Breda 20/65 Mod. 1935: differenze tra le versioni
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*'''Mod. 39''': era la versione da postazione fissa, realizzata principalmente per la [[Milizia per la difesa antiaerea territoriale]]. Montava la stessa [[bocca da fuoco]] del ''Mod. 35'' su un affusto a candeliere dalla caratteristica forma semilunare, riconoscibile dai 5 fori sugli aloni. L'affusto brandeggiava su una corona inchiavardata alla piazzola di tiro, al pianale dell'autocannone o a quello del [[treno armato]]. Il puntatore non aveva il seggiolino ed impiegava l'arma in piedi: infatti l'arma era a punteria libera, senza manovellismi, a brandeggio totale ed elevazione da -10° a +90°. |
*'''Mod. 39''': era la versione da postazione fissa, realizzata principalmente per la [[Milizia per la difesa antiaerea territoriale]]. Montava la stessa [[bocca da fuoco]] del ''Mod. 35'' su un affusto a candeliere dalla caratteristica forma semilunare, riconoscibile dai 5 fori sugli aloni. L'affusto brandeggiava su una corona inchiavardata alla piazzola di tiro, al pianale dell'autocannone o a quello del [[treno armato]]. Il puntatore non aveva il seggiolino ed impiegava l'arma in piedi: infatti l'arma era a punteria libera, senza manovellismi, a brandeggio totale ed elevazione da -10° a +90°. |
Versione delle 18:02, 4 feb 2014
Breda 20/65 Mod. 1935 | |
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Cannone-mitragliera Breda 20/65 Mod. 1935 in configurazione di traino esposto al Museo degli Alpini a Trento. | |
Tipo | cannone contraerea e controcarro |
Origine | Italia |
Impiego | |
Utilizzatori | Italia Regno del Sud Repubblica Sociale Italiana Repubblica Italiana Australia Cina Finlandia Germania Regno Unito Slovacchia Spagna |
Conflitti | guerra civile spagnola, seconda guerra mondiale, guerra d'inverno, guerra di continuazione |
Produzione | |
Data progettazione | 1932 |
Costruttore | Breda |
Entrata in servizio | 1935 |
Ritiro dal servizio | anni 1980 (Finlandia) |
Varianti | Breda 20/65 Mod. 1939 Breda 20/65 Mod. 1939 Breda 20/65 Mod. 1940 Breda 20/65 Mod. 1935 R.M. Breda 20/65 Mod. 1939 R.M. Breda 20/65 Mod. 1940 R.M. |
Descrizione | |
Peso | 72 kg (330 kg in batteria) |
Lunghezza | 1870 mm |
Lunghezza canna | 1300 mm |
Calibro | 20 mm |
Tipo munizioni | 20 × 138 mm B |
Peso proiettile | 0,34 kg |
Numero canne | 1-2 |
Azionamento | recupero di gas |
Cadenza di tiro | massima 500 colpi/min; pratica 220 colpi/min |
Velocità alla volata | 840 m/s |
Tiro utile | 2500 m |
Gittata massima | 5500 m |
Alimentazione | piastrina da 12 colpi |
Elevazione | da -10° a +80° (Mod. 39) |
Angolo di tiro | 360° |
Raffreddamento | ad aria |
Peso della carica | 38 g |
Jaegerplatoon.net[1] | |
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Il Breda 20/65 Mod. 1935 era un cannone-mitragliera polivalente italiano, che venne largamente utilizzato sia come arma contraerea che controcarro durante la seconda guerra mondiale.
Storia
Sviluppo
L'arma fu sviluppata dalla Società Italiana Ernesto Breda per Costruzioni Meccaniche nel 1932. Dopo lunghe prove comparative con armi Oerlikon, Madsen e Lübbee, nel 1935 fu adottata dal Regio Esercito, a discapito della Scotti-Isotta Fraschini 20/70 Mod. 1941, e dalla Regia Aeronautica. Lo sviluppo della versione in postazione fissa per la Milizia per la difesa antiaerea territoriale (DICAT) richiese più tempo e portò alla realizzazione dei modelli Breda 20/65 Mod. 1939 e Breda 20/65 Mod. 1940 con affusto da postazione fissa.
Sempre nel 1935 la mitragliera fu acquisita anche dalla Regia Marina, intenzionata a sostituire gli impianti binati Breda Mod. 31 da 13,2 mm, equipaggiarono praticamente tutte le unità navali, dalle navi da battaglia Classe Littorio ai MAS. Inizialmente l'arma venne installata in impianti binati Mod. 35 R.M., mentre le unità minori vennero equipaggiate con gli impianti singoli Mod. 39 R.M. e soprattutto Mod. 40 R.M. L'arma fu prodotta dagli impianti Breda di Roma e di Brescia, con la collaborazione dell'arsenale di Terni.
Oltre che nella versione trainata ed in postazione fissa, fu installata su autocarri in dotazione al Regio Esercito per fornire protezione antiaerea e controcarro alle colonne motorizzate; fu installata in particolare sul Fiat-SPA 38R, sul SPA Dovunque 35 e sulla Fiat 508 C Camioncino. Il cannone-mitragliera armava anche le torrette del carro armato L6/40 e dell'autoblindo AB41. Durante la guerra civile spagnola fu installata dagli italiani e dalla Spagna Nazionalista sui carri leggeri Panzer I per aumentarne l'efficacia contro i carri russi T-26 repubblicani.
Impiego nelle forze armate italiane
La mitragliera ebbe il battesimo del fuoco con la guerra di Spagna, quando 138 esemplari furono inviati al seguito del Corpo Truppe Volontarie e come aiuto alle forze nazionaliste. Qui si distinse soprattutto come arma controcarro ed antimateriale.
All'entrata in guerra dell'Italia nel 1940, risultavano in servizio 1759 mitragliere Breda (1465 del Regio Esercito, 204 della MACA, 240 della Regia Marina e 50 della Regia Aeronautica)[2], che salirono a 2442 nel settembre 1942[3]. Nel Regio Esericito, ogni reggimento di artiglieria divisionale delle divisioni di fanteria ordinarie e delle autotrasportabili disponeva di una batteria su 8 pezzi da 20/65 Mod. 35[4]. Le divisioni corazzate, motorizzate, celeri, libiche, della MVSN ed i raggruppamenti di artiglieria di corpo d'armata ricevettero invece due batterie, mentre le divisioni alpine spesso non ne schieravano nessuna. Oltre le tre forze armate ed la MACA, anche la Guardia alla Frontiera (GaF) ricevette alcune mitragliere per la difesa antiaerea delle installazioni più importanti, come la batteria dello Chaberton.
Dopo l'armistizio di Cassibile, la mitragliera venne impiegata sia dai reparti dell'Esercito Nazionale Repubblicano della RSI che da quelli dell'Esercito Cobelligerante Italiano (per esempio dal I Raggruppamento Motorizzato). Nel dopoguerra l'arma in diverse versioni rimase in servizio con l'Esercito Italiano e la Marina Militare della neonata Repubblica Italiana. I Reparti Celeri del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza la utilizzarono per armare i loro Dodge WC 51[5].
Impiego nelle forze armate straniere
L'arma fu fornita alla Finlandia in 88 pezzi Mod. 35 terrestri, consegnati in tre lotti tra il febbraio 1940 ed il 1941; a questi si aggiunsero, nel 1942, i quattro pezzi che armavano le siluranti di produzione italiana classe Jymy; tutte queste armi, denominate 20 ItK/35, furono largamente impiegate contro l'Armata Rossa durante la guerra d'inverno e la successiva guerra di continuazione[6]. Tutte le 4 mitragliere navali e 79 mitragliere 20 ItK/35 risultavano ancora in servizio nel 1960. Furono infine radiate dalle forze armate finlandesi a metà degli anni ottanta.
Fu utilizzata dalla Wehrmacht come 2 cm FlaK-282(i): oltre agli esemplari di preda bellica, dopo l'armistizio la produzione continuò in favore della Germania, con almeno 255 armi consegnate[5]. La mitragliera costituì in assoluto l'arma italiana più ambita come preda bellica, trovando largo impiego tra le truppe australiane, britanniche e sudafricane. Infatti durante l'Operazione Compass le truppe del Commonwealth catturarono un numero tale di queste armi da equipaggiare completamente l'Australian 2nd/3rd Light Anti-Aircraft Regiment,[7] (4th Anti-Aircraft Brigade) ed una batteria del 106th (Lancashire Hussars) Regiment, RHA. Il famoso Long Range Desert Group riutilizzò le mitragliere catturate sui suoi portee. Sulle autoblindo sudafricane Marmon-Herrington Armoured Car i britannnici installarono in torretta una 20/65, aumentandone così la potenza di fuoco[8].
Le Breda catturate furono anche imbarcate su alcune unità della Royal Australian Navy e della Royal Navy, come i cacciatorpediniere HMAS Vendetta (Classe V), HMAS Perth (Classe Leander)[9] e la cannoniera HMS Ladybird.
Descrizione
La bocca da fuoco
L'arma era essenzialmente una versione ingrandita della Breda Mod. 31 da 13,2 mm, del quale riprende il sistema di funzionamento. La canna era a rigatura destrorsa costante ed era omologata per 5000 colpi. L'arma funzionava a presa di gas regolabile, con otturatore scorrevole e canna fissa[5] ed era disponibile il tiro solo automatico. L'alimentazione avveniva da un bocchettone laterala tramite piastrine da 12 colpi, inserite in sequenza a contatto l'una con l'altra per permettere il fuoco prolungato; il bossolo vuoto veniva riposizionato dall'estrattore nella piastrina[5]. Il sistema di puntamento era ad alzo a cannocchiale per il tiro anticarro ed antipersonale, mentre per il tiro contraereo impiegava una mira a riflessione prodotta dalla San Giorgio, tarata da 0 a 3000 metri con predittore per bersagli veloci fino a 550 km/h. L'arma era manovrata da 3 artiglieri, più capopezzo e porgitori per un totale di 7 serventi[10].
Munizionamento
La munizione 20 × 138 mm B della Breda da 20/65 era comune anche alla 20/70 Mod. 1941 ed al fucile anticarro Solothurn S-18/1000. Era del tipo a cartoccio proietto, pesante 320 g, dei quali 134 g costituiti dal proiettile e 38 dalla carica di lancio. La pressione di esercizio era di 2500 Kgf/cm²[11]. I tipi di cartucce disponibili erano[4]:
- tracciante;
- perforante-esplodente;
- perforante-tracciante-esplodente;
- tracciante-esplodente-autodistruggente;
- ultrasensibile;
- ultrasensibile-esplodente.
Affusti terrestri
- Mod. 35: era la versione campale trainabile. L'affustino ad aloni brandeggiava a 360° sull'affusto a treppiede: questo consisteva in una piattaforma a crociera, con due gambe laterali arpionate, ripiegabili e regolabili per la messa in bolla, e da una coda centrale. Su un seggiolino dell'affustino prendeva posto il puntatore che con il volantino sinistro comandava il brandeggio, mentre l'elevazione, da -10° a +80°, era regolata dal volantino sinistro, che agiva su un settore dentato sotto alla culla. In configurazione di traino, le code laterali della piattaforma si ripiegavano e l'arma viaggiava su due ruote (con possibilità di fare fuoco anche in questa configurazione)[5], con una carreggiata di 2,05 m; su ruote l'altezza al ginocchiello era di 88,5 cm, mentre in batteria era 78 cm[12]. Le ruote a disco in acciaio da 60 cm di diametro si rivelarono relativamente fragili, così da essere sostituiti con ruote più piccole in elektron, con semipneumatici pieni. In posizione di tiro su treppiede il peso del complesso era di 330 kg, che salivano a 370 kg con le ruote installate in configurazione di traino. Il traino era meccanico o manuale, oppure l'arma poteva essere scomposta in 5 carichi per il someggio:
Infine, soprattutto nel teatro nordafricano, sia le Mod. 35 che le Mod. 39 vennero installate sul pianale di autocarri e camionette sahariane[4].
- Mod. 39: era la versione da postazione fissa, realizzata principalmente per la Milizia per la difesa antiaerea territoriale. Montava la stessa bocca da fuoco del Mod. 35 su un affusto a candeliere dalla caratteristica forma semilunare, riconoscibile dai 5 fori sugli aloni. L'affusto brandeggiava su una corona inchiavardata alla piazzola di tiro, al pianale dell'autocannone o a quello del treno armato. Il puntatore non aveva il seggiolino ed impiegava l'arma in piedi: infatti l'arma era a punteria libera, senza manovellismi, a brandeggio totale ed elevazione da -10° a +90°.
- Mod. 40: era una versione successiva al Mod. 39 da MDICAT, che differiva dalla precedente solo per la presenza del seggiolino per il puntatore.
- Mod. 35 R.M.[13]: era un impianto binato navale, arma antiaerea standard della maggior parte delle unità della Regia Marina. L'affusto era prestabilizzato, a punteria vincolata manuale, effettuata da un puntatore sul seggiolino posteriore. Le canne erano installate in posizione sfalsata sulla culla, con l'arma sinistra più in alto. La culla era incavalcata su due grandi orecchioni semicircolari, che consentivano un'elevazione da -10° ad addirittura +100°. Il complesso pesava 2330 kg. Durante la guerra fu prodotta una versione con sistema di puntamento più avanzato, con predittore ed asservimento alla centrale di tiro della nave, imbarcata sulle corazzate Classe Littorio e su alcuni incrociatori[13]. L'impianto Mod. 35 venne anche realizzato in versione armata di mitragliere Scotti-Isotta Fraschini 20/70 Mod. 1939.
- Mod. 39 R.M.: impianto navale singolo, a punteria vincolata, con elevazione -10°/+90°.
- Mod. 40 R.M.[14]: impianto navale singolo, a punteria libera, simile al Mod. 39 terrestre. L'elevazione andava da -10° a +90°. Il complesso pesava 312,5 kg ed ebbe larga diffusione sul naviglio sottile della Regia Marina.
Impiego su mezzi semoventi
Le mitragliere terrestri Mod. 35 e Mod. 39, soprattutto nelle fasi tardive della guerra, furono ampiamente utilizzate per equipaggiare degli autocarri, ottenendo degli autocannoni o semoventi contraerei, realizzati direttamente dalle officine al seguito delle truppe. Erano particolarmente impiegati nel teatro nordafricano sia per le spiccate caratteristiche di mobilità di questo fronte, sia per compensare la relativa fragilità del Mod. 35 in configurazione di traino. Gli autocarri armati erano:
Sempre in Africa settentrionale, il Regio Esercito fece ampio uso degli ottimi autocarri britannici della classe 15 cwt di preda bellica:
- Chevrolet C15[5]
- Ford F15[5]
- Ford F60L[16]
- Dodge WC 51: nel dopoguerra, armati con la Mod. 39, erano impiegati dai Reparti celeri[5].
Insieme a mitragliatrici medie e cannoni d'accompagnamento, il Mod. 35 costituì l'armamento standard delle camionette desertiche:
La bocca da fuoco da 20/65 costituiva infine l'armamento principale di mezzi blindati e corazzati italiani ed esteri:
- L6/40: una Breda in torretta girevole con Breda Mod. 38 da 8 mm coassiale.
- AB41: modello successivo al AB40, dotato della stessa torretta del L6/40 (20/65 e 8 mm coassiale).
- Panzer I: la mitragliera da 20/65 venne adattata su questo carro durante la guerra civile spagnola dai franchisti per migliorarne le capacità controcarro.
- Carro de Combate de Infantería Modelo 1937: la Breda costituiva l'armamento principale (insieme a due mitragliatrici da 7,92 mm) di questo carro prodotto in circa 28 esemplari dall'arsenale di Trubia per i nazionalisti durante la guerra civile spagnola[17].
- CV33 "Trubia": prototipo spagnolo di CV33 armato di mitragliera Breda in casamatta in luogo delle mitragliatrici binate[18].
- T.A. 76/2/T e 76/3/T: treni armati allestiti dalla Regia Marina nel novembre 1941, ciascuno armato con quattro cannoni 76/40 Mod. 1916 R.M. e due mitragliere Breda[19].
Le Breda furono le armi italiane più ambite come preda bellica dagli eserciti stranieri ed armarono:
- Marmon-Herrington Armoured Car: queste autoblindo di costruzione sudafricana furono modificate sul campo dai britannici con l'installazione in torretta della 20/65 per aumentarne la capacità di fuoco.
- Chevrolet 1533X2: erano mezzi speciali appositamente realizzati per il LRDG, che spesso venivano armati con le Breda installate "in ritirata" (ovvero sul pianale, rivolte verso il retro dell'autocarro).
Galleria di immagini
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Breda 20/65 Mod. 1935 in configurazione di tiro nel Parco Storico dell'Artiglieria Contraerei, Caserma gen. A. Clavarino, Sabaudia
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Breda 20/65 Mod. 1939 per MDICAT, affusto singolo a puntamento libero, installato su Ford F15 di preda bellica
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Impianto singolo a puntamento libero per MDICAT Breda 20/65 Mod. 1940
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Impianto Mod. 35 R.M., binato e stabilizzato
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Impianto singolo Mod. 40 R.M.
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Prototipo del semovente contraereo con 'Breda 20/65 Mod. 1935 su Fiat-SPA 38R
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Breda 20/65 Mod. 1935 installata su un SPA Dovunque 35 del 42º Reggimento artiglieria, 61ª Divisione fanteria "Sirte"
Note
- ^ ANTIAIRCRAFT GUNS PART 1, su jaegerplatoon.net. URL consultato il 29 gennaio 2013.
- ^ Scheda da cmpr.it
- ^ Pignato, op. cit. pag. 43.
- ^ a b c Pignato, op. cit. pag. 47.
- ^ a b c d e f g h Riccio e Pignato, op. cit. pag. 45
- ^ Sito armi storiche finlandesi.
- ^ (EN) Rae, CJE, Harris, AL & Bryant, RK 1987, On target: the story of the 2/3 Australian Light Anti-Aircraft Regiment from formation on 18th July 1940 until disbandment on 14 July 1943 and the subsequent service of 7th Battery, 8th Battery, and 9th Battery, until the end of World War II, 2/3rd Australian Light Anti-Aircraft Regiment Association, Melbourne.
- ^ The British Army in North Africa 1941: E 2872 (photograph), in Imperial War Museum Collection Search. URL consultato il 2 luglio 2012.
- ^ (EN) [1] Collezione fotografica dell'Australian War Memorial, ID Numbers P00219.015 e P01915.015.
- ^ Pignato, op. cit. pag. 45.
- ^ Italy 20 mm/65 Models 1935, 1939 and 1940
- ^ Cannone Mitragliera da 20/65 mod. 35 - 120º Reggimento Artiglieria Motorizzato - Divisione Celere - CSIR
- ^ MITRAGLIERA da 20/65 Breda 1935, singola - Gruppo di Cultura Navale
- ^ a b Riccio e Pignato, op. cit. pag. 50
- ^ Riccio e Pignato, op. cit. pag. 47
- ^ (ES) Mezzi prodotti dall'arsenale di Trubia.
- ^ Spanish Nationalist Forces
- ^ Treni armati dal sito ufficiale della Marina Militare.
Bibliografia
- Nicola Pignato, Le armi della fanteria italiana nella seconda guerra mondiale, Ermanno Albertelli Editore.
- Filippo Cappellano, Le artiglierie del Regio Esercito nella Seconda Guerra Mondiale, Storia Militare, 1998.
- Davide Bagnaschino, 'Il Vallo Alpino, le armi. Gli armamenti utilizzati nelle opere del vallo alpino e relative corazzature,
- Ralph Riccio e Nicola Pignato, Italian truck-mounted artillery in action, Squadron Signal Publications, 2010.
- Chris Bishop, The encyclopedia of weapons of World War II, pag. 164.
Voci correlate
Collegamenti esterni
- Scheda e fotografie del Mod. 35.
- (EN) Armi navali.
- (EN) Armamenti finlandesi.
- (FR) Scheda e foto sul sito Italie 1935-1945.
Altri progetti
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