Antonio Cavallucci

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Santa Maria di Magdala, 1787, olio su tela, 39x32 cm, collezione Francesco Paolo Frontini[1]

Antonio Cavallucci (Sermoneta, 21 agosto 1752Roma, 18 novembre 1795) è stato un pittore italiano del tardo barocco.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nativo di Sermoneta, nel Lazio, il suo talento artistico venne presto riconosciuto da Francesco Caetani, duca di Sermoneta: questi, nel 1765, portò con sé l'allora tredicenne Cavallucci a Roma, dove egli divenne allievo di Stefano Pozzi e tre anni più tardi di Gaetano Lapis. Studiò disegno presso l'Accademia di San Luca negli anni 1769-1771.

La prima opera nota di Cavallucci è databile alla metà degli anni 1760: si tratta di un fregio decorato a tempera nella Casa Cavallucci a Sermoneta. Il primo ritratto da lui eseguito era del suo benefattore, il duca Francesco Caetani: di questo dipinto rimane oggi solo un'incisione del 1772 di Pietro Leone Bombelli.

La sua prima commissione importante fu la decorazione di cinque stanze di udienza nel Palazzo Caetani a Roma nel 1776, che risolse eseguendo scene mitologiche e allegorie appropriate per ciascuna stanza.

Nei primi anni ottanta si dedicò principalmente al genere della ritrattistica: tra le opere del periodo, un altro ritratto del duca Francesco Caetani e della moglie, Teresa Corsini duchessa di Sermoneta.

Il dipinto più importante di questa fase della sua carriera è probabilmente Le origini della Musica (1786), basato sulle illustrazioni del trattato Iconologia (1593) di Cesare Ripa.

Cavallucci passò al servizio di un nuovo patrono, il cardinale Romoaldo Braschi-Onesti, nipote di papa Pio VI: nel 1788 l'artista dipinge i ritratti di cardinale e pontefice. La sua fama cresceva sempre di più, ed egli entrò a far parte delle prestigiose Accademia di San Luca (1786), Accademia dell'Arcadia (1788) e Congregazione dei Virtuosi al Pantheon (1788).

Pare che egli sia riuscito a dipingere un ritratto di San Benedetto Giuseppe Labre mentre questi era in estasi, ma è più probabile che Cavallucci lo abbia visto in questa condizione e lo abbia fatto posare nel suo studio in quell'atteggiamento. Negli ultimi anni lavorò per il cardinale Francesco Saverio Zelada alla decorazione della chiesa titolare di quest'ultimo, la basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti di Roma, dove morì nel 1795.

Nella sua pittura egli fu influenzato da Pompeo Batoni e Anton Raphael Mengs, ma nei suoi quadri si avverte anche il gusto nordeuropeo che alla fine del XVIII secolo stava affermandosi a Roma. Tra i suoi allievi vi era il portoghese Domingos Sequeira.

Selezione di opere[modifica | modifica wikitesto]

Sacra Famiglia, Museo diocesano di Catania.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lodovico Magugliani, Il Cavallucci ed una sua opera, su frontini.altervista.org.
  2. ^ a b Francesco Di Paola Bertucci, Guida del monastero dei PP. benedettini di Catania, Catania, Stamperia di Giuseppe Musumeci Papale, 1846, p. 61.
  3. ^ a b Daniela Vasta, La pittura sacra in Italia nell'Ottocento. Dal Neoclassicismo al Simbolismo, Gangemi Editore, p. 132.
  4. ^ G. Cucco e F. Negroni, Musei d'Italia - meraviglie d'Italia. Urbino. Museo Albani, Bologna, Calderini, 1984, p. 30, ISBN 88-7019-226-1.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, Vol. IX, p. 557.
  • Giovan Battista Vinci, Elogio storico del celebre pittore Antonio Cavallucci, Roma,1795
  • Giovan Gherardo De Rossi, Vita di Antonio Cavallucci da Sermoneta pittore,1796
  • L. Lanzi, Storia pittorica dell’Italia, ed. a cura di M. Capucci, Firenze, 1968
  • S. Roettgen, Antonio Cavallucci Un pittore romano tra tradizione e innovazione, in Boll. d’arte, LXI (1976)
  • S. Roettgen, Antonio Cavallucci e la sua pittura religiosa. Un pictor cristianus nella Roma di Pio VI in Studi sul Settecento romano: Palazzi, chiese, arredi scultura, a cura di E. Debenedetti, Roma, 2011
  • Alessandro Agresti, un artista e il suo mecenate: Francesco V, Antonio Cavallucci e la decorazione del Palazzo Caetani a Via delle Botteghe Oscure in Rivista dell’Istituto Nazionale d’Archeologia e Storia dell’Arte, 68, Terza serie, anno XXXVI, 2013, Pisa-Roma, Fabbrizio Serra Editore
  • L. Filippone, S. Ridolfi, I. Carocci, Le mani e il volto di Pietro nella pittura di Antonio Cavallucci, edizioni Capitolo Vaticano, Roma, 2009
  • S.Testa , Antonio Cavallucci detto “Il Raffaello del suo tempo”, Roma, 2023

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