Martin Amis

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Martin Amis nel 2014

Martin Louis Amis (Oxford, 25 agosto 1949Lake Worth, 19 maggio 2023[1]) è stato uno scrittore, saggista e sceneggiatore britannico.

Figlio del prolifico scrittore Kingsley Amis, fu autore di alcune delle opere più importanti e conosciute della letteratura postmoderna inglese. I suoi libri più noti sono Money (1984) e London Fields (1989). Ha ricevuto il James Tait Black Memorial Prize per il suo libro autobiografico Experience (2000) ed è stato nominato due volte per il Booker Prize (nel 1991 per Time's Arrow e nel 2003 per Yellow Dog). Amis è stato fino al 2011 professore di scrittura creativa presso il Centre for New Writing dell'Università di Manchester.[2]

Il lavoro di Martin Amis si concentra sugli eccessi della società capitalista occidentale, di cui percepisce l'assurdità e fa satira attraverso il grottesco e la caricatura.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque nell'agosto 1949 al Radcliffe Maternity Hospital di Oxford, Gran Bretagna.[3] Suo padre, il romanziere Kingsley Amis, era il figlio di un impiegato in un'azienda di senape di Clapham, Londra; sua madre, Hilary ("Hilly") Ann Bardwell, nata a Kingston upon Thames,[4] era la figlia di un funzionario pubblico del Ministero dell'Agricoltura. Aveva un fratello maggiore, Philip; quindi Martin e una sorella minore, Sally - per la cui nascita Philip Larkin ha composto "Born Yesterday"[5] - che morì nel 2000 all'età di 46 anni. I suoi genitori si sposarono nel 1948 a Oxford e divorziarono quando Amis aveva 12 anni. Dopo la separazione, Hilly e i bambini si trasferirono a Maiorca, in Spagna, dove rimasero per un po' con Robert Graves.[6]

Amis frequentò numerose scuole negli anni '50 e '60, tra cui una scuola internazionale a Maiorca,[7] la Bishop Gore School di Swansea e la Cambridgeshire High School for Boys, dove fu descritto da un preside come "insolitamente poco promettente".[8] Il successo che seguì al primo romanzo di suo padre Lucky Jim (1954) portò la famiglia a Princeton, nel New Jersey, negli Stati Uniti, dove suo padre teneva conferenze.[9]

Nel 1965, all'età di 15 anni, Amis interpretò John Thornton nella versione cinematografica di A High Wind in Jamaica di Richard Hughes.[9] Alto 1,68 m, da adolescente si definiva un "culo corto".[10]

Suo padre disse che Amis non era un bambino amante dei libri e "non leggeva altro che fantascienza fino all'età di quindici o sedici anni".[11] Amis dichiarò di aver letto poco più che fumetti finché la sua matrigna, la scrittrice Elizabeth Jane Howard, lo introdusse alla lettura con Jane Austen, che spesso definì come la sua prima influenza.[7][12] Si laureò all'Exeter College di Oxford, con una prima congratulazione in inglese, "quello in cui sei chiamato per una viva e gli esaminatori ti dicono quanto si sono divertiti a leggere i tuoi articoli".[13]

Dopo la laurea a Oxford nel 1971, Amis scrisse recensioni di romanzi di fantascienza sotto lo pseudonimo di "Henry Tilney" (un cenno ad Austen) in una rubrica per The Observer. Trovò un lavoro entry-level presso The Times Literary Supplement nell'estate del 1972. All'età di 27 anni divenne redattore letterario del New Statesman, dove citò scrittore e l'editore John Gross come suo modello, e incontrò Christopher Hitchens, allora scrittore di lungometraggi per The Observer, che rimase l'amico più intimo di Amis fino alla sua morte nel 2011.

Profondamente influenzato, oltre che dal padre, dall'opera di Vladimir Nabokov, Saul Bellow, James Joyce ed Elmore Leonard (che ebbe anche modo di conoscere ed intervistare personalmente), ispirò con il suo particolare ed originale stile narrativo un'intera generazione di scrittori inglesi, compresi Will Self e Zadie Smith.[8]

I suoi romanzi più conosciuti, e maggiormente apprezzati dai critici, sono Il dossier Rachel (1973), Altra gente. Un racconto del mistero (1981), Money (1984), Territori londinesi (1989) e La freccia del tempo (1991). Quest'ultimo, scritto come autobiografia di un medico che partecipò alle torture ai danni degli Ebrei durante l'Olocausto, e che è stato candidato per Booker Prize nel 1991, fece notizia sia per la sua tecnica inusuale (il tempo del racconto scorre all'indietro durante l'intero romanzo), sia per il suo tema.

Nel 2013 propose di installare cabine telefoniche agli angoli delle strade, destinate alla eutanasia programmata degli anziani, per risolvere il problema dell'invecchiamento della popolazione nei paesi avanzati. La provocatoria proposta riceve dure critiche.

Nel 2018 uscì il film London Fields, per la regia di Mathew Cullen, tratto dall'omonimo romanzo, alla cui sceneggiatura egli contribuì.

Accanito fumatore da lungo tempo, morì nel 2023 a 73 anni nella sua casa in Florida a causa di un cancro all'esofago.[14][15]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Visse e lavorò dividendosi tra Londra e l'Uruguay dopo aver sposato in seconde nozze la scrittrice Isabel Fonseca, che gli diede due figlie.[16] Lo scrittore ebbe anche altri tre figli.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

  • Il dossier Rachel (The Rachel Papers, 1973), trad. di Federica Aceto, Collana L'Arcipelago, Torino, Einaudi, 2015, ISBN 978-88-061-9915-9.
  • Futuro anteriore (Dead Babies, 1975), trad. di Maurizia Balmelli, Collana Supercoralli, Einaudi, Torino, 2016, ISBN 978-88-06-20440-2.
  • Successo (Success, 1978), trad. di Federica Aceto, Collana L'Arcipelago, Torino, Einaudi, 2016, ISBN 978-88-06-19913-5.
  • Altra gente. Un racconto del mistero (Other People, 1981), trad. di Susanna Basso, Collana I Coralli, Torino, Einaudi, 1998, ISBN 978-88-061-4508-8.
  • Money (Money: A Suicide Note, 1984), trad. di Susanna Basso, Collana I Coralli, Torino, Einaudi, 1999, ISBN 978-88-061-4416-6.
  • Territori londinesi (London Fields, 1989), trad. di Ranieri Carano, Collana Omnibus, Milano, Mondadori, 1991; Collana ET Scrittori, Torino, Einaudi, 2009, ISBN 978-88-061-9202-0.
  • La freccia del tempo o La natura dell'offesa (Time's Arrow: or The Nature of the Offence, 1991), trad. di Ettore Capriolo, Collana Omnibus, Milano, Mondadori, 1993; Collana ET Scrittori, Torino, Einaudi, 2010, ISBN 978-88-061-9914-2.
  • L'informazione (The Information, 1995), trad. di Gaspare Bona, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, 1996, ISBN 978-88-061-3906-3.
  • Il treno della notte (Night Train, 1997), trad. di Gaspare Bona, Collana I Coralli, Torino, Einaudi, 1997, ISBN 978-88-061-4500-2.
  • Cane giallo (Yellow Dog, 2003), trad. di Massimo Bocchiola, Collana I Coralli, Torino, Einaudi, 2006, ISBN 978-88-06-17108-7.
  • La casa degli incontri (House of Meetings, 2006), trad. di Giovanna Granato, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, 2008. ISBN 978-88-061-9054-5.
  • La vedova incinta (The Pregnant Widow, 2010), trad. di Maurizia Balmelli, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, 2011, ISBN 978-88-061-7795-9.
  • Lionel Asbo. Stato dell'Inghilterra (Lionel Asbo: State of England, 2012), trad. di Federica Aceto, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, 2013, ISBN 978-88-06-21140-0.
  • La zona d'interesse (The Zone of Interest, 2014), trad. di Maurizia Balmelli, Collana Supercoralli, Einaudi, Torino, 2015, ISBN 978-88-06-22354-0.

Raccolte di racconti[modifica | modifica wikitesto]

  • I mostri di Einstein (Einstein's Monsters, 1987), trad. di Andrea Kerbaker e Andrea Thorne, Collana Omnibus, Milano, Mondadori, 1988, ISBN 88-04-31296-3.
  • Two Stories (1994)
  • God's Dice (1995)
  • Cattive acque (Heavy Water and Other Stories, 1998), trad. di Massimo Bocchiola, Collana I Coralli, Torino, Einaudi, 2000, ISBN 978-88-061-5674-9. [contiene 9 racconti]
  • Amis Omnibus (1999)
  • The Fiction of Martin Amis (2000)
  • Vintage Amis (2004)

Saggistica[modifica | modifica wikitesto]

  • L'invasione degli Space Invaders (Invasion of the Space Invaders, 1982), Isbn Edizioni, 2013
  • The Moronic Inferno: And Other Visits to America, 1986
  • Storie. All write (2011). Vol. 66: Dalla signora Nabokov (Visiting Mrs Nabokov: And Other Excursions, 1993), traduzione di C. Mello, Leconte, 2011, ISBN 978-88-883-6173-4.
  • La guerra contro i cliché. Saggi Letterari (The War Against Cliche: Essays and Reviews 1971-2000, 2001), trad. di Federica Aceto, Fuori Collana, Einaudi, Torino, 2014 ISBN 978-88-06-21205-6
  • Koba il Terribile. Una risata e venti milioni di morti (Koba the Dread: Laughter and the Twenty Million, 2002), trad. di Norman Gobetti, Collana Supercoralli, Einaudi, Torino, 2003, ISBN 978-88-06-16701-1; Collana ET Scrittori, Einaudi, Torino, 2005. [su Stalin e la storia russa]
  • Il secondo aereo. 11 settembre: 2001-2007 (The Second Plane, 2008), traduzione di Giovanna Granato, Collana Frontiere, Torino, Einaudi, 2009, ISBN 978-88-584-1186-5.
  • L'attrito del tempo. Bellow, Nabokov, Hitchens, Travolta, Trump. Saggi e reportage, 1986-2016 (The Rub of Time, 2017), traduzione di Federica Aceto, Torino, Einaudi, 2019, ISBN 978-88-062-3781-3.

Memorie[modifica | modifica wikitesto]

  • Esperienza (Experience, 2000), trad. di Susanna Basso, Collana Supercoralli, Einaudi, Torino, 2002, ISBN 978-88-06-15724-1.
  • La storia da dentro (Inside Story, 2020), trad. di Gaspare Bona, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, 2023, ISBN 978-88-062-5541-1.

Sceneggiature cinematografiche[modifica | modifica wikitesto]

Film tratti dai romanzi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ https://www.nytimes.com/2023/05/20/books/martin-amis-dead.html
  2. ^ (EN) Benedicte Page, Colm Tóibín takes over teaching job from Martin Amis, in The Guardian, Londra, 26 gennaio 2011.
  3. ^ (EN) Richard Bradford, Martin Amis: The Biography, Little, Brown Book Group, 3 novembre 2011, ISBN 978-1-84901-850-0.
  4. ^ (EN) George Woodcock, Twentieth Century Fiction, Springer, 1983, p. 36, ISBN 978-1-349-17066-1.
  5. ^ (EN) Rachel Wetzsteon, Philip Larkin and Happiness: On "Born Yesterday", in Contemporary Poetry Review, 2010. URL consultato il 22 maggio 2023.
  6. ^ (ES) M. Elena Vallés, Cuando el novelista Martin Amis y su familia vivieron en Mallorca: un viaje en el tren de Sóller a Palma, in Diario de Mallorca, 21 maggio 2023. URL consultato il 22 maggio 2023.
  7. ^ a b (EN) Martin Amis, Addendum: Elizabeth Jane Howard, in Inside Story, Londra, Jonathan Cape, 24 settembre 2020, ISBN 978-0-593-31829-4.
  8. ^ a b (EN) Martin Amis, in The Guardian, 22 luglio 2008.
  9. ^ a b (EN) Boyd Tonkin, Martin Amis obituary, in The Guardian, 20 maggio 2023. URL consultato il 20 maggio 2023.
  10. ^ (EN) Martin Amis, in Intelligent Life.
  11. ^ (EN) Charles Michener, Britain's Brat of Letters, in Esquire, 1º gennaio 1987. URL consultato il 22 maggio 2023.
  12. ^ (EN) Maev Kennedy, Martin Amis credits stepmother and Jane Austen for literary success, in The Guardian, 22 febbraio 2014. URL consultato il 21 maggio 2023.
  13. ^ (EN) Zachary Leader, The Life of Kingsley Amis, Knopf Doubleday Publishing Group, 2009, p. 614, ISBN 978-0-307-49645-4.
  14. ^ È morto Martin Amis, su Il Post, 20 maggio 2023. URL consultato il 22 maggio 2023.
  15. ^ (EN) Master stylist Martin Amis was the Mick Jagger of the literary world, in The Independent, 21 maggio 2023. URL consultato il 24 maggio 2023.
  16. ^ (EN) Boyd Tonkin, Martin Amis obituary, in The Guardian, 20 maggio 2023. URL consultato il 7 marzo 2024.

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