Cinesi in Italia: differenze tra le versioni

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Negli anni non sono mancate situazioni di tensione, generate da un'integrazione talvolta difficile. Nel 2007, parecchie decine di cinesi hanno sfilato per le strade di Milano per protestare contro la discriminazione subita.<ref>{{Cita testo|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/6550725.stm|pubblicazione=BBC News|titolo=Milan police in Chinatown clash|autore=Dacid Willey|data=13 aprile 2007|accesso=22 aprile 2008}}</ref> La città di [[Treviso]] ha ordinato ai negozi gestiti da cinesi di togliere le loro lanterne perché sembravano "troppo orientali".<ref>{{cita testo|pubblicazione=Taipei Times|titolo=Oriental decor not allowed|data=8 maggio 2007|accesso=22 aprile 2008|url=http://www.taipeitimes.com/News/world/archives/2007/05/08/2003360012}}</ref>
Negli anni non sono mancate situazioni di tensione, generate da un'integrazione talvolta difficile. Nel 2007, parecchie decine di cinesi hanno sfilato per le strade di Milano per protestare contro la discriminazione subita.<ref>{{Cita testo|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/6550725.stm|pubblicazione=BBC News|titolo=Milan police in Chinatown clash|autore=Dacid Willey|data=13 aprile 2007|accesso=22 aprile 2008}}</ref> La città di [[Treviso]] ha ordinato ai negozi gestiti da cinesi di togliere le loro lanterne perché sembravano "troppo orientali".<ref>{{cita testo|pubblicazione=Taipei Times|titolo=Oriental decor not allowed|data=8 maggio 2007|accesso=22 aprile 2008|url=http://www.taipeitimes.com/News/world/archives/2007/05/08/2003360012}}</ref>


In generale, è nelle grandi città dove risiedono le comunità più numerose che contrasti e differenze tendono inevitabilmente ad amplificarsi, specie laddove le attività economiche cinesi entrano in concorrenza con quelle italiane, com'è accaduto a [[Prato (Italia)|Prato]] nel settore tessile.<ref name="Donadio">{{cita testo|autore=Rachel Donadio|pubblicazione=[[New York Times]]|titolo=Chinese Remake the ‘Made in Italy’ Fashion Label|data=12 settembre 2010|accesso=04-05-20114|url=https://www.nytimes.com/2010/09/13/world/europe/13prato.html}}</ref><ref name="Villa">{{cita testo|pubblicazione=ilgiornale.it|titolo=Chinatown, le città invisibili nel cuore d'Italia|autore=Gabriele Villa|data=15 aprile 2007|accesso=29 novembre 2011|url=http://www.ilgiornale.it/interni/chinatown_citta_invisibili_cuore_ditalia/15-04-2007/articolo-id=171037-page=1-comments=1}}</ref> Al tempo stesso, è proprio in tali realtà che gli immigrati di seconda generazione, nati e cresciuti in Italia, cominciano a chiedere maggiore attenzione e a cercare di integrarsi sempre di più.<ref name="CESNUR">{{Cita news|autore=Pierluigi Zoccatelli|url=http://www.cesnur.org/2009/slc_zoccatelli_ita.htm|titolo=''Religione e spiritualità fra gli immigrati cinesi a Torino''|pubblicazione=[[CESNUR]]|data=31 novembre 2009|accesso=1º novembre 2011|cid=}}</ref>
In generale, è nelle grandi città dove risiedono le comunità più numerose che contrasti e differenze tendono inevitabilmente ad amplificarsi, specie laddove le attività economiche cinesi entrano in concorrenza con quelle italiane, com'è accaduto a [[Prato (Italia)|Prato]] nel settore tessile.<ref name="Donadio">{{cita testo|autore=Rachel Donadio|pubblicazione=[[New York Times]]|titolo=Chinese Remake the ‘Made in Italy’ Fashion Label|data=12 settembre 2010|accesso=4 maggio 2014|url=https://www.nytimes.com/2010/09/13/world/europe/13prato.html}}</ref><ref name="Villa">{{cita testo|pubblicazione=ilgiornale.it|titolo=Chinatown, le città invisibili nel cuore d'Italia|autore=Gabriele Villa|data=15 aprile 2007|accesso=29 novembre 2011|url=http://www.ilgiornale.it/interni/chinatown_citta_invisibili_cuore_ditalia/15-04-2007/articolo-id=171037-page=1-comments=1}}</ref> Al tempo stesso, è proprio in tali realtà che gli immigrati di seconda generazione, nati e cresciuti in Italia, cominciano a chiedere maggiore attenzione e a cercare di integrarsi sempre di più.<ref name="CESNUR">{{Cita news|autore=Pierluigi Zoccatelli|url=http://www.cesnur.org/2009/slc_zoccatelli_ita.htm|titolo=''Religione e spiritualità fra gli immigrati cinesi a Torino''|pubblicazione=[[CESNUR]]|data=31 novembre 2009|accesso=1º novembre 2011|cid=}}</ref>


== Comunità cinesi per città ==
== Comunità cinesi per città ==

Versione delle 11:22, 6 mag 2020

Cinesi in Italia
Via Paolo Sarpi, centro della Chinatown di Milano
 
Luogo d'origineBandiera della Cina Cina
Popolazione299 823 dalla Cina (2019)
LinguaCantonese, mandarino, inglese, italiano
ReligioneAteismo/Agnosticismo, Religione popolare cinese, Buddhismo, Cattolicesimo romano
Gruppi correlatiCinesi, Diaspora cinese

La comunità cinese d'Italia, secondo i dati Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, al 1 gennaio 2018 è composta da 309 110 residenti di origine cinese,[1] a cui si aggiungono 581 taiwanesi,[2] pari allo 0,4% del totale della popolazione residente in Italia. La comunità di origine cinese quindi è la quarta per numero di residenti, dietro a quella romena, albanese e marocchina.[3]

Demografia

La migrazione cinese sarebbe iniziata dopo la prima Guerra Mondiale, quando arrivò a Milano il primo gruppo di cinesi dello Zhejiang, probabilmente attraverso la Francia, dove avevano lavorato nelle fabbriche durante la guerra.[4][5] Attraverso catene migratorie a carattere familiare, altri cinesi dalla stessa regione arrivarono in Italia nei decenni successivi; in ogni caso, la migrazione rimase limitata, considerato che nel 1975 erano registrati solo 402 adulti di nazionalità cinese in Italia.[5]

Un secondo importante flusso migratorio sarebbe iniziato negli anni 80, quando si registrò un importante influsso di migranti dalla regione del Fujian[4], seguiti da emigranti provenienti dal nord-est della Cina negli anni 90[5] e, nei primi anni 2000, da un ulteriore flusso causato dalla chiusura delle grandi industrie e miniere di stato nel Nord del Paese.[4]

Secondo il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, al primo gennaio 2018, "i cittadini di origine Cinese [...] in Italia risultano 309 110, pari all'8,3% del totale dei cittadini non comunitari"[1]. Di questi, circa il 25% sono minori; il 67,5% della manodopera cinese è occupata nei ristoranti o nel commercio, e il 20% nell'industria; oltre la metà della comunità cinese risiede nel Nord Italia, ma ben il 16% dei cinesi in Italia risiede tra le province di Firenze e Prato[1]. Tra le comunità di immigrati, quella cinese è quella che presenta il tasso di disoccupazione più basso, con il 4,5%.[1]

Piemonte

Secondo uno studio condotto nel 2010 congiuntamente dal CESNUR e dall'Università di Torino su oltre 4 000 individui della sola comunità cinese di Torino, il 48% di essi sono donne e il 30% minori; il 90% viene dallo Zhejiang. Per quanto riguarda l'occupazione, il 70% lavora nella ristorazione e più del 20% nel commercio.[6]

Religione

Religione dei cinesi in Italia
CESNUR 2010[7][8] ISTAT 2011-2012[9]
Religione   Percentuale
Religione popolare cinese
  
38,4%
Buddismo
  
13,7%
Chiesa cattolica
  
3,6%
Protestantesimo
  
3,3%
Testimoni di Geova
  
1,1%
Non religiosi
  
39,9%
Religione   Percentuale
Buddismo
  
44,4%
Chiesa cattolica
  
5,0%
Protestantesimo
  
2,3%
Testimoni di Geova
  
1,1%
Altre religioni
  
3,8%
Non religiosi
  
44,5%

Secondo un sondaggio del CESNUR, la maggioranza dei cinesi (59,3%) dichiara di non seguire alcuna religione, il 38,4% seguono la religione cinese, il 31,6% sono buddhisti (il 13,7% buddhisti puri, mentre il resto buddhisti in seno alla religione cinese), l'8% sono cristiani (di cui cattolici 3,6%, protestanti 3,3% e testimoni di Geova 1,1%) e i taoisti sono l'1,1%.[10] Secondo i dati raccolti dall'ISTAT relativi a tutti i cinesi residenti in Italia, il 44,4% sono buddhisti, il 5% cattolici, il 2,3% protestanti, l'1,1% testimoni di Geova e il 3,8% di altre religioni, mentre il 44,5% non sono religiosi.[9]

Il primo grande tempio buddhista cinese in Italia, il Puhua Si 普花寺 ("Tempio del Fiore Universale"),[11] fu aperto a Prato nel 2009, mentre nel 2012 l'Associazione buddhista Italia-Cina inaugurò a Roma lo Huayi Si 華義寺 ("Tempio della Virtù Fiorente", ma Huayi si presta anche all'interpretazione "Cina-Italia", essendo Hua e Yi anche i nomi brevi per i due Paesi).[12] Esistono altri templi minori e più informali, come il Tempio Putuoshan del rione Esquilino di Roma dedicato all'omonimo monte (Putuo) nello Zhejiang sacro ai buddhisti. L'organizzazione religiosa popolare cinese Yiguandao (一贯道) è presente tra i cinesi in Italia; il primo luogo di culto dello Yiguandao è stato inaugurato nel 2011 nel quartiere di Torpignattara di Roma.[13]

Integrazione

Uno scorcio della Chinatown di Roma, nel Quartiere Esquilino. Roma, insieme a Milano e Prato, ospita la più numerosa comunità cinese in Italia.
La "Chinatown di Prato", che insieme a quelle di Roma e Milano è la più grande e importante d'Italia.
Il tempio buddista cinese Putuoshan in via Ferruccio, Esquilino, Roma.

Negli anni non sono mancate situazioni di tensione, generate da un'integrazione talvolta difficile. Nel 2007, parecchie decine di cinesi hanno sfilato per le strade di Milano per protestare contro la discriminazione subita.[14] La città di Treviso ha ordinato ai negozi gestiti da cinesi di togliere le loro lanterne perché sembravano "troppo orientali".[15]

In generale, è nelle grandi città dove risiedono le comunità più numerose che contrasti e differenze tendono inevitabilmente ad amplificarsi, specie laddove le attività economiche cinesi entrano in concorrenza con quelle italiane, com'è accaduto a Prato nel settore tessile.[16][17] Al tempo stesso, è proprio in tali realtà che gli immigrati di seconda generazione, nati e cresciuti in Italia, cominciano a chiedere maggiore attenzione e a cercare di integrarsi sempre di più.[10]

Comunità cinesi per città

Noti italiani di origine cinese

Note

  1. ^ a b c d La comunità Cinese in Italia (PDF), Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, 2018.
  2. ^ Taiwanesi in Italia, tuttitalia.it
  3. ^ Cittadini Stranieri. Bilancio demografico anno 2010 e popolazione residente al 31 dicembre - Tutti i paesi di cittadinanza Italia, Istat, 31 dicembre 2010. URL consultato il 1º novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2012).
  4. ^ a b c Analisi ed elaborazione dati sull'immigrazione cinese in Italia (PDF), OIM – Organizzazione Internazionale per le Migrazioni - Missione di collegamento in Italia e di coordinamento per la Regione del Mediterranee, 2009.
  5. ^ a b c Anna Mardsen, Chinese descendants in Italy: emergence, role and uncertain identity, in Ethnic and Racial studies, vol. 37, 2014.
  6. ^ Torino: l'integrazione dei cinesi passa per le seconde generazioni. Indagine del Cesnur sulla comunità del capoluogo piemontese, su immigrazioneoggi.it. URL consultato il 28 agosto 2010 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).
  7. ^ Pierluigi Zoccatelli; Religione e religiosità fra i cinesi a Torino. "Religione cinese", identità secolare e presenze di origine cristiana. In: Luigi Berzano, Carlo Genova, Massimo Introvigne, Roberta Ricucci, Pierluigi Zoccatelli; Cinesi a Torino: la crescita di un arcipelago; Il Mulino, 2010. ISBN 9788815137913. p. 223: «In conclusione il risultato dell'indagine, per quanto riguarda l'atteggiamento religioso dei cinesi a Torino, sembra essere così descritto: l'identità secolare – 39,9% – ricomprende poco meno della metà della popolazione. Il resto ha qualche forma di credenza o di pratica religiosa. Circa la metà di costoro può essere inserito nella categoria della "religione cinese", all'interno della quale predomina il riferimento buddhista. L'"identità buddhista forte" interessa il 13,7% del campione, mentre il 3,6% è cattolico, il 3,3% protestante e l’1,1% Testimone di Geova.»
  8. ^ Pierluigi Zoccatelli. Religion and Spirituality among the Chinese Immigrants in Turin, Italy. 2009 CESNUR Conference, Salt Lake City, Utah, 11–13 giugno, 2009.
  9. ^ a b Appartenenza e pratica religiosa tra i cittadini stranieri, su www.istat.it, 30 ottobre 2014. URL consultato il 22 ottobre 2017.
  10. ^ a b Pierluigi Zoccatelli, Religione e spiritualità fra gli immigrati cinesi a Torino, in CESNUR, 31 novembre 2009. URL consultato il 1º novembre 2011.
  11. ^ "Tempio Buddista Pu Hua Si", tripadvisor.it
  12. ^ "Tempio Buddista Hua Yi Si", tripadvisor.it
  13. ^ Roma: inaugurazione tempio a Torpignattara. www.tvreporter.it.
  14. ^ Dacid Willey, Milan police in Chinatown clash, in BBC News, 13 aprile 2007. URL consultato il 22 aprile 2008.
  15. ^ Oriental decor not allowed, in Taipei Times, 8 maggio 2007. URL consultato il 22 aprile 2008.
  16. ^ Rachel Donadio, Chinese Remake the ‘Made in Italy’ Fashion Label, in New York Times, 12 settembre 2010. URL consultato il 4 maggio 2014.
  17. ^ Gabriele Villa, Chinatown, le città invisibili nel cuore d'Italia, in ilgiornale.it, 15 aprile 2007. URL consultato il 29 novembre 2011.

Voci correlate

Collegamenti esterni