ritirarsi, in autunno i maggiori sfidanti di Trump erano considerati Ben Carson, per il suo appeal come outsider, Marco Rubio, per la sua capacità di richiamare gli elettori di origine ispanica e le sue posizioni moderate, e Ted Cruz, per la sua popolarità tra gli elettori vicini al Tea Party, mentre i consensi di Bush andavano scemando[114][115][116][117].

All'inizio del 2016, Trump risulta ancora in testa in sondaggi, con Ted Cruz considerato il principale sfidante almeno nei primi Stati in cui si vota, in particolare grazie alla crescita di consensi tra gli elettori repubblicani che si definiscono più conservatori e quelli che considerano rilevante la religione; Cruz, battista figlio di un predicatore, si è contraddistinto anche per terminare ogni suo comizio invitando a una preghiera[118]. Alla fine di gennaio, nei sondaggi a livello nazionale, a Trump è attribuito circa il 40% di preferenze, a Cruz circa il 20%, a Rubio circa il 10%, con Carson, Christie e Bush attestati tra il 4 e il 7%, e il resto dei candidati tra la 0 e il 3%[119][120].

Calendario e risultati

Ogni Stato, oltre a votare in date diverse, segue modalità di voto differenti. In alcuni stati si vota infatti con primarie aperte a tutto il corpo elettorale, in altri con primarie chiuse, in cui votano solo gli iscritti al partito, e in altri ancora con primarie semichiuse, in cui possono votare gli iscritti al partito e quelli non iscritti ad altri. In tutti i casi i cittadini che si registrano per votare alle primarie di un partito, per le stesse elezioni non possono poi partecipare alle primarie di altri partiti. Una minoranza di stati vota anche durante i caucus, incontri tra i sostenitori locali del partito in cui si vota con modalità poco formali, a volte per semplice alzata di mano. Anche l'assegnazione dei delegati varia: in alcuni il "vincitore prende tutto" (winner-takes-all), ossia vengono eletti solo i delegati promessi allo stesso candidato che hanno ottenuto più voti, mentre in altri avviene una ripartizione proporzionale.

Oltre ai delegati promessi ad un candidato e quindi poi vincolati dal voto popolare alla convention in cui viene nominato il candidato presidente del partito, ogni Stato elegge anche un numero minore di "superdelegati", non promessi ad alcun candidato e con libera facoltà di scelta alla convention nazionale estiva.

Di seguito il calendario dello svolgimento delle primarie:[121][122][123][124]

Data Stato o territorio Tipo Delegati Sistema Risultati
Trump Cruz Rubio Carson Altri
vincol. super. del. voti del. voti del. voti del. voti del. voti
1º febbraio 2016 Iowa caucus chiusi 27 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
9 febbraio 2016 New Hampshire primarie miste 20 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
20 febbraio 2016 Carolina del Sud primarie aperte 47 3 semi-magg. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
23 febbraio 2016 Nevada caucus chiusi 27 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
1º marzo 2016 Alabama primarie aperte 47 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Alaska caucus chiusi 25 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Arkansas primarie aperte 37 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Colorado caucus chiusi 34 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Georgia primarie aperte 73 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Massachusetts primarie miste 39 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Minnesota caucus aperti 35 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Dakota del Nord caucus chiusi 25 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Oklahoma primarie chiuse 40 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Tennessee primarie aperte 55 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Texas primarie aperte 152 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Vermont primarie aperte 16 0 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Virginia primarie aperte 46 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Wyoming caucus chiusi 26 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
5 marzo 2016 Kansas caucus chiusi 40 0 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Kentucky caucus chiusi 42 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Louisiana primarie chiuse 44 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Maine caucus chiusi 20 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
6 marzo 2016 Porto Rico primarie aperte 20 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
8 marzo 2016 Hawaii caucus chiusi 16 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Idaho primarie chiuse 29 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Michigan primarie aperte 56 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Mississippi primarie aperte 37 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
12 marzo 2016 Guam convention chiusa 6 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
District of Columbia convention chiusa 16 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
15 marzo 2016 Florida primarie chiuse 99 0 maggioritario 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Illinois primarie aperte 66 3 semi-magg. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Missouri primarie aperte 49 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Carolina del Nord primarie miste 72 0 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Marianne Settentrionali caucus chiusi 6 3 maggioritario 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Ohio primarie miste 63 3 maggioritario 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
19 marzo 2016 Isole Vergini caucus aperti 6 3 maggioritario 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
22 marzo 2016 Samoa Americane convention pubblica 6 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Arizona primarie aperte 58 0 maggioritario 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Utah caucus chiusi 40 0 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
5 aprile 2016 Wisconsin primarie aperte 42 0 semi-magg. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
19 aprile 2016 New York primarie chiuse 92 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
26 aprile 2016 Connecticut primarie chiuse 25 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Delaware primarie chiuse 16 0 semi-magg. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Maryland primarie chiuse 38 0 semi-magg. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Pennsylvania primarie chiuse 68 3 semi-magg. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Rhode Island primarie miste 16 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
3 maggio 2016 Indiana primarie aperte 54 3 semi-magg. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
10 maggio 2016 Nebraska primarie chiuse 33 3 maggioritario 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Virginia Occidentale primarie miste 31 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
17 maggio 2016 Oregon primarie chiuse 25 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
24 maggio 2016 Washington primarie chiuse 41 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
7 giugno 2016 California primarie chiuse 169 3 semi-magg. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Montana primarie aperte 24 3 maggioritario 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
New Jersey primarie miste 51 0 maggioritario 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Nuovo Messico primarie chiuse 21 3 proporz. 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Dakota del Sud primarie chiuse 26 3 maggioritario 0 0% 0 0% 0 0% 0 0% 0 0%
Totali 2 472
(2 346 + 126)

Convention nazionale

La convention nazionale in cui i delegati eleggeranno ufficialmente il candidato alla Presidenza e il candidato Vicepresidente si terrà alla Quicken Loans Arena di Cleveland dal 18 al 21 luglio 2016[125][126].

Note

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