Alessandro (Euripide)

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Alessandro
Tragedia di cui restano frammenti
Scultura raffigurante Euripide, conservata presso la galleria del Colosseo
AutoreEuripide
Titolo originaleἈλέξανδρος
Lingua originaleGreco antico
GenereTragedia
AmbientazioneDavanti al palazzo di Priamo a Troia
Prima assoluta415 a.C.[1]
Teatro di Dioniso, Atene
Personaggi
Alessandro
Cassandra
Afrodite (recita il prologo?)
Ecuba
Deifobo
Priamo
Ettore
Coro (pastori dell'Ida?)
 

Alessandro (in greco antico: Ἀλέξανδρος?, Alèxandros) è una tragedia di Euripide oggi perduta, ad eccezione di alcuni frammenti e una hypothesis papiracea[2]. Rappresentata nel 415 a.C. nelle Dionisie, era il primo dramma di una tetralogia composta dal Palamede e dalle Troiane.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Nel prologo, Afrodite racconta che, venti anni prima, la regina Ecuba, incinta, aveva sognato di partorire una fiaccola ardente che bruciava Troia e che Priamo, preoccupato, aveva fatto convocare gli indovini. Dopo aver ascoltato la profezia secondo la quale il nascituro avrebbe distrutto la città, Priamo ed Ecuba avevano fatto abbandonare il bambino sul monte Ida.
Lo schiavo pastore Alessandro partecipa, per recuperare un suo toro, ad un agone ginnico in onore del figlio del re Priamo presumibilmente morto e sconfigge un principe troiano, Deifobo.
C'è, a quel punto, una controversia (con un tentativo di omicidio da parte di Ecuba e Deifobo) sul fatto che la vittoria di uno schiavo possa essere riconosciuta[3] e nel corso della controversia risulta (grazie ad un vaticinio di Cassandra) che Alessandro è il principe Paride, creduto morto dopo che i suoi genitori, a causa di una profezia, lo avevano fatto esporre sul monte Ida, dove era stato trovato da pastori e cresciuto.
Dopo essere stato riconosciuto come un principe, Alessandro Paride è ripreso a Troia, in tal modo adempiendo la profezia per la quale era stato abbandonato.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Claudio Eliano, Varia Historia, II 8.
  2. ^ Tragicorum Graecorum Fragmenta, Volume 5, pp. 373-379; R.A. Coles, A new Oxyrhynchus papyrus: the hypothesis of Euripides' Alexandros, Oxford 1974.
  3. ^ I. Karamanou, The Hektor-Deiphobos Agon in Euripides' Alexandros, in "ZPE", n. 178 (2011), pp. 35-47.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • H. van Looy, Les fragments d'Euripide, In "L'Antiquité Classique", 32 (1963), pp. 162 ss.
  • B. Snell, Euripides, Alexandros, in "Hermes-Einzelschriften", n. 5 (1937).

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Controllo di autoritàVIAF (EN96145857811923020080 · BAV 492/12633 · GND (DE4285168-3 · BNE (ESXX5055409 (data) · BNF (FRcb17715796j (data) · J9U (ENHE987007366134405171