Discesa di Cristo agli inferi

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La Discesa di Cristo agli inferi è una verità di fede professata nel simbolo degli apostoli:

(LA)

«4. passus sub Pontio Pilato, crucifixus, mortuus, et sepultus;
5. descendit ad inferos, tertia die resurrexit a mortuis;»

(IT)

«4. [Gesù] patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto;
5. discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte;»

(Symbolum apostolorum)

Fonti bibliche[modifica | modifica wikitesto]

Riferimenti biblici indiretti si possono rinvenire nei seguenti versi:

(LA)

«quem Deus suscitavit, solutis doloribus inferni, juxta quod impossibile erat teneri illum ab eo.[1]»

(IT)

«Dio lo ha risuscitato, infrangendo i dolori dell'Inferno, non essendo possibile che egli vi fosse trattenuto.»

(Atti 2:24 della Vulgata Clementina, come citati in Summa Theologiae, III, q. 52.[2])

Altri riferimenti si possono rinvenire nei versi seguenti:

  1. "quanto più il sangue di Cristo, che con uno Spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte, per servire il Dio vivente?" (Ebrei 9:11-14[3]). Se Cristo offrì uno "Spirito eterno", lo spirito rimase in vita anche nei tre giorni che separano la Morte di croce dalla Resurrezione.
  2. "era disceso nelle regioni inferiori della terra. Colui che discese è lo stesso che anche ascese." (Efesini 4:10[4])
  3. "previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: / questi non fu abbandonato negli inferi, / né la sua carne vide corruzione." (Atti 2:31[5])
  4. "Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito. [19]E in spirito andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione. Essi avevano un tempo rifiutato di credere quando la magnanimità di Dio pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l'arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell'acqua." (1 Pietro 3:18-20[6])
  5. "Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre. (Filippesi 2:5-11[7])

In 1 Pietro 3.18-22, la traduzione C.E.I. del 1978 significativamente conserva il titolo La risurrezione e la discesa agli inferi[8] relativo alla citata sezione che comprende i versi da 18 al 22 del terzo capitolo della Prima Epistola di san Pietro apostolo. Non è chiarito se il titolo sia un'esegesi dei traduttori oppure se esso fosse presente nei manoscritti originali dell'apostolo. Solamente in questo caso, esso avrebbe lo stesso valore di un'affermazione divinamente ispirata nel corpo del testo.
Nel passaggio citato di Filippesi 2:5-11, il riferimento alla discesa gli Inferi sarebbe contenuto nelle parole "ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra", a significare che le anime e i corpi dei patriarchi avrebbero riconosciuto in Cristo il Redentore che attendevano.

Dottrine[modifica | modifica wikitesto]

Nel Cattolicesimo[modifica | modifica wikitesto]

La Discesa di Cristo agli inferi è descritta nella Summa Theologiae di San Tommaso d'Aquino (pars III, quaestio 52[9]) e dal Catechismo della Chiesa Cattolica (ai nn. 631-637[10]).

Nel Protestantesimo[modifica | modifica wikitesto]

Nella 39 Precetti della Chiesa Anglicana, al No.3: "Come si deve credere che Cristo è morto per noi e fu sepolto, così si deve anche credere che egli discese agli inferi."

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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