Federico Moro (generale)

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Federico Moro
NascitaPalmanova, 14 novembre 1894
MorteRoma, 27 dicembre 1963
Luogo di sepolturacimitero di Civitavecchia
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Esercito Italiano
ArmaArtiglieria
CorpoAlpini
SpecialitàArtiglieria da montagna
Anni di servizio1914-1963
GradoGenerale di corpo d'armata
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
Campagna di Grecia
Campagna di Russia
BattaglieSesta battaglia dell'Isonzo
Battaglia delle Alpi Occidentali
Comandante diDivisione fanteria "Friuli"
Divisione fanteria "Trieste"
4º Corpo d'armata alpino
Decorazionivedi qui
dati tratti da Generals[1]
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Federico Moro (Palmanova, 14 novembre 1894Roma, 27 dicembre 1963) è stato un generale italiano, veterano della prima guerra mondiale, e della seconda guerra mondiale. Dopo la fine del secondo conflitto mondiale fu al Comando Artiglieria del Territorio di Bolzano, della Divisione fanteria "Friuli", della Divisione fanteria "Trieste" e, una volta promosso generale di corpo d'armata, comandante del 4º Corpo d'armata alpino (1954-1956). Insignito della Croce di Cavaliere e di quella di Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia, di tre Medaglie d'argento al valor militare, e dei titoli di Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia e Grande Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Palmanova (provincia di Udine) il 14 novembre 1894, figlio di Luigi e Ida Lazzaroni.[2] Trasferitosi al seguito della famiglia a Bologna, vi frequenta le scuole elementari, poi il Liceo classico,e infine a Roma il Collegio militare.[2] Arruolatosi nel Regio Esercito nell'ottobre 1912 inizia a frequentare la Regia Accademia militare di artiglieria e Genio di Torino, uscendo con il grado di sottotenente assegnato all'arma di artiglieria, corpo degli alpini, il 1 aprile 1914.[2] Durante la Grande Guerra, col il grado di tenente dell'artiglieria da montagna, in forza al Gruppo "Aosta" del 1º Reggimento artiglieria da montagna, si distinse il 16 aprile 1916 nel combattimento di Case Rosi (Roncegno –Val Sugana). Attaccato dal nemico che arrivò a minacciare da vicino i pezzi da 65/17 mm al suo comando, raccolse gli artiglieri ai suoi ordini e una pattuglia della Guardia di Finanza, guidandoli in una carica alla baionetta che portò alla cattura di un ufficiale e 20 soldati nemici.[2] Per questo fatto fu decorato con la prima Medaglia d'argento al valor militare.[2] Il 2 settembre dello stesso anno, sotto fuoco del nemico, riuscì a trasportare un cannone da 65/17 mm a circa 200 metri dalla postazione nemica che si trova sul Cauriol, infliggendo così gravi perdite all'avversario.[2] Per questa azione fu decorato di una seconda Medaglia d'argento al valor militare.[2] Promosso capitano per merito di guerra, fu trasferito sul fronte carsico del Monte San Marco, e posto al comando di un gruppo di bombarde, durante la sesta battaglia dell'Isonzo (17–20 agosto 1917) fu insignito della Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia.[2]

Dopo la fine del primo conflitto mondiale fu mandato in Libia per un anno, e una volta rimpatriato prestò servizio dapprima nel 1°, e poi nel 2º Reggimento artiglieria da montagna, nel 29º Reggimento artiglieria da campagna e, infine, nell'8º Reggimento artiglieria pesante.[2] Promosso maggiore nel 1927, frequentò la Scuola Centrale d'Artiglieria e poi prestò servizio nel 2º e 4º Reggimento artiglieria alpina.[2] Divenuto tenente colonnello nel 1936, prestò servizio nel 3º Reggimento artiglieria alpina e poi presso l'Ispettorato delle Truppe da Montagna.[2] Promosso colonnello nel 1939 fu destinato, quale comandante, al 2º Reggimento artiglieria alpina con cui, dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, combatté sul fronte occidentale.[2] Nel gennaio 1941 fu inviato con il 2º Reggimento artiglieria alpina in Albania, insieme al comandante della 2ª Divisione alpina "Tridentina".[2] distinguendosi nella fasi finali della campagna di Grecia.[2] Partito per il fronte orientale si distinse nella campagna di Russia nel dicembre 1942, al comando del 3º Reggimento artiglieria alpina della 3ª Divisione alpina "Julia", meritandosi una terza Medaglia d'argento al valore militare.[2]

Rientrato in Patria, è promosso generale di brigata per meriti di guerra nel luglio del 1943, assumendo poi il comando dell'artiglieria del XXX Corpo d'armata di stanza in Sardegna. Dopo l'armistizio dell'8 settembre, nel gennaio 1944 è trasferito in Puglia, in servizio presso il comando del LI Corpo d'armata,[2] per assumere successivamente quello dell'artiglieria del Corpo Italiano di Liberazione che comprese dall'aprile all’agosto dello stesso anno, una forza di circa 30.000 uomini, e la cui artiglieria era costituita del 184º Reggimento artiglieria "Nembo". Distintosi in questo incarico, ottenne la Croce di Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia.[2] Nel 1945 assunse il Comando Artiglieria del Territorio di Bolzano e poi quello della Divisione fanteria "Friuli".[2] Promosso generale di divisione nel 1951, assunse il comando della Divisione fanteria "Trieste", e nel novembre 1952 fu Ispettore dell'artiglieria.[2] Promosso generale di corpo d'armata, i 31 luglio 1954 assume l'incarico di comandante del 4º Corpo d'armata alpino che mantenne fino al 30 settembre 1956.[2] Nel maggio 1955 era stato insignito dell'Onorificenza di Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica, per le particolari benemerenze acquisite nel corso della sua brillante carriera.[2] Posto in posizione di riserva, assume Incarichi speciali presso il Ministero della difesa, e nel 1963 divenne Presidente della Commissione Parlamentare Centrale d'Avanzamento.[2] Si spense a Roma il 27 dicembre 1963, e il suo corpo, su sua volontà, fu seppellito nel cimitero di Civitavecchia.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un gruppo di bombarde, messo alle dipendenze di un comando di brigata, durante un’azione intensissima di guerra, durata alcuni giorni, dava l’opera sua instancabile, impiegando con intelligenza e perizia le batterie ai suoi ordini e cooperando di propria iniziativa a facilitare l’avanzata alle truppe laterali. Dimostrava altissimo senso del dovere e coraggio non comune, e mercé l’opera sua, le fanterie poterono conquistare due munite posizioni nemiche che assicurarono il dominio di una valle sottostante. S. Marco–Panowitzer, 17 – 20 agosto 1917
— Regio Decreto 9 febbraio 1919[3]
Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante l’Artiglieria del Corpo Italiano di Liberazione, durante tre mesi di campagna dura ed incalzante, organizzava e manovrava il fuoco dei suoi gruppi, con grande perizia tecnica, con eccellente intuito e matura esperienza tattica, con saldissimo cuore di vecchio combattente, sprezzante di ogni rischio e disagio. Con l’apporto di un fuoco sempre vigile, aderente, flessibile e sapientemente dosato, sopperiva in modo brillante alla scarsezza e inadeguatezza dei mezzi, e malgrado difficoltà serissime, assicurava costantemente una robusta ossatura al generoso slancio dei fanti in offensiva e in difensiva, offrendo un personale contributo di decisiva importanza per il successo delle forze italiane operanti. Fronte Adriatico, giugno-settembre 1944
— Decreto Luogotenenziale n.315 del 26 ottobre 1945[3]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Attaccato da nemici che da vicino minacciano i suoi pezzi da 65 mm., raccolti a sé gli artiglieri e una pattuglia di Guardia di Finanza, li conduceva alla baionetta, catturando alla fine 20 soldati e un ufficiale. Case Rosi (Roncegno), 16 aprile 1916
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Sotto fuoco violento dell'avversario, riusciva a mettere in posizione un cannone a 200 metri di distanza dal nemico, concorrendo col suo ardito atto a infliggergli gravissime perdite. Monte Cauriol, 2 settembre 1916
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un reggimento di artiglieria alpina in ambiente climaterico di estremo disagio e su posizioni disagiate, con rara perizia ed indomito valore, sempre presente dove maggiore era il pericolo infrangeva reiterati attacchi, protrattisi per più giorni di tre divisioni di fanteria nemica, appoggiate da numerose artiglierie e carri armati, causando al nemico perdite ingenti. Durante un aspro e difficile ripiegamento, reso grave dall'asprissimo clima, dava nuovamente prova di particolare valore, energia e spirito di sacrificio. Medio Don-Schebekino (Russia) 16 dicembre 1942-31 gennaio 1943.[4]»
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 2 aprile 1941
Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia interalleata della Vittoria - nastrino per uniforme ordinaria
avanzamento per merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
avanzamento per merito di guerra
— Decreto Luogotenenziale 17 gennaio 1915[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Generals.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w Noi Alpini.
  3. ^ a b Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  4. ^ Bollettino Ufficiale 1946, pag.1390.
  5. ^ Bollettino Ufficiale 28 marzo 1949, dispensa 18ª, pag. 1193.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrea Bianchi, Gli Ordini militari di Savoia e d'Italia, Associazione Nazionale Alpini, 2012, ISBN 978-88-902153-3-9.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Alberto Cavaciocchi e Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
  • (EN) Charles D. Pettibone, The Organization and Order of Battle of Militaries in World War II Volume VI Italy and France Including the Neutral Countries of San Marino, Vatican City (Holy See), Andorra, and Monaco, Trafford Publishing, 2010, ISBN 1-4269-4633-3.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]