Massimiliano Sforza
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Massimiliano | |
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Ritratto giovanile di Massimiliano Sforza di Giovanni Ambrogio de Predis, ca. 1496-1499 | |
Duca di Milano | |
In carica | 1512 – 1515 |
Predecessore | Luigi XII di Francia |
Successore | Francesco I di Francia |
Nome completo | Ercole Massimiliano Sforza |
Altri titoli | Signore di Milano |
Nascita | Milano, Ducato di Milano (oggi Italia), 25 gennaio 1493 |
Morte | Parigi, Regno di Francia (oggi Francia), 4 giugno 1530 |
Casa reale | Sforza |
Padre | Ludovico Sforza |
Madre | Beatrice d'Este |
Religione | Cattolicesimo |
Massimiliano Sforza | |
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Ercole Massimiliano Sforza a cavallo | |
Soprannome | Ercole Massimiliano |
Nascita | Milano, Ducato di Milano, 25 gennaio 1493 |
Morte | Parigi, Regno di Francia, 4 giugno 1530 |
Cause della morte | naturali |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() |
Guerre | Guerre d'Italia del XVI secolo (Guerra della Lega di Cambrai) |
Campagne | Campagne transalpine dei Confederati |
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Massimiliano Sforza, o Ercole Massimiliano (Milano, 25 gennaio 1493 – Parigi, 4 giugno 1530), è stato Duca di Milano dal 1512 al 1515 tra l'occupazione di Luigi XII di Francia (1498-1512) e quella di Francesco I di Francia del 1515.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Infanzia[modifica | modifica wikitesto]

Massimiliano fu il primo figlio di Ludovico Sforza detto il Moro e venne allevato con il fratello Francesco nelle Fiandre. Si chiamava Ercole in origine, ma cambiò poi nome per gratitudine verso l'imperatore Massimiliano, che lo aveva ospitato e protetto nel 1499, alla caduta di suo padre[1]. Massimiliano poté fare ritorno nella nativa Milano solo per breve tempo, per poi dover riparare di nuovo in Germania, dopo che il padre fu sconfitto definitivamente nell'assedio di Novara e imprigionato da Luigi XII di Francia nel 1500.
Ascesa al ducato[modifica | modifica wikitesto]
Massimiliano fu posto alla guida del Ducato di Milano nel 1512 dagli Svizzeri al soldo della Lega Santa, guidati da Matteo Schiner. Massimiliano si rivelò però un governante incapace, dedito ai piaceri ed ai vizi, inviso alla popolazione milanese. Di fronte alla minaccia di una nuova invasione francese, Massimiliano per raccogliere fondi garantì la cessione all'amministrazione urbana di Milano alcune proprietà ducali e il diritto d'incamerare alcune imposte. Con atto notarile dell'11 luglio cedette formalmente a Milano il Naviglio grande, il canale della Martesana con relativi diritti e rendite e il dazio della macina. Fu attribuito pure in perpetuo alla Comunità ambrosiana il diritto di nomina del governo municipale (il vicario, i Dodici di provvisione, i sindaci, il tesoriere) sino allora di competenza ducale.
Dopo la sconfitta nella Battaglia di Marignano nel 1515, Massimiliano decise di pervenire ad un accordo con i suoi nemici: cedette tutti i propri diritti su Milano al re Francesco I di Francia in cambio di una pensione di 36.000 ducati annui, più la promessa della porpora cardinalizia[2]. Quindi si trasferì in Francia come privato cittadino, tenuto però sotto stretta sorveglianza.
Fidanzamento[modifica | modifica wikitesto]
Nelle vicende personali, quando Massimiliano aveva appena 3 anni, suo padre aveva combinato il suo matrimonio con Maria Tudor, figlia di re Enrico VII d'Inghilterra, sorella minore del futuro Enrico VIII. La proposta di matrimonio, però, fallì in quanto Enrico VII ebbe il sentore che Ludovico il Moro stesse chiedendo in mano sua figlia convinto di poter pretendere un domani la discesa degli inglesi in Italia contro i francesi, coi quali egli stava costruendo dei rapporti d'intesa in vista di una pace duratura dopo il duro colpo della Guerra delle due rose.
Esilio e morte[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la cessione del ducato milanese al re di Francia, Massimiliano non venne imprigionato ma comunque venne tenuto sotto osservazione dai francesi che lo costrinsero ad un "esilio" a Parigi ove morì di febbre nel giugno del 1530.
Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]
Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Giacomo Attendolo | Giovanni Attendolo | ||||||||||||
Elisa Petraccini | |||||||||||||
Francesco I Sforza | |||||||||||||
Lucia Terziani | … | ||||||||||||
… | |||||||||||||
Ludovico Sforza | |||||||||||||
Filippo Maria Visconti | Gian Galeazzo Visconti | ||||||||||||
Caterina Visconti | |||||||||||||
Bianca Maria Visconti | |||||||||||||
Agnese del Maino | Ambrogio del Maino | ||||||||||||
Ne de Negri | |||||||||||||
Massimiliano Sforza | |||||||||||||
Niccolò III d'Este | Alberto V d'Este | ||||||||||||
Isotta Albaresani | |||||||||||||
Ercole I d'Este | |||||||||||||
Ricciarda di Saluzzo | Tommaso III di Saluzzo | ||||||||||||
Marguerite de Pierrepont | |||||||||||||
Beatrice d'Este | |||||||||||||
Ferdinando I di Napoli | Alfonso V d'Aragona | ||||||||||||
Gueraldona Carlino | |||||||||||||
Eleonora d'Aragona | |||||||||||||
Isabella di Chiaromonte | Tristano di Chiaromonte | ||||||||||||
Caterina di Taranto | |||||||||||||
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Francesco Guicciardini, Storia d'Italia, Lib. X, cap. 16, nota 16, nella edizione curata da Ettore Mazzali, Garzanti Editore, 1988 ISBN 88-11-51950-0
- ^ MASSIMILIANO Sforza, duca di Milano in Dizionario Biografico – Treccani
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- A. Rusconi, Massimiliano Sforza e la battaglia dell'Ariotta, F. Manini editore, Milano, 1885
- M. Perry, The Sisters of Henry VIII, Da Capo Press, Londra, 2000
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikisource contiene una pagina dedicata a Massimiliano Sforza
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Massimiliano Sforza
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Massimiliano Sforza, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Massimiliano Sforza, su sapere.it, De Agostini.
- (IT, DE, FR) Massimiliano Sforza, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera.
- (EN) Massimiliano Sforza, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Massimiliano Sforza, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 87045767 · ISNI (EN) 0000 0000 9622 0577 · LCCN (EN) n85297812 · GND (DE) 132969629 · BNF (FR) cb16592936p (data) · BNE (ES) XX1280482 (data) · BAV (EN) 495/101404 · CERL cnp01100000 · WorldCat Identities (EN) lccn-n85297812 |
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