Arcidiocesi di Aix

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Arcidiocesi di Aix
Archidioecesis Aquensis in Gallia
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Marsiglia
 
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
ArcivescovoChristian Delarbre
Arcivescovi emeritiChristophe Dufour
Presbiteri128, di cui 113 secolari e 15 regolari
5.289 battezzati per presbitero
Religiosi41 uomini, 216 donne
Diaconi29 permanenti
 
Abitanti957.291
Battezzati677.000 (70,7% del totale)
StatoFrancia
Superficie4.580 km²
Parrocchie118 (8 vicariati)
 
ErezioneI secolo
Ritoromano
CattedraleSantissimo Salvatore
Indirizzo7 Cours de la Trinité, 13625 Aix-en-Provence CEDEX 01, France
Sito webwww.catho-aixarles.fr
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Francia
Vista dal battistero dal chiostro della cattedrale
Sarcofago cristiano di Aquae Sextiae nella cattedrale del Santissimo Salvatore.
La chiesa dell'abbazia cistercense di Silvacane, comune di La Roque-d'Anthéron, fondata nel XII secolo da san Bernardo di Chiaravalle.
L'abbazia Saint-Michel de Frigolet, la cui chiesa abbaziale, dedicata all'Immacolata Concezione, ha il titolo di basilica minore.

L'arcidiocesi di Aix (in latino Archidioecesis Aquensis in Gallia) è una sede della Chiesa cattolica in Francia suffraganea dell'arcidiocesi di Marsiglia. Nel 2022 contava 677.000 battezzati su 957.291 abitanti. È retta dall'arcivescovo Christian Delarbre.

L'arcidiocesi comprende il dipartimento francese delle Bocche del Rodano, ad eccezione dell'Arrondissement di Marsiglia.

Sede arcivescovile la città di Aix, dove si trova la cattedrale del Santissimo Salvatore. Nel territorio diocesano sorgono l'antica cattedrale di Arles e la basilica minore dell'Immacolata Concezione a Tarascona (abbazia di Saint-Michel de Frigolet).

Il territorio si estende su 4.580 km² ed è suddiviso in 118 parrocchie, raggruppate in 8 decanati: Alpilles-Durance, Paese d'Arles, Salon-Valle della Durance, Istres-Martigues, Laguna di Berre, Marignane-Costa Blu, Paese di Gardanne, Paese d'Aix.

La tradizione attribuisce l'evangelizzazione di Aix e del suo territorio e la fondazione della diocesi a san Massimino, discepolo di Gesù, che dalla Palestina raggiunse la Provenza e con Maria Maddalena diffuse per primo la buona novella ad Aix. Suo successore sarebbe stato san Sidonio, identificato dalla tradizione con il cieco nato, guarito da Gesù secondo il racconto dell'evangelista Giovanni (9,1-41[1]).

Primo vescovo storicamente documentato è Lazzaro, vissuto agli inizi del V secolo, le cui vicende si intrecciano con quelle dell'imperatore romano e usurpatore Costantino III, a cui il vescovo diede il suo appoggio; alla morte di questi nel 411, Lazzaro fu costretto a dare le dimissioni. A partire dalla prima metà dell'VIII secolo il territorio di Aix è devastato dai Saraceni, e la loro presenza in Provenza fino al X secolo renderà difficile la vita cristiana; in questo periodo la serie episcopale di Aix è molto discontinua.

Nel V secolo fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana, ma l'autorità del metropolita di Aix, sempre offuscata da quella primaziale di Arles, è riconosciuta definitivamente solo da papa Adriano I nel 774 e dal concilio di Francoforte del 794. La provincia ecclesiastica corrispondeva all'antica Gallia Narbonense II, ad oriente del Rodano, e comprendeva le diocesi di Apt, Riez, Fréjus, Gap, Sisteron e Antibes. Nel XII secolo Antibes divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Embrun. Il resto della provincia ecclesiastica rimase invariato fino alla rivoluzione francese.

Nell'XI secolo fu iniziata la costruzione della cattedrale durante l'episcopato di Rostan di Fos; la parte più antica del battistero risale invece al V-VI secolo.

A partire dal XII secolo gli arcivescovi di Aix si liberano definitivamente dalla soggezione alla Chiesa di Arles. Il vescovo Pierre III ricevette il pallio nel 1102 e nel 1112 riunì per la prima volta un concilio provinciale dove vennero riuniti tutti i vescovi suffraganei.

Nel 1409 fu eretta l'università di Aix con una bolla del papa pisano Alessandro V. L'istituzione, che comprendeva le facoltà di teologia, di giurisprudenza e di medicina, fu confermata da Luigi II di Provenza nel 1413 e di nuovo dai re francesi nel corso del XVII secolo.[2]

Durante la riforma protestante, l'arcivescovo Jean de Saint-Chamond si lasciò attrarre dalla nuova confessione religiosa e fu scomunicato dal papa; il 25 dicembre del 1566 annunciò pubblicamente dal pulpito della cattedrale le sue dimissioni; in seguito si sposò e fu messo a capo di un reggimento ugonotto. La città e l'arcidiocesi rimasero tuttavia fedeli al cattolicesimo, per l'iniziativa soprattutto dell'arcivescovo Gilbert Génébrard.

Si deve a Girolamo Grimaldi-Cavalleroni l'istituzione del seminario nel XVII secolo, dopo che precedenti tentativi erano falliti.

Prima della rivoluzione francese, l'arcidiocesi comprendeva 84 parrocchie, suddivise in 8 decanati: Aix, Brignoles, Trets, Rians, Lambesc, Pertuis, Cadenet e Reillanne.

In seguito al concordato, con la bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII del 29 novembre 1801 incorporò i territori dell'arcidiocesi di Arles e delle diocesi di Fréjus, Grasse, Marsiglia, Riez (in parte), Tolone e Vence che furono soppresse. La nuova provincia ecclesiastica comprendeva le diocesi di Avignone, Digne, Nizza e Ajaccio.

Il 10 luglio 1817 l'arcidiocesi di Arles fu ristabilita, ma il 6 ottobre 1822 fu confermata definitivamente la sua soppressione e l'incorporazione nell'arcidiocesi di Aix. Lo stesso 6 ottobre furono ristabilite le diocesi di Marsiglia e di Fréjus, con territorio ricavato da quello di Aix. Da allora l'arcivescovo di Aix può fregiarsi anche del titolo di vescovo di Arles. Dopo i cambiamenti del 1801 e del 1822, la nuova provincia ecclesiastica comprendeva le diocesi di Fréjus, Digne, Gap, Marsiglia e Ajaccio; Nizza fu aggiunta nel 1860, mentre Marsiglia divenne arcidiocesi nel 1948. Dal 1838 al 1866 anche la diocesi di Algeri fece parte della provincia ecclesiastica di Aix.

L'8 dicembre 2002, con la riorganizzazione delle circoscrizioni diocesane francesi, Aix ha perso il rango di sede metropolitana, pur mantenendo il titolo arcivescovile, ed è entrata a far parte della provincia ecclesiastica di Marsiglia.[3]

L'arcidiocesi di Aix, nel corso della sua lunga storia, ha dato alla Chiesa undici cardinali presi tra i suoi arcivescovi ed altri sette presi tra i canonici del capitolo della cattedrale.

Cronotassi dei vescovi

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Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 957.291 persone contava 677.000 battezzati, corrispondenti al 70,7% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1948 258.000 288.000 89,6 214 184 30 1.205 41 572 130
1959 280.000 315.000 88,9 246 211 35 1.138 69 530 131
1969 ? 479.272 ? 285 221 64 ? 1 104 548 101
1980 474.500 601.000 79,0 287 202 85 1.653 1 109 567 124
1990 592.000 735.000 80,5 242 178 64 2.446 6 96 520 124
1999 637.000 793.383 80,3 213 157 56 2.990 10 70 364 128
2000 668.000 832.600 80,2 211 151 60 3.165 10 119 360 128
2001 688.000 857.071 80,3 221 163 58 3.113 14 79 360 112
2002 688.000 857.071 80,3 202 143 59 3.405 14 76 360 122
2003 688.000 857.071 80,3 181 142 39 3.801 13 56 360 122
2004 688.000 857.071 80,3 188 153 35 3.659 13 50 354 122
2006 688.000 857.071 80,3 179 143 36 3.843 14 56 334 120
2012 714.000 867.000 82,4 159 131 28 4.490 21 57 265 120
2015 723.200 879.000 82,3 147 128 19 4.919 23 43 248 120
2018 730.000 957.700 76,2 126 110 16 5.793 25 31 205 118
2020 739.600 970.000 76,2 126 111 15 5.869 26 66 244 118
2022 677.000 957.291 70,7 128 113 15 5.289 29 41 216 118
  1. ^ Gv 9,1-41, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  2. ^ F. Belin, Histoire de l'ancienne université de Provence, Aix-en-Provence 1892.
  3. ^ (FR) Congrégration pour les évêques, Décret sur la nouvelle organisation des provinces ecclésiastiques en France, su eglise.catholique.fr, 8 dicembre 2002. URL consultato il 1º ottobre 2024.
  4. ^ Tra le fonti citate, questo vescovo è ammesso solo da Albanès (Gallia christiana novissima); avrebbe partecipato al concilio di Nimes del 396 e a quello di Torino del 401. Tuttavia, secondo Duchesne, quelle di Albanès sono pure congetture, poiché negli atti dei due concili non è mai indicata la sede di appartenenza dei vescovi.
  5. ^ Dopo Lazzaro, le fonti citate riportano nomi di vescovi, ammessi dagli uni, esclusi dagli altri: Fisquet e Gams parlano di un sant'Armentario; Albanès riconosce invece un Ausanio; Fisquet aggiunge anche un Vittore. Tutti comunque ammettono come certo il successivo Basilio.
  6. ^ Ammesso da Fisquet, Albanès e Gams, ignoto a Gallia christiana. Duchesne (p. 281, nota 5) riporta uno studio secondo il quale l'iscrizione che parla di Menelfalo potrebbe datarsi al X secolo.
  7. ^ Ricordato da Gregorio di Tours, secondo il quale sarebbe vissuto all'epoca del re Sigeberto (che regnò dal 561 al 575).
  8. ^ Ammesso da Albanès e Fisquet, il vescovo Onorato è ritenuto incerto da Duchesne e Gams; ignoto a Gallia christiana.
  9. ^ Ammesso da Gallia christiana, Gams e Fisquet, è escluso da Albanès, secondo il quale Ingilramno rimase sempre vescovo di Cavaillon.
  10. ^ In questo giorno è datata la bolla pontificia con la quale gli viene assegnato il pallio.
  11. ^ Nominato una prima volta il 25 luglio 1414 perché si era sparsa la voce della morte di Thomas de Puppio.
  12. ^ Il 22 dicembre 1504 è nominato arcivescovo, titolo personale, di Orléans.
  13. ^ Nominato arcivescovo di Albi il 28 marzo 1575 o 1576.
  14. ^ Nominato dal re francese, non ottenne la conferma pontificia a causa delle difficili relazioni diplomatiche vigenti all'epoca tra Governo francese e Santa Sede. Nominato ad Albi dal re, fu confermato da Roma solo nel 1693. Fisquet, La France pontificale, p. 183. Questo vescovo è sconosciuto alla cronotassi di Eubel.
  15. ^ Nominato dal re nel mese di febbraio 1687, ottenne la conferma pontificia solo nel 1693. Eubel V, p. 92, nota 2.
  16. ^ Nominato arcivescovo titolare di Eno.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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