Duomo di Lecce: differenze tra le versioni
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Lo strumento è a [[sistema di trasmissione (organo)|trasmissione elettrica]] ed ha 42 [[registro (organo)|registri]] per un totale di 3205 [[canna (organo)|canne]]; la [[consolle (organo)|consolle]], indipendente, in [[cantoria]], con due tastiere di 58 note ciascuna e [[pedaliera|pedaliera concavo-radiale]] di 30 note. La mostra è composta da [[canna (organo)|canne]] di [[Principale]] con bocche ''a mitria'' disposte a palizzata ed intervallate da lesene lignee. |
Versione delle 12:25, 11 feb 2016
Duomo di Lecce Facciata e campanile Stato Italia Regione Puglia Località File:Lecce-Stemma.png Lecce Coordinate 40°21′06″N 18°10′10″E / 40.351667°N 18.169444°E Religione Cristiana cattolica di rito romano Titolare Maria Assunta Diocesi Arcidiocesi di Lecce Consacrazione 1144 Architetto Giuseppe Zimbalo Stile architettonico Barocco leccese Inizio costruzione XII secolo Completamento 1689 Sito web www.cattedraledilecce.it La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Lecce, chiesa madre dell'arcidiocesi metropolitana omonima. Si trova in piazza del Duomo, nel centro storico della città.
Storia
Una prima cattedrale della diocesi di Lecce venne costruita nel 1144 dal vescovo Formoso; nel 1230, per volere del vescovo Roberto Voltorico, la cattedrale venne rinnovata e ricostruita in stile romanico. Nel 1659, il vescovo di Lecce Luigi Pappacoda diede all'architetto leccese Giuseppe Zimbalo, detto lo Zingarello, il compito di ricostruire la chiesa cattedrale in stile barocco leccese. L'architetto scelse di non alterare la pianta della cattedrale romanica e la prima pietra venne posata il 1º gennaio dello stesso anno. La costruzione venne portata avanti dal 1659 fino al 1670, quando la nuova cattedrale venne solennemente consacrata dal vescovo Pappacoda.
Descrizione
Esterno
Il tempio possiede due prospetti, di cui il principale è quello a sinistra dell'Episcopio, mentre l'altro guarda l'ingresso della piazza.
La facciata principale, piuttosto semplice sotto il profilo decorativo, si sviluppa in due ordini dove sono presenti le statue, alloggiate in nicchioni, dei Santi Pietro e Paolo, di San Gennaro e di San Ludovico da Tolosa. La disposizione delle paraste scanalate fa intravedere che la chiesa è strutturata in tre navate.
Il prospetto settentrionale, ricco ed esuberante, assolve a una precisa funzione scenografica, dovendo rappresentare l'ingresso principale della chiesa per chi entra nel sagrato. Scompartito in cinque zone da paraste e colonne scanalate, il primo ordine presenta un portale ai cui lati due nicchie ospitano le statue di San Giusto e di San Fortunato. La trabeazione è coronata da un'alta balaustra alternata da colonnine e pilastrini, oltre la quale, al centro, si innalza la statua di Sant'Oronzo.
Campanile
Il Campanile del Duomo venne costruito tra il 1661 e il 1682 dall'architetto leccese Giuseppe Zimbalo su incarico dell'allora vescovo della città, Luigi Pappacoda. Venne edificato in sostituzione di quello normanno, voluto da Goffredo d'Altavilla, crollato agli inizi del Seicento.
La torre campanaria ha una forma quadrata e risulta essere formata da cinque piani rastremati, l'ultimo dei quali è sormontato da una cupola ottagonale maiolicata, sulla quale è posta una statua in ferro raffigurante Sant'Oronzo. Gli ultimi quattro piani presentano quattro monofore alle quali le antistanti balaustre conferiscono la pittoresca funzione di lunghi balconi. Impreziosiscono il campanile alcune epigrafi latine le quali, incise su targhe posizionate sopra le monofore, furono dettate dal letterato leccese Giovanni Camillo Palma. Ha un'altezza di 72 metri, e dalla sua sommità è possibile ammirare il mare Adriatico e nei giorni particolarmente limpidi anche le montagne dell'Albania.
Interno
L'interno, a croce latina, è a tre navate divise da pilastri a semicolonne. La navata centrale e il transetto sono ricoperti da un soffitto ligneo a lacunari intagliati, risalente al 1685, entro il quale sono incastonate le tele, di Giuseppe da Brindisi, raffiguranti la Predicazione di Sant'Oronzo, la Protezione dalla peste, il Martirio di Sant'Oronzo e l'Ultima Cena.
Il Duomo accoglie al suo interno 12 altari, più quello maggiore, ed è ricco di opere pittoresche realizzate da valenti artisti, tra i quali Giuseppe da Brindisi, Oronzo Tiso, Gianserio Strafella, G. Domenico Catalano e G. A. Coppola.
Gli altari sono dedicati, (a partire dalla navata sinistra), a San Giovanni Battista (1682), alla Natività con presepe cinquecentesco, al Martirio di San Giusto (1674), a Sant'Antonio da Padova (pure del 1674), alla Vergine Immacolata (1689), a San Filippo Neri (1690), al Crocifisso e al Sacramento (1780), a Sant'Oronzo (1671), all'Addolorata, a San Giusto (1656), a San Carlo Borromeo e a Sant'Andrea Apostolo (1687).
L'altare maggiore in marmo e bronzo dorato, fu costruito dal vescovo Sersale e consacrato nel 1757 dal vescovo Sozi Carafa che commise ad Oronzo Tiso il grande quadro centrale dell'Assunta (1757) e i due laterali raffiguranti il Sacrificio del Profeta Elia e il Sacrificio di Noè dopo il Diluvio (1758). Del 1759 è il coro in noce con la cattedra episcopale voluto dal vescovo Fabrizio Pignatelli e dovuto forse a disegni di Emanuele Manieri.
La Cattedrale possiede una cripta del XII secolo, rimaneggiata nel XVI con aggiunte barocche. Presenta un corpo longitudinale contenente due cappelle barocche con dipinti che incrocia un lungo corridoio composto da novantadue colonne con capitelli decorati da figure umane.
Organi a canne
Organo maggiore
Sulla cantoria lignea in controfacciata si trova l'organo a canne, costruito nel 1913 da Pacifico Inzoli. Lo strumento ha subito vari restauri: un primo negli anni cinquanta ad opera della ditta organaria Fratelli Ruffatti, che, fra le varie cose, hanno modificato la cassa privandola del suo coronamento ed hanno fornito una nuova consolle; un secondo negli anni ottanta ad opera di Claudio Anselmi Tamburini; l'ultimo tra il 2000 e il 2001 da parte degli eredi di Pacifico Inzoli.
Lo strumento è a trasmissione elettrica ed ha 42 registri per un totale di 3205 canne; la consolle, indipendente, in cantoria, con due tastiere di 58 note ciascuna e pedaliera concavo-radiale di 30 note. La mostra è composta da canne di Principale con bocche a mitria disposte a palizzata ed intervallate da lesene lignee.
Di seguito, la disposizione fonica dello strumento:
Prima tastiera - Grand'Organo
Principale 16' Bordone 16' Principale Forte 8' Principale Dolce 8' Flauto 8' Bordone 8' Dulciana 8' Viola Gamba 8' Ottava 4' Flauto 4' Duodecima 2.2/3' Flauto in XII 2.2/3' Ottavina 2' Decimaquinta 2' Ripieno Grave 4 file Ripieno Acuto 4 file Unda maris 8' Tromba 8' Clarino 8' Seconda tastiera - Espressivo
Violone 16' Principalino 8' Bordone 8' Salicionale 8' Viola Gamba 8' Ottava 4' Flauto camino 8' Flauto concerto 4' Nazardo 2.2/3' Salicet 2' Ripieno 5 file Voce celeste 8' Tromba armonica 8' Oboe 8' Voci corali 8' Tremolo Pedale
Contrabbasso 16' Subbasso 16' Violone 16' Basso 8' Bordone 8' Violoncello 8' Tromba 16' Tremolo Organo positivo
Nel braccio sinistro del transetto, a pavimento, si trova l'organo a canne Saverio Anselmi Tamburini opus 32, costruito nel 1989.
Lo strumento, a trasmissione integralmente meccanica, ha un'unica tastiera di 56 note ed una pedaliera concava di 30 note costantemente unita al manuale e priva di registri propri.
Di seguito la disposizione fonica dell'organo in base alla posizione delle manette dei vari registri nelle due colonne della registriera:
Colonna di sinistra - Concerto
Flauto tappato 8' Bassi Flauto a camino 8' Soprani Flauto in XII 2.2/3' Soprani Colonna di destra - Ripieno
Principale 8' Soprani Ottava 4' Decimaquinta 2' Due di Ripieno 1.1/3'-1' Bibliografia
- Michele Paone, Lecce elegia del Barocco, Congedo Editore, Galatina (Lecce) 1999
- William Dello Russo, Lecce, Milano, Electa, 2007.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul duomo di Lecce
Collegamenti esterni
- Inizio di un VirtualTour in Quick Time con schede descrittive, su artefede.org.
- GigaPano del Campanile prima del restauro, su lecce360.com.
- GigaPano del portone di bronzo, su lecce360.com.
- GigaPano dell'Ingresso del Duomo, su lecce360.com.
Controllo di autorità VIAF (EN) 124793366 · LCCN (EN) nr2003008838 · GND (DE) 4748817-7 · WorldCat Identities (EN) lccn-nr2003008838