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Messico: differenze tra le versioni

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* [http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it/?messico Scheda del Messico dal sito Viaggiare Sicuri] - Sito curato dal Ministero degli Esteri e dall'ACI
* [http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it/?messico Scheda del Messico dal sito Viaggiare Sicuri] - Sito curato dal Ministero degli Esteri e dall'ACI
* {{es}} [http://www.presidencia.gob.mx Presidenza della Repubblica del Messico]
* {{es}} [http://www.presidencia.gob.mx Presidenza della Repubblica del Messico]
* [http://venus.unive.it/riccardozipoli/demo/galleries_collections.php?a=122&n=9&d=MEXICO&pagine=1&paginazione=1 Galleria Fotografica]
* [http://www.e-guernica.net/messico Il sito per confrontare il Messico con l'Italia]
* [http://www.e-guernica.net/messico Il sito per confrontare il Messico con l'Italia]
* [http://viaggi-viaggi.blogspot.com/2008/01/blog-post.html Impressioni e video da un viaggio di nozze in Messico]
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Versione delle 11:06, 24 nov 2008

Messico
Messico - Localizzazione
Messico - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completoStati Uniti del Messico
Nome ufficialeEstados Unidos Mexicanos
Lingue ufficialiNessuna ufficiale; de facto lo spagnolo e altre 62 lingue indigene
CapitaleCittà del Messico
Politica
Forma di governoRepubblica federale
PresidenteFelipe Calderón
Indipendenzadichiarazione: 16 settembre 1810; consumazione 27 settembre 1827 (dalla Spagna)
Ingresso nell'ONU21 novembre 1945 1
Superficie
Totale1.972.550 km² (14º)
% delle acque2,5%
Popolazione
Totale108.700.891 ab. (2007) (11º)
Densità55,1 ab./km²
Nome degli abitantimessicani
Geografia
ContinenteAmerica settentrionale
Fuso orarioUTC da -6 a -8
Economia
ValutaPeso messicano 2
Varie
Codici ISO 3166MX, MEX, 484
TLD.mx
Prefisso tel.+52
Sigla autom.MEX
Lato di guidaDestra (↓↑)
Inno nazionaleHimno Nacional Mexicano e Toque de Bandera
1È uno dei 51 Stati che hanno dato vita all’ONU nel 1945.
 

Il Messico (nome ufficiale: Stati Uniti del Messico) è uno stato federale dell'America settentrionale. La superficie del territorio è di 1.972.550 km², popolata da 108.700.891 abitanti (2007) con capitale federale Città del Messico.

Confina a nord con gli Stati Uniti d'America e a sud-est con il Guatemala e il Belize, si affaccia sull'Oceano Pacifico a ovest e sul Golfo del Messico e sul Mar dei Caraibi a est. È il Paese più settentrionale dell'America Latina ed è la Nazione con maggior numero di abitanti di lingua spagnola del mondo.

Il Messico, pur appartenendo all'America Latina, è uno stato dell'America Settentrionale.

Alcuni autori (soprattutto in Spagna) preferiscono la variante Méjico al vero e corretto termine México (che deriva dal Náhuatl Mēxihco e significherebbe l'ombelico della luna). Entrambe le forme sono ritenute corrette dalla Real Academia de la Lengua Española, che, comunque, suggerisce la forma México e l'uso della "x" in tutte le parole da essa derivate. Storicamente, la maggior parte dei Paesi di lingua spagnola hanno usato la forma contenente la "x".

Il Messico è una Repubblica federale costituita da 32 Stati (il nome ufficiale è Stati Uniti Messicani). La capitale federale è Città del Messico (Ciudad de México), la cui area metropolitana supera i 18 milioni di abitanti, di cui 8.600.000 vivono nel cosiddetto Distretto Federale (Distrito Federal, D.F.) propriamente detto.

Storia

Origine del Nome

Il Messico è un'entità politica che nacque nel XIX Secolo. Anche se alcuni autori della Colonia si proclamavano messicani[1], fu solo dopo l'indipendenza che si adottò definitivamente il nome di "Messico" per il Paese.

La costituzione del 1857 ufficializzò l'uso del nome Repubblica Messicana, però nel testo si usava anche l'espressione Stati Uniti Messicani, la costituzione vigente, promulgata nel 1917, stabilisce che il nome ufficiale del Paese sia Stati Uniti Messicani.

Esistono varie ipotesi sul significato della parola "Messico".

È sicuro che si trattasse di un vocabolo di origine náhuatl, con il quale gli Aztechi chiamavano la propria capitale.

Una proposta comunemente accettata sostiene che il nome provenga dai vocaboli metztli (luna), xictli (centro) e -co (in, il posto). In questo modo il nome Messico significherebbe Nel centro della Luna o Nel centro del lago della luna, che era uno dei nomi attribuiti al lago di Texcoco.

Epoca preispanica

Il territorio messicano fu abitato da cacciatori e raccoglitori a partire da circa 30.000 anni fa.

L'agricoltura iniziò a svilupparsi nel IX millennio a.C., anche se la coltivazione del mais, la più importante della regione, non fu iniziata fino al V millennio a.C.

Il vasellame, importante segno della nascita di una società sedentaria, fu introdotto attorno al 2500 a.C., che viene accettata come data di inizio della civiltà mesoamericana.

Mentre le popolazioni del deserto del nord continuarono a sopravvivere grazie a caccia e raccolta, nella parte meridionale del Messico l'agricoltura permise la transizione dalle società egalitarie del periodo preclassico antico (tra il XXV ed il XVI secolo a.C.) - basate sulle differenze di genere, età e parentela - alle società più complesse del periodo preclassico mediano, fra cui si segnala la cultura olmeca.

In quest'ultimo periodo si svilupparono i sistemi di irrigazione, che condussero ad una stratificazione sociale.

Alla fine del I secolo la città di Teotihuacan divenne il luogo più importante della Mesoamerica, facendo sentire la propria influenza fino al Nuovo Messico ed al Costa Rica.

Nell'VIII secolo Teotihuacan cominciò a decadere e nella regione sorsero diversi Stati ostili fra loro.

Nel X secolo questi Stati avevano esaurito le proprie forze, proprio mentre dal deserto del nord giungevano le prime tribù chichimeche.

Nel frattempo, nel nord-est i popoli Oasisamericani crearono una civiltà propria, le cui vestigia più importanti in territorio messicano sono localizzate a Paquimé.

Fra il X secolo ed il XII secolo il centro del Messico fu dominato dalla città di Tula, capitale dei Toltechi, che stabilì forti vincoli con varie altre parti della Mesoamerica, e specialmente con la penisola dello Yucatan, dove stava fiorendo la civiltà Maya.

Allo stesso tempo, nell'attuale Stato di Oaxaca i Mixtechi iniziarono ad espandersi che li portò ad occupare le Valli Centrali dove abitavano gli Zapotechi.

Nel 1325 il popolo azteco (detto anche dei Mexicas) fondò la città di Tenochtitlan, che divenne rapidamente il centro del più vasto e potente Stato della Mesoamerica preispanica, il cui unico rivale fu quello dei Taraschi di Tzintzuntzan.

La Conquista

Lo stesso argomento in dettaglio: Colonialismo spagnolo.

Nel 1521, il Messico fu conquistato da una spedizione spagnola comandata da Hernán Cortés.

L'impresa, del tutto incredibile se si considera che Cortés aveva poche centinaia di uomini a fronte di milioni di abitanti dell'impero azteco, fu resa possibile da una serie di circostanze favorevoli.

Innanzitutto, sbarcati sulla costa messicana nel 1519, essi furono accolti favorevolmente dall'imperatore azteco Montezuma: pare che, in base a segni premonitori e alle antiche leggende del suo popolo, li avesse scambiati per emissari di Quetzalcoatl, una delle principali divinità azteche.

Inoltre, Cortés strinse presto alleanze con diversi popoli sottomessi dagli Aztechi: poiché questi ultimi ne razziavano continuamente la popolazione per procurarsi vittime da sacrificare agli dei, essi non attendevano altro che l'occasione di ribellarsi.

Quindi, quando Cortés entrò a Tenochtitlan, accolto con tutti gli onori da Montezuma, aveva già con sé un esercito di circa 3000 indios. I

In breve, gli Spagnoli presero il controllo della città: l'imperatore obbediva docilmente a Cortés e accettò di far cessare i sacrifici umani e persino di farsi battezzare.

Dopo alcuni mesi, però, la situazione precipitò: mentre Cortés era assente da Tenochtitlan, il suo luogotenente Pedro de Alvarado, forse spaventato dalla folla e dal clamore e temendo una ribellione, fece irrompere i suoi uomini nel tempio dove si celebrava una grande festività azteca e massacrare i presenti; si calcola vi furono tra i 350 e i 1000 morti. Il popolo si sollevò; Montezuma, sempre fedele a Cortés, parlò loro per calmarli ma fu ucciso dalla folla inferocita (secondo un'altra versione, invece, fu giustiziato dagli Spagnoli).

Quando calò la notte, Alvarado e i suoi tentarono di fuggire di nascosto, ma furono scoperti e si scatenò una battaglia dalla quale scamparono a fatica, subendo molte perdite. Lo stesso Alvarado, rimasto isolato dai suoi, si salvò in modo rocambolesco scavalcando un canale con una sorta di "salto con l'asta" effettuato con la propria lancia. Gli Spagnoli ricordano quella battaglia come la noche triste ("la notte triste").

Informato dell'accaduto, Cortés radunò i suoi alleati e marciò sulla capitale con un grande esercito: il 13 agosto 1521, dopo due mesi e mezzo di assedio, Tenochtitlan fu espugnata nuovamente, e nel giro di un anno gli Spagnoli presero il controllo dell'intero Paese. Il Messico divenne una colonia spagnola col nome di Nuova Spagna.

Il periodo coloniale

Lo stesso argomento in dettaglio: Vicereame della Nuova Spagna.

L'indipendenza

Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra d'indipendenza del Messico.

Il 16 settembre 1810 Padre Hidalgo dichiarò l'indipendenza dalla Spagna, con il Grido di Dolores, seguì una lunga guerra civile che portò all'indipendenza definitiva nel 1821 con la creazione del Primo Impero Messicano.


Il XIX secolo

In seguito all'invasione statunitense e a vendite di ampie porzioni di territorio la superficie del Messico diminuì drasticamente.

Nel dicembre 1861 Spagna, Francia ed Inghilterra pretesero il pagamento dei debiti che il Messico aveva nei loro confronti, ed insediarono loro navi davanti al porto di Veracruz, dove imperversava il vomito nero.

Fu permesso loro di scendere a terra per poter portare avanti le trattative.

Nonostante queste, però, nel 1862 il Paese fu invaso da una spedizione voluta da Napoleone III (Spagna ed Inghilterra ritirarono invece le loro richieste) che culminò nella conquista del Paese e nella costituzione dell'Impero Messicano dell'arciduca Massimiliano d'Asburgo che venne poi ucciso per ordine del Presidente repubblicano Benito Juarez il 19 giugno 1867 assieme ai generali conservatori Miguel Miramón.

La rivoluzione messicana

Lo stesso argomento in dettaglio: Rivoluzione messicana.

La lunga dittatura di Porfirio Diaz portò alla rivoluzione messicana del 1910. Le forze rivoluzionarie sconfissero le truppe regolari ma a causa di conflitti interni il paese subì un ventennio di disordini.

La rivolta dei "cristeros"

Il periodo di disordini proseguì anche, fra il 1926 ed il 1929, a causa della rivolta "cristiana". La Costituzione approvata nel 1917 prevedeva una netta separazione tra Stato e Chiesa. Nel 1926, il governo volle dare piena attuazione al dettato costituzionale, giungendo a prevedere la requisizione di molti beni ecclesiastici, la chiusura di molte scuole cattoliche e la soppressione degli ordini religiosi, impedendo di fatto la possibilità di divenire frate o suora. Il mondo cattolico, dopo iniziali proteste di piazza, si divise in due movimenti. Il ramo pacifico diede vita alla Lega Nazionale per la Libertà Religiosa, composto e sostenuto dai soci dell'Azione Cattolica. Il ramo favorevole ad azioni violente venne detto "cristero" (da "Cristo Re") e ingaggiò battaglie, soprattutto nel Sud del Messico, con gruppi dell'esercito.

Il governo represse con forza ogni forma di opposizione, dando vita a pubbliche esecuzioni, anche di esponenti non violenti della Lega, accusati soltanto di professare pubblicamente la fede cattolica. Molti iscritti all'Azione Cattolica ed alla Lega sono stati beatificati, nel corso della seconda metà del '900, dalla Chiesa Cattolica, poichè hanno testimoniato la propria fede fino al martirio, senza mai usare la violenza come mezzo di lotta culturale o politica. Nel 1929, impossibilitato a sedare le numerose rivolte, il governo giunse ad una accordo con la Chiesa Cattolica, che prevedeva il rispetto, almeno formale, della libertà religiosa. Alcuni dei "cristeros" più estremisti non condivisero, però, l'accordo, continuando, ancora per un decennio, ad apporsi alle scelte governative.

Geografia

carta fisica del Messico

La sua superficie è di 1.964.375 km², con una superficie continentale di 1.959.248 km² e una insulare di 5.127 km².

Il Messico occupa il quattordicesimo posto tra Paesi più estesi del mondo.

Ha un'estensione delle coste parti a 11.122 Km ed occupa il secondo posto in America dopo il Canada per chilometri di costa.

Il territorio è in gran parte montuoso; fanno eccezione la penisola dello Yucatan e le coste sul Golfo del Messico.

Diversi rilievi superano i 4000 m o addirittura i 5000 m; la cima più alta è quella del Citlaltèpletl (5.700 m).

Le principali catene montuose sono la Sierra Madre Occidentale e la Sierra Madre Orientale, tra le quali si estende l'Altopiano Centrale del Messico (in cui sorge Città del Messico).

Fra i numerosi fiumi del Paese il più importante è il Rio Grande, che traccia il confine con gli Stati Uniti e sbocca nel Golfo del Messico.

Il Messico include due penisole: lo Yucatan e la Bassa California.

Divise tra Oceano Atlantico e Oceano Pacifico si trovano numerose isole le quali tutte assieme arrivano ad una superficie di 5.073 Km², le principali sono;

Revillagigedo (Socorro, Clarión, San Benedicto, Roca Partida), e le isole Marías, nel Pacifico; le isole Guadalupe, Cedros, Ángel de la Guarda, Coronado, Rocas Alijos, Isola dello squalo, Isla del Carmen, di fronte alla penisola della Bassa California e le coste di Sonora; e quelle di Ciudad del Carmen, Cozumel, Isla Mujeres, tutte assieme arrivano ad una superficie di 5.073 Km².

Vulcani attivi

Demografia

Con una popolazione di 107 milioni di abitanti il Messico è una delle Nazioni più popolate del mondo ed è, subito dopo il Brasile, il Paese più popolato dell'America Latina. Il 60% della popolazione è costituita da meticci, di discendenza mista europea soprattutto spagnola ed indigena. Gli Amerindi, appartenenti a varie Nazioni indigene, rappresentano il 20% dei Messicani. Il 19% degli abitanti è invece di origine europea si tratta soprattutto di creoli, anche se vi sono Italiani, Francesi, Tedeschi, Polacchi, Russi ed Inglesi. Il restante 1% è composta da Ebrei, Arabi, Turchi, Cinesi e Giapponesi. Il Messico è lo Stato che ospita il maggior numero di Statunitensi che vivono al di fuori degli U.S.A. Ciò è dovuto in primo luogo ai legami economici, sempre più importanti, fra i due Paesi a seguito agli accordi di libero commercio firmati con Stati Uniti e Canada (NAFTA, operativo dal Gennaio 1994). Inoltre, gli Statunitensi considerano il Messico un'ottima meta di ritiro dalla vita frenetica: questo vale in particolare per San Miguel e per altre località della Baja California. In Messico coesistono 56 differenti etnie indigene, le quali affondano le loro radici nella storia precedente al colonialismo. Dallo Stato di Sinaloa al Chiapas vivono 10 milioni di indios. Il Messico è il Paese dell'America latina con la più bassa presenza di popolazione di origine italiana.

Economia

Gli spunti di maggiore interesse riguardano l'industrializzazione. Il paese è il secondo produttore petrolifero dell' America Latina (dopo il Venezuela) ed il 6° nel mondo. Grande rilevanza nel settore ha la mano pubblica con l'industria petrolchimica di stato, Petròleos Mexicanos, che è la massima azienda del paese. L'apporto privato è tuttavia in aumento. Nella regione di confine con gli Stati Uniti sono attivissime le maquilladoras, aziende leader nel comparto elettrico ed elettrotecnico [2]. L'attuale governo (eletto nel 2006) è affidato al Partido de Acción Nacional, in carica anche nel precedente periodo 2000-2006 dopo 72 anni di governo ininterrotto del Partido Revolucionario Institucional. Il governo in carica ha allo studio misure fiscali atte ad incentivare gli investimenti, la costituzione e l'attività di grandi gruppi anche internazionali [3] . Il paese tenta così di rispondere alla competizione dell'Asia che ha un minore costo del lavoro. Analogamente in agricoltura si sta affermando la coltivazione in piantagione (caffè, cotone, canna da zucchero, frutta tropicale ed arance) che corrisponde alle attese di mercato. In calo la produzione di cereali, pur restando il 4° produttore mondiale di mais, come quella di ortaggi e fagioli. In continuo sviluppo il turismo. Tradizionalmente forte l'industria mineraria. Bene rappresentati l'allevamento e la pesca. Il cambiamento del mercato del lavoro ha complessivamente determinato una crescita, anche se ha penalizzato i ceti produttivamente meno specializzati. Il rapporto con gli Stati Uniti si è fatto sempre più stretto, col venire meno di possibilità alternative di partnership. Venne attribuita al dittatore Porfirio Diaz questa significativa esclamazione: "Povero Messico, così lontano da Dio, così vicino agli Stati uniti!" [4]. L'imponente fenomeno dell'inurbamento ha contribuito ad avvicinare i due modelli, anche se ha evidenziato le carenze strutturali di quello più arretrato. Il corso attuale, condizionato dalla congiuntura, è in un certo senso obbligato. Non vanno però trascurate le possibilità offerte dalla forza lavoro messicana. La sua entità non è per nulla trascurabile, neppure nell'apporto offerto al suo operoso vicino attraverso l'emigrazione.

Agricoltura

L'agricoltura costituisce ancora l'occupazione di parte preminente della popolazione, che in grandi regioni la esercita ancora secondo modalità primitive, come nella valle di Tehuacàn, per gli archeologi la patria del mais, coltivato in centinaia di ecotipi primitivi da campesinos che arano i campi con un unico strumento della tecnologia occidentale, l'aratro di legno portato dagli uomini di Cortéz [5] In regioni diverse, verso gli Stati Uniti, l'agricoltura è alquanto evoluta, le varietà impiegate sono moderne, si usano fertilizzanti e antiparassitari, ma la spietata concorrenza imposta dal sistema del libero scambio voluto dagli Stati Uniti non consente ai piccoli proprietari, che hanno famiglie numerosissime, di accumulare il capitale necessario per nuove attrezzature. L'impiego di pratiche irrigue primitive, cui sono costretti contadini che non possono acquistare impianti di microirrigazione, sta abbassando, ad esempio, le falde della regione di Celaya, una delle più avanzate, di 6 metri all'anno, destinando una regione popolosa a convertirsi in deserto [6].

Risorse minerarie

La ricchezza mineraria tradizionale del Messico è l'argento. Attualmente, le maggiori miniere sono a Pachuca (Hidalgo) e a Paral (Chihuahua), mentre il piombo, spesso associato, ha come luoghi di maggior produzione mineraria gli stati di Chihuahua, in cui si trova la famosa miniera di Naica, e del Nuovo Leon. Complessivamente, i dati del 2004 davano 2.850 tonnellate d'argento e 150.000 di piombo.

Da un secolo si è affiancata l'estrazione del petrolio, soprattutto nel Golfo del Messico, con 168,728 milioni di tonnellate prodotte nel 2004.

Politica

Secondo la Costituzione Politica del Messico il paese è una repubblica democratica, rappresentativa e federale integrata da 31 stati liberi e sovrani e un distretto federale (la capitale), sede dei poteri della federazione. Il Presidente del Messico occupa la presidenza della repubblica, e svolge i compiti di capo di stato e di governo allo stesso tempo. Il presidente ha la facoltà di nominare i titolari delle segreterie di stato, e che fanno parte dunque del gabinetto presidenziale. Il Mandato del presidente dura sei anni e non esiste la possibilità di una rielezione neanche come vicepresidente. Nel caso in cui un presidente della Repubblica si trovasse in condizione di non poter terminare il proprio mandato, la presidenza ricadrebbe ad interim nelle mani di una persona eletta dal Congresso. Dal 2006 il presidente del Messico è Felipe Calderón Hinojosa.In occasione di queste ultime elezioni, la coalizione del candidato presidenziale peredista Andrés Manuel López Obrador denunciò pesanti brogli a favore del candidato del PAN Feilipe Calderón.

Principali partiti nelle elezioni del 2006:

Distretti Elettorali Federali del Messico

I Distretti Elettorali Federali del Messico sono le 300 unità nelle quali si divide il territorio messicano e in ognuna delle quali viene eletto un deputato federale, membro della Camera dei deputati del Messico.


Geografia politica

Il Messico è diviso in 31 stati (estados) e un distretto federale (Distretto Federale Messicano). Ogni stato ha una costituzione propria e un governatore eletto direttamente.

Divisione politica del Messico
Stato Popolazione (2005) Superficie (km²) Capitale
Stati Uniti Messicani 103.088.000 1.959.248 Messico D.F.
1. Aguascalientes 1.065.416 5.625 Aguascalientes
2. Bassa California 2.842.000 71.546 Mexicali
3. Bassa California del Sud 517.000 73.943 La Paz
4. Campeche 751.000 57.727 Campeche
5. Chiapas 4.256.000 73.681 Tuxtla Gutiérrez
6. Chihuahua 3.238.000 247.487 Chihuahua
7. Coahuila 2.475.000 151.445 Saltillo
8. Colima 562.000 5.627 Colima
9. Durango 1.489.000 123.367 Victoria de Durango
10. Guanajuato 4.893.000 30.621 Guanajuato
11. Guerrero 3.116 000 63.618 Chilpancingo de los Bravo
12. Hidalgo 2.334.000 20.856 Pachuca de Soto
13. Jalisco 6.652.000 78.630 Guadalajara
14. Messico 14.161.000 22.333 Toluca de Lerdo
15. Michoacán de Ocampo 3.988.000 58.667 Morelia
16. Morelos 1.605.000 4.892 Cuernavaca
17. Nayarit 943.000 27.862 Tepic
18. Nuevo León 4.164.000 64.203 Monterrey
19. Oaxaca 3.522.000 93.343 Oaxaca de Juárez
20. Puebla 5.391.000 34.251 Puebla
21. Querétaro 1.593.000 11.658 Santiago de Querétaro
22. Quintana Roo 1.134.000 42.535 Chetumal
23. San Luis Potosí 2.412.000 61.165 San Luis Potosí
24. Sinaloa 2.610.000 57.331 Culiacán Rosales
25. Sonora 2.384.000 179.516 Hermosillo
26. Tabasco 2.013.000 24.747 Villahermosa
27. Tamaulipas 3.020.000 80.148 Ciudad Victoria
28. Tlaxcala 1.061.000 3.997 Tlaxcala de Xicohténcatl
29. Veracruz 7.081.000 71.856 Xalapa de Enríquez
30. Yucatán 1.803.000 39.671 Mérida
31. Zacatecas 1.357.000 75.416 Zacatecas
32. Distretto Federale D.F 8.670.000 1.484 Città del Messico

Il Messico fa parte dell'OEA e dell'APEC.

La situazione della linea di confine tra Messico e Stati Uniti

Analisi dell'aspetto geografico

La frontera norte è il confine che separa gli Stati Uniti d'America e lo stato del Messico partendo dall'Oceano Pacifico (Tijuana) fino al Golfo del Messico (Matamoros) per circa 3000 chilometri. Si possono individuare due parti geograficamente molto diverse tra loro: il "river borderlands" tra il Golfo del Messico e Ciudad Juárez-El Paso, caratterizzato dalla presenza del fiume Río Grande-Río Bravo e il "desert borderlands" che prosegue dopo il fiume fino ad un'indeterminata zona ad ovest, caratterizzato da terre desertiche. Le città che troviamo sul confine sono caratterizzate da una fitta gamma di relazioni economiche e commerciali con le città corrispondenti nell'altra sponda del confine, tanto da essere definite le città gemelle: troviamo quindi Tijuana e San Diego, Ciudad Juárez ed El Paso, Nuevo Laredo e Laredo, Matamoros e Brownsville.

Analisi dell'aspetto socio-culturale

Queste realtà vivono delle situazioni socio-culturali molto particolari, una su tutte è quella delle maquiladoras ( Il termine deriva da maquila, in altre parole il prezzo pagato in natura o in denaro per la macinatura del grano o delle olive ), le fabbriche di assemblaggio. Esse sono fabbriche in subappalto, filiali di multinazionali che beneficiano di bassi salari, esenzioni fiscali e della vicinanza degli Stati Uniti dove torna la produzione. Dai fornitori messicani le maquiladoras non comprano più del 2% dei materiali necessari, tutto il resto è importato, creando così una dipendenza strutturale. Queste realtà hanno trasformato il ruolo di paesi, come il Messico, che prima erano utilizzati come serbatoio da cui attingere le materie prime: ora sono fornitori di grandi quantità di lavoro a basso costo (si calcola che le persone impiegate siano circa un milione) per abbassare i costi di produzione e alzare i profitti. La manodopera è solitamente giovane (dopo i 35 anni sono frequenti i licenziamenti), femminile e migrante; questo non permette ai salari di crescere, non esistono contratti collettivi e gli abusi sono all'ordine del giorno. Ad esempio gli operai della maquila Luremex di Nuevo Laredo lavorano nella verniciatura di materiale per la pesca che viene venduto nei mercati nordamericani. Nel 1998 e nel 1999 la direzione annunciò ai dipendenti lo svolgimento di una campagna di vaccinazione, in realtà un'infermiera ammise che si trattava di una iniezione che provocava una sterilizzazione temporanea. La linea quindi si ritrova con 230 milioni di individui che ogni anno cercano di attraversarla, creando come una diga un bacino di manodopera pronta ad essere filtrata in base alla domanda. La situazione della popolazione che si crea è poi in alcuni casi al limite della sopravvivenza: come spiega la rivista "BorderLines" a El Paso "l'acqua potabile è raccolta o recuperata attraverso bassi pozzi scavati a mano che rapidamente vengono contaminati da rifiuti umani, dal riflusso in superficie di pesticidi o metalli pesanti presenti nel suolo che li circonda. L'acqua ristagna in malsani container aperti, vecchi recipienti già usati negli impianti industriali, molti dei quali con ancora l'etichetta "da non usare per l'acqua", diventano un comune metodo di approvvigionamento idrico. Recentemente, un gruppo di ricercatori si è imbattuto in una famiglia che utilizzava taniche usate di pesticida da dieci litri come contenitori d'acqua. La scarsità implica che l'acqua per bagnare e per lavarsi provenga direttamente dai canali d'irrigazione. A causa della mancanza di alloggi per i redditi bassi nelle contee vicine al confine, si valuta che un milione e mezzo di persone fra cittadini statunitensi poveri, latino e alcuni nativi, vivano in favelas o colonias concentrate soprattutto nel New Mexico e nel Texas. L'approvvigionamento idrico di tutte le assetate maquila disseminate lungo l'arido confine ha trasformato la cronica assenza d'acqua in una vera e propria emergenza anche sul fronte messicano: a Tijuana per esempio lo stabilimento della Samsung si "beve" da solo il 5% dell'annuale rifornimento idrico cittadino. Un altro problema che si sta consolidando è quello degli incidenti stradali che vedono come vittime intere famiglie investite. Attraversare dieci corsie della strada interstatale che porta a Los Angeles, congestionata fin dalle prime ore del mattino da pesanti camion e dal traffico turistico, è un azzardo disperato per chiunque: per migranti stanchi e disorientati, molti dei quali non hanno mai visto un'autostrada in vita loro, è più che mai un suicidio. Negli ultimi quindici anni sono state uccise centinaia di persone, comprese intere famiglie che correvano tenendosi per mano; e si è arrivati ad un punto in cui a San Diego, è stata organizzata una specifica terapia di gruppo per aiutare automobilisti traumatizzati dall'aver accidentalmente travolto persone che attraversavano l'autostrada. Dopo aver speso milioni di dollari e valutato ogni possibile opzione, tranne quella di chiudere il vicino checkpoint, l'agenzia dei trasporti della California, la Caltrans, ha ufficialmente inaugurato, verso la fine degli anni ottanta, la prima "zona di incidenti pedonali" esistente al mondo, riempiendola poi di segnali gialli con l'immagine di due persone adulte e una bambina che corrono mano nella mano lungo l'autostrada. E varcando così una soglia morale nel processo di naturalizzazione della violenza quotidiana contro i migranti.

Il cammino dell' "indocumentado"

In questa zona di confine una realtà tristemente famosa è quella degli emigranti che illegalmente cercano di passare negli Stati Uniti. Per molti questa tappa arriva dopo un lungo percorso che parte da altre zone sudamericane e che quindi ha già passato numerosi rischi e pericoli. Oltre ai pericoli naturali rappresentati dal fiume e dal deserto ci sono anche quelli rappresentati dagli uomini: i coyotes (trafficanti di immigrati clandestini) abbandonano qui i propri "clienti" ad un destino che vede il rischio di essere derubati da criminali qualunque o avere a che fare con le autorità messicane e statunitensi; pagare è spesso l'unico modo di proseguire il viaggio e la mordida (la tangente) è uno strumento ormai consolidato, che si somma alla tariffa da pagare per il passaggio, che è aumentata del 500 per cento dopo l'introduzione delle più moderne tecniche di pattugliamento e si aggira sui 1.500 dollari. Il governo messicano ha avviato due iniziative per far fronte alla questione dei migranti: il Grupo Beta e il Programma Paisano. Il primo è un gruppo di polizia speciale che è stato creato per difendere gli indocumentados scortandoli o raccogliendo le denunce riguardanti i maltrattamenti subiti dalle forze di polizia (si registrano però anche denunce agli stessi agenti del Grupo Beta). La seconda iniziativa, invece, è un sistema di assistenza che si occupa di varie iniziative come la distribuzione di materiale informativo sui diritti umani e sui centri utili ai migranti. L'assistenza più efficace viene però fornita da organismi privati, nella frontera norte il principale è la Casa del Migrante (Tijuana e Ciudad Juárez). Ai "fortunati" migranti che riescono ad entrare nel territorio statunitense poi, si prospettano una nuova serie di problemi, spesso estremamente pericolosi. Durante l'attraversamento della frontiera sono frequenti gli abusi della Border Patrol (la polizia di frontiera degli Usa), molti di essi riguardano soprattutto le donne. Luogo di desaparicion e di morte quindi, di territori controllati dai nuovi cartelli del traffico internazionale della droga a cui si aggiunge la diffidenza della popolazione oltre frontiera che in alcuni casi sfocia in un vero e proprio conflitto.

L'amministrazione della frontiera

La stampa statunitense ha criticato l'iniziativa di un gruppo di privati cittadini dell'Arizona che si sono messi a sorvegliare il flusso di clandestini al confine con il Messico.Il flusso di clandestini che migrano dal Messico agli Stati Uniti attraverso la frontiera dell'Arizona è diventato un grave problema per i cittadini di questo stato. Tanto che almeno duecento persone hanno risposto a un appello diffuso su internet, che invitava i cittadini a unirsi a una milizia privata per sorvegliare il confine20. La stampa statunitense commenta le implicazioni dell'iniziativa Minuteman project - come venivano chiamati i volontari durante la rivoluzione americana - e molti giornali non esitano a sottolineare la sua "pericolosità"."Se la polizia di confine ha bisogno di rinforzi, sono il congresso e l'amministrazione guidata dal presidente George W. Bush a doversene preoccupare", scrive il Chicago Tribune. Il Minuteman project "è un'idea pericolosa perché rischia di aggravare il problema invece di risolverlo".Secondo il San Francisco Chronicle "non ci sono dubbi: il numero crescente di immigrati clandestini ha creato una crisi profonda. Ma i vigilantes privati non sono addestrati né equipaggiati nel modo giusto per far fronte ai compiti di sorveglianza che vorrebbero svolgere. La loro presenza alla frontiera causa solo ulteriori problemi".Il Baltimore Sun sottolinea che questa situazione è frutto della "frustrazione dei cittadini e delle risposte inadeguate del governo" ed esorta "il congresso a varare leggi che permettano di regolamentare e di controllare l'immigrazione". Secondo il Miami Herald il fatto che il Minuteman project abbia avuto meno seguito di quanto ci si potesse aspettare è un'ottima notizia. Lo considera infatti un progetto rischioso e impopolare: "Una maggiore militarizzazione del confine non servirà a tenere lontani i clandestini: non potremo tener chiuse le porte al Messico per sempre".Il quotidiano Arizona Republic critica sia l'approccio del Minuteman project sia quello dei gruppi umanitari come Humane borders, che provvedono alle necessità degli immigrati che giungono negli Stati Uniti molto provati dal viaggio nel deserto. L'ultima trovata della polizia di frontiera è di reclutare nuove leve tra gli studenti: bloccare i clandestini può essere un'avventura, sull'unico confine terrestre che divide il Primo e il Terzo Mondo. Le notizie dal fronte continuano ad essere allarmanti anche e soprattutto per il comportamento delle forze di polizia, che a San Diego ha utilizzato dei cani addestrati per la caccia ed un elicottero provvisto di riflettori e detector termici per rastrellare, perseguire ed arrestare i gruppi di migranti, che aspetteranno poi anche 30 ore, ammanettati con catene metalliche o di plastica, senza cibo né acqua prima di essere trasferiti. Oggi la Border Patrol "cattura" ogni anno circa un milione di emigranti illegali, il 95% dei quali sono messicani, due terzi degli attraversamenti avvengono a Tijuana/San Diego ed El Paso, mentre l'area di Matamoros viene scelta prevalentemente dai centroamericani. Queste misure di controllo sono state adottate negli anni novanta e si concentrano in tre luoghi principali lungo i 3000 chilometri della frontiera: tra Tijuana e San Diego si avvia l'Operation Gatekeeper nel ‘94; tra El Paso e Cuidad Juárez l'Operation Blockgade nel '93 e a Brownsville l'Operation Rio Grande nel '97. Gli effetti di queste iniziative hanno avuto duplici effetti: da un lato hanno ridotto il numero di persone che varcavano la frontiera senza alcuna ispezione e migliorato il sistema che permette di bloccare i tentativi clandestini; dall'altro però ha invitato i migranti intenzionati ad attraversare la frontiera a spostarsi in altre zone, come quelle desertiche, montuose e attraverso aree rurali, dove le condizioni fisiche sono molto rischiose. Infatti le motivazioni dei migranti sono talmente determinate da renderli disposti ad assumersi qualunque rischio e per molti il viaggio non riuscirà ad avere una meta. Tra il 1993 e il 1996 si stima che circa 1185 persone sono decedute nel tentativo di varcare la frontiera ed è preoccupante il fatto che questo numero potrebbe essere in realtà molto più elevato, dato che molti corpi potrebbero non essere mai ritrovati. Le cause principali di morte sono per annegamento, incidenti automobilistici, disidratazione, colpi di calore e assideramento. "Il rafforzamento della frontiera -osserva Wayne Cornelius, direttore del Centro di Studi USA Messico- è la causa della più chiara, acuta e sistematica violazione dei diritti umani che avviene negli USA in questo momento". Gli alieni provengono da tutto il Centro e Sud America; e sono tanti. Secondo le statistiche dell'Ins, 929.809 persone sono state arrestate nel tentativo di attraversare la frontiera illegalmente nell'anno fiscale 2002 (dall'ottobre del 2001 all'ottobre del 2002); mentre dal gennaio al novembre 2002 sono morte 350 persone: 2.200 i morti "di frontiera" dal 1994. Il governo messicano calcola che in media muoia una persona al giorno tentando di giungere "en el otro lado". Nelle sole zone di Yuma e Tucson (frontiera dell'Arizona e parte della California) il numero delle vittime è andato crescendo: 44 nel 1999, 100 nel 2000, 102 nel 2001, 145 nel 2002, 151 nel 2003, più di 171 nel 2004.

Migrazione messicana verso gli Stati Uniti

Possiamo individuare nel corso del ventesimo secolo quattro diverse tipologia di migranti provenienti dall'area messicana diretti in particolare negli Stati Uniti.

  • I braceros, immigrati che, essendo dotati di un regolare contratto di lavoro sono stati ammessi legalmente nel territorio statunitense. Essi sono lavoratori temporanei, che hanno caratterizzato il periodo intorno al 1942 grazie ad accordi tra il governo messicano e quello statunitense, con l'obiettivo da parte di quest'ultimo di rispondere all'esigenza di manodopera dovuta all'intervento nella guerra mondiale. Caratterizzarono l'"epoca dei braceros" in cui si introdusse l'utilizzo delle quote di immigrati-lavoratori da contattare.
  • I trasmigranti o "commuters" o "tarjetas verdes" (dal colore del documento del permesso di soggiorno), in altre parole persone residenti in Messico ma autorizzati a lavorare negli Stati Uniti. Il periodo coinvolto ha inizio negli anni venti.
  • Gli immigrati legali, vale a dire le persone ammesse dalle autorità statunitensi con un regolare permesso (chiamato visa).
  • Gli immigrati illegali, sprovvisti in pratica del documento. Questo tipo di immigrazione viene favorita indirettamente dagli effetti degli accordi sui braceros: i migranti che non rientrano nelle quote statunitensi dei lavoratori "necessari" e sono quindi costretti ad entrare in modo clandestino. Negli anni '50 divenne un vero e proprio problema politico, che culminò nel 1954 con una campagna di deportazione massiccia di indocumentados, la "Wetback Operation".

Spesso, per il governo statunitense, il tema dell'immigrazione messicana è vista come un problema di criminalità e di traffici di droga da risolvere anche tramite l'esercito. Dall'altro lato della frontiera invece, in Messico il fenomeno emigratorio viene visto come una "soluzione" per far fronte a situazioni disagevoli della società, quindi non è mai stato affrontato seriamente come un problema sociologico. Questo sistema viene regolamentato dalla legge statunitense detta Simpson-Rodino (in realtà il nome ufficiale è Immigration Reform and Control Act) e negli anni novanta trovò le sue applicazioni pratiche: un muro d'acciaio lungo più di 30 chilometri tra San Diego e Tijuana e l'introduzione di alcune strategie congiunte di controllo territoriale nei punti della frontiera maggiormente soggetta a traffici clandestini. Il contesto da cui partono i migranti è molto particolare: gli aeroporti messicani sono tappezzati da manifesti orgogliosi dei compatrioti che emigrano, e programmi bilaterali o delle agenzie internazionali dei diritti umani fanno il possibile per impedire o rendere meno drammatico il difficile viaggio verso il dollaro, simbolo di ricchezza e di riuscita sociale. Le donne dei piccoli pueblos, i paesi dell'interno messicano, spesso simili a quelli dell'Italia degli anni Cinquanta, raccontano che aspettano il marito da uno, due, tre anni, e intanto ricevono i 100-200 dollari mensili, che in Messico costituiscono una buona base economica per mangiare, in attesa di un ritorno non assicurato da troppi anni di lontananza. Non è solo la fame che spinge questi uomini (e sempre più spesso anche donne e bambini) ad andare lontano, ma la sicurezza di poter avere, con 2.000-3.000 dollari, il terreno su cui costruire la propria casa e coltivare il mais, insomma avere un tetto sulla testa e la pancia piena per tutta la numerosa discendenza. Sempre maggiore è anche il mito della modernità, dello sviluppo marcato da oggetti tecnologici, dal miraggio di una vita migliore che porta tanti cittadini di questo paese a rischiare la vita e il proprio futuro oltre la frontiera degli Stati Uniti d'America.

Religione

Religioni in Messico1
Religioni Credenti
Cattolica 74.612.373
Protestanti e Evangelici

Storiche
Pentecostalismo
La Luce del Mondo
Altre

4,408,159

599.875
1.373.383
69.254
2.365.647

Bíbliche non Evangeliche

Avventisti
Mormoni
Testimoni di Geova

1,751,910

488.945
205.229
1.057.736

Ebraismo 45.260
Atei 2.982.929
Non Specificata 732.630
1Si calcola solo la popolazione maggiore di 5 anni,
nell'anno 2000 arrivava a 84.794.454
Fonte: INEGI (2000) [1]

La religione predominante è la cattolica (89%), seguono varie confessioni protestanti (6%) e un 5% di altri credenti o atei. Alcuni amerindi, pur dichiarandosi cattolici, praticano in realtà una religione sincretista, che mescola il cristianesimo e alcuni elementi degli antichi culti aztechi e maya. I Mormoni si stanno diffondendo in modo significativo nelle principali città presso il confine nord-orientale. L'ebraismo è presente da molti secoli in Messico e attualmente vi sono circa 100.000 ebrei nel paese. I musulmani (di origine araba o turca) sono alcune migliaia.


Lingue

Lo Spagnolo, lingua ufficiale del Messico, è parlato dalla maggioranza degli abitanti. Tuttavia circa il 7% dei Messicani parla una lingua amerindia. Il Governo riconosce 62 lingue amerindie, tra le quali le più parlate sono il Nahuatl ed il Maya (entrambe con 1,5 milioni di parlanti). Altre, come il Lacadon, sono usate da meno di 100 persone. Il governo ha promosso programmi educativi bilingue (in Spagnolo e in una lingua locale) presso le comunità indigene rurali.

L'Inglese è molto conosciuto nelle grandi città, presso il confine statunitense e nelle località balneari. L'inglese sta diventando popolare soprattutto fra i giovani, mentre le più prestigiose scuole private offrono un'educazione bilingue.

Da segnalare è inoltre la comunità di Chipilo nello Stato di Puebla, documentata da vari linguisti (tra cui Carolyn McKay). La città, infatti, venne fondata nel 1882 da immigrati provenienti dal Veneto. Mentre tutti gli altri Europei di origine non spagnola hanno finito col perdere la loro lingua originaria, gli abitanti di Chipilo (e di alcune zone vicine) conservano straordinariamente inalterata la lingua veneta parlata dai loro nonni, rappresentando perciò una minoranza linguistica non riconosciuta ufficialmente.

Zone Metropolitane

Principali Zone Metropolitane
Città Pop. (2005)
Città del Messico (D.F. - Méx - Hgo) 19.231.829
Guadalajara (Jal) 4.095.853
Monterrey (NL) 3.664.331
Puebla (Pue-Tlax) 2.109.049
Toluca de Lerdo (Méx) 1.610.786
Tijuana (BC) 1.384.005
León (Gto) 1.325.210
Ciudad Juárez (Chih) 1.313.338
Torreón (Coah-Dgo) 1.210.890
San Luis Potosi (SLP) 1.075.000
Mexicali (BC) 900.965
Merida (Yuc) 897.740
Aguascalientes (Ags) 805.666
Tampico (Tamps-Ver) 803.196
Culiacán Rosales (Sin) 793.730
Cuernavaca (Mor) 787.556
Acapulco (Gro) 786.830
Chihuahua (Chih) 784.882
Morelia (Mich) 735.624
Veracruz (Veracruz|Ver) 702.394
Fuente: INEGI [2]

Bibliografia

  • Enrico Martino e Piero Tarallo, Messico, Idealibri, Milano, 1996 EAN: 9788870822922

Note

  1. ^ Cfr. Balbuena, Bernardo de: Grandeza mexicana.
  2. ^ Messico in:Enciclopedia di Geografia, Garzanti Milano, 2006, pp. 984-993. Time to Wake-Up: a 14-Page Special Report on Mexico The Economist November 18th, 2006. South of the Border; the Mexican Election and a Twist htpp://www.Securingamerica.com
  3. ^ "Time to wake up: a 14-Page Special Report on Mexico" The Economist November 18th, 2006
  4. ^ "South of the Border; The Mexican Election and a Twist" www.Securingamerica.com
  5. ^ Antonio Saltini, Messico: il sogno di un popolo, superare gli Stati Uniti, in Molini d'Italia, n. 6 - 2000
  6. ^ Antonio Saltini, Mais, sorgo e cipolle al Tropico del Cancro, in Molini d'Italia, n.7 - lug. 2000

Voci correlate

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