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Euphrasia officinalis pratensis

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Eufrasia di Rostkov
Euphrasia officinalis subsp. pratensis
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Lamiidi
OrdineLamiales
FamigliaOrobanchaceae
TribùRhinantheae
GenereEuphrasia
SpecieE. officinalis
SottospecieEuphrasia officinalis subsp. pratensis
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineScrophulariales
FamigliaScrophulariaceae
GenereEuphrasia
SpecieE. officinalis
SottospecieEuphrasia officinalis subsp. pratensis
Nomenclatura trinomiale
Euphrasia officinalis pratensis
Fr., 1828
Sinonimi

Euphrasia officinalis var. pratensis
(Fr.) Wimm. & Grab., 1829
Euphrasia officinalis subsp. rostkoviana
(Hayne) F.Towns., 1884
Euphrasia rostkoviana
Hayne, 1825
Euphrasia rostkoviana subsp. pratensis
(Fr.) Asch. & Graebn., 1899

Nomi comuni

Spezza-occhiali, Eufrasia di Rostkov
(DE) Wiesen-Augentrost, Echter Augentrost, Großer Augentrost (FR) Euphrasie de Rostkov, Casse-lunettes

L'eufrasia di Rostkov (Euphrasia officinalis subsp. pratensis Fr., 1828) è una piccola pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Orobanchaceae.[1][2]

Il nome generico (Euphrasia) è stato introdotto nella classificazione scientifica delle piante da Linneo nel 1735 ed è derivato da una parola greca "εuφροσύνη" (= gioia, allegria, diletto, ilarità).[3] Qualche altro testo fa riferimento a una delle “tre Grazie” (celebrate nell'opera più conosciuta di Antonio Canova), chiamata appunto “Eufrosine”, figlia di Zeus.[4] [5] L'epiteto specifico comune (“officinale”) fa riferimento alle sue presunte proprietà medicinali (in particolare alla cura della vista).

Descrizione delle parti della pianta

È una pianta emiparassita che vive sulle radici di altre piante per prelevare acqua e sali minerali, ma al contempo è capace di svolgere la funzione clorofilliana (al contrario delle piante “parassite assolute”). Il portamento è eretto-prostrato e comunque con minime altezze: 10 – 30 cm (minimo 5 cm; massimo 40 cm). La pianta può essere sia glabra che pelosa. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme, sono inoltre munite di asse fiorale eretto con poche foglie.[4][6][7][8]

La radice è piccola e legnosa tipo fittone.

Il fusto è eretto, semplice o poco ramoso in basso. La sezione è cilindrica, mentre la superficie è rossastra e pubescente. Nella parte alta il fusto può essere ghiandoloso.

Le foglie sono sessili e sono disposte in modo alternato nella parte bassa del fusto, mentre sono disposte in modo opposto nei pressi dell'infiorescenza. Hanno il margine dentato (4 - 6 denti per lato, lunghi 1 – 2 mm, più uno apicale). I denti sono brevemente aristati. La forma è molto variabile (vedi paragrafo “Variabilità”), comunque normalmente è ovale (con la massima larghezza verso la parte basale; più esattamente a 1/3 dalla base). La pagina inferiore è percorsa da grossolane nervature. Entrambe le pagine sono verdi, quindi svolgono la normale funzione clorofilliana. Dimensione delle foglie: larghezza 2,5 – 6 mm; lunghezza 6 – 14 mm.

Infiorescenza

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L'infiorescenza è formata da fogliose spighe terminali di pochi fiori bianchi screziati di altri colori. I fiori, nell'infiorescenza, sono disposti in modo sessile all'ascella di brattee poco differenziate dalle foglie. Queste foglie-brattee hanno un rapporto lunghezza/larghezza di circa 1 – 2,5. Sono dentate (4 – 8 denti per lato) e il dente apicale è acuto (con un angolo minore di 90º), mentre i denti laterali hanno un angolo ancora più acuto (minore di 45º). La base è sempre arrotondata. Le foglie-brattee più grandi si trovano a circa 1/3 dell'infiorescenza e sono leggermente più larghe delle foglie vere e proprie. Sono inoltre provviste di peli ghiandolosi.

I fiori sono ermafroditi, zigomorfi e tetraciclici (con i quattro verticilli fondamentali delle Angiosperme: calicecorollaandroceogineceo).

X, K (4), [C (2+3), A 2+2], G (2), (supero), capsula[6]
  • Calice: il calice, gamosepalo, ha quattro denti (tetramero); la forma è tubulosa-campanulata. Lunghezza del calice : 5 – 6 mm.
  • Corolla: la corolla, pentamera (a cinque lobi), simpetala, è bilabiata; il labbro superiore ha una forma che ricorda un elmo squadrato dal bordo smarginato o anche bilobo con un orlo rovesciato all'indietro; il labbro inferiore è a tre lobi anch'essi con i bordi smarginati e a loro volta divisi in due lobi. La corolla è priva di sperone, sacco o gozzo. I due labbri formano un angolo retto. Durante la fioritura il tubo corollino si allunga superando così alla fine il calice. Il colore è bianco o lillacino con striature longitudinali violacee e una macchia gialla al centro del lobo inferiore. Lunghezza della corolla : 9 – 14 mm.
  • Androceo: gli stami dell'androceo sono quattro didinami; sono inseriti nel tubo corollino, in particolare ascendono sotto il labbro superiore della corolla. Le antere sono conniventi ed hanno una loggia portante un cornetto allungato. Le sacche polliniche hanno l'estremità inferiore a forma di freccia[8],
  • Gineceo: i carpelli del gineceo sono due e formano un ovario supero biloculare (derivato dai due carpelli iniziali). Lo stilo è unico lievemente più lungo degli stami ed è inserito all'apice dell'ovario; lo stimma è capitato.
  • Fioritura: da maggio a ottobre.

Il frutto è del tipo a capsula deiscente. La forma è oblunga, cavato-compressa e contiene diversi piccoli semi striati. La capsula può essere cigliata oppure glabra ed è più o meno marginata all'apice. La lunghezza della capsula è come il calice (o un po' meno) : 4 – 8 mm.

Questa specie si riproduce per impollinazione tramite insetti (impollinazione entomogama).

La dispersione dei semi avviene inizialmente a causa del vento (dispersione anemocora); una volta caduti a terra i semi sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (mirmecoria).

Distribuzione e habitat

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Formazione : delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Classe : Molinio-Arrhenatheretea

La classificazione tradizionale (Sistema Cronquist, 1981[13]) assegnava il genere Euphrasia alla famiglia Scrophulariaceae, mentre la moderna classificazione APG[14] lo assegna alle Orobanchaceae.

La famiglia Orobanchaceae è una famiglia abbastanza numerosa, suddivisa in 7 tribù, 100 generi e circa 2000 specie.[15][16], distribuite in tutti i continenti. Il genere Euphrasia appariene alla tribù Rhinantheae[17].

Sandro Pignatti nella sua “Flora d'Italia”[18] divide il genere in due “gruppi”: sezione CILIATAE con capsula cigliata al margine; e sezione ANGUSTIFOLIAE con capsula glabra. Euphrasia rostkoviana appartiene al primo gruppo insieme alle altre seguenti specie spontanee del territorio italiano:

Quasi tutte queste specie frequentano il nord Italia e la zona alpina (a parte Euphrasia liburnica) per cui facilmente si creano degli ibridi; inoltre sono specie molto simili, per cui a volte risulta difficile la separazione in specie diverse.

Il numero cromosomico per questa sottospecie è: 2n = 22.[19]

Con la specie Euphrasia tricuspidata L. la pianta di questa voce forma il seguente ibrido interspecifico:[20]

Specie simili

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Foglie di alcune specie della sezione Ciliatae

La forma della corolla (labiata) del fiore avvicina la pianta di questa scheda ai generi della famiglia delle Lamiaceae che tuttavia si distinguono in quanto il calice delle Lamiaceae è a cinque denti (pentamero) e il frutto è un tetrachenio.
Nell'ambito dello stesso genere una specie molto vicina è l'Euphrasia alpina Lam. (Eufrasia delle Alpi); questo è dovuto anche al fatto che le specie di questo genere nelle zone alpine uniscono facile ibridabilità ad elevata variabilità[18]. Quest'ultimo fiore si distingue comunque per le brattee la cui zona più larga è a metà del corpo (e non a 1/3 dalla base), ed inoltre hanno la base cuneata. Inoltre la corolla è più decisamente violetta.
Altre specie simili (elencate brevemente) sono:

Anche le foglie, in genere, sono soggette a varietà morfologiche, tuttavia hanno dei caratteri abbastanza specifici per cui possono essere utili per distinguere una specie dall'altra. Il disegno, a lato (tratto da Pignatti), mostra la forma delle foglie di alcune specie della sezione Cilatae.

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Questa pianta ha avuto un lungo uso nell'antica medicina erboristica. Era considerata tonico-risolutiva e fortificatrice della memoria nonché oftalmica[4]. A questo proposito sembra che gli estratti di questa pianta possano alleviare la congiuntivite e la blefarite[21]. A tal proposito è interessante notare come il nome volgare della pianta, in tedesco, si traduce come "sollievo per gli occhi".

  • Sostanze presenti: “rinantina”, tannino, essenze varie e sali.
  • Proprietà curative: tonica (rafforza l'organismo in generale), digestiva, astringente (limita la secrezione dei liquidi), diuretiche (facilita il rilascio dell'urina) e vulneraria (guarisce le ferite).
  • Parti usate: la pianta intera.

Viene usata da qualcuno come insalata per il suo leggero sapore amarognolo.

L'“Eufrasia officinale” viene usata, ma raramente, nei giardini rocciosi e alpini per creare dei cuscinetti omogenei e riempitivi.

Galleria d'immagini

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  1. ^ (EN) Euphrasia officinalis subsp. pratensis, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 23/10/2025.
  2. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 29 ottobre 2014.
  3. ^ David Gledhill 2008, pag. 159.
  4. ^ a b c Motta 1960, Vol. 2 - pag. 186.
  5. ^ Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 582.
  6. ^ a b Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 18 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  7. ^ Judd 2007, pag. 496.
  8. ^ a b Strasburger 2007, pag. 852.
  9. ^ Conti et al. 2005, pag. 94.
  10. ^ a b Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 244.
  11. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 29 ottobre 2014.
  12. ^ AA.VV., Flora Alpina.Vol.2, Bologna, Zanichelli, 2004, pag.244.
  13. ^ (EN) Cronquist A., An integrated system of classification of flowering plants, New York, Columbia University Press, 1981, ISBN 9780231038805.
  14. ^ (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  15. ^ Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Vol.2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, pag. 850, ISBN 88-7287-344-4.
  16. ^ Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 20 ottobre 2014.
  17. ^ Rhinantheae, su Angiosperm Phylogeny Website. URL consultato il 23 ottobre 2025.
  18. ^ a b Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume secondo, Bologna, Edagricole, 1982, pag. 580, ISBN 88-506-2449-2.
  19. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 29 ottobre 2014.
  20. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 29 ottobre 2014.
  21. ^ Plants For A Future, su pfaf.org. URL consultato il 22 agosto 2009.
  • Aeschimann D., K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina, Bologna, Zanichelli, 2004.
  • Conti F., G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.
  • Wolfgang Lippert Dieter Podlech, Fiori, TN Tuttonatura, 1980.
  • Guido Moggi, Fiori di montagna, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1984.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume secondo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, pag. 186.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume secondo, Bologna, Edagricole, 1982, pag. 582, ISBN 88-506-2449-2.
  • AA.VV., Flora Alpina. Volume secondo, Bologna, Zanichelli, 2004, pag. 244.
  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
  • Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, pag. 852, ISBN 88-7287-344-4.
  • David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 29 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Schede tecniche - Euphrasia officinalis L. Archiviato il 24 dicembre 2014 in Internet Archive. Rivista scientifica Natural1, anno II, dicembre 2002, pag. 72

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