Collezione Pallavicini: differenze tra le versioni
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* [[Ludovico Carracci]], ''Cristo ridona la vista al cieco nato'', 1603-1604 |
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* [[Ludovico Carracci]], ''San Pietro'', 1610-1615 |
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* [[Ludovico Carracci]] o [[Francesco Brizio]], ''Sansone distrugge il tempio'', 1615-1619 |
* [[Ludovico Carracci]] o [[Francesco Brizio]], ''Sansone distrugge il tempio'', 1615-1619 (già in [[collezione Ludovisi]]) |
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* [[Giovanni Agostino Cassana]], ''Natura morta con brocche, ortaggi, pollame e galline'', 1680-1720 |
* [[Giovanni Agostino Cassana]], ''Natura morta con brocche, ortaggi, pollame e galline'', 1680-1720 |
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* [[Bernardo Castello]], ''Apollo e Dafne'', 1600-1610 |
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* [[Carlo Dolci]], ''Allegoria della Poesia'', 1650-1699 |
* [[Carlo Dolci]], ''Allegoria della Poesia'', 1650-1699 |
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* [[Carlo Dolci]], ''Madonna addolorata'', 1650-1699 |
* [[Carlo Dolci]], ''Madonna addolorata'', 1650-1699 |
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* [[Domenichino]], ''Peccato originale'', 1621-1623 |
* [[Domenichino]], ''Peccato originale'', 1621-1623 (già in [[collezione Ludovisi]]) |
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* [[Domenico Duprà]], ''Ritratto del principe Mario Chigi'', 1710-1770 |
* [[Domenico Duprà]], ''Ritratto del principe Mario Chigi'', 1710-1770 |
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* [[Adam Elsheimer]], ''Soldati che giocano a dadi'', 1620-1640 |
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* [[Lucio Massari]], ''Lot e le figlie'', 1610-1615 |
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* [[Lucio Massari]], ''Madonna con Bambino tra due santi Domenicani'', 1595-1605 |
* [[Lucio Massari]], ''Madonna con Bambino tra due santi Domenicani'', 1595-1605 |
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* [[Lucio Massari]], ''Rinaldo e Armida'', 1610-1612 |
* [[Lucio Massari]], ''Rinaldo e Armida'', 1610-1612 (già in [[collezione Ludovisi]]) |
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* [[Lucio Massari]], ''Trionfo di David'', 1609-1612 |
* [[Lucio Massari]], ''Trionfo di David'', 1609-1612 (già in [[collezione Ludovisi]]) |
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* [[Agostino Masucci]], ''Ritratto del cardinale Antonio Banchieri'', 1728 |
* [[Agostino Masucci]], ''Ritratto del cardinale Antonio Banchieri'', 1728 |
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* [[Paolo De Matteis]], ''Abramo e i tre angeli'', 1680-1728 |
* [[Paolo De Matteis]], ''Abramo e i tre angeli'', 1680-1728 |
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La collezione Pallavicini è una collezione d'arte nata a Roma nel Seicento e appartenente ancora oggi alla famiglia, di origini genovesi, dei Pallavicini.
Le opere della raccolta, avviata dal cardinale Lazzaro Pallavicini, sono oggi esposte nel palazzo Pallavicini Rospigliosi, edificio storico monumentale che, sin dal Settecento venne condiviso dalle due famiglie titolari, di cui i Pallavicini sono tutt'oggi legittimi proprietari dei locali di loro pertinenza. I due casati in questione stabilirono tra loro legami di parentela e vincoli ereditari, terminati solo a metà Ottocento, che a più riprese hanno determinato intrecci e trasferimenti di proprietà tra i rispettivi titoli, definendo nel tempo il passaggio di un cospicuo blocco di opere già in collezione Rospigliosi entro il catalogo Pallavicini.[1]
La raccolta costituisce, con le collezioni possedute dalle famiglie Doria-Pamphilij, Colonna e Rospigliosi (quest'ultima oggi in gran parte smembrata), una delle più grandi raccolte private d'arte a Roma, tra le più notevoli del periodo barocco.
Storia
Seicento
Le origini della famiglia
La famiglia Pallavicini proviene da Genova, città nella quale alcuni dei suoi rappresentanti disponevano già dal XV secolo un ruolo di rilievo nella politica della Repubblica.[1] Si trattava di una dinastia che, così come per i Giustiniani, era frutto dell'insieme di più famiglie che, messe insieme, determinavano un albergo dei Nobili.
Sul finire del XVI secolo il cognome Pallavicini compare in ambito artistico grazie a Marcello, che commissionò la realizzazione della chiesa dei Santi Ambrogio e Andrea di Genova.[1] Il nome che tuttavia viene considerato l'iniziatore dei grandi successi del casato fu quello del marchese Niccolò, che per la stessa chiesa commissionò a Pieter Paul Rubens dapprima, nel 1608, la pala d'altare con la Circoncisione, e successivamente, nel 1620, la grande tela con i Miracoli di sant'Ignazio per una cappella laterale.[1][2]
Niccolò Pallavicini ebbe con la moglie Maria Lomellini ben 22 figli, tra cui Lazzaro e Stefano che si stanzieranno a Roma, generando la dinastia e la collezione artistica oggi nota nel palazzo di famiglia della città.[2] I fratelli di Niccolò, invece, implementeranno il ramo genovese, la cui linea maschile si estinguerà nel 1741.[2]
L'approdo dei Pallavicini a Roma
Lazzaro Pallavicini, nato a Genova nel 1602, giunse nella città papale in giovane età. Al 1665 risalgono le immissioni nella collezione di Stefano, che era ancora a Genova, di tredici opere di Rubens, ossia la serie del Cristo e i dodici Apostoli, già appartenente alla collezione di Giovanni Battista Pallavicini (altro fratello di Lazzaro e Stefano, stabilitosi ad Anversa) e che giunse a Roma per volontà dello stesso alla sua morte, mentre la sua serie di arazzi francesi eseguiti su cartoni di Raffaello, incentranti gli Atti degli apostoli, fu destinata alla basilica della Santa Casa di Loreto.[2]
Lazzaro, che divenne cardinale nel 1669 per nomina di papa Clemente IX Rospigliosi, chiamò a Roma con sé il fratello Stefano e l'unica figlia di questi, Maria Camilla.[3] Tutti e tre trovarono sistemazione in città nel palazzo già dei Barberini al Monte di Pietà, cosiddetta casa grande Barberini, che poi sarà acquistato nel 1674 per un utilizzo ventennale da Stefano dietro un corrispettivo di 50 mila scudi. In questo frangente le raccolte di Lazzaro e Stefano si raggrupparono per la prima volta.[4]
Lo scopo di questo invito fu che Lazzaro aveva bisogno di consentire alla famiglia Pallavicini un'ascesa sociale entro le dinamiche aristocratiche romane del tempo, promuovendo il convolo a nozze della nipote Maria Camilla con Giovan Battista Rospigliosi, da famiglia originaria di Pistoia, pronipote dello stesso papa Clemente IX che anni prima aveva elevato il Lazzaro a cardinale.
Il matrimonio avvenne, pertanto le ricchezze del ramo romano Pallavicini di Lazzaro e Stefano conversero tutte a Maria Camilla, cui fu intestataria anche di un particolare vincolo fidemmissario che servì a salvaguardare nelle generazioni future tutto il lascito di Lazzaro, nonché il cognome e i titoli della famiglia. La collezione di Lazzaro si componeva di un corposo gruppo di opere facenti parte del barocco romano ed emiliano, queste ultime acquistate direttamente a Bologna nel periodo in cui vi ricoprì l'incarico (tra il 1670 e 1673) di vicelegato pontificio, tra cui autori quali i Carracci (di cui si segnala il Mangiafagioli di Annibile),[5] di Sisto Badalocchio, Guido Reni, Francesco Albani e altri.
La nascita del legame Rospigliosi-Pallavicini con il fidecommisso del cardinale Lazzaro
Non disponendo di eredi maschi negli ambienti romani, Lazzaro istituì nel 1679 un fidecommisso che legava tutte le sue proprietà e ricchezze al figlio secondogenito che la nipote Maria Camilla avrebbe avuto con il marito Rospigliosi.[3]
La disposizione testamentaria prevedeva che la collezione di Lazzaro, ereditata in gran parte dal padre Niccolò, con anche i titoli familiari, fossero assegnati al secondo figlio maschio di Giovan Battista Rospigliosi e Maria Camilla, il qualche avrebbe dovuto portare il cognome Pallavicini così da continuare il ramo romano della famiglia genovese-romana (mentre il primogenito avrebbe dato seguito a quello Rospigliosi).[3] Se la coppia avesse invece avuto un solo figlio maschio, questi avrebbe dovuto portare con sé sia i titoli Pallavicini che quelli Rospigliosi, fino alla nascita di un secondo figlio maschio della coppia, che poi avrebbe ricevuto in dote i titoli Pallavicini, mentre se fosse rimasto unico maschio, avrebbe custodito entrambi i nomi fino alla determinazione della sua prole, sulla quale sarebbero valse le regole generali del fidecommissor (ossia il primo maschio avrebbe ricevuto l'ereditò Rospigliosi del padre e il secondo quella Pallavicini della madre.[3] Se invece la coppia avesse avuto solo una femmina, allora questa avrebbe dovuto dare tutta la sua eredità Rospigliosi Pallavicini al marito, fino alla determinazione della sua prole, su cui si sarebbero poi applicate le condizioni generali del vincolo.[3]
Nel 1680 il cardinale morì e qualche mese dopo venne a mancare anche il fratello Stefano, lasciando alla figlia il principato di Gallicano. Maria Camilla ricevette una ricca collezione d'arte, su cui gravava in un nucleo di opere che tutt'oggi costituisce la parte consistente della Galleria Pallavicini il vincolo testamentario dello zio Lazzaro.[6] La nobildonna fu comunque particolarmente proattiva anche nell'implementazione della collezione: a lei si devono infatti gli acquisti avvenuti tra il 1694 e il 1699 del Peccato originale del Domenichino, delle due tele di Luca Giordano, la Conversione di Saulo e Giuliano l'Apostata, della serie di nature morte di Tamm e del Bogelaer, della serie di battaglie di Christian Reder nonché di quella di paesaggi del van Bloemen.[6] Tra le opere che invece uscirono dalla collezione, la più notevole dell'epoca fu il Mangiafagioli di Annibale Carracci, che confluì dapprima nella collezione di famiglia di Niccolò Maria Pallavicini (cugino genovese omonimo del figlio secondogenito della coppia), e poi nella collezione Colonna, dove tuttora è, entro il palazzo nobiliare di piazza Santi Apostoli a Roma.[7]
Settecento
Il palazzo nobiliare sul Quirinale
Nel 1694 la casa grande Barberini venne riscattata dai suoi precedenti proprietari in ordine a una clausola dell'accordo stipulato.[4] La famiglia, grazie a Maria Camilla, quindi, acquistò da Gianni Ippolito Mancini, tra il 1704 e il 1708, il palazzo che era già di proprietà della famiglia Borghese, sito nei pressi del Quirinale.[4][6]
L'edificio fu da quel momento condiviso dalle rispettive casate dei due coniugi che lo abitarono, i Pallavicini, che ebbero il piano nobile e due terrazze del giardino, con anche il casino dell'Aurora e la loggia delle Muse, mentre ai Rospigliosi fu assegnato il pian terreno e il terzo livello dello stabile.[6] La Galleria Pallavicini venne collocata sin dal principio nel piano nobile del palazzo, mentre le opere della collezione Rospigliosi fu sistemata nel terzo piano dello stesso (oggi corrispondente al quarto piano).[6]
Morta Maria Camilla nel 1710, questa espresse nel testamento la volontà che il padre e lo zio fossero tumulati nella cappella gentilizia della chiesa di San Francesco a Ripa di Roma, in un unico grande monumento. Il marito, rispettando la richiesta della moglie, incaricò quindi (tra il 1713 e il 1719) lo sculture Giuseppe Mazzuoli di compiere l'opera su una parete della cappella, mentre dirimpetto chiese l'innalzamento di un altro monumento funebre dedicato a Maria Camilla e se stesso.
La collezione durante la seconda metà del XVIII secolo
Nel 1722 morì anche Giovan Battista Rospigliosi, quindi il secondogenito della coppia, Niccolò Maria, divenne erede del lascito di Lazzaro, prendendo a sé sia il cognome che i titoli Pallavicini.[7] La collezione d'arte, che comunque si era intanto arricchita rispetto a quella originaria, fu divisa tra Niccolò e il fratello primogenito, Clemente Domenico, che invece seguì i titoli Rospigliosi.[7] Entrambi si spartirono in egual misura tutta la collezione Rospigliosi-Pallavicini accumulata fino a quel momento, mentre i dipinti legati al lascito di Lazzaro furono interamente immessi nelle disponibilità esclusive di Niccolò Maria, in ordine agli accordi fidecommissari.[7]
Niccolò Maria, sposato con Vittoria Altieri, morì nel 1759 senza eredi, la collezione fu pertanto unita a quella Rospigliosi e affidata a Giovan Battista Rospigliosi, il figlio secondogenito del fratello più grande di Niccolò, Clemente Domenico Rospigliosi.[7]
Giovan Battista Rospigliosi Pallavicini morì nel 1784 lasciando nella collezione alcune importanti immissioni artistiche, come i ritratti di famiglia, un gruppo di tele di David Loreti e altre sporadiche opere di autori del seicento romano-emiliano.[7][8] Questi ebbe due figli avuti in matrimonio con Eleonora Caffarelli: il primogenito Giuseppe (Rospigliosi) e il secondogenito Luigi (Pallavicini).[8]
Ottocento
La collezione sotto Giuseppe Rospigliosi (1755-1833)
Entrambi i fratelli Giuseppe e Luigi avvieranno alcune dismissioni delle rispettive collezioni ereditate dal padre, in quanto sul finire del secolo e agli inizi di quello successivo, con l'avvento della Repubblica romana e delle insurrezioni francesi, le famiglie patrizie romane accusarono il duro colpo di alcune tassazioni che determinarono la vendita più o meno coercitiva di interi blocchi delle loro proprietà (la medesima sorte la ebbero infatti i Borghese, i Giustiniani, i Pamphilj, etc).
Tuttavia la visione più lungimirante, intorno ai primi decenni del XIX secolo, la ebbe il duca Giuseppe, il quale effettua alcuni acquisti allo scopo di reintegrare con alcuni capolavori il prestigio della collezione, intaccato sul finire del precedente secolo.[9] Al 1816 risale l'acquisto a Firenze della Derelitta, del piccolo trittico con la Trasfigurazione di Cristo, san Girolamo e sant'Agostino e del tondo con la Vergine, tutti di Sandro Botticelli, e dell'Allegoria della Castità di Lorenzo Lotto (tutte oggi confluite nella collezione Pallavicini).[8][9]
La collezione sotto Giulio Cesare Rospigliosi
Giuseppe muore nel 1833 e appena due anni dopo venne a mancare anche il fratello Luigi: le due collezioni tornarono quindi a riunirsi sotto il primogenito di Giuseppe, Giulio Cesare Rospigliosi Pallavicini, visto che i due figli Pallavicini, Benedetto e Filippo, erano prematuramente morti al padre.[8][9]
Con Giulio Cesare la collezione Rospigliosi Pallavicini si arricchisce di un importante lascito della collezione Colonna (circa 130/150 dipinti in totale, di cui una settantina confluirono in quella Pallavicini).[9][10] Più precisamente, Giulio Cesare prelevò dapprima il lascito che la moglie Margherita Colonna Gioeni, una delle tre figlie di Filippo III (1779-1816), XII principe e duca di Paliano, ereditò dal padre, consistente in un terzo della collezione su cui non cadeva il vincolo fidecommissario di casa, e successivamente a questo, acquistò nel 1841 anche quello di una delle due cognate, Maria, sposata con Giulio Lante della Rovere, dov'erano giunte opere quali la Rissa di Diego Velazquez, la Sacra Famiglia dell'Ortolano, il Tempio di Venere di Claude Lorrain, il Ratto di Europa, di Ganimede e di Proserpina di Mattia Preti (oggi tutte e tre confluite nella Galleria Pallavicini), diversi paesaggi di Gaspar van Wittel, Gaspard Dughet, Jan e Pieter van Bloemen e Andrea Locatelli.[9][10]
La definitiva separazione dei casati e delle collezioni Rospigliosi-Pallavicini (1859)
Giulio Cesare ritornò a organizzare le basi per separare i due casati con i due figli maschi avuto nel suo matrimonio.[10] Alla sua morte, nel 1859, infatti, avvenne la divisione la separazione delle due collezioni d'arte, che da questa successione in poi non tornerà mai più sotto la gestione di un medesimo rappresentante di famiglia: la collezione Rospigliosi fu ereditata quindi dal primogenito Clemente, mentre quella Pallavicini da Francesco, da cui poi si genererà il ramo tuttora esistente che detiene ancora la collezione d'arte e la parte di palazzo del Quirinale di pertinenza della famiglia.[9]
Le due famiglie, da questo momento in poi, subiranno destini opposti che non vedranno mai più intrecciarsi i rispettivi interessi.[10]
Novecento
La famiglia Rospigliosi, nel corso del Novecento fu interessata da un tracollo finanziario da cui non riusciranno mai più a riprendersi, che porterà alla quasi totale alienazione della loro collezione d'arte (in due grosse battute d'asta del 1931 e 1932) e delle loro proprietà, tra cui anche i locali di loro competenza del palazzo Pallavicini Rospigliosi.[9] La porzione di palazzo destinata alla famiglia Rospigliosi divenne quindi per molti anni la sede della Federconsorzi, che dal 1939 prese in fitto i suddetti locali, fino ad ereditarne i diritti; fallita la federazione dei consorzi agrari nel 1992, i piani del palazzo già di pertinenza Rospigliosi passarono nel 1995 tra le proprietà della Coldiretti, che è divenuta in quell'anno anche la proprietaria della collezione d'arte, composta da oltre cento dipinti collocati al quarto piano dello stabile, non accessibile al pubblico.[9][11]
La famiglia Pallavicini, di contro, riuscì a conservare intatta le sue ricchezze, quindi la sua collezione d'arte e la sua proprietà nobiliare romana. Nel corso del XX secolo la collezione passò da Francesco al nipote Guglielmo Pierre de Bernis de Courtarvel, nonché, alla morte di questi durante la seconda guerra mondiale (nel 1940), alla moglie di questi, la genovese Elvina Pallavicini del Vascello, poi all'unica figlia Maria Camilla e fino agli attuali eredi.[10]
La collezione Pallavicini rappresenta una delle poche raccolte seicentesche romane rimaste quasi del tutto integre rispetto alla sua costituzione: questa include oggi più di 540 pezzi tra pitture, disegni e sculture, conservati tra il piano nobile del palazzo Pallavicini Rospigliosi di Roma e il casino dell'Aurora, sempre a loro afferente.[12] I dipinti collezionati dal cardinale Lazzaro oggetto dello storico fidecommisso del 1679 costituiscono ancora oggi il copro centrale della collezione romana: un corposo gruppo di tele proviene dalla raccolta del fratello Stefano mentre un altro dagli anni in cui Lazzaro è legato pontificio a Bologna, quindi di autori emiliani quali i Carracci, Sisto Badalocchio, Guido Reni, Francesco Albani.[4] Un altro gruppo di dipinti proviene invece da commesse avanzate direttamente da Maria Camilla Pallavicini, personalità molto attenta all'arte, mentre un altro ancora da opere già in collezione Rospigliosi o che comunque devono ai loro esponenti le acquisizioni, su tutti Giovan Battista e Giuseppe Rospigliosi, grazie ai quali entrarono opere di Pietro da Cortona, Nicolas Poussin, Botticelli, Lorenzo Lotto, Diego Velázquez, Pieter Paul Rubens, Domenichino, Luca Signorelli e Guercino.
Elenco parziale delle opere
Segue un elenco (esaustivo ma comunque non completo) delle opere oggi facenti parte della Galleria Pallavicini, nonché insistenti nelle strutture di loro proprietà e pertinenza.[13] Visto il legame continuativo intercorso tra le famiglie Rospigliosi e quella Pallavicini, vengono opportunamente indicate le opere che, con certezza, provengono dalla collezione Rospigliosi.
Antichità
- Atena Rospigliosi, palazzo Pallavicini Rospigliosi (casino dell'Aurora), Roma
- Diana Rospigliosi, palazzo Pallavicini Rospigliosi (casino dell'Aurora), Roma
- Scipione Rospigliosi, palazzo Pallavicini Rospigliosi (casino dell'Aurora), Roma
Disegni e pitture
- Francesco Allegrini, Giuditta con la testa di Oloferne, 1610-1620
- Anonimo romano sec. XVII, Ritratto di Pietro Banchieri in veste di Pulcinella, 1667-1669 (già in collezione Rospigliosi)
- Anonimo sec. XVIII, Ritratto di Giovan Battista Rospigliosi (già in collezione Rospigliosi)
- Il Baciccio, Ritratto di papa Clemente IX, 1667-1669
- Sisto Badalocchio, Ermafrodito e Salmace, 1605-1620
- Lazzaro Baldi, Incoronazione di Maria Vergine, 1650-1703
- Lazzaro Baldi, Paradiso, 1650-1703
- Federico Barocci, Madonna con Bambino, 1567-1569
- Giovanni di Bartolomeo, Ultima comunione di san Girolamo, 1500
- Jacopo Bassano, Sacra Famiglia con san Giovannino, 1560-1590
- Pompeo Batoni, Visitazione, 1736-1740 (già in collezione Rospigliosi)
- Giuseppe Belloni, Ercole e Iole, 1650-1699
- Giuseppe Belloni, Martirio di san Sebastiano, 1650-1699
- Giuseppe Belloni, Ratto di Europa, 1650-1699
- Giuseppe Belloni, Sansone e Dalila, 1650-1699
- Giuseppe Belloni, Tancredi ed Erminia, 1650-1699
- Marco Benefial, Ritratto di Camilla Orsini Borghese, 1700-1764
- Christian Berentz, Natura morta con vaso di fiori, 1690-1699
- Giovanni Bilivert, Salomone adora gli idoli, 1600-1644
- Giovanni Bilivert, San Raffaele Arcangelo rifiuta i doni di Tobia, 1612-1644
- Jan Frans van Bloemen, Paesaggio con Belvedere Vaticano e figure, 1741
- Jan Frans van Bloemen, Paesaggio con castello e figure, 1688-1749
- Jan Frans van Bloemen, Paesaggio con figure, 1688-1749 (già in collezione Rospigliosi)
- Jan Frans van Bloemen, Paesaggio con fuga in Egitto, 1688-1749
- Jan Frans van Bloemen, Paesaggio con il Colosseo e l'arco di Costantino, 1741 (già in collezione Rospigliosi)
- Jan Frans van Bloemen, Paesaggio con il tempio di Vesta a Tivoli, 1688-1749
- Jan Frans van Bloemen, Paesaggio con vaso e monumenti romani, 1688-1749
- Jan Frans van Bloemen, Paesaggio lacustre con figure, Paesaggio rupestre con figure, 1690-1699
- Andries Both, Festino, 1635-1641
- Andries Both, Zingara che legge la mano, 1635-1641
- Botticelli, Derelitta, 1480, tempera su tavola, 47×45 cm (già in collezione Rospigliosi)
- Botticelli, Trasfigurazione di Cristo, san Girolamo e sant'Agostino, 1500 ca., tempera su tavola, 28×36 cm (già in collezione Rospigliosi)
- Botticelli, Madonna con Bambino, san Giovannino e angeli, 1490-1499 (già in collezione Rospigliosi)
- Leonard Bramer, Giocatori di carte, 1640-1674
- Leonard Bramer, Interno con scena di banchetto, 1616-1629
- Giacinto Brandi, Cherubini, 1665-1675
- Giacinto Brandi, Santa Maria Maddalena ai piedi della croce, 1640-1691
- Giacinto Brandi, Santa Maria Maddalena, 1670-1691
- Bartholomeus Breenbergh, Veduta di Roma con l'interno del Colosseo (?), 1618-1657
- Denijs Calvaert, Santa Cecilia, 1560-1599
- Andrea Camassei, San Luca che dipinge la Madonna, 1620-1649 (già in collezione Rospigliosi)
- Andrea Camassei, Adorazione del Bambino (già in collezione Rospigliosi)
- Simone Cantarini, Madonna con Bambino e san Carlo Borromeo, 1630-1648
- Simone Cantarini, Madonna con Bambino e san Francesco d'Assisi, 1630-1648
- Simone Cantarini, Ritratto femminile, 1630-1648
- Simone Cantarini, Sacra Famiglia con sant'Anna, 1630-1648
- Simone Cantarini, San Filippo Neri e due angeli, 1630-1648
- Domenico Maria Canuti, Pietà, 1640-1684
- Angelo Caroselli, Giuditta con la testa di Oloferne, 1600-1652
- Angelo Caroselli, Santa Marta rimprovera santa Maria Maddalena per la sua vanità, 1600-1652
- Annibale Carracci, Incoronazione di spine, 1620-1630
- Annibale Carracci, Ritratto femminile, 1585-1590
- Annibale Carracci, San Francesco d'Assisi riceve le stimmate, 1590-1610
- Ludovico Carracci, Cristo ridona la vista al cieco nato, 1603-1604
- Ludovico Carracci, San Pietro, 1610-1615
- Ludovico Carracci o Francesco Brizio, Sansone distrugge il tempio, 1615-1619 (già in collezione Ludovisi)
- Giovanni Agostino Cassana, Natura morta con brocche, ortaggi, pollame e galline, 1680-1720
- Bernardo Castello, Apollo e Dafne, 1600-1610
- Bernardo Castello, Narciso alla fonte, 1600-1610
- Valerio Castello, Adorazione dei pastori, 1640-1659
- Paolo Cattamara, Sottobosco con fiori, gatto, serpente e conigli, 1630-1668
- Paolo Cattamara, Sottobosco con fiori, volpe, tartaruga e quaglie, 1630-1668
- Antonio Cavallucci, Madonna, 1780-1795
- Michelangelo Cerquozzi, Ercole al bivio, 1640-1660
- Michelangelo Cerquozzi, Erminia e i pastori, 1640-1660
- Michelangelo Cerquozzi, Erminia e i pastori, 1645-1655
- Michelangelo Cerquozzi, Fumatori di tabacco, 1640-1660
- Michelangelo Cerquozzi, Giocatori d'azzardo, 1640-1660
- Michelangelo Cerquozzi, Scena contadinesca con figure, 1640-1660
- Michelangelo Cerquozzi, Sosta presso rudere romano, 1640-1660
- Michelangelo Cerquozzi, Studio del pittore, 1640-1660
- Michelangelo Cerquozzi/Alessandro Salucci, Arco di trionfo, Colosseo e figure, 1650-1660
- Michelangelo Cerquozzi/Alessandro Salucci, Marina con porto, rotonda, edifici e figure, 1650-1660
- Giovan Domenico Cerrini, Ecce Homo, 1665-1670 (già in collezione Rospigliosi)
- Giovanni Domenico Cerrini, San Pietro liberato dal carcere, 1670-1675
- Giuseppe Chiari, San Francesco di Paola resuscita i muratori travolti dal crollo di un edificio, 1725-1727
- Carlo Cignani, Cinque sensi, 1669-1679
- Antonio Cioci, Paesaggio fluviale con pescatori, 1758-1792
- Antonio Circignani, Ercole e Onfale, 1610-1620
- Viviano Codazzi, Cortile di palazzo con donne al bagno e vascello, 1625-1649
- Viviano Codazzi, Interno di palazzo con figure, 1625-1649
- Viviano Codazzi, Interno di palazzo con fontane e figure, 1625-1649
- Viviano Codazzi/Michelangelo Cerquozzi, Distribuzione della minestra ai poveri con rovine, 1625-1660
- Viviano Codazzi/Michelangelo Cerquozzi, Fattoria con rovine e figure al tramonto, 1625-1660
- Viviano Codazzi/Michelangelo Cerquozzi, Ingresso di villa con figure, 1625-1660
- Viviano Codazzi/Michelangelo Cerquozzi, Villa con portico e figure, 1625-1660
- Viviano Codazzi/Perrier François, Ingresso di villa con rovine e figure, 1625-1665
- Sebastiano Conca, Sant'Agostino, 1740
- Sebastiano Conca, Testa di donna (×4), 1719-1764
- Pietro da Cortona, Aurora che rapisce Cefalo, disegno
- Pietro da Cortona, Guerriero che trafigge un barbaro, disegno
- Pietro da Cortona, Riposo durante la fuga in Egitto con allegoria della Passione, 1630-1640, olio su tela
- Jacques Courtois, Combattimento tra cavalieri (×3), 1650-1690
- Jacques Courtois, Scena di battaglia, 1670-1676
- Carlo Antonio Crespi, Natura morta con piatto di pere, 1740-1760
- Juan de Zurbarán, Natura morta con cesto d'uva, melagrane e fichi, 1640-1649
- Jacopino Del Conte , Ritratto maschile, 1535-1550
- Carlo Dolci, Allegoria della Poesia, 1650-1699
- Carlo Dolci, Madonna addolorata, 1650-1699
- Domenichino, Peccato originale, 1621-1623 (già in collezione Ludovisi)
- Domenico Duprà, Ritratto del principe Mario Chigi, 1710-1770
- Adam Elsheimer, Soldati che giocano a dadi, 1620-1640
- Ferraù Fenzoni, Salita di Cristo al monte Calvario, 1599-1605
- Defendente Ferrari, Cristo benedicente e san Bartolomeo, 1500-1540
- Defendente Ferrari, Cristo in pietà e simboli della Passione, 1500-1540
- Defendente Ferrari, Due apostoli, (×4), 1500-1540
- Defendente Ferrari, San Nicola da Tolentino, 1500-1540
- Pier Francesco Foschi, Salita di Cristo al monte Calvario, 1525-1567
- Baldassarre Franceschini, David con la testa di Golia, 1630-1690
- Marcantonio Franceschini, Santa Maria Maddalena penitente, 1670-1729
- Filippo Gagliardi/Giovanni Benedetto Castiglione, Circe trasforma in animali i compagni di Ulisse, 1630-1659
- Filippo Gagliardi/Giovanni Benedetto Castiglione, Corteo di Sileno, 1630-1659
- Filippo Gagliardi/Giovanni Benedetto Castiglione, Sacrificio a Pan, 1630-1659
- Filippo Gagliardi/Giovanni Benedetto Castiglione, Tempio di Pan, 1630-1659
- Giovanni Antonio Galli, Cherubini, 1620-1652
- Marzio Ganassini, Scena di battaglia, 1600-1620
- Gandolfino d'Asti, Presentazione di Gesù al Tempio, 1493-1518
- Lorenzo Garbieri, Fucina di vetrai, 1600-1654
- Luigi Garzi, Cupido estrae una spina dal piede di una ninfa, 1700-1710
- Luigi Garzi, Venere consegna la freccia a Cupido, 1700-1710
- Camillo Gavasetti, Diana e Atteone, 1615-1630
- Giacinto Gimignani, Allegoria della Speranza (già in collezione Rospigliosi)
- Giacinto Gimignani, Allegoria del dominio mediceo su Pistoia (già in collezione Rospigliosi)
- Giacinto Gimignani, Armida tenta di uccidere Rinaldo, 1635-1640
- Giacinto Gimignani, Gloria di san Clemente, 1630-1681 (già in collezione Rospigliosi)
- Giacinto Gimignani, Riposo nella fuga in Egitto, 1680-1681
- Giacinto Gimignani, Venere allatta Cupido, 1640-1650
- Ludovico Gimignani, Maddalena in meditazione, disegno, 26,7×18,5 cm (già in collezione Rospigliosi)
- Ludovico Gimignani, Miracolo di santa Maria Maddalena de' Pazzi, 1660-1690 (già in collezione Rospigliosi)
- Ludovico Gimignani, Pietà, 1660-1697 (copia del dipinto di Annibale Carracci al Museo di Capodimonte a Napoli)
- Ludovico Gimignani, Putti (×2), 1660-1697
- Ludovico Gimignani, Ragazzo con cane da caccia, 1660-1697
- Ludovico Gimignani, Riposo nella fuga in Egitto, 1660-1697
- Ludovico Gimignani, San Pietro d'Alcantara, 1667-1690 (già in collezione Rospigliosi)
- Ludovico Gimignani, Scena allegorica, 1663-1697
- Luca Giordano, Comunione degli apostoli, 1659-1660
- Luca Giordano, Conversione di San Paolo, 1680-1685 (già in collezione Rospigliosi)
- Luca Giordano, Cristo e l'adultera, 1650-1750
- Luca Giordano, Giudizio di Paride, 1684-1686
- Luca Giordano, Giuliano l'Apostata, 1685-1686 (già in collezione Rospigliosi)
- Luca Giordano, Morte di Lucrezia, 1684-1686
- Francesco Giovane, Busto di vecchio in armatura, 1630-1669
- Giovanni da Asola, Adorazione dei pastori, 1500-1531
- Antoon Goubau, Sosta di soldati, 1635-1698
- Antiveduto Gramatica, Giaele, 1620-1626
- Francesco Graziani, Scena di battaglia (×2), 1650-1699
- Guercino, Madonna con Bambino e san Giovannino, 1620-1670
- Giovanni Francesco Guerrieri, Allegoria della Virilità che vince l'Inganno, la Bugia, la Maldicenza e l'Invidia, 1611-1657
- Joseph Heintz il Giovane, Veduta di Venezia con il Molo dal bacino di S. Marco, 1623-1644
- Joseph Heintz il Giovane, Veduta di Venezia con regata sul Canal Grande, 1623-1644
- Jacob de Heusch, Paesaggio con viandanti, 1675-1701
- Jacob de Heusch, Paesaggio (×6), 1675-1701
- Monsù Bernardo, Cena in Emmaus, 1650-1687
- Monsù Bernardo, Figura maschile con fiore, 1650-1687
- Jan van Kessel il Vecchio, Natura morta con anfora di fiori, ortaggi e frutta, Natura morta con piatto di frutta, tazza di fragole, zucca e uccelli, 1650-1670
- Jan van Kessel il Vecchio, Natura morta con cesto di funghi, frutta e porcellino d'India, 1650-1670
- Jan van Kessel il Vecchio, Natura morta con ortaggi, frutta e selvaggina, Natura morta con pesci, ortaggi, cane e gatto, 1650-1670
- Pieter van Laer, Autoritratto, 1625-1630
- Filippo Lauri, Alfeo e Aretusa, 1670-1694
- Filippo Lauri, Glauco e Scilla, 1670-1694
- Filippo Lauri, Madonna assunta, 1665-1670
- Filippo Lauri, Martirio di san Pietro Martire, 1643-1694
- Hendrik Frans Van Lint, Paesaggio con borgo e armenti, 1724
- Hendrik Frans Van Lint, Paesaggio con città e castello, 1724
- Hendrik Frans Van Lint, Paesaggio con fattoria e contadini, 1724
- Hendrik Frans Van Lint, Paesaggio con fattoria sul lago, 1724
- Hendrik Frans Van Lint, Paesaggio nordico, 1741
- Hendrik Frans Van Lint, Veduta della campagna romana con il castello di Torrenova, 1741
- Hendrik Frans Van Lint, Veduta di Roma con il tempio di Castore e Polluce e il tempio di Antonino e Faustina, 1720
- Hendrik Frans Van Lint, Veduta di Roma con la fontana dell'Acqua Felice, 1710-1763
- Filippino Lippi, Mardocheo piange di fronte all'ingresso del palazzo reale, 1475-1480
- David Loreti, Ritratto di cardinale, 1710-1760
- David Loreti, Ritratto di gentildonna, 1710-1760
- David Loreti, Ritratto di GIuseppe Rospigliosi, 1710-1760 (già in collezione Rospigliosi)
- David Loreti, Ritratto di Luigi Rospigliosi Pallavicini, 1710-1760 (già in collezione Rospigliosi)
- David Loreti, Ritratto di principessa Rospigliosi Pallavicini, 1710-1760
- Claude Lorrain, Paesaggio da villa Madama (II versione), 1637 (già in collezione Rospigliosi)
- Claude Lorrain, Paesaggio con Mercurio e Aglauro (già in collezione Rospigliosi)
- Claude Lorrain, Paesaggio con Mercurio e Aglauro, disegno (già in collezione Rospigliosi)
- Claude Lorrain, Paesaggio costiero con Mercurio e Aglauro, disegno (già in collezione Rospigliosi)
- Claude Lorrain, Le stagioni danzano al suono del Tempo, disegno (già in collezione Rospigliosi)
- Claude Lorrain, Le Eliadi piangono sulla tomba di Fetonte, disegno (già in collezione Rospigliosi)
- Claude Lorrain, Tempio di Venere (già in collezione Rospigliosi)
- Johann Carl Loth, Ritratto di uomo anziano con barba, 1655-1698
- Lorenzo Lotto, Trionfo della Castità, 1530 ca., olio su tela, 73×114 cm (già in collezione Rospigliosi)
- Benedetto Luti, Ritratto di Maria Camilla Pallavicini, 1686-1724
- Zanobi Machiavelli, Madonna con Bambino e due angeli, 1450-1455
- Maestro degli Angeli Pallavicini, Angelo con chiodi, 1615-1625
- Maestro degli Angeli Pallavicini, Angelo con corona di spine, 1615-1625
- Maestro degli Angeli Pallavicini, Angelo con croce, 1615-1625
- Maestro degli Angeli Pallavicini, Angelo con flagello, 1615-1625
- Maestro degli Angeli Pallavicini, Angelo con lancia e spugna, 1615-1625
- Maestro degli Angeli Pallavicini, Angelo con velo della Veronica, 1615-1625
- Maestro degli Angeli Pallavicini, Cinque sensi, 1600-1624
- Bartolomeo Manfredi, San Giovanni Evangelista, 1615 (replica del dipinto ai Musei capitolini di Roma)
- Carlo Maratta, Madonna della Neve, 1660-1725 (già in collezione Rospigliosi)
- Carlo Maratta, Ritratto del cardinale Giacomo Rospigliosi, 1668
- Carlo Maratta, Ritratto del cardinale Giacomo Rospigliosi, 1668
- Carlo Maratta/Tamm Franz Werner von, Ghirlanda di fiori con amorini, 1694
- Otto Marseus van Schrieck, Sottobosco con fiori, farfalle e rettili, 1650-1670
- Otto Marseus van Schrieck, Sottobosco con fiori, funghi e insetti, 1650-1670
- Lucio Massari, Compianto sul Cristo morto, 1620-1625
- Lucio Massari, Lot e le figlie, 1610-1615
- Lucio Massari, Madonna con Bambino tra due santi Domenicani, 1595-1605
- Lucio Massari, Rinaldo e Armida, 1610-1612 (già in collezione Ludovisi)
- Lucio Massari, Trionfo di David, 1609-1612 (già in collezione Ludovisi)
- Agostino Masucci, Ritratto del cardinale Antonio Banchieri, 1728
- Paolo De Matteis, Abramo e i tre angeli, 1680-1728
- Paolo De Matteis, Lot e le figlie, 1680-1728
- Jan Miel, Cortile di osteria, 1620-1663
- Jan Miel, Giacobbe e la sua famiglia si recano in Egitto (?), 1655-1663
- Jan Miel, Ritratto di papa Urbano VIII, 1641-1643
- Pier Francesco Mola, Estasi di santa Maria Maddalena, 1630-1648
- Pier Francesco Mola, Ritratto di vecchia, 1660-1666
- Pier Francesco Mola, San Giovanni Battista, 1660-1666
- Jean Baptiste Mole, Sacra Famiglia con angeli, 1636-1661
- Pietro Montanini, Marina con pescatori e barche, 1658-1660
- Pietro Montanini, Marina con veliero che carica mercanzia, 1658-1660
- Giovanni Maria Morandi, Riposo nella fuga in Egitto, 1665-1673
- Girolamo Muziano, San Pietro Martire (già in collezione Rospigliosi)
- Pietro Navarra, Allodole, 1690-1714
- Pietro Navarra, Natura morta con beccaccia, 1690-1714
- Pietro Navarra, Natura morta con cacciagione, 1690-1714 (già in collezione Rospigliosi)
- Pietro Navarra, Natura morta con frutta, fiori e galline, 1690-1714
- Pietro Navarra, Natura morta con frutta, fiori, tappeto e bicchieri, 1690-1714
- Pietro Navarra, Natura morta con frutta, fontana e pappagallo, 1690-1714
- Pietro Navarra, Natura morta con frutta, fontana e pavone, 1690-1714
- Pietro Navarra, Natura morta con frutta, tappeto e cane maltese, 1690-1714
- Pietro Navarra, Natura morta con selvaggina, 1690-1708
- Pietro Navarra, Natura morta con uva, melagrane, tini e galline, 1690-1714
- Pietro Navarra, Quaglia, 1690-1708
- Jacopo Palma il Giovane, Cristo morto sorretto da due angeli, 1570-1628
- Jacopo Palma il Giovane, Peccato originale, 1600-1628
- Pietro Nelli, Ritratto di Nicolò Maria Rospigliosi Pallavicini (già in collezione Rospigliosi)
- Niccolò dell'Abate, Paesaggio con san Girolamo, 1540-1552
- Mario Nuzzi, Natura morta con vaso di fiori (×4), 1640-1670
- L'Ortolano, Sacra Famiglia, 1510-1520 (già in collezione Rospigliosi)
- Gregorio Pagani, Pietà e angeli, 1580-1605
- Giovanni Paolo Panini, Disputa di Gesù con i dottori del Tempio, 1730-1765
- Parmigianino, San Giovannino (già in collezione Rospigliosi)
- Pietro di Giovanni, Morte di san Francesco d'Assisi, 1420-1425
- Nicolas Poussin (copia da), Genio con il corno dell'abbondanza
- Nicolas Poussin (copia da), Autoritratto
- Mattia Preti, Morte di Sofonisba
- Mattia Preti, Ratto di Europa, 1630-1699
- Mattia Preti, Ratto di Ganimede, 1630-1699
- Mattia Preti, Ratto di Proserpina, 1630-1699
- Christian Reder, Battaglia (×2) (entrambe già in collezione Rospigliosi)
- Guido Reni, Carro dell'Aurora, 1622, affresco
- Guido Reni, Cristo crocifisso, 1638-1640
- Guido Reni, David, 1620-1699
- Guido Reni, Perseo libera Andromeda, 1630-1639
- Guido Reni, San Marco Evangelista, 1600-1699 (replica del dipinto al palazzo Rosso di Genova)
- Gian Pietro Rizzi, Madonna con Bambino, 1500-1549
- Michele Rocca, Crocifissione di san Pietro, 1695-1751
- Michele Rocca, Moltiplicazione dei pani e dei pesci, 1695-1751
- Giovanni Francesco Romanelli, Cleopatra, 1630-1662
- Giovanni Francesco Romanelli, Musa, 1630-1662
- Giovanni Francesco Romanelli, Pie donne al sepolcro, 1645-1650
- Giovanni Francesco Romanelli, Polifemo e Galatea, 1630-1635
- Cristoforo Roncalli, San Giovanni Battista nel deserto, 1605-1610
- Johann Melchior Roos, Paesaggio con edificio in rovina, pastori e armenti, 1680-1731
- Mariano Rossi, Sacra Famiglia con san Giovannino, santa Elisabetta e san Zaccaria, 1750-1807
- Pasquale Rossi, Maestra di scuola, 1650-1725
- Pasquale Rossi, Testa d'uomo, 1675-1699
- Peter Paul Rubens (e bottega), San Paolo, 1613-20
- Peter Paul Rubens (e bottega), San Mattia, 1613-20
- Andrea Sacchi, Apostolo, 1635-1640
- Antonello de Saliba, Madonna con Bambino, 1500-1505
- Giovanni Battista Salvi, Madonna addolorata, 1630-1685
- Carlo Saraceni, Madonna con Bambino, sant'Anna e un angelo, 1610-1650
- Lucrezia Scarfaglia, Autoritratto, 1678
- Ippolito Scarsella, Assunzione di Enoch, 1570-1620
- Ippolito Scarsella, Giuseppe venduto dai fratelli, 1570-1620
- Bartolomeo Schedoni, Putti abbracciati, 1595-1605
- Bartolomeo Schedoni, Sacra Famiglia con san Giovannino, 1600-1649
- Bartolomeo Schedoni, San Giovanni Battista predica nel deserto, 1595-1605
- Johann Heinrich Schönfeld, Marina con bagnanti, 1630-1682
- Johann Heinrich Schönfeld, Tempio di Diana, 1630-1682
- Sinibaldo Scorza, Ritorno di Abramo e Lot a Canaan, 1605-1631
- Sinibaldo Scorza, Sacrificio di Noè, 1605-1631
- Luca Signorelli, Madonna con Bambino, san Giovannino e san Girolamo (?), 1480-1490
- Francesco Solimena, Sant'Ignazio di Loyola, 1725-1730
- Giovanni Battista Speranza, Lot e le figlie, 1620-1640
- Giovanni Stanchi, Natura morta con vaso di fiori (×2), 1628-1699
- Giovanni Stanchi, Natura morta con vaso e cesto di fiori, 1628-1679
- Giovanni Stanchi, Natura morta con fiori e selvaggina, 1628-1699
- Giovanni Stanchi, Natura morta con vaso di fiori, cedri e selvaggina, 1628-1699
- Vespasiano Strada, Crocifissione di Cristo, 1582-1622
- Pierre Subleyras, Guarigione del paralitico, 1728-1749
- Giusto Suttermans, Ritratto di Ferdinando II de' Medici, 1650-1655
- Franz Werner Tamm, Natura morta con fiori, frutta e pavone, 1685-1699 (già in collezione Rospigliosi)
- Franz Werner Tamm, Natura morta con fiori, funghi e selvaggina, 1685-1699
- Agostino Tassi, Paesaggio marino, 1615-1630
- Agostino Tassi, Palazzi in riva al mare, 1600-1644
- Antonio Tempesta, Caccia al cervo, 1580-1630
- Antonio Tempesta, Scena di battaglia, 1595-1605
- Antonio Tempesta, Scena di caccia al leone, 1600-1649
- David Teniers il Giovane, Natura morta con interno di cucina, 1650-1660 (già in collezione Rospigliosi)
- David Teniers il Giovane, Caccia all'anatra in un paesaggio, 1660-1685
- David Teniers il Giovane, Natura morta con selvaggina, strumenti per la caccia e falco in un paesaggio, 1660-1685
- Alessandro Tiarini, Sansone e Dalila, 1640-1650
- Giovan Battista Tinti, Cena in Emmaus, 1580-1590
- Tintoretto, Ritratto del procuratore Priamo Lechi, 1580-1594
- Benvenuto Tisi, San Giacomo Maggiore, 1520-1530
- Flaminio Torri, Madonna con Bambino, 1640-1661
- Flaminio Torri, Madonna, 1640-1661
- Flaminio Torri, Riposo nella fuga in Egitto, 1640-1661
- Flaminio Torri, San Francesco d'Assisi in preghiera, 1640-1661
- Flaminio Torri, San Girolamo penitente nel deserto, 1640-1661
- Flaminio Torri, Sibilla, 1640-1661
- Francesco Trevisani, Cristo deposto sorretto da angeli, 1715-1724
- Alessandro Turchi, San Giacomo Maggiore, 1640-1649
- Herman Van Swanevelt, Paesaggio con il Colosseo, pastori e armenti, 1629-1641
- Herman Van Swanevelt, Veduta della campagna romana con la tomba di Cecilia Metella, 1629-1641
- Zenone Varelli, Natura morta con anemoni, 1669
- Zenone Varelli, Natura morta con vaso di fiori e spartito, 1669-1672
- Zenone Varelli, Natura morta con vaso di fiori (×2), 1669-1672
- Alessandro Varotari, Allegoria della Vanità, 1610-1648
- Antonio Maria Vassallo, Natura morta con cesto di uova, formaggi, mucca, pecora e animali da cortile, 1640-1670
- Antonio Maria Vassallo, Natura morta con vassoi di dolci, pollame e carne macellata, 1640-1670
- Diego Velazquez, Rissa, 1630 ca., olio su tela, 28,9×39,6 cm (già in collezione Rospigliosi)
- Jacob Ferdinand Voet, Ritratto di Giovan Battista Rospigliosi Pallavicini, 1660-1689
- Jacob Ferdinand Voet, Ritratto di gentiluomo, 1660-1689
- Jacob Ferdinand Voet, Ritratto di Lorenzo Onofrio Colonna, 1660-1689
- Jacob Ferdinand Voet, Ritratto di Tommaso Rospigliosi, castellano di Castel Sant'Angelo, 1660-1689
- Jacob Ferdinand Voet, Ritratto di Vincenzo Bali di Malta
- Karel van Vogelaer, Natura morta con fiori e frammenti architettonici, 1675-1695 (già in collezione Rospigliosi)
- Karel van Vogelaer, Natura morta con vaso di fiori, 1675-1695 (già in collezione Rospigliosi)
- Karel van Vogelaer, Pappagallo e garofani, 1675-1695
- Karel van Vogelaer, Pappagallo e rosa, 1675-1695
- Gaspar van Wittel, Paesaggio con borgo e figure, Paesaggio con castello, 1715-1720
- Gaspar van Wittel, Paesaggio marino, Paesaggio marino con castello, 1712
- Gaspar van Wittel, Veduta di Roma con il Campo Vaccino dal portico del convento dell'Aracoeli, 1682-1703
- Gaspar van Wittel, Veduta di Roma con il Colosseo e l'arco di Costantino, Paesaggio con pastori, 1715-1720
- Gaspar van Wittel, Veduta di Roma con il Colosseo, 1680-1736
- Gaspar van Wittel, Veduta di Roma con il ponte Rotto, 1685
- Gaspar van Wittel, Veduta di Roma con il tempio di Saturno e la chiesa dei SS. Luca e Martina, 1685-1690
- Gaspar van Wittel, Veduta di Roma con il Tevere al porto di Ripa Grande, 1685
Albero genealogico degli eredi della collezione
Segue un sommario albero genealogico degli eredi della collezione Pallavicini, dove sono evidenziati in grassetto gli esponenti della famiglia che hanno ereditato, custodito, o che comunque sono risultati influenti nelle dinamiche inerenti alla collezione d'arte. Per semplicità, il cognome Pallavicini viene abbreviato a "P.".
Niccolò P. (sposato con Maria Lomellini) | |||||||||
Lazzaro P. (1602/3-1680) (fu l'iniziatore della collezione P.; istituì il fidecommisso che vincolava la sua raccolta alla secondogenitura maschile tra la nipote Maria Camilla P. e Giovanni Battista Rospigliosi) | Giovanni Stefano P. (...-...) | ...e altri 21 fratelli/sorelle | |||||||
Maria Camilla P. (...-...) (sposata con Giovanni Battista Rospigliosi, da cui si darà vita all'intreccio ereditario Rospigliosi P.) | |||||||||
Clemente Domenico Rospigliosi (1674-1752) (primogenito maschio, fu l'erede dei titoli Rospigliosi) | Niccolò Maria Rospigliosi P. (1677-1759) (secondogenito maschio, fu l'erede dei titoli P.) | Eleonora R. (1682-1734) | |||||||
Camillo Rospigliosi (1714-1763) (ereditò la collezione Rospigliosi, che poi, in quanto senza prole, passerà al fratello minore e alla sua primogenitura) | Giovan Battista Rospigliosi P. (1726-1784) (senza eredi lo zio Nicolò Rospigliosi P., continuò la sua discendenza lui in quanto secondogenito maschio. Alla morte del fratello maggiore, prelevò anche la collezione Rospigliosi, riunendo per breve tempo le due raccolte) | ...e altre 3 sorelle | |||||||
Giuseppe Rospigliosi (1755-1833) (a partire dal 1798 avviò assieme al fratello la vendita di alcuni pezzi della collezione Rospigliosi P.) | Luigi Rospigliosi P. (1756-1835) (a partire dal 1798 avviò assieme al fratello la vendita di alcuni pezzi della collezione Rospigliosi P.) | ||||||||
Giulio Cesare Rospigliosi (1781-1859) (erede sia della collezione Rospigliosi che P., in quanto premorti i due cugini eredi del ramo, riunì per l'ultima volta le due collezioni in un'unica; era sposato con Margherita Gioeni Colonna, da cui acquisì in dote un terzo delle opere non vincolate della collezione Colonna appartenente al padre Filippo III, tra cui la "Rissa" di Diego Velazquez) | Benedetto Rospigliosi P. (1783-1811) (prematuramente morto al padre) | Filippo Rospigliosi P. (1787-1832) (prematuramente morto al padre) | |||||||
Clemente Rospigliosi (1825-1899) | Francesco Rospigliosi P. (1828-1881) (sposato con Maria Carolina Boncompagni Ludovisi) | ||||||||
Camillo Rospigliosi (1840-1915) | Giuseppe R. (1848-1913) | Margherita Rospigliosi P. (sposata con Mario Misciatelli) | Giulio Cesare Rospigliosi P. (1871-1941) | ...e altre 4 fratelli/sorelle | |||||
Ludovico Rospigliosi (1881-1917) | Maria Carolina Misciatelli (sposata con Pierre de Bernis de Courtavel) | ||||||||
Gerolamo Rospigliosi (tra il 1931 e il 1932 mise all'asta gran parte della collezione Rospigliosi, nonché il pianterreno e l'ultimo piano del palazzo P. Rospigliosi; fu l'ultimo esponente di famiglia a possedere la collezione) | Guglielmo Pierre de Bernis de Courtavel P. (sposato con Elvina dei Medici del Vascello, che poi acquisirà i titoli P.) | ||||||||
Federazione Nazionale Consorzi Agrari (acquisisce nel 1939 i diritti sui quadri Rospigliosi superstiti nel palazzo e prende in fitto i locali dello stesso) | Maria Camilla R. Pallavicini (1940-...) (sposata con Armando Diaz della Vittoria, avranno due figli, Sigieri e Moroello, proprietari della collezione P. attualmente ancora esistente nella porzione del palazzo di loro pertinenza, di cui rimangono titolari) | ||||||||
Coldiretti (acquista nel 1995 i due piani già dei Rospigliosi del palazzo e la collezione attualmente esistente) | |||||||||
Note
- ^ a b c d F. Zeri, p. 9
- ^ a b c d F. Zeri, p. 10
- ^ a b c d e F. Zeri, p. 11
- ^ a b c d F. Zeri, p. 12
- ^ Daniele Benati, Annibale Carracci, Catalogo della mostra Bologna e Roma 2006-2007, a cura di Benati D. e Riccomini E., Milano, Mondadori Electa, 2006, pp. 108-109.
- ^ a b c d e F. Zeri, p. 15
- ^ a b c d e f F. Zeri, p. 16
- ^ a b c d F. Zeri, p. 17
- ^ a b c d e f g h A. Negro, pp. 177-179
- ^ a b c d e F. Zeri, p. 18
- ^ A. Negro, p. 11
- ^ Giorgio Carpaneto, I palazzi di Roma, p. 394
- ^ FONDAZIONE ZERI | CATALOGO : Ricerca opere per :, su catalogo.fondazionezeri.unibo.it. URL consultato l'8 novembre 2021.
Bibliografia
Voci correlate
- Pallavicini (famiglia)
- Palazzo Pallavicini Rospigliosi
- Rospigliosi (famiglia)
- Collezione Rospigliosi
Altri progetti
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