Sina Weibo
Sina Weibo sito web | |
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URL | |
Tipo di sito | microblogging |
Lingua | Cinese |
Registrazione | gratuita |
Proprietario | SINA Corporation |
Creato da | SINA Corporation |
Lancio | 14 agosto 2009 |
Stato attuale | attivo |
Sina Weibo (新浪微博S, Xīnlàng WēibóP) è un sito di microblogging cinese. È un ibrido fra Twitter e Facebook, è uno dei siti più frequentati della Cina, si calcola che più del 30% delle persone che hanno accesso a internet in Cina usi Sina Weibo, quasi come la penetrazione di mercato di Twitter negli Stati Uniti.[1] Nel 2012 contava più di 500 milioni di iscritti e 100 milioni di pubblicazioni giornaliere.[2] Verso il terzo trimestre del 2015, Sina Weibo aveva 222 milioni di abbonati e 100 milioni di utenti giornalieri.[3] Circa 100 milioni di messaggi sono postati ogni giorno su Sina Weibo.[4]
È subentrato nel mondo del microblogging cinese a seguito del blackout imposto dal governo cinese dopo i disordini nella città di Urumqi del luglio 2009, che hanno portato alla chiusura di numerose piattaforme di microblogging quali Fanfou, Jiwai, Digu e Zuosa. L'imprenditore Charles Chao, amministratore delegato della Sina Corporation, ha visto in questi eventi un'opportunità per entrare nel mercato.[5][6] Il 14 agosto 2009, dunque, viene fondato per iniziativa della Sina Corporation,[7] e che acconsente al monitoraggio e al controllo da parte delle autorità governative, ponendo rigidi controlli sui messaggi postati sui suoi servizi.[8][9] L'interfaccia è solo in lingua cinese e inglese.
Nel marzo 2014, la Sina Corporation ha annunciato uno scorporo di Weibo come entità separata e ha presentato un'IPO sotto il simbolo WB.[10] Sina mantiene la proprietà del 56,9% di Weibo.[11] La società ha cominciato a fare scambi pubblicamente il 17 aprile 2014.[12]
Censura[modifica | modifica wikitesto]
Nell'aprile 2018 la piattaforma decide di censurare tutti i contenuti riguardanti l'omosessualità in linea con la posizione del governo cinese, dopo tre giorni di proteste da parte degli utenti iscritti al sito la società ha deciso di fare retromarcia.[13][14]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Kenneth Rapoza, China's Weibos vs US's Twitter: And the Winner Is?, in Forbes, 17 maggio 2011. URL consultato il 4 agosto 2011.
- ^ Josh Ong, China's Sina Weibo grew 73% in 2012, passing 500 million registered accounts, thenextweb.com, 21 febbraio 2013. URL consultato il 21 maggio 2013.
- ^ Sina Weibo revenue and statistics - App Industry Insights, su Business of Apps. URL consultato il 9 aprile 2016.
- ^ Belinda Cao, Sina's Weibo Outlook Buoys Internet Stock Gains: China Overnight, su Bloomberg, 28 febbraio 2012.
- ^ Austin Ramzy, Charles Chao – The 2011 TIME 100, in Time, 21 aprile 2011. URL consultato il 26 ottobre 2011.
- ^ Gady Epstein, Sina Weibo, in Forbes Asia, 14 marzo 2011. URL consultato il 26 ottobre 2011.
- ^ Michelle and Uking, Special: Micro blog's macro impact, in China Daily, 2 marzo 2011. URL consultato il 26 ottobre 2011.
- ^ China's Sina to step-up censorship of Weibo, in Reuters, 19 settembre 2011. URL consultato il 18 ottobre 2011.
- ^ Beijing's Weibo Conundrum, 21 settembre 2011. URL consultato il 18 ottobre 2011.
- ^ Sina Weibo, 'China's Twitter,' files for IPO, in Agence France-Presse, 15 marzo 2014. URL consultato il 17 aprile 2014.
- ^ Joe Cornell, Spin-Offs in the Spotlight: The 'Spin-Cycle', in Forbes, 14 aprile 2014. URL consultato il 17 aprile 2014.
- ^ Patrick M. Sheridan, Weibo IPO leads Chinese stock invasion, CNN, 17 aprile 2014. URL consultato il 17 aprile 2014.
- ^ AGI - Agenzia Giornalistica Italia, La colossale retromarcia del 'Twitter cinese' sui contenuti gay, su Agi. URL consultato il 17 aprile 2018.
- ^ Weibo, Il “twitter” cinese sblocca i contenuti gay, in rainews. URL consultato il 17 aprile 2018.
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (ZH) Sina Weibo, su weibo.com. Sito ufficiale