Mafia nigeriana

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La mafia nigeriana è un'organizzazione criminale di tipo mafioso nata in Nigeria e sviluppatasi anche in Niger, Benin e nel resto del mondo.

Si formò agli inizi degli anni ottanta, in seguito alla crisi del petrolio, risorsa chiave del paese, che portò i gruppi dirigenti a cercare l'appoggio della criminalità per mantenere i propri privilegi. Così protetta, la criminalità organizzata ha potuto svolgere i propri traffici indisturbata o quasi, aiutata oltre che dall'appoggio di una parte del mondo politico del paese anche dallo scarso controllo che lo Stato esercita sul vasto territorio nazionale.[1]

Organizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Composta principalmente da persone di etnia Ibo o Yoruba con un elevato grado di istruzione, la mafia nigeriana si è conquistata un posto di livello internazionale nel mondo del crimine. Presente in molti paesi, gestisce, oltre al traffico di eroina e di cocaina, l'accattonaggio e anche la prostituzione delle proprie connazionali, tenute in schiavitù tramite il sequestro dei documenti e minacce ai familiari rimasti nel paese d'origine.

Il modello strutturale della criminalità organizzata in Nigeria è formato da gruppi autonomi sciolti e, allo stesso tempo, dipendenti da un vertice unico. Si tratta di un sistema in cui cellule criminali più strutturate si accompagnano a cellule contingenti che, diversamente dalle precedenti, nascono in corrispondenza di un singolo affare criminale e si sciolgono al termine di quest'ultimo. I gruppi criminali sono di genere maschile, soprattutto per le attività di narcotraffico e truffe telematiche, femminile per quanto riguarda in particolare lo sfruttamento della prostituzione con la figura delle madame, tipicamente ex vittime di tratta che gestiscono il sistema di sfruttamento e vi sono anche gruppi misti.[2]

Uno dei riti di iniziazione più frequenti è il sottoporsi a frustate da parte del boss dell'organizzazione.[3]

Diffusione nel mondo[modifica | modifica wikitesto]

Italia[modifica | modifica wikitesto]

A partire dagli anni '80, la mafia nigeriana si è espansa in molti paesi, tra cui l'Italia. Ha importanti legami con Cosa nostra.[4][5]

L'organizzazione dei Black Axe è nata negli anni '70 a Benin City in Nigeria. Elementi di spicco di questa organizzazione criminale sono già stati rilevati in molte città italiane[6][7]

Il 15 gennaio 2008, con l'operazione Viola, vengono arrestati sessantasei presunti appartenenti alla mafia nigeriana (di cui ventitré già nell'ottobre 2007) per associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di esseri umani e narcotraffico in Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Belgio, Stati Uniti e Nigeria.[8] Il 18 febbraio 2010, nel contesto dell'Operazione "Piovra nera", vengono arrestati cinque nigeriani che gestivano un traffico di cocaina a Genova.[9]

Nel 2009 a Brescia viene decapitata l'organizzazione capeggiata da Frank Edomwonyi, con l'arresto di dodici persone.[6]

A Torino nel 2010 vengono condannati per associazione mafiosa alcuni affiliati ai Black Axe e Eiye, che si erano fatti la guerra già nel 2003.[6]

Nel 2011 un'informativa dell'ambasciata nigeriana a Roma riporta[6]:

«Vorrei attirare la vostra attenzione sulla nuova attività criminale di un gruppo di nigeriani appartenente a sette segrete, proibite dal governo a causa di violenti atti di teppismo: purtroppo gli ex membri di queste sette che sono riusciti ad entrare in Italia hanno fondato nuovamente l'organizzazione qui, principalmente con scopi criminali»

Il 19 ottobre 2015, per la prima volta, in Sicilia presunti membri di un'organizzazione criminale straniera vengono accusati del reato di associazione mafiosa. In particolare, come riporta il giornalista Giuseppe Pipitone sull'edizione online del Fatto Quotidiano, viene scoperta la confraternita nigeriana dei Black Axe che gestisce lo spaccio e la prostituzione nel quartiere Ballarò di Palermo sotto l'egida di Giuseppe Di Giacomo, boss del clan di Porta Nuova, ucciso poi il 12 marzo 2014.[6]

L'Aisi, inoltre, dal 2012 controlla il presunto capo della confraternita Eyie, Gabriel Ugiagbe che gestisce i suoi affari criminali da Catania, spostandosi poi in Nord Italia, Austria e Spagna.[6][10]

La roccaforte dell'organizzazione è Castel Volturno.[11]

Secondo alcune fonti, dopo la disarticolazione del gruppo Bidognetti, potente articolazione del Clan dei Casalesi che, per decadi, aveva mantenuto stabile la propria egemonia a Castel Volturno, subordinando ad essa le cellule mafiose nigeriane presenti sul territorio e dedite principalmente allo sfruttamento della prostituzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti, attività che venivano "tassate" dai Casalesi, la criminalità nigeriana avrebbe colmato il vuoto di potere lasciato dall'assenza dei Bidognetti. Secondo la DIA, i mafiosi nigeriani avrebbero acquisito il controllo di alcuni tratti del Litorale Domitio, al pari degli italiani, ai quali non sarebbero più legati da alcun rapporto di sudditanza.[12]

Recentemente, si è affermato in Italia un nuovo gruppo criminale, chiamato Viking.

Si ipotizza che i tre gruppi distinti Axe, Eiye e Viking, siano coordinate da una struttura verticistica unitaria che opera al di sopra.[13]

Il 3 dicembre 2019, la Polizia coordinata dalla Procura di Trento ha sgominato un vasto traffico di stupefacenti. Sono state 35 le persone arrestate nell'operazione "Sommo Poeta" condotta dalla Polizia di Stato di Trento, con perquisizioni ed esecuzioni di ordini di custodia in carcere anche in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Puglia e perfino in Germania.[14]

Il 28 ottobre 2020 le Squadre Mobili di Torino e di Ferrara, coordinate dalle locali Direzioni Distrettuali Antimafia con il supporto di Eurojust, hanno eseguito 69 misure cautelari in carcere nei confronti di un vasto gruppo di cittadini nigeriani ritenuti appartenenti al sodalizio criminale di stampo mafioso denominato 'Viking'. L'esecuzione dei provvedimenti restrittivi, ha permesso agli investigatori di sgominare l'intera consorteria criminale dei 'Viking', anche denominata 'Norsemen Kclub International', colpendo i personaggi al vertice del livello nazionale dell'organigramma, direttamente responsabili delle nuove affiliazioni, della gestione dello spaccio di sostanze stupefacenti nelle piazze cittadine e dell'attività di sfruttamento della prostituzione.[15]

Il 26 aprile 2021, un maxi-blitz della Polizia de L’Aquila ha arrestato 30 cittadini nigeriani smantellando così una cellula dell’organizzazione Black Axe, l'operazione ha interessato complessivamente 14 province italiane. Gli arrestati sono ritenuti membri dell'organizzazione mafiosa nigeriana denominata Black Axe, finalizzata al compimento di numerosi reati tra cui traffico di stupefacenti, immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione, truffe romantiche, truffe informatiche e riciclaggio anche attraverso la compravendita di bitcoin, per un totale di quasi 100 capi di imputazione. Le indagini hanno permesso di accertare l'esistenza e l'operatività, in Italia, di una associazione a delinquere di stampo mafioso costituente un'articolazione dell'organizzazione criminale denominata Black Axe, che ha i suoi vertici in Nigeria: il capo di zona in Italia è stato identificato in un nigeriano di 35 anni che dirigeva, dalla città dell'Aquila, tutte le attività criminali del sodalizio. “Le indagini sono partite nel 2018 – ha riepilogato il procuratore capo dell’Aquila, Michele Renzo, capo della procura distrettuale antimafia abruzzese -. Questa organizzazione risponde agli schemi dell’associazione mafiosa. Quando si pensa alla mafia nigeriana non dobbiamo pensare solo a spaccio e prostituzione, è un’organizzazione che ha metodi sofisticati di criminalità economica. Una mafia che sta compiendo un ulteriore passo dalla violenza deflagrante che incide sugli individui alla violenza sul sistema, perché questo è la criminalità economica”. A L’Aquila viveva il 35enne a capo dell’organizzazione, che in due anni e mezzo di attività ha commesso frodi per circa un milione di euro. Proprio seguendo il capo per due anni, la polizia ha ricostruito la complessa attività che ha toccato le province di Roma, Rieti, Bari, Caserta, Napoli, Reggio Emilia, Parma, Modena, Catania, Genova, Messina, Potenza e Terni.[16]

Nel giugno 2021 i Carabinieri di Caltanissetta hanno arrestato sedici persone appartenenti al clan denominato "Ika Rima", con base nel centro storico del capoluogo nisseno, che sarebbe un'articolazione della storica organizzazione criminale nigeriana cultista denominata "Eiye", presente in Italia ed in Europa, dedita principalmente al traffico degli stupefacenti ed al controllo della prostituzione: le indagini hanno permesso di verificare che Caltanissetta era l'approdo di carichi di droga in arrivo da Napoli, Palermo e Catania, anche mediante 'ovulatori intracorporei', i quali prevalentemente trasportavano, a rischio della propria vita, ovuli di cocaina ed eroina; inoltre, nel corso delle indagini, è stato sequestrato un libro mastro, di colore verde, tradizionalmente distintivo della confraternita Eiye, contenente sia la codificazione delle regole del gruppo, tra cui le varie fasi dei rituali da seguire per la celebrazione delle riunioni, l'organigramma dell'associazione, con l'indicazione dei pagamenti delle singole quote associative versate dai singoli associati, e le date di partecipazione alle singole riunioni.[17]

Il 22 novembre 2021, la Guardia di Finanza di Cagliari ha arrestato 40 persone in diverse regioni d’Italia nell’ambito di indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura della Repubblica del capoluogo sardo, le indagini hanno consentito di smantellare un’organizzazione criminale costituita da soggetti di nazionalità nigeriana gravemente indiziati di delitti di riciclaggio internazionale di proventi illeciti e di esercizio abusivo di attività di prestazione di servizi di pagamento. Numerose altre le persone implicate nelle indagini (122), anche loro indiziate di far parte di una estesa rete dedita, a vario titolo e in concorso tra loro, ai reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, contro la libertà individuale e di sfruttamento della prostituzione, con l’aggravante della transnazionalità. Nell'operazione 50 le donne nigeriane sono state “liberate” dalla morsa dei loro sfruttatori connazionali dalle "Fiamme Gialle", di cui 41 destinate alla prostituzione e 9 costrette all’accattonaggio in aree cittadine controllate dall’organizzazione, postazioni per cui veniva pagato un canone di 150 euro al mese. Interessate dall'operazione le città di: Cagliari, Olbia, Alessandria, Brescia, Castel Volturno, Catania, Padova, Ravenna, Roma, Torino, Cuneo, Venezia e Verona.[18]

Secondo il criminologo Vincenzo Musacchio in un'intervista a rai news del 10 dicembre 2022 a proposito della Mafia Nigeriana ha dichiarato che

«I gruppi attivi, in Italia, sono: “Black Axe”, “Vikings”, “Supreme Eye Confraternity” e “Maphite”. Operano solitamente secondo vere e proprie strutture gerarchizzate, con i capi e via a scendere, fino ai semplici soldati. Hanno regole molto rigide, per alcuni aspetti simili alla ndrangheta, fondate sul vincolo associativo, sull’omertà da essa derivante, sul timore infuso negli adepti anche mediate riti tribali antichi. Gli ndranghetisti sono legati da vincoli di sangue, i nigeriani invece per riti tribali e religiosi. Chi tradisce solitamente paga con la propria vita o con quella dei propri familiari. In Italia, i gruppi criminali nigeriani ormai hanno stabilito sodalizi con tutte le mafie locali (ndrangheta, camorra, mafia siciliana, mafie pugliesi).»

Sempre durante l'intervista ha poi dichiarato che

«Nell’ultima relazione semestrale la Dia conferma che le cosche nigeriane sono radicate in almeno otto regioni: Lazio, Campania, Calabria, Piemonte, Puglia, Emilia Romagna, Sicilia e Veneto, dove trattano da pari a pari con la malavita italiana e ci sono alcune città che sono i loro capisaldi: Torino, Verona, Bologna, Roma, Napoli, Palermo, Bari, Caserta. I pentiti e le tante operazioni di polizia rivelano che anche Padova, Macerata, Ferrara e nella piccola regione del Molise sono entrate a far parte di questo elenco e che in Sardegna, a Cagliari in particolare, c’è un forte radicamento dei “Supreme Eye”, mentre in Lombardia cominciano a farsi vedere anche i cd. colletti bianchi della mafia nigeriana nel bresciano, nell’hinterland milanese e nella bergamasca. Stando alle ultime indagini la mafia nigeriana avrebbe messo in piedi un altro orribile mercato che riguarda il traffico di esseri umani e di organi. La grande adattabilità della mafia nigeriana è il suo punto di forza e le modalità operative diverse per ogni gruppo fanno sì che agli inquirenti resti incomprensibile e difficile da perseguire la loro attività criminale. Ben presto avvieranno la fase evolutiva e come le nostre mafie si nutriranno tramite il condizionamento delle attività economiche, passando per la corruzione di politici, pubblici funzionari, imprenditori, appalti ottenuti illegalmente, minacce e intimidazioni, per ottenere il controllo del territorio. Sarà quello il momento in cui dovranno fare i conti con le mafie locali.[19]»

L'8 marzo 2023, è stata estradata in Italia, Jeff Joy, 48enne nigeriana ricercata dal 2010 anche all'estero per associazione a delinquere, riduzione in schiavitù, tratta di persone, sfruttamento della prostituzione, e condannata in via definitiva a 13 anni di carcere. Esponente di spicco della mafia nigeriana, o black mafia, è una delle poche donne inserite nell'elenco dei 100 latitanti pericolosi, redatto dal Gruppo Integrato Interforze per la Ricerca dei Latitanti della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Secondo le indagini, la 48enne aveva un ruolo di primo piano nel favorire l'arrivo in Italia, nei Paesi Bassi e in Spagna di ragazze nigeriane che, una volta all'estero, venivano costrette a prostituirsi con la violenza e con la minaccia di ripercussioni non solo sulla loro incolumità ma anche su quella dei familiari rimasti in patria. La donna è stata arrestata il 4 giugno 2022 in Nigeria dai locali servizi di intelligence e successivamente è stata estradata in Italia. Si tratta di un caso pilota nei rapporti fra l'Italia e la Nigeria, con l'attuazione per la prima volta del Trattato di estradizione entrato in vigore nel 2020.[20]

Il 29 marzo 2023, la Polizia di Stato di Torino ha arrestato 16 cittadini nigeriani, sospettati di appartenere al sodalizio criminale di stampo mafioso "Eiye". I provvedimenti restrittivi sono stati disposti all’esito di lunghe e complesse indagini e hanno riguardato in tutto 16 persone, delle quali 11 sono state rintracciate sul territorio nazionale. Per il blitz sono stati impiegati oltre 100 agenti, con l’utilizzo di Reparti di rinforzo del controllo del territorio. Oltre alla Squadra mobile di Torino, l’attività ha coinvolto anche gli omologhi uffici delle questure di Cuneo, Varese, Bergamo e Livorno.[21]

Europa[modifica | modifica wikitesto]

La mafia nigeriana è presente in quasi tutti gli Stati dell'Europa.[13]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Droga, prostituzione e migranti: ecco come agisce la mafia nigeriana, in ilgiornale.it, 21 novembre 2018.
  2. ^ L’organizzazione criminale nigeriana: un sistema complesso, su stampoantimafioso.it. URL consultato il 27 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 22 novembre 2018).
  3. ^ Droga, pestaggi e riti iniziatici la mafia nigeriana finisce in cella, in lastampa.it, 18 maggio 2006.
  4. ^ Mafia nigeriana: il patto con Cosa nostra, agguati con l’ascia e sangue bevuto. A Palermo prima inchiesta sulla ‘Cosa nera’, in ilfattoquotidiano.it, 19 ottobre 2015.
  5. ^ (EN) Nigerian gangs join forces with mafia to run vice rings in Sicily, in thetimes.co.uk, 27 giugno 2017.
  6. ^ a b c d e f Mafia nigeriana: il patto con Cosa nostra, agguati con l'ascia e sangue bevuto. A Palermo prima inchiesta sulla ‘Cosa nera’, in Fattoquotidiano, 19 ottobre 2015. URL consultato il 22 ottobre 2015.
  7. ^ “Black Axe”, la violentissima mafia nigeriana che spaventa l’Italia: “è più crudele della ‘ndrangheta”, interrogazione al Ministro Minniti, in strettoweb.com, 21 novembre 2018.
  8. ^ Maxi-blitz contro la mafia nigeriana Vendevano minori, 66 arresti - cronaca - Repubblica.it
  9. ^ Mafia nigeriana: cinque fermi a Genova [collegamento interrotto], in Antimafia duemila.
  10. ^ Ecco il "Capo dei capi" nigeriano nuovo barone della droga in Italia, in repubblica.it, 15 novembre 2013. URL consultato il 22 ottobre 2015.
  11. ^ Castel Volturno, il quartier generale della mafia nigeriana tra spaccio e prostituzione, in tgcom24.mediaset.it, 26 ottobre 2018.
  12. ^ Attilio Nettuno, L'indebolimento dei Bidognetti e l'ascesa della mafia nigeriana, su casertanews.it, 19 luglio 2019. URL consultato l'11 gennaio 2021.
  13. ^ a b https://www.ilmessaggero.it/italia/cafiero_de_raho_audizione_mafia_nigeriana_droga_traffico_esseri_umani-4890460.html
  14. ^ In Trentino la droga della criminalità nigeriana, dallo spaccio di eroina e marijuana guadagnavano fino a mille euro al giorno a testa, su il Dolomiti, 3 dicembre 2019. URL consultato il 9 maggio 2023.
  15. ^ AMDuemila, Mafia nigeriana: maxi operazione a Torino e Ferrara, 69 arresti, su Antimafia Duemila | Fondatore Giorgio Bongiovanni. URL consultato l'8 maggio 2023.
  16. ^ Smantellata mafia nigeriana in 14 province, 30 arresti - Abruzzo, su Agenzia ANSA, 26 aprile 2021. URL consultato il 9 maggio 2023.
  17. ^ Caltanissetta, spaccio di stupefacenti in mano a un'organizzazione mafiosa nigeriana: 16 arresti, su la Repubblica, 10 giugno 2021. URL consultato il 24 settembre 2021.
  18. ^ Inchiesta della Dda di Cagliari: arresti per riciclaggio e immigrazione clandestina, su La Nuova Sardegna. URL consultato l'8 maggio 2023.
  19. ^ Pierluigi Mele, La mafia nigeriana “sta diventando sempre più potente e pericolosa”, su RaiNews, 10 dicembre 2022. URL consultato il 9 maggio 2023.
  20. ^ La superlatitante della mafia nigeriana estradata in Italia, su Agi. URL consultato l'8 maggio 2023.
  21. ^ Sky TG24, Torino, blitz contro la mafia nigeriana: 16 arresti, su tg24.sky.it. URL consultato l'8 maggio 2023.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]