Michele Sangineto

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Michele Sangineto (Albidona, 23 ottobre 1944) è un liutaio italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Origini e formazione[modifica | modifica wikitesto]

Michele Sangineto nasce ad Albidona, in provincia di Cosenza, nel 1944.[1]

Il padre Ercole era originario di Torano Castello, sempre nel cosentino, mentre la madre era albidonese. Michele è l'ultimo di tre fratelli, cresciuti in una umile famiglia nel culto della dignità, della ricerca di un miglioramento sociale, ma educato anche alla curiosità e alla socialità, coltivando abilità manuali e poliedriche indispensabili alla vita quotidiana, soprattutto in una piccola realtà. Si avvicina sin da ragazzo, inoltre, alla musica, che era non solo occasione di convivialità ma anche motivo di aggregazione sociale e senso di comunità.[2][1]

All'età di venticinque anni si trasferisce in Brianza, dove lavora un anno come operaio. Dopodiché fa ritorno ad Albidona e così consegue il diploma di maestro d'arte a Castrovillari, con specializzazione in ebanisteria.[1]

Poi torna in Brianza, dove nel 1973 gli viene offerto l'insegnamento all'Istituto Statale d'Arte (ISA) di Monza, oggi liceo artistico "Nenni Valentini", dove sarà docente di ebanisteria e laboratorio del linguaggio logico per 36 anni.[3]

La liuteria[modifica | modifica wikitesto]

Col passare degli anni si specializza nella costruzione di strumenti musicali della tradizione europea, acquisendo così sempre maggiore riconoscimento internazionale. Oltre alle arpe celtiche, alle bardiche, alle arpe viggianesi, alle ghironde e ai salteri a pizzico, a percussione e ad arco, costruisce organistrum, vielle, organi portative, arpanette (spitzharfe) e altri strumenti insoliti, tratti da dipinti, affreschi e schizzi di grandi maestri del Rinascimento italiano e fiammingo.[4][3]

Ha raccontato di aver intrapreso questa passione dopo aver incontrato un ragazzo che aveva in mano una sanza, antico strumento musicale africano lamellare, che lui poi aggiustò.[5] Tuttavia, ha dichiarato di non aver appreso alcun metodo da maestri liutai, bensì esclusivamente dalla curiosità, dalla conoscenza empirica e dall'impegno.[3]

Ha realizzato la sua prima arpa nei primi anni settanta, dopo aver letto testi e trattati organologici e affidandosi alla "practica" laboratoriale, ingegnosamente plasmata e migliorata nel tempo.[1]

Dopo il periodo di specializzazione sulle arpe, a partire dai primi anni ottanta, inizia ad approfondire la conoscenza del salterio, sentendosi attratto dalle forme, dal numero delle corde e dai tiraggi. Si ritiene molto affezionato proprio a questo strumento, che ha imparato inoltre a suonare.[1]

I legni da lui maggiormente utilizzati sono quelli facilmente reperibili, quali pioppo, faggio, frassino, noce e ciliegio, in altri casi acero e abete rosso.[3]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Il liutaio di Leonardo[modifica | modifica wikitesto]

Tra le realizzazioni di Michele Sangineto, i più celebri sono senza dubbio gli strumenti realizzati a partire dai disegni di Leonardo da Vinci, contenuti sia nel Codice Atlantico, da cui ha tratto la viola organista, sia nel foglio 76 del Codice di Madrid, conservato presso la Biblioteca Nazionale, da cui ha tratto l'organo di carta, la pila a vento continua e la lira argentata (suonata da Luca Argentero nella produzione Sky Io, Leonardo), esposte nella mostra Leonardo 3, in Galleria Vittorio Emanuele a Milano.[1][6] A Leonardo è stata dedicata anche la sua mostra Leonardo Da Vinci: Gli strumenti di un genio, organizzata in occasione delle celebrazioni ufficiali del cinquecentenario della morte dell'artista, allestita agli Uffizi di Firenze e riproposta poi presso l’Area Museale Ex Stac di Catanzaro.[7]

Le altre opere[modifica | modifica wikitesto]

Dall'affresco Concerto degli Angeli di Gaudenzio Ferrari, nella cupola del santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno (1534-1538). ha ricavato circa cinquanta strumenti, tutti perfettamente funzionanti, ispirati all'opera di Gaudenzio intorno al Cristo pantocratico, fra cui alcuni cordofoni, la ribeca di canna lacustre (suonata ad arco), la galoucorde (a due corde percosse con un flauto che attraversa lo strumento), arpe e salteri a pizzico.[1][7]

Inoltre, ha costruito la Claviharpa e la Ghironda del Giorgione, e l'organistrum realizzato a partire dal bassorilievo del portico della Gloria della cattedrale di Santiago di Compostela, che risale all’XI secolo.[1][7]

Altri strumenti sono stati realizzati a partire dalle opere dei pittori italiani Filippino Lippi, Simone Martini e Cosimo Tura, e fiamminghi Hans Memlig, Jan Van Eych e Arnault de Zwolle.[1]

Nel 2012 realizza e dona al comune di Villasanta, dove vive, un’arpa che ha svettato a lungo nella rotatoria di via Leonardo da Vinci. Rubata nel 2019, è stata nuovamente donata nel 2021.[8]

Nel 2020, costruisce nel suo laboratorio una macina da cucina, perfettamente funzionante, fatta con legno d'abete e scarti delle tombe, basandosi sui ricordi infantili legati al mulino familiare utilizzato dai suoi nonni ad Albidona.[9][10]

Nella sua casa-laboratorio, ospita una collezione di oltre 250 strumenti musicali antichi ed etnici[1], presentati inoltre nel testo illustrativo da lui redatto nel 2006.[11][12]

Mostre ed esposizioni[modifica | modifica wikitesto]

I suoi strumenti sono stati esposti in varie prestigiose mostre europee: al Royal College of Music e al LIFEM di Londra, al Louvre di Parigi, alla Galleria degli Uffizi di Firenze, al Castello di Buda di Budapest, a Greenwich, a Bellinzona, a Vigo, a Bruges, a Burghausen, a Brandenburgo, a Saint Chartier, a Dinan, a Lorient, a Saint Jean du Gard, a Vanves. In Italia, ha esposto nelle principali città, presso conventi, teatri, conservatori, accademie musicali, centri culturali, chiese e fiere.[1]

Le sue arpe e i suoi salteri sono stati suonati e apprezzati da alcuni tra i più grandi interpreti mondiali di musica celtica. Fra questi, Alan Stivell, conosciuto in Bretagna nei primi anni '80 ad un festival di musica celtica, con il quale ha continuato a collaborare nell'innovazione dell'arpa celtica al fine di adattarla alle esigenze contemporanee dei musicisti professionisti. Inoltre, ha collaborato e costruito strumenti per Carlos Núñez, musicista galiziano[13], Derek Bell (musicista dei Chieftains), Alexander Bonivento, Grannie Yeats, Vincenzo Zitello e Stefano Corsi.[1]

Eventi artistici e culturali[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1988 al 1991 ha organizzato a Monza quattro edizioni di "Suoni di antichi strumenti", un festival musicale della tradizione medievale e popolare, a cui hanno partecipato arpisti del calibro di Nicanor Zabaleta e Alan Stivell. Ha coordinato inoltre serate in memoria degli etnomusicologi Roberto Leydi, Diego Carpitella e Michele Straniero. Nel 2003, ha fondato l'associazione culturale Arpanetta. Nel 2006, ha diretto il Pop Harp Festival, al teatro Manzoni di Monza.[12] Dal 2009 al 2010 è stato direttore artistico dell’evento Festival dell’arpa – suoni di antichi strumenti, inserito nella programmazione dell’Estate Romana[12]. A Lissone, ha promosso la costituzione di un corso di liuteria, presso la FAL, tenuto da vari maestri liutai.[1]

Nel 2022, partecipa al progetto di umanizzazione dell'ospedale San Gerardo, promosso da varie associazioni di Monza, suonando il suo salterio in una sala d'attesa, strappando un sorriso ai pazienti in coda.[14]

L'Antica Liuteria Sangineto e l' Ensemble Sangineto[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2000 fonda con la moglie Paola e i due figli Caterina e Adriano il quartetto Antica Liuteria Sangineto, con cui ha esportato negli anni la musica popolare italiana del tardo Medioevo al Rinascimento nei vari festival europei, esibendosi in Francia, Belgio, Inghilterra, Germania e Ungheria[15], e pubblicando due CD (Salteri[16] e Altea rosa[17])[12].

In seguito, il figlio Adriano fonda insieme alla sorella Caterina e al polistrumentista Tiziano Cogliati l'Ensemble Sangineto[18], che diventerà uno dei principali complessi di musica folk del panorama italiano e con cui terranno numerosi concerti, mostrando l’uso e le potenzialità timbriche di questi strumenti e spiegandone la provenienza storico-iconografica.[19]

Adriano è promotore inoltre di numerosi altri progetti musicali che raccolgono riconoscimento internazionale, fra i quali Lyradanz, ensemble costituito insieme alla sorella Caterina e a Jacopo Ventura.[20]

Il riconoscimento nazionale e internazionale[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni è apparso in varie trasmissioni televisive italiane, fra cui Uno mattina (Rai 1), Mattina in Famiglia (Rai 2), TG3 (Rai 3), oltre che su TV Channel e Telelombardia, e ha fatto diversi interventi alla radio, sia locali in Lombardia che all'estero (in Francia e in Giappone). Ha rilasciato inoltre interviste e gli sono stati dedicati articoli su varie testate italiane, quali Corriere della Sera, La Repubblica[21], Il Giorno, Avvenire, Il Cittadino di Monza e Brianza, Il Giornale di Vimercate, IO Donna, L’Esagono, sui quotidiani esteri bretoni Le Télégramme e Ouest-France.[12]

Nel 2008 diventa uno dei protagonisti del documentario Story of a Luthier, una produzione inglese guidata dal regista milanese Alberto Bona.[7] Lo scrittore e docente cremonese Gualtiero Nicolini gli ha dedicato un libro nel 2019.[22]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m Michele Sangineto, artista liutaio di strumenti musicali antichi e popolari, su blogfoolk.com.
  2. ^ Carlo Vittone, Monzesi, a cura di Franco Isman, Vittone editore & Pivetta partners, 2002.
  3. ^ a b c d Michele Sangineto, su homofaber.com.
  4. ^ Ensemble Sangineto, su ensemblesangineto.com.
  5. ^ Michele Sangineto - Intervista di Carlo Vittone, su arengario.net.
  6. ^ Dalla lira argentata alla piva a vento: così rinascono le note di Leonardo, su milano.corriere.it.
  7. ^ a b c d Il liutaio Michele Sangineto, mago degli strumenti antichi, ispirato dalla Pittura, su famedisud.it.
  8. ^ Michele Boni, Villasanta: dopo il furto del 2019 ritorna la “rotonda dell’arpa”, in Il Cittadino, 23 giugno 2021.
  9. ^ Si costruisce una macina in casa: l'ultima fatica del maestro Michele Sangineto, su monzatoday.it.
  10. ^ Michele Sangineto: dai liuti rinascimentali al mulino da tavolo, su famedisud.it.
  11. ^ Michele Sangineto, Gli strumenti musicali: un mondo che affascina. Strumenti musicali della tradizione europea..
  12. ^ a b c d e L’antica arte della liuteria rivive nell’opera di Michele Sangineto, su ilmarcopolo.com.
  13. ^ Ensemble Sangineto, l’altro volto della musica popolare, su musicabile.tgcom24.it.
  14. ^ Michele che con il suo salterio allieta l'attesa di chi è coda in ospedale, su monzatoday.it.
  15. ^ Antica Liuteria Sangineto, su adrianosangineto.com.
  16. ^ Ensemble Sangineto, Salteri, Red Edizioni, 2003.
  17. ^ Ensemble Sangineto, Altea rosa, Edizioni Arpanetta, 2006.
  18. ^ Ensemble Sangineto, su ensemblesangineto.com.
  19. ^ Leonardo: il suono del genio, su amicimusicacocito.it.
  20. ^ LyraDanz, su adrianosangineto.com.
  21. ^ Monza, il signore delle arpe ricrea con il legno gli strumenti di Leonardo, su milano.repubblica.it.
  22. ^ Gualtiero Nicolini, Io, il Salterio e io. Michele Sangineto, un grande artista di oggi, Nuova Prohmos, 2019, pp. 68, ISBN 8868535297.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]