Semnopithecus

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Semnopithecus
Semnopithecus hypoleucos
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Mammalia
Sottoclasse Theria
Infraclasse Eutheria
Superordine Euarchontoglires
(clade) Euarchonta
Ordine Primates
Sottordine Haplorrhini
Infraordine Simiiformes
Parvordine Catarrhini
Superfamiglia Cercopithecoidea
Famiglia Cercopithecidae
Sottofamiglia Colobinae
Tribù Presbytini
Genere Semnopithecus
Desmarest, 1822
Specie

Semnopithecus è un genere di scimmie del Vecchio Mondo della famiglia Cercopithecidae, comprendente sette specie note comunemente come entelli[1].

Specie[modifica | modifica wikitesto]

Al genere vengono attualmente ascritte sette specie, in passato considerate come sottospecie di S. entellus:

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Il genere ha un ampio areale che copre buona parte del subcontinente indiano comprendendo Pakistan, Bangladesh, Nepal, Bhutan, India e Sri Lanka.
È presente in differenti habitat che vanno dalle alti valli himalayane alle foreste tropicali lungo le coste, dalle regioni aride alle savane. Comune la sua presenza anche nelle aree urbane.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Sono primati di taglia medio-grande; le specie presenti nella parte settentrionale dell'areale, come per esempio le valli del Kashmir o il Pakistan, hanno mediamente dimensioni maggiori di quelle che popolano l'India meridionale o Sri Lanka. Alcune specie presentano un marcato dimorfismo sessuale, con maschi decisamente più grandi delle femmine, in altre le differenze tra i due sessi sono meno appariscenti[2][3].

Le diverse specie di entello sono accomunate da una pelliccia di colore grigiastro con faccia, orecchie e palme di mani e piedi glabre e di colore nero. Nelle specie con areale più settentrionale la pelliccia cresce molto durante i mesi invernali per garantire un buon isolamento termico. Posseggono una coda lunga più del corpo. Gli arti sono lunghi, e le mani e i piedi presentano un notevole sviluppo delle falangi. Sulle natiche presentano, come molti altri primati, delle tipiche callosità ischiatiche nere[3].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

L'attacco di una tigre a un entello; disegno di Warwick Reynolds tratto da Dwellers in the Jungle, del 1925.

Struttura sociale[modifica | modifica wikitesto]

I gruppi sociali possono contare da 10 fino a 100 individui. I gruppi più piccoli, di una decina di individui, sono composti generalmente da alcune femmine imparentate tra loro, un maschio adulto e la loro prole. I maschi possono formare bande che attaccano i gruppi con l'obiettivo di scacciare il maschio alfa, quando uno riesce ad affermarsi come nuovo maschio dominante, scaccia gli altri.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Predatori[modifica | modifica wikitesto]

Tra i principali predatori degli entelli vi sono il leopardo (Panthera pardus fusca), la tigre (Panthera tigris) il cuon (Cuon alpinus), il lupo indiano (Canis lupus pallipes) e lo sciacallo dorato (Canis aureus)[4][5].

Rapporti con l'uomo[modifica | modifica wikitesto]

Statua raffigurante il dio-scimmia Hanuman.

Nella mitologia indiana gli entelli sono considerati discendenti del dio-scimmia Hanuman. Nel poema epico indiano del Rāmāyaṇa, che narra la vita del principe Rāma (incarnazione del dio Visnù), quando Sītā, moglie di Rama, viene rapita dal perfido Rāvaṇa, re dei demoni, e portata prigioniera nello Sri Lanka, il popolo degli uomini-scimmia, guidato da Hanuman, costruisce un ponte che collega l'estremità meridionale dell'India con l'isola, aiutando Rama ad affrontare vittoriosamente Ravana. Sempre nello stesso poema esiste una leggenda che spiega l'origine della colorazione degli entelli. Si narra infatti che Hanuman rubò dal Giardino dei Demoni il prelibato frutto del mango, prima di essere catturato e condannato a morire sul rogo. Egli riuscì a spegnere il fuoco, bruciandosi però le mani, i piedi e il viso: per questo motivo i suoi discendenti, gli entelli, hanno ancor oggi mani, piedi e viso neri.
In India, le popolazioni locali hanno un tale rispetto per gli entelli, che essi possono vivere indisturbati anche all'interno dei templi, dove vengono protetti e nutriti. Il combattimento di Rama e delle scimmie contro i demoni è raffigurato sui bassorilievi di numerosi templi anche fuori dall'India: per esempio quelli di Angkor in Cambogia e di Prambanan a Giava; a Bali, esso costituisce invece il tema delle danze che si svolgono durante le cerimonie religiose locali.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Colin Groves, Semnopithecus, in D.E. Wilson e D.M. Reeder (a cura di), Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  2. ^ Roonwal ML, Intraspecific variation in size, proportion of body parts and weight in the Hanuman langur, Presbytis entellus (Primates), in south Asia with remarks on subspeciation, in Rec Zool Surv India 1981; 79:125-58.
  3. ^ a b Groves C., Primate taxonomy, Washington, D.C., Smithsonian Institution, 2001.
  4. ^ Newton PN, A note on golden jackals (Canis aureus) and their relationship with langurs (Presbytis entellus) in Kanha Tiger Reserve, in J Bombay Nat Hist Soc 1985; 82(3):633-6.
  5. ^ Andheria AP, Karanth KU, Kumar NS, Diet and prey profiles of three sympatric large carnivores in Bandipur Tiger Reserve, India, in J Zool 2007; 273(2):169-75.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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