Benigno Zaccagnini: differenze tra le versioni
fix template bio |
|||
Riga 117: | Riga 117: | ||
* ''Discorsi parlamentari. 1947-1979'', con CD, Roma, Camera dei deputati, 2009. |
* ''Discorsi parlamentari. 1947-1979'', con CD, Roma, Camera dei deputati, 2009. |
||
== |
== Bibliografia == |
||
*''[[Italo Farnetani]] Pediatri e medici alla Costituente'', Editeam, Cento (FE), 2006. ISBN 88-6135-001-1 |
*''[[Italo Farnetani]] Pediatri e medici alla Costituente'', Editeam, Cento (FE), 2006. ISBN 88-6135-001-1 |
||
Versione delle 12:42, 10 ott 2016
Benigno Zaccagnini | |
---|---|
Ministro dei lavori pubblici | |
Durata mandato | 26 luglio 1960 – 21 febbraio 1962 |
Predecessore | Giuseppe Togni |
Successore | Fiorentino Sullo |
Segretario della Democrazia Cristiana | |
Durata mandato | luglio 1975 – febbraio 1980 |
Predecessore | Amintore Fanfani |
Successore | Flaminio Piccoli |
Dati generali | |
Partito politico | Democrazia Cristiana |
Template:Membro delle istituzioni italiane Template:Membro delle istituzioni italiane Template:Membro delle istituzioni italiane Benigno Zaccagnini (Faenza, 17 aprile 1912 – Ravenna, 5 novembre 1989) è stato un politico e pediatra italiano.
Biografia
Nel 1937 si laureò in medicina e successivamente si specializzò in pediatria, e fino all'8 settembre 1943 esercitò la professione medica. Attratto dalla politica, fu tra i fondatori della Democrazia Cristiana e prese parte alla Resistenza tra le file dei partigiani della Brigata Garibaldi "Ravenna". Membro del Comitato di Liberazione Nazionale, fu tra i più attivi combattenti antifascisti della sua provincia; in questo frangente strinse amicizia con Arrigo Boldrini e, nonostante la loro diversità ideologica (Boldrini era del Partito Comunista Italiano), collaborarono senza screzi alla liberazione della Romagna.
Eletto all'Assemblea Costituente nel 1946 e alla Camera dei deputati nel 1948, si schierò più tardi a favore della formula politica del centrosinistra, aderendo alla corrente di Aldo Moro. Fu rieletto alla Camera fino al 1979, mentre dal 1983 fino alla morte fece parte del Senato della Repubblica; Zaccagnini si candidò sempre in Emilia-Romagna, regione in cui il PCI raggiungeva la maggioranza assoluta.
La sua attività governativa cominciò nel 1958, quando divenne sottosegretario al Ministero del lavoro e della previdenza sociale nel governo Fanfani II. L'anno successivo fu Ministro del lavoro e della previdenza sociale nel governo Segni II, e mantenne tale carica anche durante la breve esperienza del governo Tambroni (1960), per divenire, sempre nello stesso anno, Ministro dei lavori pubblici nel successivo governo guidato da Amintore Fanfani, il terzo esecutivo presieduto dal politico toscano.
Soprannominato "Zac", con una reputazione di grande integrità, negli anni seguenti Zaccagnini preferì incarichi parlamentari o di partito: dal 1962 al 1968 fu presidente del gruppo parlamentare della Democrazia Cristiana, dal 1968 al 1975 vice presidente della Camera, e dal 1969 al 1975 presidente del Consiglio Nazionale della DC. Zaccagnini, che inizialmente aveva aderito alla corrente di Iniziativa democratica (più nota come corrente dorotea), dal 1968 si avvicinò ad Aldo Moro, uscito da quella corrente dopo aver lasciato la Presidenza del Consiglio. Nel 1975 fu eletto segretario nazionale della Democrazia Cristiana. Alle elezioni politiche del 1976 la DC, da lui guidata, ottenne il 38,7% dei voti (+ 3,4% rispetto alle elezioni amministrative dell'anno avanti), riuscendo in tal modo a frenare la corsa a Palazzo Chigi di Enrico Berlinguer, segretario del partito comunista, che pur toccò col 34,4% il suo massimo risultato elettorale.
Durante il rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, Zaccagnini difese la linea della fermezza, cioè il rifiuto di trattare coi terroristi in termini tali che ne implicassero un riconoscimento politico; ma la tragica morte dell'amico e capocorrente lo debilitò umanamente e politicamente, anche a causa di alcuni passaggi delle lettere di Moro dalla prigionia in cui viene pesantemente criticato e definito "il più fragile segretario che abbia mai avuto la DC"[1]: nel 1980 fu sostituito nella carica di segretario nazionale da Flaminio Piccoli, e da quel momento in poi non accettò più nessun incarico istituzionale. Nel 1984 fu eletto al Parlamento Europeo. Muore a Ravenna il 5 novembre 1989 a causa di un arresto cardiaco.[2]
Presunto ruolo nel caso Moro
Nel 2009, durante il processo al generale dei carabinieri Mario Mori, accusato di non aver catturato Bernardo Provenzano nel 1995, pur avendone la possibilità, il supertestimone Massimo Ciancimino (figlio di Vito Ciancimino, già sindaco di Palermo e, a detta della Corte di Cassazione, il massimo esempio dell'infiltrazione della mafia nelle strutture dello stato) dichiarò che durante il sequestro di Aldo Moro fu proprio Benigno Zaccagnini a chiedere a suo padre d'intervenire per impedire la liberazione dello statista rapito, cosa che sarebbe stata resa possibile dalla scoperta, da parte della mafia, del nascondiglio dove Moro era tenuto prigioniero. Sempre a detta di Ciancimino, la rete Gladio e i servizi segreti appoggiarono la richiesta di Zaccagnini[3].
Opere
- Una proposta al Paese, Firenze, Vallecchi, 1976.
- La testimonianza di don Mazzolari, con Pietro Scoppola, Roma, Cinque lune, 1976.
- Il messaggio di don Giovanni Minzoni. Atti del Convegno nazionale di studio. Ravenna, ottobre 1983, a cura di e con Roberto Ruffilli, Ravenna, Centro studi G. Donati, 1984.
- Lettere agli amici, Roma, AVE, 1990.
- La politica è bellissima, Ravenna, Media news, 2009.
- Discorsi parlamentari. 1947-1979, con CD, Roma, Camera dei deputati, 2009.
Bibliografia
- Italo Farnetani Pediatri e medici alla Costituente, Editeam, Cento (FE), 2006. ISBN 88-6135-001-1
Note
Voci correlate
Altri progetti
- Wikisource contiene una pagina dedicata a Benigno Zaccagnini
- Wikiquote contiene citazioni di o su Benigno Zaccagnini
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Benigno Zaccagnini
Collegamenti esterni
- Zaccagnini ‹Ʒ-›, Benigno la voce nella Treccani.it L'Enciclopedia Italiana. URL visitato il 27/07/2012
- Zaccagnini, Benigno la voce nella enciclopedia Sapere.it. URL visitato il 27/07/2012
- Come vive l'uomo onesto che da sabato guida la DC. Benigno Zaccagnini visto da chi lo conosce da ragazzo articolo di Remo Lugli, quotidiano La Stampa, 29 luglio 1975, p. 9, Archivio storico. URL visitato il 27/07/2012
- Zac verso l'eclisse? Incontro a Casola Valsenio col segretario della DC articolo di Carlo Sartori, quotidiano Stampa Sera, 30 agosto 1976, p. 3, Archivio storico. URL visitato il 27/07/2012
Controllo di autorità | VIAF (EN) 79409178 · ISNI (EN) 0000 0000 7861 1777 · SBN CFIV043123 · LCCN (EN) n94114801 · GND (DE) 119055589 · CONOR.SI (SL) 132790883 · WorldCat Identities (EN) lccn-n94114801 |
---|
- Politici italiani del XX secolo
- Pediatri italiani
- Nati nel 1912
- Morti nel 1989
- Nati il 17 aprile
- Morti il 5 novembre
- Nati a Faenza
- Morti a Ravenna
- Ministri dei Lavori Pubblici della Repubblica Italiana
- Deputati della Democrazia Cristiana
- Politici della Democrazia Cristiana
- Deputati dell'Assemblea Costituente della Repubblica Italiana
- Deputati della I legislatura della Repubblica Italiana
- Deputati della II legislatura della Repubblica Italiana
- Deputati della III legislatura della Repubblica Italiana
- Deputati della IV legislatura della Repubblica Italiana
- Deputati della V legislatura della Repubblica Italiana
- Deputati della VI legislatura della Repubblica Italiana
- Deputati della VII legislatura della Repubblica Italiana
- Deputati dell'VIII legislatura della Repubblica Italiana
- Europarlamentari italiani della I legislatura
- Senatori della IX legislatura della Repubblica Italiana
- Senatori della X legislatura della Repubblica Italiana
- Ministri del Lavoro e della Previdenza Sociale della Repubblica Italiana
- Personalità di Azione Cattolica
- Governo Zoli
- Governo Fanfani II
- Governo Segni II
- Governo Tambroni
- Governo Fanfani III