Chiesa cattolica in Mauritania

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Chiesa cattolica in Mauritania
Anno2016
Cattolici4.500[1]
Popolazione4,6 milioni
Presidente della
Conferenza episcopale
Arlindo Gomes Furtado
Nunzio apostolicoWaldemar Stanisław Sommertag
CodiceMR

La Chiesa cattolica in Mauritania è parte della Chiesa cattolica universale in comunione con il vescovo di Roma, il Papa.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'arrivo dei missionari cristiani in Mauritania, nella primavera del 1778, fu casuale e dovuto al naufragio presso Nouadhibou di un'imbarcazione in rotta verso la Guyana. Due sacerdoti francesi della Congregazione dello Spirito Santo che erano a bordo della nave - padre Déglicourt e padre Bertout - furono catturati da pescatori mauri. Nel dicembre del 1779 padre Déglicourt assistette alla conquista di Saint-Louis del Senegal. Con altri due religiosi esercitò per qualche anno il ministero, offrendo assistenza spirituale ai suoi connazionali piuttosto che dedicarsi all'evangelizzazione dei musulmani.

In seguito, in assenza di una comunità cristiana sul territorio, la Mauritania fu inclusa nella giurisdizione della prefettura apostolica del Senegal (oggi diocesi di Saint-Louis du Sénégal).

Nel 1955 monsignor Landreau, prefetto apostolico di Saint-Louis du Sénégal chiese ad alcune suore che parlavano arabo di impegnarsi ad Atar in un'opera di promozione della donna. Tre religiose si stabilirono a Nouadhibou e quattro ad Atar, dove istituirono un asilo per i bambini francesi e si occuparono delle donne mauritane.

La diocesi di Nouakchott, che ha giurisdizione su tutto il territorio del Paese, fu eretta il 18 dicembre 1965, cinque anni dopo il termine del protettorato francese e la proclamazione dell'indipendenza.

Attualmente la Chiesa cattolica conta circa 4.500 battezzati, pari allo 0,2% della popolazione del Paese, che è a grandissima maggioranza (95%) musulmana. Si tratta per lo più di stranieri provenienti dall'Europa, e da Senegal, Mali, Benin, Togo e Repubblica Democratica del Congo, che a volte restano in Mauritania per breve tempo. Alcuni però vi risiedono da più di trent'anni, e, secondo l'attuale vescovo di Nouakchott Martin Albert Happe "hanno figli e nipoti in ricerca vocazionale"[2].

Legislazione in materia di religione[modifica | modifica wikitesto]

La Mauritania è ufficialmente una repubblica islamica.
Secondo la legge nazionale, convertirsi dall'islam a un'altra religione o rinunciare all'islam è considerato apostasia ed è un reato capitale, che può essere punito anche con la pena di morte[3]. I cristiani quindi non possono svolgere alcuna opera di evangelizzazione.
Il possesso privato di una Bibbia non costituisce reato, però il libro sacro dei cristiani non può essere stampato né venduto. Nessun gruppo religioso, differente dall'islam, è stato a tutt'oggi riconosciuto ufficialmente[3].

Verso la Chiesa cattolica lo stato applica una politica di tolleranza. La Chiesa è libera di esercitare l'azione pastorale verso i fedeli cattolici. Essa non è soggetta a limitazioni nel campo della sanità e gestisce asili (frequentati anche da bambini musulmani), biblioteche e centri culturali. Il divieto di proselitismo le impedisce tuttavia di aprire scuole.

Organizzazione ecclesiastica[modifica | modifica wikitesto]

Tutta la Mauritania è compresa in un'unica circoscrizione ecclesiastica: la diocesi di Nouakchott, immediatamente soggetta alla Santa Sede.

Nunziatura apostolica[modifica | modifica wikitesto]

Spetta al nunzio apostolico in Senegal rappresentare gli interessi della Santa Sede in Mauritania.

La delegazione apostolica di Dakar, con giurisdizione su tutte le colonie francesi dell'Africa continentale ed insulare (ad eccezione delle regioni del Nordafrica), fu istituita il 22 settembre 1948 con il breve Expedit et Romanorum Pontificum di papa Pio XII.

Il 3 maggio 1960, in forza del breve Decet Nos di papa Giovanni XXIII, la delegazione apostolica di Dakar assunse il nome di delegazione apostolica dell'Africa Occidentale, con giurisdizione sui seguenti stati africani: Senegal, Alto Volta, Costa d'Avorio, Dahomey, Guinea, Mauritania, Niger, Sudan, Togo, Ghana, Gambia e Sierra Leone.

Mutò il proprio nome a favore di delegazione apostolica in Mali e Mauritania il 21 maggio 1973 con il breve Ex quo divino di papa Paolo VI. Il 3 giugno 1980 nacque la nunziatura apostolica del Mali in forza del breve Vigilem curam di papa Giovanni Paolo II, per cui la delegazione apostolica si ridusse alla sola Mauritania.

Il 9 dicembre 2016 la Santa Sede e la Mauritania, "desiderose di assicurare mutui amichevoli rapporti, hanno deciso di comune accordo di stabilire tra di loro relazioni diplomatiche"[4]. La nunziatura apostolica è stata istituita con la bolla Neminem latet di papa Francesco.[5]

Delegati apostolici[modifica | modifica wikitesto]

Nunzi apostolici[modifica | modifica wikitesto]

  • Michael Wallace Banach, arcivescovo titolare di Memfi (13 maggio 2017 - 3 maggio 2022 nominato nunzio apostolico in Ungheria)
  • Waldemar Stanisław Sommertag, arcivescovo titolare di Maastricht, dal 6 settembre 2022

Conferenza episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La Mauritania non ha una Conferenza episcopale propria, ma l'unico vescovo cattolico del Paese è membro della Conferenza dei Vescovi del Senegal, della Mauritania, di Capo Verde e di Guinea Bissau (Conférence des Evêques du Sénégal, de la Mauritanie, du Cap-Vert et de Guinée-Bissau), che fa parte della Conferenza episcopale regionale dell'Africa occidentale e del Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar.

Elenco dei Presidenti della Conferenza episcopale:

Elenco dei Vicepresidenti della Conferenza episcopale:

Elenco dei Segretari generali della Conferenza episcopale:

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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