Martorano

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Martorano
frazione
Martorano – Veduta
Martorano – Veduta
Chiesa di Santo Stefano
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Parma
Comune Parma
Territorio
Coordinate44°45′27.5″N 10°24′42.16″E / 44.75764°N 10.41171°E44.75764; 10.41171 (Martorano)
Altitudine62 m s.l.m.
Abitanti81[2]
Altre informazioni
Cod. postale43123
Prefisso0521
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Martorano
Martorano

Martorano è una piccola frazione del comune di Parma, appartenente al quartiere Lubiana.

La località è situata 8,09 km a sud-est del centro della città.[1]

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

La frazione sorge in posizione pianeggiante alla quota di 62 m s.l.m.,[1] sulla sponda sinistra del torrente Enza,[3] ed è attraversato dall'antico canale della Spelta.[4]

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo ha probabilmente origine prediale dal latino Marturius, di stampo bizantino.[5]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Risalgono all'età del rame le più antiche tracce della presenza umana nella zona di Martorano, costituite da alcuni materiali riferibili alla cultura del vaso campaniforme, rinvenuti sulla riva dell'Enza.[6]

Il territorio risultava sicuramente abitato in età repubblicana, come testimoniato dal ritrovamento, a est della chiesa di Santo Stefano, di alcune monete e altri oggetti risalenti al II secolo a.C.; la zona risultava all'epoca frazionata in centurie, di cui si conservano ancora varie tracce nella rete viaria e nella suddivisione del territorio.[7]

Dell'epoca longobarda sopravvivono due necropoli, individuate nel 1997 e nel 2010 rispettivamente a nord e a sud del nucleo abitato odierno;[8] la prima, collocata all'incrocio tra strada Viazza di Martorano e la provinciale, è costituita da 26 fosse sepolcrali, poste in prossimità dei resti di una villa romana già abbandonata nell'Alto Medioevo;[9] la seconda, estesa ai lati di strada Budellungo, è composta da 11 inumazioni e 4 fosse.[10]

La più antica testimonianza dell'esistenza del borgo medievale risale al 9 maggio dell'882,[11] quando Marturiano fu citata in un atto notarile di compravendita.[12] La località fu menzionata anche in un documento del febbraio 918. Il borgo di Marturanum fu poi nominato in una bolla emanata dal papa Innocenzo II il 2 aprile 1138.[13]

Nel 1317 Martorano e la vicina Coloreto furono devastate dalle truppe di Giberto III da Correggio.[14]

Nel 1406 il duca di Milano Giovanni Maria Visconti, per mediazione di Ottobuono de' Terzi, investì ufficialmente il condottiero Guido Torelli dei feudi di Guastalla e Montechiarugolo; quest'ultimo comprendeva le terre di Marano, Martorano, La Villa, Monticelli, Basilicagoiano, Tortiano, Pecorile e Lesignano.[15]

La contea di Montechiarugolo appartenne ai Torelli fino al 1612, quando l'ultimo conte Pio fu condannato a morte, insieme a numerosi altri nobili del Parmense, con l'accusa di aver partecipato alla presunta congiura dei feudatari ai danni del duca Ranuccio I Farnese, che confiscò tutti i suoi beni annettendo il feudo alla Camera ducale di Parma.[16]

In epoca napoleonica, per effetto del decreto Nardon del 1806, la località divenne frazione del nuovo comune (o mairie) di Marore, che fu sciolto nel 1870 e inglobato in quello di San Lazzaro Parmense,[11] a sua volta assorbito da quello di Parma nel 1943.[17]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santo Stefano[modifica | modifica wikitesto]

Facciata della chiesa di Santo Stefano
Lato sud della chiesa di Santo Stefano
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di Santo Stefano (Parma, Martorano).

Menzionata per la prima volta nel 1230, la chiesa romanica fu più volte modificata nei secoli, fino all'ultima ristrutturazione in stile neoromanico del 1940; danneggiata dal sisma del 1983, l'anno seguente fu interamente restaurata e consolidata strutturalmente; al suo interno sono conservate alcune opere di pregio, tra cui due dipinti e oggetti sacri.[18][11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c La Frazione di Martorano, su italia.indettaglio.it. URL consultato il 22 aprile 2018.
  2. ^ [1]
  3. ^ Molossi, p. 207.
  4. ^ Dall'Aglio, p. 625.
  5. ^ Catarsi, Anghinetti, Raggio, Usai, p. 6.
  6. ^ Eneolitico, su archeologia.parma.it. URL consultato il 23 aprile 2018.
  7. ^ Catarsi, Anghinetti, Raggio, Usai, pp. 7-8.
  8. ^ Catarsi, Anghinetti, Raggio, Usai, p. 10.
  9. ^ Catarsi, Anghinetti, Raggio, Usai, p. 11.
  10. ^ Catarsi, Anghinetti, Raggio, Usai, p. 26.
  11. ^ a b c Marano e Martorano, su digilander.libero.it. URL consultato il 23 aprile 2018.
  12. ^ Affò, 1792, p. 302.
  13. ^ Dall'Aglio, pp. 625-626.
  14. ^ Affò, 1795, p. 211.
  15. ^ Pezzana, p. 85.
  16. ^ Cenni storici, su digilander.libero.it. URL consultato il 23 aprile 2018.
  17. ^ Storia dei comuni, su elesh.it. URL consultato il 23 aprile 2018.
  18. ^ Chiesa di Santo Stefano "Martorano, Parma", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 22 aprile 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ireneo Affò, Storia della città di Parma, Tomo primo, Parma, Stamperia Carmignani, 1792.
  • Ireneo Affò, Storia della città di Parma, Tomo quarto, Parma, Stamperia Carmignani, 1795.
  • Manuela Catarsi, Cristina Anghinetti, Patrizia Raggio, Licia Usai, Presenze longobarde nell'alta pianura parmense tra il torrente Parma e il fiume Enza (PDF), in Atti IV Convegno Nazionale FederArcheo, Cosenza, 2013. URL consultato il 23 aprile 2018.
  • Italo Dall'Aglio, La Diocesi di Parma, II Volume, Parma, Scuola Tipografica Benedettina, 1966.
  • Lorenzo Molossi, Vocabolario topografico dei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, Parma, Tipografia Ducale, 1832-1834.
  • Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo secondo, Parma, Ducale Tipografia, 1842.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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