Giuliano Amato: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m r2.7.2+) (Bot: Modifico lv:Džuljāno Amato
Presidente Sant'Anna
Riga 99: Riga 99:
Nel febbraio [[2010]] viene nominato senior advisor in Italia della [[Deutsche Bank]].
Nel febbraio [[2010]] viene nominato senior advisor in Italia della [[Deutsche Bank]].
Nel giugno 2010 diviene Presidente onorario della Fondazione "Ildebrando Imberciadori", istituzione impegnata nella ricerca storica e dedicata al noto studioso Toscano.<ref>[http://www.db.com/italia/it/content/6922_6925.htm?dbsiteshome=_newslist_6925_05_febbraio_2010_deutsche_bank_nomina_giuliano_amato_seni Deutsche Bank nomina Giuliano Amato senior advisor in Italia (5 febbraio 2010)]</ref>
Nel giugno 2010 diviene Presidente onorario della Fondazione "Ildebrando Imberciadori", istituzione impegnata nella ricerca storica e dedicata al noto studioso Toscano.<ref>[http://www.db.com/italia/it/content/6922_6925.htm?dbsiteshome=_newslist_6925_05_febbraio_2010_deutsche_bank_nomina_giuliano_amato_seni Deutsche Bank nomina Giuliano Amato senior advisor in Italia (5 febbraio 2010)]</ref>
Il 21 febbraio 2012 è stato designato Presidente della Scuola Superiore Sant'Anna<ref>http://www.sssup.it/news.jsp?ID_NEWS=3756&GTemplate=default.jsp</ref>.


== Biografia ==
== Biografia ==

Versione delle 11:35, 21 feb 2012

Giuliano Amato

Presidente del Consiglio
Durata mandato28 giugno 1992 –
22 aprile 1993
PresidenteOscar Luigi Scalfaro
PredecessoreGiulio Andreotti
SuccessoreCarlo Azeglio Ciampi

Durata mandato25 aprile 2000 –
11 giugno 2001
PresidenteCarlo Azeglio Ciampi
PredecessoreMassimo D'Alema
SuccessoreSilvio Berlusconi

Ministro del Tesoro
Durata mandato28 luglio 1987 –
22 luglio 1989
PresidenteGiovanni Goria
Ciriaco De Mita
PredecessoreGiovanni Goria
SuccessoreGuido Carli

Durata mandato13 maggio 1999 –
25 aprile 2000
PresidenteMassimo D'Alema
PredecessoreCarlo Azeglio Ciampi
SuccessoreVincenzo Visco

Ministro dell'Interno
Durata mandato17 maggio 2006 –
8 maggio 2008
PresidenteRomano Prodi
PredecessoreGiuseppe Pisanu
SuccessoreRoberto Maroni

Presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato
Durata mandato1994 –
1997
PredecessoreFrancesco Saja
SuccessoreGiuseppe Tesauro

Dati generali
Partito politicoPartito Democratico
già
Partito Socialista Italiano
FirmaFirma di Giuliano Amato

Template:Membro delle istituzioni italiane Template:Membro delle istituzioni italiane Giuliano Amato (Torino, 13 maggio 1938) è un politico, giurista e docente italiano.

Giurista costituzionalista, membro dell'Associazione Italiana dei Costituzionalisti, docente universitario.

Ha avuto una notevole carriera politica: un tempo esponente del Partito Socialista Italiano, ha aderito poi all'Ulivo ed infine al Partito Democratico.

È stato:

Negli anni ottanta il giornalista Eugenio Scalfari trovò per lui il soprannome dottor Sottile, con doppio riferimento al suo acume politico e alla gracilità fisica.

Il 2 giugno 2008 ha pubblicamente annunciato il suo allontanamento definitivo dalla politica italiana. Nel 2009 è nominato presidente dell'Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani. Nel febbraio 2010 viene nominato senior advisor in Italia della Deutsche Bank. Nel giugno 2010 diviene Presidente onorario della Fondazione "Ildebrando Imberciadori", istituzione impegnata nella ricerca storica e dedicata al noto studioso Toscano.[1] Il 21 febbraio 2012 è stato designato Presidente della Scuola Superiore Sant'Anna[2].

Biografia

Carriera accademica

Nato a Torino da famiglia siciliana, che presto si trasferisce in Toscana, dopo aver compiuto i suoi studi al Liceo classico "Niccolò Machiavelli" di Lucca, si laureò in giurisprudenza al Collegio medico-giuridico di Pisa, ora Scuola Superiore Sant'Anna, divenendo in tempi recenti anche presidente dell'associazione degli ex-allievi della scuola.

Frequentò un master alla Scuola di legge della Columbia University di New York nel 1962.

Professore di Diritto Costituzionale Comparato all'Università di Roma dal 1975 al 1997, è stato inoltre professore alle Università di Modena e Reggio Emilia, Perugia, Firenze, NYU Law School e all'Istituto universitario europeo, ancora a Firenze. Attualmente è professore della School of Government presso l'università LUISS di Roma.

È fondatore e direttore, dal 1999, della Rivista "Mercato, Concorrenza, Regole", edita dal Mulino.

Estese presto il suo impegno, oltre che nell'ambito accademico fino a divenire docente universitario, anche in quello politico.

Militanza politica

Aderì inizialmente al Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP), per poi passare al Partito Socialista Italiano (PSI), dove, nel 1979, denunciò le "forme degradanti" assunte dal dibattito interno, a seguito della vicenda Eni-Petromin che portò alla sospensione dell'allora presidente dell'ENI, Giorgio Mazzanti. A differenza di Franco Bassanini, però, non abbandonò il partito, scalandone le posizioni interne fino a rivestire, alla fine degli anni ottanta, la carica di vicesegretario generale del PSI.

Ruolo istituzionale

Nella "Prima Repubblica"

Fu deputato del PSI dal 1983 al 1994 al fianco di Bettino Craxi, del quale fu prima antagonista e poi consigliere economico e politico fino a diventarne sottosegretario alla Presidenza del consiglio nei due governi Craxi I e Craxi II (1983-1987).

In seguito è stato Ministro del Tesoro dal 1987 al 1989 (governi Goria e De Mita). All'indomani delle elezioni del 1992 fu incaricato dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro di formare il suo primo governo.

Nel suo primo mandato da Presidente del Consiglio si trovò ad affrontare una difficile situazione finanziaria. Per questa ragione, l'11 luglio del 1992 emise un decreto da 30000 miliardi di lire in cui tra le altre cose veniva deliberato (retroattivamente al 9 luglio) il prelievo forzoso del 6 per mille dai conti correnti bancari per un "interesse di straordinario rilievo", in relazione ad "una situazione di drammatica emergenza della finanza pubblica"[3]. Le eccezioni di incostituzionalità contro quel decreto vennero successivamente respinte dalla Consulta [4]. Dopo aver perso pesantemente la battaglia contro la svalutazione della lira, nell'autunno dello stesso anno varò una manovra finanziaria "lacrime e sangue" da 93000 [5] miliardi di lire (contenente tagli di spesa e incrementi delle imposte), per frenare l'ascesa del deficit pubblico, e la prima riforma delle pensioni. Il governo cadde a seguito della vicenda del decreto Conso. Giuliano Amato annunciò le dimissioni del Governo una volta reso pubblico l'esito del referendum in materia elettorale, fortemente voluto dal leader emergente Mariotto Segni. Con la modifica della legge elettorale per il Senato la volontà popolare venne interpretata come un ripudio del sistema elettorale proporzionale a favore di un'opzione di tipo maggioritaria. Nel suo discorso del 21 aprile 1993 alla Camera così commentò quella svolta epocale:"E perciò un autentico cambio di regime, che fa morire dopo settant'anni quel modello di partito-stato che fu introdotto in Italia dal Fascismo e che la Repubblica aveva finito per ereditare, limitandosi a trasformare un singolare in plurale". Queste parole vennero accolte con un brusio risentito fra i banchi dei vari gruppi parlamentari e anche Giorgio Napolitano e Giovanni Spadolini, allora presidenti delle due camere, non mancarono di far sentire un loro stizzito dissenso. Successivamente Amato chiarì il suo pensiero spiegando di aver usato la parole "regime" con un significato assolutamente neutro sul terreno politologico. Per una ricostruzione storica del contesto politico e sociale nel quale il Governo Amato ha espresso la sua azione riformatrice si veda il bel saggio di Giuliano Cazzola Il beneAmato, Sperling & Kupfer, 2000.

Ha poi diretto l'Antitrust dal 1994 al 1997.

Nella "Seconda Repubblica"

Nella fase definita Seconda Repubblica, alla scomparsa dei partiti tradizionali, sopravvive politicamente alla fine del partito socialista ma non aderisce a nessun partito. Per le elezioni politiche del 1994 decide di non candidarsi direttamente, ma guida un gruppo di socialisti e socialdemocratici verso l'aggregazione di centro guidata da Mariotto Segni, il Patto per l'Italia. Diversi candidati socialisti lo seguono senza tuttavia ottenere seggi (tra i candidati di area socialista figurano nei collegi Giulio Tremonti, Sandro Principe, Luigi Covatta, Gianfranco Schietroma, Andrea Cavicchioli, Alberto Tedesco e altri).

Successivamente aderisce alle posizioni del centrosinistra e si avvicina (senza mai parteciparvi) ai DS. Dal 1999 al 2000 (Governo D'Alema), Ministro delle Riforme Costituzionali dal 1998 al 1999 (Governo D'Alema).

Nel '98 viene richiamato al Governo dal premier Massimo D'Alema come ministro delle Riforme. L'anno dopo è di nuovo al Tesoro. E nel 2000 torna a Palazzo Chigi come presidente del Consiglio.

È ora considerato tra i leader principali dell'intera coalizione di centrosinistra, ha avuto un ruolo importante nell'Ulivo, prima, nell'Unione e quindi nel Partito Democratico.

Nel gennaio del 2002 Amato è stato nominato dal Consiglio europeo di Laeken vicepresidente della Convenzione europea, chiamata a disegnare la nuova architettura istituzionale dell'UE. Ha anche presieduto la Commissione internazionale sui Balcani, nata nell'aprile 2004, su iniziativa e col supporto della Fondazione Robert Bosch Stiftung (Germania), della fondazione Re Baldovino (Belgio), della German Marshall Fund of the United States e della Charles Stewart Mott Foundation (US).

Al termine delle elezioni politiche del 2006 riceve un nuovo mandato parlamentare alla Camera, venendo eletto deputato nella circoscrizione Toscana.

Si è parlato di lui come un possibile successore di Carlo Azeglio Ciampi nella carica di Presidente della Repubblica Italiana: il suo nome è stato proposto dalla Casa delle Libertà. L'Unione ha però preferito candidare Giorgio Napolitano, che è stato eletto al Quirinale.

Il 17 maggio 2006 viene nominato Ministro dell'Interno nel Governo Prodi II.

Dal 23 maggio 2007 è divenuto uno dei 45 membri del Comitato nazionale per il Partito Democratico che riuniva i leader delle componenti del futuro PD; dopo la costituzione del partito, in quanto ex Presidente del consiglio aderente al partito, è componente di diritto del coordinamento nazionale del Partito Democratico.

Dal 30 settembre 2006 presiede il cosiddetto "Gruppo Amato" (formato da politici europei), ufficialmente chiamato "Comitato d'azione per la democrazia europea" (Action Committee for European Democracy, ACED) supportato dalla Commissione europea che ha inviato due suoi rappresentanti alle riunioni. Il gruppo ha avuto il mandato (non ufficiale) di prospettare una riscrittura della Costituzione europea basata sui criteri che erano emersi durante le consultazioni della Presidenza tedesca con le cancellerie europee. Il risultato è stato presentato il 4 giugno 2007: il nuovo testo presenta in 70 articoli e 12.800 parole circa le stesse innovazioni della Costituzione che aveva 448 articoli e 63.000 parole diventando un punto di riferimento per i negoziati che hanno portato al Trattato di riforma.

Giuliano Amato, secondo Il Giornale, riceverebbe una pensione mensile di 31.411 euro lordi, importo per molti ritenuto imbarazzante, soprattutto vista la sua partecipazione dirette ed indiretta alle varie riforme dell'Inps.[6][7] Nella trasmissione Otto e mezzo del 12 settembre 2011 ha confermato queste ricostruzioni, dichiarando di percepire, al netto delle imposte, circa 11000 euro di pensione, in gran parte derivanti dalla sua attività nell'Antitrust, da sommare agli oltre 5000 euro di indennità parlamentare.

Pubblicazioni

Ha scritto libri e articoli su diritto, economia, istituzioni pubbliche, libertà personali e federalismo.

  • Rapporti fra norma primarie e secondarie. Milano, A. Giuffré, 1962.
  • Il sindacato di costituzionalità sulle competenze legislative dello Stato e della regione: alla luce dell'esperienza statunitense. Milano, A. Giuffré, 1963.
  • La libertà personale. Atti del Congresso celebrativo del centenario delle leggi amministrative di unificazione. Vicenza, Neri Pozza, 1967.
  • Individuo e autorità nella disciplina della libertà personale. Milano, A. Giuffré, 1967.
  • L'ispezione politica del parlamento. Milano, A. Giuffré, 1968.
  • Commento allo statuto della Regione Lazio (a cura di). Milano, A. Giuffré, 1972.
  • Il governo dell'industria in Italia: Testi e documenti (a cura di). Bologna, Il Mulino, 1974.
  • Una Repubblica da riformare. Bologna, il Mulino, 1980.
  • Duello a sinistra: socialisti e comunisti nei lunghi anni '70 (con Luciano Cafagna). Bologna, il Mulino, 1982.
  • Democrazia e redistribuzione: un sondaggio nel Welfare statunitense. Bologna, il Mulino, 1983. ISBN 88-15-00043-7.
  • Due anni al Tesoro. Bologna, Il Mulino, 1990. ISBN 88-15-02508-1.
  • Manuale di diritto pubblico, (a cura di Giuliano Amato e Augusto Barbera). Bologna, Il Mulino, 1991. ISBN 88-15-03292-4.
  • Antitrust and the Bounds of Power: the dilemma of liberal democracy in the history of the market. Oxford, Hart Publishing, 1997. ISBN 1-901362-29-9.
  • Il gusto della libertà: l'Italia e l'antitrust. Bari, Laterza, 2000. ISBN 88-420-6185-9.
  • When the Economy is affected with a Public Interest. F.Snyder (Ed.), The Europeanisation of Law. Oxford, Hart Publishing, 2000.
  • Tornare al futuro. La sinistra e il mondo che ci aspetta (in collaborazione con Fabrizio Forquet). Bari, Laterza, 2002. ISBN 88-420-6554-4.
  • Noi in bilico. Inquietudini e speranza di un cittadino europeo (intervista di Fabrizio Forquet). Bari, Laterza, 2005. ISBN 88-420-7518-3.
  • Dialoghi post-secolari (con Vincenzo Paglia). Venezia, Marsilio, 2006. ISBN 88-317-8852-3.
  • Un altro mondo è possibile? Parole per capire e per cambiare (con Lucia Pozzi). Milano, Mondadori, 2006. ISBN 88-04-55710-9.

Note

  1. ^ Deutsche Bank nomina Giuliano Amato senior advisor in Italia (5 febbraio 2010)
  2. ^ http://www.sssup.it/news.jsp?ID_NEWS=3756&GTemplate=default.jsp
  3. ^ art 7 Decreto-legge 11 luglio 1992, n. 333, su italgiure.giustizia.it. URL consultato il 12-11-2008. (Misure urgenti per il risanamento della finanza pubblica), convertito con modifiche in Legge 8 agosto 1992, n. 359, su italgiure.giustizia.it. URL consultato il 12-11-2008.
  4. ^ sentenza n. 145 del 1995. Una copia è reperibile a questo indirizzo Consulta Online - Sentenza n. 143/1995, su giurcost.org. URL consultato il 12-11-2008.
  5. ^ Quando l'Italia fu sull'orlo del precipizio, Amato varò la Finanziaria da 93.000 miliardi, su ultimenotizie.tv. URL consultato il 30-04-2010.
  6. ^ http://www.tgcom.mediaset.it/politica/articoli/1004955/giuliano-amato-e-le-pensioni%3Cbr%3E-le-ha-tagliate-tutte-tranne-la-sua.shtml
  7. ^ http://www.beppegrillo.it/2011/08/non_e_un_paese_per_pensionati.html

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Predecessore Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana Successore
Giulio Andreotti 28 giugno 1992 - 22 aprile 1993 Carlo Azeglio Ciampi I
Massimo D'Alema 25 aprile 2000 - 11 giugno 2001 Silvio Berlusconi II

Template:Presidenti del Consiglio

Predecessore Ministro dell'Interno della Repubblica Italiana Successore
Giuseppe Pisanu 17 maggio 2006 - 8 maggio 2008 Roberto Maroni

Predecessore Ministro del Tesoro della Repubblica Italiana Successore
Giovanni Goria 28 luglio 1987 - 22 luglio 1989 Guido Carli I
Carlo Azeglio Ciampi 13 maggio 1999 - 25 aprile 2000 Vincenzo Visco II

Predecessore Ministro senza portafoglio Successore
ruolo condiviso 21 ottobre 1998 - 13 maggio 1999
alle Riforme Istituzionali
ruolo condiviso