Hasan II del Marocco

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Hasan II del Marocco
Il re Hasan II nel 1981
Re del Marocco
Stemma
Stemma
In carica3 marzo 1961 –
23 luglio 1999
(38 anni e 142 giorni)
PredecessoreMuhammad V
SuccessoreMuhammad VI
Nome completoarabo: الحسن الثاني
TrattamentoSua Maestà
NascitaRabat, 9 luglio 1929
MorteRabat, 23 luglio 1999 (70 anni)
Luogo di sepolturaMausoleo di Mohammed V
Casa realeAlawide
PadreMuhammad V del Marocco
MadreAbla bint Tahar
ConsorteFatima bint Amhourok
Latifa Amahzoune
FigliSeconde nozze:
Meryem
Muhammad
Asma
Hasna
Rachid
ReligioneSunnismo
Hasan II del Marocco

Presidente dell'Organizzazione dell'Unità Africana
Durata mandato12 giugno 1972 –
27 maggio 1973
PredecessoreMoktar Ould Daddah
SuccessoreYakubu Gowon

Dati generali
FirmaFirma di Hasan II del Marocco

Hasan II (talvolta Hassan II; in arabo الحسن الثاني?, Ḥasan aṯ-ṯhānī; Rabat, 9 luglio 1929Rabat, 23 luglio 1999) è stato re del Marocco dal 1961 fino alla sua morte, quando gli è succeduto il figlio Muhammad VI. Apparteneva alla dinastia alawide.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Rabat il 9 luglio 1929, era il figlio maggiore del sultano, poi re, Moḥammed V e di Abla bint Tahar, sposata da suo padre nel 1926. Ḥassan II si laureò in legge in Francia presso l'Università di Bordeaux.

L'esilio[modifica | modifica wikitesto]

Venne esiliato in Corsica dalle autorità francesi il 20 agosto 1953, insieme al padre. Furono poi trasferiti in Madagascar nel gennaio 1954. Durante l'esilio l'allora principe Ḥassan assunse il ruolo di consigliere politico del padre. Moḥammed V e la sua famiglia tornarono in patria il 16 novembre 1955.

L'ascesa al potere[modifica | modifica wikitesto]

Il principe Ḥassan, nel febbraio 1956, partecipò ai negoziati per l'indipendenza del Marocco insieme al padre, da cui, nell'aprile 1956 venne nominato capo delle Forze Armate Reali. In seguito ai tumulti popolari che si verificarono quello stesso anno, guidò contingenti armati contro i berberi sulle montagne del Rif. Nel 1957 Moḥammed V cambiò il titolo del regnante del Marocco da sultano a re. Ḥassan venne proclamato principe ereditario il 19 luglio 1957 e divenne re il 3 marzo 1961, dopo la morte del padre.

La trasformazione fu immediata. Nel dicembre 1962 Ḥassan II fece adottare una Costituzione su misura, senza il consenso dei partiti politici, in base alla quale il re, comandante dei credenti, era una personalità «inviolabile e sacra».

Il suo ruolo conservatore rafforzò notevolmente la dinastia alawide, ma il suo rifiuto di condividere il potere con i partiti e di appoggiarsi, invece, all'élite makhzen, casta tradizionale legata al re (equivalente alle antiche corti europee), che funzionava come uno Stato parallelo, provocò inevitabili proteste. Nel 1965 re Ḥassan, pur non avendo abolito il meccanismo della democrazia parlamentare, aveva preso, però, la decisione di sciogliere il Parlamento e di governare direttamente. Quando vennero finalmente indette le elezioni, il risultato fu una maggioranza chiaramente manovrata in favore dei partiti leali al re. Questo causò una forte reazione di proteste nella popolazione e nell'opposizione politica, che si manifestò con dimostrazioni e sommosse in sfida al potere del re.

Gli anni di piombo[modifica | modifica wikitesto]

Il periodo di rigido sistema dittatoriale, che va dagli anni '60 fino ai primi anni '90, è stato definito dalle forze di opposizione anni di piombo. Durante questo periodo venne esercitata una ferrea repressione politica e centinaia di dissidenti furono uccisi, arrestati, esiliati o fatti scomparire. Dietro suo ordine, il 29 ottobre 1965 venne eseguito a Parigi, in pieno giorno, il sequestro del leader democratico marocchino Mehdi Ben Barka, del quale non fu poi più trovata traccia.

Re Hassan II nel 1978

Nel novembre 1975 la Marcia Verde, organizzata verso i territori dell'antica colonia spagnola del Sahara Occidentale, gli dette l'occasione di ricostruire l'unità intorno alla sua persona, nel tentativo di instaurare una specie di culto della personalità. Il suo ritratto venne affisso in ogni luogo pubblico di ogni città e villaggio, con la polizia pronta ad intervenire in caso di mancata affissione.

Re Hassan II in visita negli Stati Uniti; dietro di lui George Shultz

Fu solo verso la fine degli anni '80 che il suo regime cominciò lentamente a cedere. Le riforme costituzionali del 1992 e del 1996 attenuarono la fisionomia assolutista della monarchia. Nel febbraio 1998, infine, Ḥassan II nominò un membro dell'opposizione, il socialista Abderrahmane Youssoufi, come Primo ministro, in nome dell'alternanza, ma si può dire che gli anni di piombo ebbero termine definitivamente solo con l'ascesa al trono del figlio Mohammed VI, nel 1999.

Gli attentati[modifica | modifica wikitesto]

Nei primi anni '70 la crescente ondata di scontento si allargò all'esercito: re Ḥassan riuscì a sfuggire a due attentati. Il 10 luglio 1971 un primo tentativo di colpo di Stato, probabilmente supportato dalla Libia, causò un centinaio di vittime durante una cerimonia al palazzo reale di Skhirat.

Il 16 agosto 1972 il generale Mohamed Oufkir organizzò un attacco aereo contro il Boeing 727 sul quale il re stava viaggiando, di ritorno da Rabat, non riuscendo però a colpirlo. In seguito al fallimento dell'azione, secondo la versione ufficiale del tempo, Oufkir si suicidò. Secondo alcune fonti, sarebbe stato invece fucilato dal re stesso.

Politica estera[modifica | modifica wikitesto]

Ḥassan II fu per anni un canale di mediazione tra il mondo arabo e Israele, facilitando i primi negoziati intercorsi tra le due regioni. Il Marocco fu tra i primi e pochi paesi arabi a riconoscere lo Stato d'Israele e ad intrattenere normali relazioni diplomatiche, che furono tuttavia interrotte nell'ottobre 2000 per ribadire il suo fermo sostegno alla Palestina.

Durante il suo regno, nel novembre 1975, con quella che venne chiamata la Marcia verde, il Marocco procedette all'annessione del Sahara Occidentale, evento determinante per la politica estera del Marocco, che provocò un inasprimento delle relazioni diplomatiche con l'Algeria, relazioni già entrate in crisi nel 1963 a causa di quella che venne poi chiamata Guerra delle sabbie (scoppiata per via della contestazione dei confini post-coloniali). Il 12 novembre 1984 il Marocco si ritirò dall'Organizzazione dell'Unità Africana a causa dell'ammissione alla stessa della Repubblica democratica araba Sahrawi (autoproclamata dal Fronte Polisario).

Morte e sepoltura[modifica | modifica wikitesto]

Ḥassan, minato da un cancro, morì per complicazioni acute all'apparato respiratorio all'ospedale ibn Sīnā di Rabat all'età di 70 anni, il 23 luglio 1999, dopo trentotto anni di regno. Fu sepolto nel mausoleo di Mohammed V, a Rabat, dove riposano anche suo padre Mohammed V e suo fratello Moulay Abdellah. Al momento della morte era il decano dei capi di Stato africani. Ebbe funerali di Stato, ai quali furono presenti rappresentanti di oltre 50 paesi[1].

Vita personale[modifica | modifica wikitesto]

Il principe ereditario Ḥasan con suo padre Mohammed V, nel 1950

Re Ḥassan II ebbe cinque figli da sua moglie Lalla Latifa Hammou, membro del gruppo etnico Zayani, sposata nel 1961:

Il sovrano ebbe anche un'altra moglie, Lalla Fatima bint Qāʾid Amhourok (cugina di Lalla Latifa), anch'essa sposata nel 1961. Non ebbero figli.

Il padre di Ḥassan II era Mohammed V del Marocco e sua madre Lalla ʿAbla bint Ṭāhar. Aveva cinque sorelle e un fratello:

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze marocchine[modifica | modifica wikitesto]

Gran Maestro dell'Ordine della Sovranità - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine di Ouissam Alaouite - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine della Fedeltà - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine del Trono - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine della Prosperità - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine della Lotta per l'Indipendenza - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine Militare - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine del Lavoro - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine Nazionale al Merito - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine dello Zelo - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine del Salvataggio - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine al Merito Civile - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine del merito sportivo - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine dell'efficienza intellettuale - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[2][modifica | modifica wikitesto]

Collare dell'Ordine del Re Abd al-Aziz (Arabia Saudita) - nastrino per uniforme ordinaria
Grande Stella dell'Ordine al Merito della Repubblica Austriaca (Austria) - nastrino per uniforme ordinaria
Collare dell'Ordine di Khalifa (Bahrain) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Cordone dell'Ordine di Leopoldo (Belgio) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine Reale della Cambogia (Cambogia) - nastrino per uniforme ordinaria
Collare dell'Ordine del Nilo (Egitto) - nastrino per uniforme ordinaria
Collare dell'Ordine della Federazione (Emirati Arabi Uniti) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
Collare dell'Ordine di Hussein ibn' Ali (Giordania) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Salvatore (Regno di Grecia) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Cordone dell'Ordine dei due fiumi (Iraq) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Collare dell'Ordine dei Pahlavi (Impero d'Iran) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce decorato di gran cordone dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran stella dell'Ordine della grande stella di Jugoslavia (Jugoslavia) - nastrino per uniforme ordinaria
Collare dell'Ordine di Mubarak il Grande (Kuwait) - nastrino per uniforme ordinaria
Membro di classe eccezionale dell'Ordine al merito del Libano - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Collare dell'Ordine di Idris I (Regno di Libia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine nazionale del Mali - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Nazionale al Merito (Mauritania) - nastrino per uniforme ordinaria
Membro di I Classe dell'Ordine civile dell'Oman (Oman) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Leone dei Paesi Bassi (Paesi Bassi) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Collare dell'Ordine dello Stato di Palestina (Palestina) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di I Classe dell'Ordine del Pakistan (Pakistan) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Collare dell'Ordine di San Giacomo della Spada (Portogallo) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran collare dell'Ordine dell'infante dom Henrique (Portogallo) - nastrino per uniforme ordinaria
Collare dell'Indipendenza (Qatar) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce Onorario dell'Ordine del Bagno (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria
Membro di I Classe dell'Ordine degli Omayyadi (Siria) - nastrino per uniforme ordinaria
Collare di gran croce dell'Ordine di Carlo III (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Collare dell'Ordine Civile di Alfonso X il Saggio (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran collare dell'Ordine El-Nilein (Sudan) - nastrino per uniforme ordinaria
Classe speciale della Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca (Repubblica Federale Tedesca) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Cordone dell'Ordine della Repubblica (Tunisia) - nastrino per uniforme ordinaria
Collare dell'Ordine del 7 novembre 1987 (Tunisia) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ [1] Archiviato il 23 giugno 2016 in Internet Archive.
  2. ^ Royal Ark
  3. ^ a b ordens.presidencia.pt, https://www.ordens.presidencia.pt/?idc=154&list=1.
  4. ^ HL Deb, British honours and orders of Chivalry held by overseas heads of state, in Hansard, vol. 505, 14 marzo 1999. URL consultato il 18 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2021).
  5. ^ Bollettino Ufficiale di Stato
  6. ^ Bollettino Ufficiale di Stato

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Re del Marocco Successore
Muhammad V 26 febbraio 1961 - 23 luglio 1999 Muhammad VI
Controllo di autoritàVIAF (EN38237806 · ISNI (EN0000 0001 0889 1731 · BAV 495/70005 · LCCN (ENn81062661 · GND (DE118911392 · BNE (ESXX956112 (data) · BNF (FRcb11906975p (data) · J9U (ENHE987007262584205171 · WorldCat Identities (ENlccn-n81062661