Edipo (Euripide)

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Edipo
Tragedia di cui restano frammenti
Edipo e la Sfinge (vaso a figure rosse conservato al Museo del Louvre)
AutoreEuripide
Titolo originaleΟἰδίπους
Lingua originaleGreco antico
AmbientazioneTebe
Prima assoluta419-408 a.C. circa
Teatro di Dioniso, Atene
Personaggi
 

Edipo (in greco antico: Οἰδίπους?) è una tragedia di Euripide, di cui restano solo 18 frammenti[1].

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Secondo un recente studio, la ricostruzione della trama della tragedia è la seguente[2].
La madre adottiva di Edipo, Peribea, arriva a Tebe per dirgli che suo padre Polibo è morto: Edipo, infatti, non è a conoscenza che egli sia adottato e crede Peribea e Polibo i suoi genitori biologici. Edipo racconta con orgoglio a Peribea di come ha sconfitto la Sfinge, guadagnando per sé il trono di recente vacante di Tebe e il matrimonio con la regina di recente vedova, Giocasta.

Peribea, comunque, è arrivata a Tebe in un carro che Edipo aveva inviato come regalo e che era appartenuto al re precedente Laio, che lo stava guidando quando è stato ucciso. I servi di Laio riconoscono il carro, realizzando così che Edipo è l'assassino di Laio e lo accecano come punizione per l'atto, forse con la complicità di Creonte. Dopo l'accecamento, Edipo parla con Giocasta e, eventualmente, Peribea e da tale chiarimento emerge che i suoi genitori biologici sono Laio e Giocasta: Menete, un altro servo di Laio che aveva originariamente esposto Edipo quando è nato, potrebbe aver giocato un ruolo in questa scena del riconoscimento[3].

A seguito di questa rivelazione, Creonte vuole l'esilio di Edipo: il re decaduto dunque fugge, con il supporto di Giocasta.

Commento[modifica | modifica wikitesto]

Profondamente differente risulta, a quanto pare dai frammenti in nostro possesso, la trattazione del pentimento in Edipo per il parricidio e l'incesto di cui si rende protagonista: nella tragedia euripidea non è lui stesso ad infliggersi l'accecamento, né esso avviene a causa della scoperta dell'incesto (che avviene dopo).[4] In questo modo, il conflitto interiore è presentato in maniera diversa.[5]

Quest'opera ebbe un notevole influsso sull'Edipo a Colono di Sofocle.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ TrGF 5.1, 539a–557.
  2. ^ Collard, pp. 108–110.
  3. ^ Collard, pp. 115–132.
  4. ^ Giambatista Zannoni, "Illustrazione di due urne etrusche e di alcuni vasi hamiltoniani". Dell'Abate Giambatista Zannoni antiquario nell'imp. galleria di Firenze., Firenze, Niccolò Carli, 1812, pp. 14-15. URL consultato il 29 agosto 2021.
  5. ^ La lunga strada del mito: Edipo da Sofocle a Freud di Giulio Guidorizzi, Convegno del Centro Studi INDA, su indafondazione.org. URL consultato il 13 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2009).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • G. Avezzù, Il mito sulla scena, Venezia 2003, ISBN 978-88-317-8070-4.
  • (EN) C. Collard, Oedipus, in C. Collard, M. J. Cropp e J. Gilbert (a cura di), Euripides: Selected Fragmentary Plays, II, New York, 2004.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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