Il miele del diavolo

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Il miele del diavolo
Stefano Madia e Blanca Marsillach in una scena del film
Paese di produzioneItalia, Spagna
Anno1986
Durata80 min
Generedrammatico, erotico
RegiaLucio Fulci
SoggettoLudovica Marineo, Vincenzo Salviani, Jesus Balcazar, Lucio Fulci
SceneggiaturaLudovica Marineo, Vincenzo Salviani, Jesus Balcazar, Lucio Fulci
ProduttoreFranco Casati, Sergio Martinelli, Vincenzo Salviani
Casa di produzioneSelvaggia Film, P.C. Balcázar
Distribuzione in italianoSelvaggia Film
FotografiaAlessandro Ulloa
MontaggioVincenzo Tomassi
MusicheClaudio Natili
ScenografiaMarta Caveza
TruccoJoaquin Navarro
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Il miele del diavolo è un film del 1986 diretto da Lucio Fulci.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Cecilia, giovane perdutamente innamorata di Gaetano, sassofonista che l'umilia continuamente costringendola ad abbandonarsi a "giochi erotici" e a ripetuti atti di sottomissione, non riesce a ribellarsi, prova anzi piacere nel venire usata. Un incidente motociclistico, provocato da uno di questi "giochi", riduce il musicista in coma e il chirurgo, per negligenza dovuta a gravi problemi personali, ne causa involontariamente la morte. Cecilia decide così di vendicarsi, prima con messaggi e telefonate minatorie, poi sequestrando e torturando il medico, con sevizie principalmente a sfondo sessuale. Ma tra l'ostaggio e la carceriera s'instaura un rapporto malato basato su violenza e amore, passione e sadismo per un lieto fine azzardato e difficile da digerire.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

A poco più di un decennio da Histoire d'O, una Cléry ancora piacente si trova nuovamente coinvolta un film a base di erotismo sadomasochista, molto differente, però, da quello in cui il suo ruolo era semplicemente quello di vittima remissiva.
Alla regia c'è un Fulci in tono minore, già provato dalle precarie condizioni di salute e con pochi mezzi a disposizione stante il rapido declino del cinema italiano di genere, che a metà anni ottanta sentiva tutto il peso della crescente televisivizzazione dell'intrattenimento tricolore.
Mister Horror cerca una via d'uscita calcando la mano su ciò che, allora, in Italia non poteva essere ancora mostrato sul piccolo schermo: sesso e sadismo, ma se la verve e l'inventiva non gli mancano, così come il gusto per le atmosfere morbose e le inquadrature originali, la povertà della messa in scena e interpreti meno che stellari smorzano di molto l'impatto dell'opera.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]