Giovan Battista Carpi

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Carpi, a sinistra, stringe la mano a Will Eisner, a Lucca nel 1998. Sullo sfondo Gianfranco Goria e Luca Boschi

Giovan Battista Carpi (Genova, 16 novembre 1927Genova, 8 marzo 1999) è stato un fumettista e illustratore italiano.

Ritenuto uno dei massimi autori di fumetti italiani,[1][2][3][4][5] è ricordato soprattutto per le numerosissime storie disegnate per il settimanale Topolino nell'arco di 45 anni, che lo hanno reso uno fra i più celebri maestri Disney in Italia e nel mondo[6][7].

Ideatore anche di personaggi storici del fumetto italiano come Geppo e Nonna Abelarda,[8][9][10][11] sviluppò uno stile personale che sarà di ispirazione per molti altri artisti successivi.[9]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

«La prima volta che lo incontrai fu in occasione di una sua visita, negli studios di Burbank, parecchi anni fa. Mi colpirono la sua umiltà e gentilezza. Lo conobbi meglio in seguito e la parola che per me più gli si addice è "gentleman". Ma potrei anche definirlo "the master duck artist of Italy". (il maestro italiano dei paperi)»

Nasce a Genova dove poi frequenta l'accademia di belle arti e lo studio del pittore Giacomo Picollo; esordì come disegnatore di fumetti nel 1945, pubblicando sul settimanale Faville storie della serie della famiglia Serafini. Inizia poi a collaborare con Lo Scolaro, la Gazzetta dei Piccoli per la quale disegna "Sparagrosso, Cacciatore in Africa" e altre riviste.[12][1][9]

Due anni più tardi si trasferisce a Milano dove fa alcune esperienze nell'animazione presso lo studio dei fratelli Pagot[12] lavorando a I fratelli Dinamite, primo lungometraggio europeo a colori, e pubblicando la serie Celestino al centro della Terra, sulla rivista Giornalino del Carroccio, nel 1947, edita a puntate di una pagina ciascuna.[1][9] Continua a occuparsi di illustrazione e fumetti per ragazzi oltre che di vignette comiche e nel 1951 vincerà, per queste, il premio “Candido” per il disegno umoristico.[1] Inoltre lavora come illustratore per diverse case editrici, come De Agostini, Corticelli, Tipys e Messaggerie Musicali.[9]

La rivista Topolino, edita dalla Mondadori, a seguito del cambio di periodicità, da mensile a quindicinale, abbisognava di una maggiore produzione di storie a fumetti in quanto quelle che arrivavano dagli Stati Uniti iniziavano a non essere sufficienti e vennero ricercati nuovi autori per realizzarle direttamente in Italia[13]. Così, nel 1953 Carpi venne assunto come disegnatore.[1][9] In principio, dato che avrebbe voluto continuare a disegnare storie e personaggi suoi, propose a Mario Gentilini, direttore della testata, un alto stipendio per scoraggiarlo ma questi invece gli offrì il doppio;[senza fonte] Carpi accettò e il 18 ottobre, sul n. 42 degli Albi d'Oro, esordì con la sua prima storia Disney, inchiostrata da Giulio Chierchini, Paperino e il suo fantasma, su testi di Guido Martina;[1] la prima storia con il personaggio di Topolino fu del 1954, “Topolino e il pesce cannibale”, pubblicata sul n. 14 degli Albi d'Oro del 1954 e realizzata sempre insieme a Chierchini con il quale collaborerà fino al 1955, per poi iniziare a inchiostrare da solo le sue tavole; “Paperino e la corsa del baleno” (Albi d'Oro n. 36 del 9 settembre 1956) è la prima storia che realizzò interamente da solo.[1] Oltre a storie a fumetti, inizierà presto a realizzare anche copertine per le serie Albi d'Oro, Almanacco Topolino, I Classici di Walt Disney e molte altre pubblicazioni speciali. Dal 1969 realizza le illustrazioni della collana dei Manuali delle Giovani Marmotte,[14][1][15] che verrà tradotta in tutto il mondo, e poi anche quelle delle collane “Enciclopedia Disney”, “In giro per il mondo con Disney” e “Avventure nella natura”; disegna anche la copertina di Epoca per commemorare la scomparsa di Walt Disney nel 1966.[1] Nel 1968, durante un collegamento con gli stabilimenti Mondadori all'interno di una puntata di Canzonissima '68, Carpi - intervistato con Mario Gentilini da Luigi Silori - disegnò in diretta una tavola di Topolino e venne rivelato per la prima volta pubblicamente che le storie di Topolino erano realizzate in Italia nonostante la firma di Disney.[16][17]

Parallelamente agli impegni con la Mondadori, collabora con uno studio di Genova insieme a Giulio Chierchini ed Ernesto Piccardo, insieme ai quali realizza le storie di Geppo, Volpetto, Nonna Abelarda e altri come Soldino; i personaggi saranno protagonisti di storie pubblicate dalle edizioni Bianconi.[12][9][8] Seguiranno altri personaggi come la cornacchia Chico, il trapper Raviolo Kid, i girovaghi del medioevo Salvatore e Chitarrone, Beniamino Clorofilla e Zero, oltre al gigante Gargantua, ripreso da Carpi nel 1979, e a Dodo, realizzato per Airone Junior, rivista che poi prese il nome del suo personaggio principale.[18][12]

Lavora nel 1963 anche come disegnatore per la testata "Bertoldo", edita da Gino Sansoni, oltre a realizzare, dal 1965 al 1966, storie della serie tedesca Fix und Foxi edita da Kauka Verlag. Per Mondadori illustra anche serie non della Disney come "Pixi e Dixi" e "Yoghi" pubblicate su Braccobaldo alla fine degli anni sessanta.[9]

Nel 1969, da un'idea di Elisa Penna e su testi di Guido Martina, realizza la caratterizzazione del personaggio di Paperinik, alter ego di Paperino, e che rimarrà punto di riferimento degli altri disegnatori del personaggio. Ne disegna anche la storia di esordio, Paperinik il diabolico vendicatore, pubblicata sui numeri 706 e 707 di Topolino.[1][9] Realizza poi alcuni episodi della celebre saga a fumetti della Disney, Storia e gloria della dinastia dei paperi, alternandosi con Romano Scarpa, edita su Topolino nel 1970. Con Marco Rota e Luciano Bottaro realizza, nel 1972, la saga dell'Operazione Olimpiadi.

Una delle sue ultime creazioni fu "Gargantua", che apparve sulla rivista Smack del 1979.[9]

È noto anche per essere stato uno dei principali interpreti della serie di storie note come Parodie Disney, nella quale i personaggi Disney interpretano i capolavori della letteratura, del cinema e dell'opera come ad esempio Paperino fornaretto di Venezia del 1964, Paperino e il vento del Sud del 1982, Guerra e Pace del 1986, Il mistero dei candelabri del 1989.[1][19]

Negli anni ottanta disegna la saga di Messer Papero (1983), rimaneggiando pesantemente la sceneggiatura originaria di Martina e venendo per tale motivo accreditato come cosceneggiatore.[20] Nel 1986, la testata Topolino, in collaborazione con il Touring Club Italiano, organizza una vacanza-studio in Inghilterra che lo vede come insegnante della comitiva di ragazzi; l'anno dopo realizzerà una storia per celebrare il ripetersi dell'evento: Paperino, Paperone e i magnifici 95.

Con il passaggio delle testate Disney dalla Mondadori alla Disney Italia, nel 1988 fu incaricato di fondare e dirigere una scuola, l'Accademia Disney, dove crescere i nuovi autori - disegnatori, illustratori e sceneggiatori - della vasta produzione Disney.[1][9] Un gruppo di vari allievi dell'Accademia, nel 1992 realizza, seguendo i suoi layout, la storia Paperino e il mistero di Lucca.

La produzione più significativa di questo periodo è racchiusa nella collana “Walt Disney presenta” dove realizza opere dal taglio iperrealistico, coinvolgendo alcuni allievi dell'accademia; nel primo volume, Walt Disney presenta Topolino, del 1992, realizza, dopo i primi esperimenti di qualche anno prima, la serie delle “storie dipinte”, ovvero realizzate con particolari tecniche di colorazione, realizzando “Topolino e il mistero dell’Apprendista Stregone”.[1]

Disegnò praticamente fino alla conclusione della sua vita, lasciando un'incompiuta: Zio Paperone e il mistero della lira celtica le cui prime tavole vennero poi pubblicate postume su n.15 de I Maestri Disney.

Oltre alla serie di storie con Paperinik (del quale ha anche disegnato Paperinik e il ritorno a Villa Rosa) ha all'attivo storie di ambientazione fantascientifica (Zio Paperone e le guerre planetarie, Zio Paperone e la corona di luce, Paperino e il pianeta Esalion, Zio Paperone e la fattoria orbitale), spesso ispirate a saghe cinematografiche come Guerre stellari.

Morì a Genova l'8 marzo 1999.[12][9]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n Giovan Battista Carpi, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 24 aprile 2019.
  2. ^ Mickey 90 - L'arte di un sogno • Sbam! Comics, su Sbam! Comics, 18 ottobre 2018. URL consultato il 24 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2022).
  3. ^ Francesco Borgoglio, BadHITS: le 13 Signore del fumetto italiano [collegamento interrotto], su BadComics.it, 28 dicembre 2015. URL consultato il 24 aprile 2019.
  4. ^ La Redazione, Notizie - Il magazine "Topolino" festeggia 70 anni, su Lo Spazio Bianco, 2 aprile 2019. URL consultato il 24 aprile 2019.
  5. ^ Topolino compie 90 anni: arriva una grande mostra a Desenzano del Garda – C4 Comic, su c4comic.it. URL consultato il 24 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2019).
  6. ^ Gianfranco Goria, Giovan Battista Carpi, Maestro, su afnews.info Volume 1: 1995/2021, 26 maggio 2016. URL consultato il 19 agosto 2023.
  7. ^ (EN) Giovan Battista Carpi, su Fantagraphics. URL consultato il 19 agosto 2023.
  8. ^ a b RW/Lineachiara: Nonna Abelarda • Sbam! Comics, su Sbam! Comics, 25 giugno 2015. URL consultato il 24 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2021).
  9. ^ a b c d e f g h i j k l (EN) Giovan Battista Carpi, su lambiek.net. URL consultato il 19 aprile 2019.
  10. ^ Ettore Gabrielli, - Geppo: una vita d'inferno (Bianconi, Carpi), su Lo Spazio Bianco, 18 novembre 2002. URL consultato il 24 aprile 2019.
  11. ^ Michele Garofoli, - Novità da RW - Lineachiara: The Spirit, Superworld e Nonna Abelarda, su Lo Spazio Bianco, 2 aprile 2014. URL consultato il 24 aprile 2019.
  12. ^ a b c d e FFF - Giovan Battista CARPI, su lfb.it. URL consultato il 19 aprile 2019.
  13. ^ Andrea Tosti, Romano Scarpa, maestro dei Disney italiani, su Fumettologica, 30 novembre 2018. URL consultato il 24 aprile 2019.
  14. ^ La Redazione, - Gli iBook de "Il Manuale delle Giovani Marmotte" e "Il Manuale di Nonna Papera", su Lo Spazio Bianco, 3 aprile 2014. URL consultato il 24 aprile 2019.
  15. ^ Il Manuale delle Giovani Marmotte, ai tempi dell'ebook, su Fumettologica, 4 aprile 2014. URL consultato il 24 aprile 2019.
  16. ^ Scarpa, Carpi e Gentilini a Canzonissima 1968. URL consultato il 16 marzo 2022.
  17. ^ Quando gli autori Disney andarono in tv da Magalli, su Fumettologica, 21 agosto 2017. URL consultato il 24 aprile 2019.
  18. ^ "Dodo", periodico oggi scomparso un tempo edito dalla Giorgio Mondadori Editore (ex "Airone Junior"), su lucianobottaro.it. URL consultato il 25 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2010).
  19. ^ Andrea Bramini, Approfondimenti - Zio Paperone nelle parodie di G.B. Carpi, su Lo Spazio Bianco, 23 dicembre 2017. URL consultato il 24 aprile 2019.
  20. ^ Boschi, Gori e Sani, p. 87 (parole attribuite a Carpi): «[...] Guido Martina è sempre stato il mio soggettista ideale [...]. Però già negli ultimi tempi rimaneggiavo le sue sceneggiature, perché risentivano di una certa stanchezza [...]». Relativamente a Messer Papero, Carpi dichiarò: «per realizzare le avventure fiorentine di Paperino ho dovuto riscrivere quasi completamente la sceneggiatura, ed è stato un lavoro pazzesco» (Boschi, Gori e Sani, p. 88).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Oltre agli albi de I Maestri Disney a lui dedicati (l'1, l'8, il 15, il 23), è da aggiungersi anche Topolino - 70 anni di carta (Tutto Disney n. 20 del novembre 2002), albo nel quale ci sono brevi informazioni anche su molti altri autori Disney.

  • Luca Boschi, Leonardo Gori e Andrea Sani, I Disney Italiani, Granata Press, 1990, ISBN 9788872480007.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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