Saponaria officinalis

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Saponaria
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Caryophyllales
Famiglia Caryophyllaceae
Genere Saponaria
Specie S. officinalis
Nomenclatura binomiale
Saponaria officinalis
L.

La saponaria (Saponaria officinalis L. ) è una pianta spontanea plurienne della famiglia delle Caryophyllaceae. Il suo nome scientifico fa riferimento alle proprietà detergenti e medicinali della pianta, ben note fin dall'antichità.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Saponaria officinalis

Le foglie (dimensioni da 4 a 12 cm) sono lanceolate, lisce, opposte e sottili, con tre o cinque nervature parallele e senza picciolo. Nell'attaccatura delle foglie basali più grandi crescono altre foglioline.

Il fusto eretto e glabro è alto da 40 a 70 cm.

I fiori (in grappoli lassi) sono di colore rosa, ma saltuarialmente anche bianco, con cinque petali revoluti, delicatamente profumati e si aprono di sera. Nell'emisfero boreale la fioritura avviene tra giugno e settembre.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La saponaria si trova in Asia, in Europa fino alla Siberia, ed è stata introdotta anche in America. Cresce in gruppi vicino alle siepi, ai margini dei sentieri o lungo le scarpate, fino a 1600 m di altitudine.

Usi[modifica | modifica wikitesto]

La saponaria è stata usata per molto tempo nella medicina popolare e per il lavaggio della lana e per i detersivi per la casa.

In fitoterapia[modifica | modifica wikitesto]

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

I principi attivi sono saponine (acido saporubinico e saprubrinico), mucillagini, resine, flavonoidi, vitamina E, gomma, vitessina [1] . Le saponine sono contenute in tutte le parti della pianta, in modo particolare nelle radici, che può contenerne fino al 20 percento nel periodo della fioritura.[2]

Possiede proprietà diuretiche, colagoghe, diaforetiche e depurative ma l'uso interno può dare luogo a fenomeni di intossicazione, con sintomi di nausea, vomito e diarrea.

I medici arabi la consigliavano per curare la lebbra, le dermatiti e le ulcere. [3]

Secondo Giovanni Negri [4] dalla macerazione della radice si ottiene un liquido espettorante, da prendere con estrema cautela.

Altri usi[modifica | modifica wikitesto]

Dalla pianta, in particolare dalla radice, si ricava un detergente delicato per l'igiene personale e per le stoffe, utilizzato anche nel restauro di manufatti antichi.

È pianta visitata dalle api per il suo nettare[5] e può avere importanza nella produzione di miele, se presente in quantità sufficiente.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Achille Bucciotti, L'enciclopedia delle erbe, Il Mosaico, Novara 1997
  2. ^ Farmakognosia, Raimo Hiltunen (in finlandese)
  3. ^ Bianchini, Corbetta, Le Piante della Salute, Mondadori, 1975
  4. ^ Giovanni Negri, Nuovo Erbario Figurato, Hoepli, Milano 1960,
  5. ^ (FR) Saponaria officinalis, su Florabeilles, 30 maggio 2016. URL consultato il 16 luglio 2019.

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