Riccardo Schicchi

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Riccardo Schicchi in compagnia di Moana Pozzi

Riccardo Nicolò Schicchi[1] (Augusta, 12 marzo 1953[1]Roma, 9 dicembre 2012[1]) è stato un regista, fotografo e imprenditore italiano attivo nel mondo della pornografia e dello spettacolo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce ad Augusta da padre siciliano, Giacinto Schicchi, generale dell'Aeronautica Militare, e da madre calabrese, Giuditta, una miss.[2][3] Inoltre, il prozio di Riccardo Schicchi è l'anarchico Paolo Schicchi.[3] La famiglia si trasferisce a Roma poco dopo la nascita di Riccardo.[4]

Da ragazzino si avvicina alla proiezione, proiettando sui marmi bianchi dei palazzi dell'Eur filmini in Super 8.[5] A soli 12 anni diventa amico di Attilio Battistini, direttore di Men, una delle prime riviste audaci sul mercato italiano: Battistini lo fece esordire come fotografo.[5] Iniziò a frequentare il liceo scientifico, ma cambiò istituto: si diplomò al liceo artistico con specializzazione in fotografia. Si perfeziona dunque all'Accademia d'Arte.[4] Nel frattempo, Mario B., giornalista de il manifesto, gli fece pubblicare foto osé sul primo numero di Superlesbo.[5]

Nel 1973 conosce Ilona Staller e con lei conduce la trasmissione radiofonica Voulez-vous coucher avec moi? per l'emittente "Radio Luna" nella quale si parlava di sesso, anche con contributi in diretta degli ascoltatori.[4] I due proseguirono la loro collaborazione portando in giro per l'Italia uno spettacolo erotico.[4]

Fino al 1975 Riccardo Schicchi ha anche anche realizzato molti reportage per Epoca e Panorama; i reportage provenivano da tutto il mondo, in particolare da Cambogia, Tibet, Vietnam e Australia. Inoltre ha realizzato vari reportage di guerra.[6][5]

Nel 1979 Schicchi fa uscire il suo primo film, Cicciolina amore mio, con protagonista Ilona Staller. Nello stesso anno produce l'album discografico di debutto di Cicciolina dal titolo Ilona Staller, con etichetta RCA Italiana,[7] da cui nello stesso anno vengono estratti i singoli, sempre prodotti da Schicchi, I Was Made for Dancing e Cavallina a cavallo/Più su sempre più su[8]. L'anno seguente, come fotografo, ha curato il singolo Buone vacanze/Ti amo uomo della Staller con etichetta RCA.[9]

Nel 1983 Riccardo Schicchi e Ilona Staller hanno fondato la Diva Futura, agenzia operante nel mondo dell'erotismo e della pornografia.[10]

Ideò e diresse vari spettacoli dal vivo, in particolare ebbe risonanza lo spettacolo live di erotismo del 1986 Curve deliziose, che vide al debutto in uno spettacolo dal vivo Moana Pozzi. Del 1987 è Fantastica Moana, film per la regia di Schicchi che segna il debutto ufficiale di Moana Pozzi nel mondo dell'hard core.[11]

Nel 1989 cura per Cicciolina la fotografia del maxi-single San Francisco Dance con etichetta ACV Sound[12] e dell'album Kebelbarátság con etichetta Ring;[13] mentre per Moana Pozzi cura la fotografia del singolo Supermacho con etichetta ACV Sound.[14]

Riccardo Schicchi si avvicinò anche al mondo politico. Dopo un primo tentativo di ingresso in politica con la Lista del Sole negli anni settanta, entrò nel Partito Radicale (PR) di Marco Pannella. Successivamente nel 1990 fu tra i fondatori del Partito dell'Amore (PdA).[15][16]

Riccardo Schicchi era considerato il personaggio più influente nel mondo della pornografia italiana: a lui si riconducono nomi come Éva Henger (la moglie), Moana Pozzi, Cicciolina, Miss Pomodoro, Baby Pozzi, Rossana Doll, Jessica Rizzo, Maurizia Paradiso, Barbarella, Eva Orlowsky, Edelweiss.[17]

Il primo lavoro che fece con Éva Henger, che diventerà poi sua moglie, è un servizio fotografico senza veli, di cui Riccardo Schicchi era fotografo glamour, per la rivista Playmen.[18] Oltre a dirigere la moglie a livello filmografico Riccardo Schicchi nel 1994 pubblicò delle foto senza veli di Éva Henger scattate a Roma nella Fontana di Trevi.[19] Inoltre la moglie lo aiutava nella regia e nella fotografia anche di genere hard.[20]

Nel 1994 è stato promotore dell'"Impusle d'oro", premio internazionale pornografico.[21] Nello stesso anno Riccardo Schicchi riceve il premio alla carriera[22]. L'anno dopo pubblica il libro Oltraggio al pudore per la Arbor.[23][24]

Nel 1998 Éva Henger è la protagonista de Le avventure ermetiche di Eva Henger, fumetto voluto da Riccardo Schicchi, disegnato da Giuseppe Di Bernardo, con Jacopo Brandi, su un'idea di Marco Bianchini; veniva pubblicato a puntate sulle riviste della Diva Futura.[25][26]

Omaggi[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la morte di Schicchi, il 21 dicembre 2012 Sky Uno HD trasmette Il signore del porno - Riccardo Schicchi, per la regia di Alberto D'Onofrio, un docufilm che ripercorre la storia pubblica e privata di Riccardo Schicchi; tra i protagonisti la moglie Éva Henger, nel cast anche la figlia Mercedesz;[27] l'anno successivo verrà per la prima volta in chiaro su Cielo.[28]

Nel 2013 Debora Attanasio, segretaria di Riccardo Schicchi, pubblica il libro Non dite alla mamma che faccio la segretaria - Memorie di una ragazza normale alla corte del re dell'hard edito Sperling & Kupfer[29].

Nel 2024 il suo personaggio è interpretato da Vincenzo Nemolato nella serie televisiva Netflix Supersex per la regia di Matteo Rovere, Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni[30].

Partendo dal libro di Debora Attanasio, nel 2024 viene girato Diva Futura, lungometraggio per la regia di Giulia Steigerwalt, incentrato sulla figura di Riccardo Schicchi e sull'agenzia Diva Futura; dove Riccardo Schicchi è interpretato da Pietro Castellitto[31].

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

La moglie Éva Henger nel 2008

Riccardo Schicchi è stato a lungo legato ad Éva Henger, conosciuta in Ungheria, con cui ha iniziato una convivenza nei primi anni Novanta, dopo che Éva, a Győr il 18 agosto 1991, aveva dato alla luce la sua primogenita Mercedesz, frutto di una precedente relazione. Dichiarata anagraficamente Mercedesz Jelinek Schicchi (Jelinek è il cognome del padre biologico), Riccardo voleva che la figlia venisse riconosciuta come sua a tutti gli effetti, mantenendo quindi il segreto sulla paternità biologica; nel 2019 Mercedesz rende pubblico l'argomento, sottolineando come per lei l'unico vero padre sia stato comunque Riccardo.[32]

Éva Henger e Riccardo Schicchi si sposano a Roma il 19 gennaio 1994 e dalla loro unione nasce Riccardo Jr. il 22 dicembre 1994 a Roma.[33]

Riccardo Schicchi soffriva di una grave forma di diabete mellito di tipo 2 e a causa di ciò nel corso del 2012 è stato ricoverato in ospedale in coma diabetico, assistito dalla moglie Éva. La malattia gli ha causato anche seri problemi di vista, rendendolo quasi cieco, e d'insufficienza renale.[34]

È morto il 9 dicembre 2012, all'età di 59 anni, nell'ospedale Fatebenefratelli di Roma.[35] Lo stesso giorno Éva Henger comunicò la morte del marito a Clemente Mimun che diffuse la notizia.[36][37]

Nonostante Éva Henger e Riccardo Schicchi conducessero vite separate da alcuni anni, non vi fu mai la separazione legale; Éva è rimasta al fianco di Riccardo Schicchi fino alla fine.[38][39] I funerali si sono tenuti l'11 dicembre 2012 presso la basilica dei Santi Pietro e Paolo a Roma; in seguito la salma è stata tumulata nel cimitero Laurentino.[40] Alla morte di Riccardo Schicchi, tra gli altri beni, quanto a lui intestato del marchio Diva Futura divenne di proprietà della moglie Éva e dei figli Mercedesz e Riccardo Jr.[41][42]

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Libri[modifica | modifica wikitesto]

  • Non dite alla mamma che faccio la segretaria - Memorie di una ragazza normale alla corte del re dell'hard di Debora Attanasio (Sperling & Kupfer, 2013)

Filmografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

Regista[modifica | modifica wikitesto]

  • Cicciolina amore mio, co-regia con Amasi Damiani e Bruno Mattei (1979) – non accreditato
  • La conchiglia dei desideri (1983)
  • Cicciolina il giorno dopo - Orgia nucleare (1984)
  • Porno Poker (1984)
  • Banane al cioccolato (1986)
  • Cicciolina number one (1986)
  • I racconti sensuali di Cicciolina (1986)
  • Telefono rosso (1986)
  • Carne bollente (1987)
  • Fantastica Moana (1987)
  • Moana, la bella di giorno (1987)
  • Moana la scandalosa (1988)
  • Telefono rosso number 2 (1988)
  • Il vizio di Baby e l'ingordigia di Ramba (1989) – co-regia con Mario Bianchi
  • La mia preda (1989)
  • L'uccello della felicità (1989) – co-regia con Mario Bianchi
  • L'uccello del piacere (1989) – firmato sotto lo pseudonimo "Richard Skool"
  • Cicciolina e Moana "Mondiali" (1990) – non accreditato – co-regia con Mario Bianchi
  • Notti magiche (1991) – firmato sotto lo pseudonimo "Derek Worth"
  • Carcere amori bestiali (1991)
  • Le perversioni degli angeli (1991)
  • Bagnate davanti e di dietrofirmato sotto lo pseudonimo "Derek Worth" (1991)
  • Luna park dell'amore (1992)
  • Passione indecente (1993)
  • Il fuoco della trasgressione (1994)
  • Uccelli in paradiso (1994)
  • Carcere amori bestiali (1994)
  • La taverna dei mille peccati (1995) – firmato sotto lo pseudonimo "Derek Worth"
  • Abissi veniali (1995)
  • Finalmente pornostar (la conchiglia violata) (1997)
  • Le pornololite di Diva Futura 5 (1997)
  • Eva più che mai!!! (1998) – co-regia con Antonio Adamo
  • I vizi anali delle collegiali (1998)
  • Eva per tutti! (il sogno diventa realtà) (1999)
  • A letto con Eva - Esordienti in azione (1999)
  • Eva contro Eva (2001)
  • Scacco alla regina (2001)
  • Gli esami orali delle collegiali (2001)
  • Analità marziane (2005)
  • I segreti di Moana (2009)

Produttore[modifica | modifica wikitesto]

Sceneggiatore[modifica | modifica wikitesto]

Attore[modifica | modifica wikitesto]

  • Moana la scandalosa, regia di Riccardo Schicchi (1988)
  • Le depravazioni di Milly, regia di Mario Bianchi (1996)
  • Prova a prendermi, regia di Guido Maria Ranieri (2004)
  • Porno e libertà, regia di Carmine Amoroso (2016)

Documentari[modifica | modifica wikitesto]

  • Camerini ardenti, regia di Pietro Balla e Monica Repetto (1996)

Docufilm[modifica | modifica wikitesto]

  • Il signore del porno - Riccardo Schicchi, regia di Alberto D'Onofrio (2012) – trasmesso su Sky Uno HD e Cielo

Spettacoli[modifica | modifica wikitesto]

Regista[modifica | modifica wikitesto]

  • Diamante (1984-1985)
  • Sesso telecomandato (1986)
  • Curve deliziose (1986)
  • Perversion (1987)
  • Living In The Paradise (1989)
  • Pornografia (1989)
  • Petra rockstar (1989)

Produttore discografico[modifica | modifica wikitesto]

Radio[modifica | modifica wikitesto]

  • Voulez-vous coucher avec moi? (Radio Luna, 1973) – co-conduzione con Ilona Staller

Libri[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Mercedesz Henger, Lapide di Riccardo Nicolò Schicchi, su twitter.com, Twitter, 14 novembre 2013.
  2. ^ La storica famiglia Schicchi di Collesano, non solo Paolo. Ma anche Giacinto e Riccardo, su edizioniarianna.it.
  3. ^ a b Storie di casa Schicchi: se la libertà sessuale è un’eredità paterna, su umbertocantone.it.
  4. ^ a b c d Riccardo Schicchi, su augustaweb.net. URL consultato il 5 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2007).
  5. ^ a b c d Re di cuori, su rivistastudio.com.
  6. ^ Morto Schicchi, re dell'hard italiano, su repubblica.it.
  7. ^ Ilona Staller (album), su discogs.com.
  8. ^ Ilona Staller – I Was Made For Dancing, su discogs.com.
  9. ^ Ilona Staller – Buone vacanze/Ti amo uomo, su discogs.com.
  10. ^ Riccardo Schicchi, il gentiluomo sui generis, su lospaccatv.it.
  11. ^ Riccardo Schicchi, addio al re del porno, su ilsecoloxix.it. URL consultato il 22 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2019).
  12. ^ Cicciolina – San Francisco Dance, su discogs.com.
  13. ^ Cicciolina – Kebelbarátság, su discogs.com.
  14. ^ Moana* – Supermacho, su discogs.com.
  15. ^ Riccardo Schicchi è morto: addio al re del porno, su oggi.it.
  16. ^ Morto Schizzhi, re dell'hard italiano, su repubblica.it.
  17. ^ È morto Riccardo Schicchi. Era nato ad Augusta 60 anni fa, su livesicilia.it. URL consultato il 22 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2019).
  18. ^ Sono EVA ma non toglietemi più la foglia di fico (PDF), su stefanolorenzetto.it.
  19. ^ FONTANA DI TREVI: NUDA NELL'ACQUA LA PORNOSTAR, su www1.adnkronos.com.
  20. ^ Eva Henger: data di nascita, canzoni, dieta, segno zodiacale, su gossipblog.it.
  21. ^ Il manager dell'hard core promotore ad Assago di un premio internazionale (PDF), su archivio.unita.news.
  22. ^ Porno contro hard il palio l'oscar, su ricerca.repubblica.it.
  23. ^ Oltraggio al pudore / Riccardo Schicchi., su culturaitalia.it.
  24. ^ Oltraggio al pudore, su rizzolilibri.it.
  25. ^ Giuseppe Di Bernardo: di ladre, insonni e mostri, su lospaziobianco.it.
  26. ^ Giuseppe Di Bernardo, su lfb.it.
  27. ^ Il signore del porno - Riccardo Schicchi (PDF), su skyitalia.sky.it.
  28. ^ Cielo, visioni erotiche tra Moana Pozzi e mr. porno Riccarco Schicchi, su tvzap.kataweb.it.
  29. ^ Video-intervista alla scrittrice Debora Attanasio per Non dite alla mamma che faccio la segretaria, su airquotes.it.
  30. ^ Guida al cast di “Supersex”: personaggi reali e attori della serie Netflix, su iodonna.it.
  31. ^ Ora Castellitto diventa Schicchi. E Spacey torna sul set italiano, su ilfattoquotidiano.it.
  32. ^ Mercedesz Henger, la rivelazione choc: «Mio padre non era Riccardo Schicchi», su corriere.it, 25 novembre 2019.
  33. ^ Domenica Live: Eva Henger in lacrime ricorda Riccardo Schicchi, su lanostratv.it.
  34. ^ Riccardo Schicchi è uscito dal coma. Il re del porno soffre di diabete, su repubblica.it.
  35. ^ ANSA, su ansa.it.
  36. ^ Clemente Mimun su Twitter: "È morto Riccardo Schicchi", su www1.adnkronos.com.
  37. ^ Muore Riccardo Schicchi, su cinema.fanpage.it.
  38. ^ È morto Riccardo Schicchi, regista ed ex marito di Eva Henger, su lanostratv.it.
  39. ^ Riccardo Schicchi/ Chi è l'ex marito di Eva Henger? Il produttore e talent scout scomparso nel 2012, su ilsussidiario.net. URL consultato il 22 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2022).
  40. ^ L'ultimo saluto a Riccardo Schicchi, in lutto il mondo del porno, su huffingtonpost.it.
  41. ^ Articolo, su gossip.fanpage.it.
  42. ^ Articolo, su gossipblog.it. URL consultato il 14 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2020).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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