Pieve dei Santi Ippolito e Cassiano (Parma)

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Pieve dei Santi Ippolito e Cassiano
Lato sud
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàGaione (Parma)
Indirizzoviale Don Aldo Bernardi 18
Coordinate44°45′25.24″N 10°17′21.3″E / 44.757011°N 10.28925°E44.757011; 10.28925
Religionecattolica di rito romano
Titolaresanti Ippolito e Cassiano
Diocesi Parma
Stile architettonicoromanico
Inizio costruzioneXI secolo
Completamento1983

La pieve dei Santi Ippolito e Cassiano, meglio nota come pieve di Gaione, è un luogo di culto cattolico dalle forme romaniche situato accanto al torrente Cinghio a nord del parco della neoclassica Villa Paganini, in viale Don Aldo Bernardi 18 a Gaione, frazione di Parma, in provincia e diocesi di Parma; appartiene al gruppo delle pievi parmensi e fa parte della zona pastorale di Parma Vigatto.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'originario luogo di culto fu edificato tra il VII e l'VIII secolo sui resti di una struttura, probabilmente una villa, di epoca romana; ne sopravvivono i resti di un piccolo altare, realizzato riutilizzando antichi mattoni romani.[1][2][3]

Tra la fine dell'XI e l'inizio del XII secolo la chiesa fu completamente riedificata in forme romaniche, su una pianta a tre navate terminanti in tre absidi sul lato orientale;[1][4] in adiacenza fu anche costruito un battistero con foro centrale per le immersioni.[1][5]

La pieve, appartenente al Capitolo della Cattedrale di Parma, fu menzionata per la prima volta nel 1111, il 26 maggio in un diploma dell'imperatore del Sacro Romano Impero Enrico V di Franconia e il 7 novembre in una bolla pontificia del papa Innocenzo II.[3]

In seguito, la chiesa fu citata nel 1185 tra le tappe di una delle diramazioni della via Francigena.[5]

Nel 1230, dalla Plebis de Galiono dipendevano due cappelle del circondario, come testimoniato dal Capitulum seu Rotulus Decimarum della diocesi di Parma; nella seconda metà del XIV secolo si aggiunsero sotto la sua giurisdizione altre due cappelle.[3][5]

Tra il XVI e il XVII secolo la pieve di San Cassiano fu sottoposta a una serie di lavori che ne mutarono profondamente la struttura; furono infatti demolite le tre absidi, sostituite in corrispondenza della navata principale da un presbiterio di forma rettangolare, e furono edificati i corpi di fabbrica a est, compresa la canonica; inoltre furono realizzate nella navata centrale le arcate in muratura a sostegno della copertura lignea, in sostituzione delle antiche capriate.[4]

In un documento del 1691 il santo titolare della chiesa risultava essere san Giovanni Battista; di tale intitolazione si perse traccia nei documenti successivi, in cui comparvero i santi Ippolito e Cassiano, ma uno degli altari laterali rimase dedicato al santo.[3][1]

Nel 1812 furono risistemati e adibiti a sagrestia gli ambienti di servizio posti sul lato meridionale; tre anni dopo fu edificata la cappella a nord dedicata alla beata Vergine del Rosario.[5]

Nel marzo del 1832 un violento terremoto causò alcuni danni al campanile, che fu sottoposto a restauri; il cantiere fu concluso l'anno seguente.[5]

Nel 1844 la canonica fu risistemata e ampliata.[5]

Tra il 1851 e il 1855 la facciata fu rinforzata strutturalmente in quanto lesionata.[5]

Nel 1910 il tetto fu ristrutturato, mentre nel 1925 la pavimentazione interna fu rifatta; sette anni dopo fu costruito un nuovo fonte battesimale.[5]

Nel 1952 la chiesa fu sottoposta a complessi lavori di ristrutturazione, volti a riportarne in luce l'aspetto medievale; per questo furono completamente riedificati parte del transetto e l'abside principale, addossata a esso, oltre al campanile e al fianco destro d'ingresso, e furono recuperate le colonne in pietra; tra il 1954 e il 1955 furono riaperte le monofore della navata centrale, mentre tra il 1956 e il 1962 furono aggiunti i mosaici in controfacciata e nell'abside; nel frattempo fu inoltre ristemato il sagrato; nel 1966 fu realizzato il nuovo altare maggiore post conciliare.[5]

Il cantiere fu riavviato nel 1970, restaurando le travi di copertura e riportando alla luce gli affreschi medievali, la facciata in pietra, i basamenti delle colonne, la base rotonda della vasca battesimale romanica in corrispondenza della prima campata della navata sinistra e le fondamenta dell'edificio originario; fu inoltre risistemato il lato nord della chiesa; i lavori furono conclusi nel 1983.[5]

Tra il 2001 e il 2004 la pieve fu sottoposta a un nuovo restauro conservativo, volto alla valorizzazione dei reperti archeologici; l'intera pavimentazione fu rimossa fino allo strato originario per la realizzazione degli impianti di riscaldamento e in seguito mantenuta a un livello più basso, con lo scopo di mettere in luce le antiche basi dei pilastri; nello stesso periodo furono inoltre restaurati gli affreschi posizionati sulla sommità delle pareti delle tre navate, risalenti al XVII e al XVIII secolo,[6][1] e furono restaurati i prospetti esterni della canonica.[5]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Facciata e lato sud
Portale d'ingresso sul lato sud

La pieve si sviluppa su una pianta a tre navate, con l'ingresso principale rivolto a ovest e il presbiterio absidato a est; un secondo ingresso è collocato sul fianco meridionale, mentre sul lato opposto si apre una cappella laterale.[5]

La semplice facciata a salienti, interamente rivestita, come il resto della chiesa, in pietra, risulta scarsamente visibile a causa dell'angusto passaggio che la divide dal muro di confine di fronte; al centro è collocato il portale d'ingresso principale, sormontato da un architrave; in sommità si apre nel mezzo una finestra a lunetta.[5][1]

Il fianco destro, rivolto verso la strada, è caratterizzato dalla presenza del portale d'accesso secondario, delimitato da una cornice in laterizio e coronato da un arco a tutto sesto, contenente una lunetta con un altorilievo cruciforme in cotto realizzato nel 1957 dallo scultore Corvi; ai suoi lati si aprono due monofore ad arco a tutto sesto, con cornici in mattoni. In adiacenza si erge il campanile, con cella campanaria affacciata sulle quattro fronti attraverso aperture ad arco a tutto sesto delimitate da lesene.[5]

Il prospetto sinistro, conservatosi maggiormente intatto, presenta ancora i conci squadrati della muratura originaria.[2]

All'interno la navata principale, rivestita in pietra, è sormontata da una copertura a due falde in travi a vista, rette da quattro arcate in muratura a tutto sesto che si ergono in corrispondenza dei pilastri; in sommità si apre una serie di monofore romaniche ad arco a tutto sesto; ai lati le navate secondarie si affacciano sulla centrale attraverso cinque arcate a tutto sesto, rette da massicce colonne medievali, rivestite con un'alternanza di mattoni e pietre e coronate da capitelli a tronco di cono rovesciato; sulla sinistra si apre attraverso un ampio arco a tutto sesto la cappella della Beata Vergine del Rosario.[5]

Il presbiterio intonacato, lievemente sopraelevato, è caratterizzato dalla presenza di una struttura in vetro nel pavimento, per mostrare nella zona centrale la pavimentazione originaria all'interno dell'antica abside principale;[2] nel mezzo è collocato l'altare maggiore in pietra martellata, risalente al 2004; sul fondo l'abside, illuminata da due monofore laterali, accoglie una cassapanca lignea a semicerchio.[5]

La chiesa conserva alcune opere di pregio, tra cui alcuni lacerti staccati di affreschi del XV secolo raffiguranti la Madonna col Bambino e un santo, la pala rappresentante i Santi Ippolito e Cassiano, eseguita da Giovanni Riccò su commissione della duchessa Maria Luigia,[1] e un dipinto ritraente Sant'Antonio da Padova, risalente al XVII secolo.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Fallini, Calidoni, Rapetti, Ughetti, p. 53.
  2. ^ a b c Pieve dei Santi Ippolito e Cassiano a Gaione, su romanico-emiliaromagna.com. URL consultato il 17 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2015).
  3. ^ a b c d e Dall'Aglio, pp. 523-525.
  4. ^ a b Gaione, Pieve dei Santi Ippolito e Cassiano, su cattedrale.parma.it. URL consultato il 17 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2014).
  5. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano "Gaione, Parma", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 28 marzo 2018.
  6. ^ Pieve di Gaione, su fondazionecrp.it. URL consultato il 17 novembre 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Italo Dall'Aglio, La Diocesi di Parma, I Volume, Parma, Scuola Tipografica Benedettina, 1966.
  • Marco Fallini, Mario Calidoni, Caterina Rapetti, Luigi Ughetti, Terra di pievi, Parma, MUP Editore, 2006, ISBN 88-7847-021-X.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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