Barbara Pollastrini
Barbara Pollastrini | |
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Vicepresidente del Partito Democratico | |
Durata mandato | 7 maggio 2017 – 17 marzo 2019 |
Vice di | Matteo Orfini |
Contitolare | Domenico De Santis |
Predecessore | Matteo Ricci Sandra Zampa |
Successore | Debora Serracchiani Anna Ascani |
Ministro per i diritti e le pari opportunità | |
Durata mandato | 17 maggio 2006 – 8 maggio 2008 |
Capo del governo | Romano Prodi |
Predecessore | Stefania Prestigiacomo |
Successore | Mara Carfagna |
Deputata della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 23 aprile 1992 – 14 aprile 1994 |
Durata mandato | 30 maggio 2001 – 12 ottobre 2022 |
Legislatura | XI, XIV, XV, XVI, XVII, XVIII |
Gruppo parlamentare | XI: PDS XIV-XV: DS XV-XVIII: PD |
Coalizione | XIV: L'Ulivo XV: L'Unione XVI: Centro-sinistra 2008 XVII: Italia. Bene Comune XVIII: Centro-sinistra 2018 |
Circoscrizione | XI: Milano XIV-XVIII: Lombardia 1 |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Democratico (dal 2007) In precedenza: UCI (m-l) (1968-1978) PCI (1978-1991) PDS (1991-1998) DS (1998-2007) |
Titolo di studio | Laurea in lingue e letterature straniere |
Professione | Docente universitario |
Barbara Maria Simonetta Pollastrini (Darfo Boario Terme, 30 settembre 1947) è una politica italiana, ministro per i diritti e le pari opportunità dal 17 maggio 2006 al 8 maggio 2008 nel secondo governo Prodi. Dal 2001 è deputata alla Camera.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Durante il sessantotto, si legò all'organizzazione di ispirazione maoista Unione dei Comunisti Italiani (marxisti-leninisti), di cui fu dirigente nel capoluogo lombardo. Laureata in lingue e letterature straniere all'Università commerciale Luigi Bocconi, dopo essersi specializzata all'École pratique des hautes études di Parigi, ha insegnato alla Statale di Milano, ed in seguito ha aderito al Partito Comunista Italiano nel 1978, di cui è stata eletta segretaria comunale nel capoluogo lombardo verso la fine degli anni ottanta.[1]
Nel 1991 aderisce alla svolta della Bolognina di Achille Occhetto del Partito Democratico della Sinistra (PDS), mantenendo l'incarico di segretaria comunale di Milano, che mantiene fino al 1992.[1]
Dapprima consigliera comunale di Milano, alle elezioni politiche del 1992 viene candidata ed eletta deputata per il Partito Democratico della Sinistra. Nel corso della XI legislatura della Repubblica Italiana ha fatto parte della 12ª Commissione Affari sociali e della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.
Nello stesso anno, durante l'inchiesta Mani Pulite, viene accusata di corruzione e immediatamente si dimette da ogni incarico politico, fino al 1996, anno della sua completa assoluzione da ogni accusa.
Entrata nel comitato nazionale del PDS, dopo essere confluita nel 1998 nei Democratici di Sinistra alla svolta di Massimo D'Alema, nel 1999 viene eletta Coordinatrice nazionale delle donne diessine.[1]
Alle elezioni politiche del 2001 viene candidata nelle circoscrizioni Lombardia 1 e Lombardia 3, e torna alla Camera, eletta nell'ambito della quota proporzionale Lombardia 1. Alle politiche del 2006 viene riconfermata per la terza volta nella medesima circoscrizione.[1]
Il 17 maggio 2006 giura nelle mani del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano come Ministro per i diritti e le pari opportunità nel secondo governo Prodi, incarico che mantiene fino alla fine prematura dell'esecutivo, l'8 maggio 2008. Il suo nome, insieme a quello del ministro per le politiche per la famiglia Rosy Bindi, è legato al disegno di legge sui DICO e a tutte le battaglie sui diritti umani, dalle unioni civili al testamento biologico, dai diritti delle donne a quelli delle minoranze in generale.
Dal 23 maggio 2007 è uno dei 49 membri del Comitato Promotore del Partito Democratico.
Nel dicembre 2012 si candida alle primarie del PD in provincia di Milano. In quest'occasione Pollastrini risulta essere la più votata, tra tutti i candidati, con 4.527 preferenze. Alle elezioni del 24 e 25 febbraio 2013 viene eletta deputata. Pollastrini è attualmente componente della Commissione I Affari Costituzionali della Presidenza del Consiglio e Interni e rappresentante per il PD nella Commissione Jo Cox sull'intolleranza, xenofobia, razzismo e fenomeni d'odio.
Dal 2014 è Coordinatrice nazionale di SinistraDem - Campo Aperto, associazione politico-culturale presieduta da Gianni Cuperlo.
Dal marzo 2017 è stata voluta da Andrea Orlando, ministro della Giustizia e candidato alla segreteria del Partito Democratico, come Presidente nazionale del suo comitato elettorale.
Il 7 maggio 2017 viene eletta Vicepresidente del Partito Democratico, in rappresentanza della sinistra del partito, ossia la "minoranza Dem" rimasta nel PD dopo la scissione di Bersani, D'Alema e Speranza. Rimane in carica fino al rinnovo delle nomine, all'Assemblea nazionale del partito, il 17 marzo 2019.
Alle elezioni politiche del 2018 viene rieletta per la sesta volta alla Camera, tra le liste del PD ancora nella stessa circoscrizione.[1]
A poche settimane dal referendum costituzionale sulla riduzione del numero di parlamentari legato alla riforma "Fraccaro" avviata dal governo Conte I guidato dalla Lega assieme al Movimento Cinque Stelle e concluso dal governo Conte II guidato dalla coalizione M5S e PD[2], annuncia il suo voto contrario[3], in dissidenza con la linea ufficiale del suo partito, schierato per il "Sì".[4]
Alle elezioni politiche anticipate del 25 settembre 2022 non è stata ricandidata.
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]Attualmente, dopo essere stata sposata con il sondaggista Renato Mannheimer, è moglie di Pietro Modiano, presidente della Carlo Tassara, oggi presidente del consiglio di amministrazione della SEA, la società che gestisce gli aeroporti milanesi.[5]
Inchieste giudiziarie
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1992, durante l'inchiesta di Mani pulite, Barbara Pollastrini venne accusata da Sergio Eolo Soave di aver preso tangenti per conto del PCI-PDS in merito alla costruzione delle Metropolitane Milanesi; dopo che Soave nel 1996 ritirò tutte le accuse, venne definitivamente assolta.[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e Themelovin, » Barbara Pollastrini, su pdlombardia.it. URL consultato l'8 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2021).
- ^ La democrazia non è un costo, su Osservatorio Globalizzazione, 18 febbraio 2020. URL consultato l'8 maggio 2021.
- ^ Referendum, da Milano arriva un Sì a denti stretti e nel centro storico vincono i No, su la Repubblica, 22 settembre 2020. URL consultato l'8 maggio 2021.
- ^ Claudio Bozza, Zingaretti: «Sì al referendum. Il Pd starà al governo finché farà cose utili al Paese», su Corriere della Sera, 9 luglio 2020. URL consultato l'8 maggio 2021.
- ^ Sea: Modiano presidente Cda, 26 giugno 2013. http://www.laprovinciadivarese.it/stories/Economia/sea-modiano-presidente-cda-manca-il-direttore-generale_1011902_11/Sea[collegamento interrotto], Modiano presidente Cda
- ^ Gianni Barbacetto, Peter Gomez, Marco Travaglio, Mani pulite. La vera storia, 20 anni dopo, Roma, Editori Riuniti, 2012, pp. 123-125. ISBN 88-359-5241-7.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Barbara Pollastrini
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Opere di Barbara Pollastrini / Barbara Pollastrini (altra versione) / Barbara Pollastrini (altra versione), su MLOL, Horizons Unlimited.
- Barbara Maria Simonetta Pollastrini, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Barbara Pollastrini, su Openpolis, Associazione Openpolis.
- Registrazioni di Barbara Pollastrini, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- (EN) Barbara Pollastrini, su IMDb, IMDb.com.
- Barbara Pollastrini, su Camera.it - XIV legislatura, Parlamento italiano.
- Barbara Pollastrini, su Camera.it - XV legislatura, Parlamento italiano.
- Barbara Pollastrini, su Camera.it - XVI legislatura, Parlamento italiano.
- Barbara Pollastrini, su Camera.it - XVII legislatura, Parlamento italiano.
- Barbara Pollastrini, su Camera.it - XVIII legislatura, Parlamento italiano.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 210209103 · ISNI (EN) 0000 0004 3208 0447 · SBN UBOV935606 · LCCN (EN) no2008183690 |
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