Affricata postalveolare sonora

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Affricata postalveolare sonora
IPA - numero104 (135)
IPA - testod͡ʒ
IPA - immagine
UnicodeU+02A4
Entityʤ
SAMPAdZ
X-SAMPAdZ
KirshenbaumdZ
Ascolto
noicon

L'affricata postalveolare sonora è una consonante affricata presente in alcune lingue, che in base all'alfabeto fonetico internazionale è rappresentata col simbolo [d͡ʒ] (in passato, [ʤ]).

Nella lingua italiana tale fono, detto G dolce, è reso ortograficamente con la lettera g seguita dalle vocali e, i, oppure col digramma gi seguito dalle vocali a, o, u; non compare mai a fine parola o prima di altra consonante, a differenza di altre lingue.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

L'affricata postalveolare sonora presenta le seguenti caratteristiche:

  • il suo modo di articolazione è affricato, perché questo fono è dovuto alla sequenza di una fase occlusiva e di una fase fricativa;
  • il suo luogo di articolazione è postalveolare, perché per produrre tale suono occorre appoggiare la lingua al di là degli alveoli;
  • è una consonante sonora, in quanto viene prodotta con l'ausilio delle corde vocali.

Altre lingue[modifica | modifica wikitesto]

Piemontese[modifica | modifica wikitesto]

In piemontese è reso ortograficamente con la lettera g seguita dalle vocali e, i, oppure col digramma gi seguito dalle vocali a, o, u, e dal digrafo gg a fine parola.

Friulano[modifica | modifica wikitesto]

In friulano è scritto con la lettera z seguita da vocale (es. zûc [ˈd͡ʒu:k] "gioco"). Tuttavia il grafema z può rappresentare anche la affricata alveolare sorda e la affricata alveolare sonora. Pertanto, non esistendo una regola sulla pronuncia, il valore fonetico del grafema all'interno di una parola dovrà essere conosciuto a priori.

Veneto[modifica | modifica wikitesto]

In veneto, tale fone è presente unicamente nella variante veneziana ed è reso ortograficamente con la lettera g se è seguita dalle vocali e, i, o col digrafo gi se è seguito dalle vocali a, o, u.

Talian[modifica | modifica wikitesto]

In talian, è solitamente scritto j seguito da qualsiasi vocali, mentre la stessa lettera in lingua veneta indica il fonema j.

Francese[modifica | modifica wikitesto]

In francese tale fono è scritto con il digramma dj (la semplice j rende la fricativa corrispondente, /ʒ/). Però la pronuncia effettiva fatta imitando l'originale è piuttosto [ɡʒ], senza toccare i denti con la lingua: Djibouti [ɡʒibuˈti]. Così è fisicamente più economico, ma poco sensibile all'udito.

Inglese[modifica | modifica wikitesto]

In inglese tale fono è reso con la grafia g o j:

Spagnolo[modifica | modifica wikitesto]

In spagnolo tale suono non è presente, se non in alcuni dialetti argentini, in cui sostituisce la semiconsonate /j/ nel grafema y.

Tedesco[modifica | modifica wikitesto]

In tedesco il suono (normalmente assente nella lingua e presente solo in alcuni prestiti) è rappresentato da quattro lettere: dsch (es. Dschungel [ˈd͡ʒʊŋəl] "giungla").

Ceco, lettone, lituano, slovacco, sloveno e croato[modifica | modifica wikitesto]

In ceco, lettone, lituano, slovacco, sloveno e croato il fono è espresso con il digramma considerato lettera unica (es. džem "marmellata"; Džakarta "Giacarta").

Arabo[modifica | modifica wikitesto]

In lingua araba questo fono è espresso con la lettera .

Turco[modifica | modifica wikitesto]

In turco tale suono è espresso con la lettera c (es. cep [d͡ʒep] "tasca").

Esperanto[modifica | modifica wikitesto]

In esperanto il suono è reso unicamente con la lettera ĝ (es. ĝardeno [d͡ʒardeno] "giardino").

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]