Roberto Forza

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Roberto Forza (Rio de Janeiro, 26 settembre 1957) è un direttore della fotografia italiano.

È collaboratore abituale del regista Marco Tullio Giordana, per il quale ha curato la fotografia di ogni suo film a partire da I cento passi del 2000.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di una coppia del Polesine emigrata in Brasile, nel 1961 torna con la famiglia in Italia, a Torino, dove si diploma come perito meccanico, nel 1977, e sviluppa la passione per il cinema frequentando il Movie Club e i corsi di storia del cinema di Gianni Rondolino.[1]

Dal 1983 al 1987 lavora come operatore presso il centro di produzione RAI di Milano, occupandosi di trasmissioni di ogni genere e di film per la televisione, collaborando con registi quali Gianni Amico e Silvio Soldini. Lasciata la Rai per dedicarsi alla professione free lance, lavora nel campo della pubblicità, del documentario industriale e del cortometraggio d'autore.[1]

Nel 1993 cura per la prima volta la fotografia di un lungometraggio cinematografico, Punto di fuga, diretto da Claudio Del Punta, mentre nel 1995 fotografa lo sceneggiato televisivo Il grande Fausto diretto da Alberto Sironi.

Con il mélo Va' dove ti porta il cuore (1996) inizia la collaborazione con Cristina Comencini che prosegue con Matrimoni (1998) e Liberate i pesci! (2000). Negli stessi anni lavora con Giacomo Battiato per il film Cronaca di un amore violato e soprattutto per l'ottava e la nona serie della Piovra, la cui fotografia notturna e dai forti contrasti gli vale la chiamata da Marco Tullio Giordana per occuparsi dal suo I cento passi, per il quale riceve la candidatura al David di Donatello per il miglior direttore della fotografia. È l'inizio di un fortunato sodalizio professionale che prosegue con l'epopea storico-familiare La meglio gioventù (2003), il mélo Quando sei nato non puoi più nasconderti (2005) e lo storico Sanguepazzo (2007).

Con Liberi del 2003 inaugura invece la collaborazione con Gianluca Maria Tavarelli, sia al cinema (Non prendere impegni stasera del 2006) che in televisione (Paolo Borsellino del 2004, Le cose che restano del 2010).

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Stefano Masi, Dizionario mondiale dei direttori della fotografia, Vol. A-K, p. 299

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Stefano Masi, Dizionario mondiale dei direttori della fotografia, Recco, Le Mani, 2007. ISBN 88-8012-387-4 Vol. A-K, pp. 299–300

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN78529187 · ISNI (EN0000 0000 7825 0895 · SBN MODV131010 · LCCN (ENno2006034069 · GND (DE13610939X · BNE (ESXX1498282 (data) · J9U (ENHE987007432725205171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2006034069