Albert Dekker

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Albert Dekker nel film Terra nera (1943)

Albert Dekker, pseudonimo di Thomas Albert Ecke Van Dekker (New York, 20 dicembre 1905Los Angeles, 5 maggio 1968), è stato un attore statunitense.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La carriera[modifica | modifica wikitesto]

Durante gli studi universitari di medicina e psicologia al Bowdoin College, Dekker iniziò a interessarsi all'attività filodrammatica e, dopo la laurea, decise di dedicarsi al teatro. Si trasferì a Cincinnati e nel 1927 trovò lavoro come quarto aiuto direttore di scena, ma presto passò alla recitazione[1]. Pochi mesi dopo arrivò a Broadway per recitare nell'allestimento che la Theater Guild fece di Marco Millions di Eugene O'Neill, pièce in cui Dekker lavorò a fianco di Alfred Lunt (protagonista nel ruolo di Marco Polo), con il quale aveva fatto amicizia ai tempi del college[2].

Per una decina di anni Dekker calcò il palcoscenico, prima di trasferirsi a Hollywood per tentare la carriera cinematografica. Il suo debutto sul grande schermo risale al 1937 nel film L'ultima beffa di Don Giovanni (1937) di James Whale, con cui l'attore inaugurò una trentennale carriera di caratterista, grazie principalmente al suo aspetto massiccio, all'alta statura e al volto baffuto dai lineamenti truci, che lo resero perfetto per i ruoli da villain[1][2]. Nel 1939 fu nuovamente diretto da James Whale nel film in costume La maschera di ferro (1939), in cui ricoprì il ruolo del frivolo ed effeminato re Luigi XIII di Francia[2].

Dekker nel film Dr. Cyclops (1940)

L'anno successivo diede la sua migliore e più famosa interpretazione cinematografica nel classico dell'horror Dr. Cyclops (1940), per la regia di Ernest B. Schoedsack, che era stato uno degli ideatori di King Kong (1933). L'attore impersonò il pazzo dottor Thorkel, che risiede in un punto sperduto dell'Amazzonia e riesce a ridurre alle dimensioni di un pupazzetto i malcapitati che giungono a fargli visita. Calvo, stralunato e miope, nel film Dekker porta occhiali enormi che gli deformano il viso e ne rendono impressionante la maschera, in particolare quando prende in mano e osserva le sue vittime divenute minuscole[2].

Durante gli anni quaranta Dekker affrontò i più disparati generi cinematografici, dal poliziesco al western e al melodramma. Nel 1946 apparve nel noir I gangsters (1946), mentre dieci anni più tardi fu tra i protagonisti de Un bacio e una pistola (1955), nella parte del dottor Soberin, un medico fanatico coinvolto nella caccia a un pericoloso materiale radioattivo, in cui rivaleggia con il detective Mike Hammer (Ralph Meeker). In Among the Living (1941), un melodramma di suspense accanto a Susan Hayward, interpretò il doppio ruolo di due gemelli, uno dei quali è un pazzo omicida. Affrontò il dramma sociale con Barriera invisibile (1947) di Elia Kazan, nei panni dell'editore John Minify, il western con Le furie (1950) di Anthony Mann, i melodrammi psicologici come La valle dell'Eden (1955), che Kazan trasse dal romanzo di John Steinbeck, e Improvvisamente l'estate scorsa (1959) di Joseph L. Mankiewicz. Interpretò anche un ruolo romantico nell'avventuroso La taverna dei sette peccati (1940), conquistando nel finale l'amore della protagonista Marlene Dietrich.

Per un breve periodo Dekker fu impegnato anche in politica, ricoprendo la carica di deputato per il Partito Democratico nel 57º Distretto della California, per la legislatura dal 1944 al 1946[1][2].

Durante gli anni cinquanta iniziò a diradare le apparizioni cinematografiche, ritornando sul palcoscenico con Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller, in cui sostituì Lee J. Cobb nel ruolo del protagonista Willy Loman, e con Un uomo per tutte le stagioni di Robert Bolt, in cui impersonò il Duca di Norfolk. Partecipò anche ad alcune serie televisive come Gli uomini della prateria (1964), Missione impossibile (1965) e Bonanza (1968). La sua ultima apparizione cinematografica risale al 1968 con il ruolo di Pat Harrigan nel western modernista Il mucchio selvaggio (1969) di Sam Peckinpah.

La morte[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1957 Dekker fu colpito dalla tragica scomparsa del figlio sedicenne John, avuto dal matrimonio con Esther Guerini (sposata nel 1929), che fu trovato morto a Hastings-on-Hudson (New York), ucciso da un colpo di pistola. Il caso venne archiviato fra i suicidi[2]. Il 5 maggio 1968, Dekker venne ritrovato senza vita nella sua abitazione di Hollywood, in inquietanti circostanze[3]. Il suo cadavere, imbavagliato, ammanettato e impiccato al tubo della doccia, fu rinvenuto nella stanza da bagno, chiusa dall'interno. Prima di morire asfissiato, l'attore si era abbigliato con raffinata biancheria femminile di seta, e si era scritto sul corpo con un rossetto alcune frasi sessualmente esplicite rivolte a sé stesso[2].

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatori italiani[modifica | modifica wikitesto]

Nelle versioni in italiano dei suoi film, Albert Dekker è stato doppiato da:

  • Nino Pavese in Beau Geste, Terra nera, I gangsters, I forzati del mare, La vergine di Tripoli, La saga dei pionieri, Barriera invisibile, La maschera dei Borgia, Le furie, Voi assassini
  • Gaetano Verna in Dr. Cyclops, L'isola della gloria, Texas selvaggio
  • Luigi Pavese in La maschera di ferro, Il meraviglioso paese
  • Giorgio Capecchi in Il re della prateria, Improvvisamente l'estate scorsa
  • Emilio Cigoli in Mi piace quella bionda
  • Gualtiero De Angelis in La taverna dei sette peccati
  • Carlo Romano in Nel mezzo della notte
  • Carlo Buratti in Il mucchio selvaggio

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Il chi è del cinema, De Agostini, 1984, Vol. I, pag. 136
  2. ^ a b c d e f g Kenneth Anger, Hollywood Babilonia II, Adelphi, 1996, pag. 228-229
  3. ^ Dettagli sulla morte di Albert Dekker, su findadeath.com. URL consultato il 4 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2013).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN76518339 · ISNI (EN0000 0001 2096 4526 · LCCN (ENn85199250 · GND (DE173667120 · BNE (ESXX4660505 (data) · BNF (FRcb14056650d (data) · J9U (ENHE987007321821805171 · WorldCat Identities (ENlccn-n85199250